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I'm seeing a tunnel at the end of all these lights
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La terza generazione
di Rainer Werner Fassbinder
La terza generazione, commedia in sei parti, gioco di società pieno di tensione, eccitazione, logica, crudeltà e pazzia. Simile ad una favola che si racconta ai bambini affinché imparino a sopportare la vita fino alla morte.
Berlino Ovest, 1978. Assistiamo alla nascita e allo sviluppo di una piccola cellula terrorista tedesca tra intrighi, tradimenti, segreti, attentati, rapine e rapimenti… Personaggi grotteschi, situazioni e dialoghi al limite dell’assurdo mischiati e mixati in una atmosfera che tocca vari generi cinematografici, non appartenendo completamente a nessuno, spesso Fassbinder strizza l’occhio al noir o al gangster movie, ma attraverso il suo personalissimo stile assolutamente dissacrante. Il fatto di usare uno stile apparentemente apolitico, non significa che il film sia privo di messaggi dal forte contenuto sociale e umano. Tutt’altro...SPOILER (click to view)Lo si vede durante la discussione universitaria sul parallelismo tra la borghesia del periodo pre-nazista e la situazione sociale odierna, che va a cozzare con la figura della povera Ilse, drogata abbandonata a se stessa nel covo dei terroristi, circondata da persone che sostengono di lottare per un mondo migliore, per la difesa dei più deboli contro i privilegi borghesi e nessuno che si preoccupi davvero del suo stato, pur essendo ben coscienti del destino che l’attende.
Ancora e soprattutto di critica è la figura dell’industriale Lurz che, ad inizio film si lamenta della tranquillità politica e dell’ostruzionismo che stanno facendo “quelli di Bonn” nel rifiutarsi di richiedere ancora computer e, in seguito, affronta con il poliziotto il dialogo su Solaris, lodandolo per rappresentare la bugia 24 fotogrammi al secondo, mentre tutti gli altri film spacciano la bugia per verità assoluta. Svilisce la verità di fronte all’apparenza, nega la supremazia di quello che è in favore di quello che si può far credere. Quando il poliziotto dice “ho sognato che i capitalisti avevano inventato il terrorismo per costringere lo stato a difendere i proprio interessi, è buffo no?” seguono risate complici… è chiaro l’intento dell’industriale di indurre i terroristi verso una apparente rivoluzione per costringere Bonn a richiedere i nuovi computer per la registrazione e il controllo dei sovversivi. Il tutto si completa con il tassello del dialogo su Schopenhauer ad inizio film, tra nonno e nipote, “… l’attività umana è inutile e diceva che l’esistenza di un uomo non è più importante di quella di una pietra.” A sottolineare come l’attività umana sia assimilabile a quella delle pedine della scacchiera o ai fili delle marionette, ignari di chi tiri le fila delle loro esistenze e degli scopi che lo muovono. E il cerchio si chiude.
Ma non eccede e non sottolinea mai l’aspetto meramente politico, per lasciare il posto d’onore alla rappresentazione sarcastica e beffarda dell’uomo e del suo destino, esplicativo il dialogo schopenhauriano sopracitato tra nonno e nipote. L’uomo si dibatte, lotta, pensa di agire con sacrificio e costanza, mentre ogni sforzo è una concessione pilotata dall’esterno, in un quadro tristemente comico di sconfitta totale della piccola umanità che può scegliere solo la morte. A sottolineare lo sforzo ( inutile ) Fassbinder dirige gli attori in una atmosfera sempre tesa, paranoica, a tratti straniante ( aiutato da una fotografia quasi sempre fredda e asettica ) e che sfocia spesso nell’isteria di movimenti convulsi e nei dialoghi sempre disturbati dalla tv di sottofondo, da musica, nastri, parlottio confuso… è sempre un misto confuso di messaggi diversi sovrapporsi.
Un film veramente freddo, un glaciale ritratto nichilista dell'uomo, distaccato nella regia, chiuso allo spettatore che trova difficile immedesimarsi o provare davvero simpatia per qualcuno dei protagonisti, tanto sono surreali le situazioni in cui si trovano. Tranne forse la figura del nonno, unica figura positiva. Ostico e tosto Fassbinder a sto giro, più un film è apparentemente semplice e godibile e più, scavando un pò la superficie, trovi un mondo sotterraneo... due visioni in una settimana ( prima in originale coi sub ma seconda in italiano... di solito faccio il contrario ma seguire i sottotitoli, parecchio impegnativi, mi aveva fatto perdere troppe cose a livello visivo... ) però ne vale la pena.DVD - Scheda tecnica:
Il dvd che ho visionato è contenuto nel Cofanetto Fassbinder a 7 dvd, ( tutti i film si trovano anche singolarmente ) per le foto vi rimando al bellissimo Photoalbum ( e commento ) di Ivs, sicuramente molto più ferrato di me in materia tecnica. Io mi limito a concordare sul buon master, a mio modo di vedere ( e fruire: ho una semplice tv ) buon audio ( originale 2.0 con i sub ita per non udenti fissi o italiano 2.0, con l'opzione dei sub ita per non udenti ) e ottimo video, il migliore fra i film visionati finora, immagini nitide e pulitissime negli interni come negli esterni.
Extra nulli praticamente purtroppo: filmografia del regista e credits.
NB: anche in questo caso ibs segnala, per l'edizione singola, delle interviste come extra, che nel dvd del cofanetto non sono contenute... però non ho trovato riscontri su altri store, mi sa che è na balla.
Edited by Tristessa - 23/8/2008, 11:13. -
Petrucci.
User deleted
La terza Generazione ricalca solo nello stile gli action movie perchè in realtà esprime il dramma umano in cui emerge la disperazione dell'uomo inchiodato in uno stato di solitudine pressochè cronico.
Freddo anzi gelido, l'uomo agisce da sconfitto, senza possibilità di redenzione. -
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innanzitutto mi complimento con Tristessa per la splendida analisi
pellicola indubbiamente difficile e stratificata, che abbisogna di più visioni per riuscire a comprenderla nel suo insieme, tra capovolgimenti di fronte, critiche alla società e messaggi politici più o meno marcati.
provo a descrivere il mio punto di vista su di un'opera che in ogni caso mi ha colpito profondamente.
si parte con un incipit ipnotico scandito da un battito metallico che simula il suono di un cuore umano.
film spietato e livido che si occupa di raccontare il terrorismo dal suo interno tra personaggi pittorici e ambigui: nient’altro che lo specchio di una società eccentrica, disincantata, sola, che ha come obiettivo il rovescio di leggi e status già ampiamente ramificati nella Germania in cui vivono. messinscena straniante, asettica ed evocativa per un film che fa della densità dei dialoghi e dell'allegoria i propri punti cardine, riflettendo in questa maniera sul modus operandi del nuovo terrorismo, quello della cosiddetta Terza generazione, tanto impulsivo quanto ingenuo, burattini mossi da qualcosa di imperscrutabile più grande di loro, pezzi del puzzle che dovrebbero andare a comporre qualcosa di enorme progettato a tavolino.
si procede per sottrazioni, specie quando il registro narrativo - che non segue mai coordinate precise - sfocia nel gangster-noir (e in questo senso ricorda un po' lo stile Melvilliano ) sopra una struttura narrativa che intreccia e addiziona più storie, più o meno sconnesse, dove diviene sistematicamente palpabile nei protagonisti un’aura di assoluto smarrimento esistenziale e sgomento sullo sfondo degli ambigui anni '70 dove l'economia e il potere politico andavano a braccetto per fini misteriosi.
durissimo, ma è sempre presente un velo di pietà per l'essere umano e questo ormai credo sia uno dei tratti principali dell'autore. finale semplicemente straordinario delirante e sensazionale, costruito ad hoc, per risultare ancor più cinico e beffardo.
Voto: 9. -
MrBlù.
User deleted
fuck
Recupero, ho-riletto-anche-la-bellissima-analisi-della-Triss, poi-le-parole-di-Mickes-mi-san-colpire-sempre-a-fondo,
come-già-detto-di-Fassbinder-conosco-un-paio-di-titoli-e-questo-non-è-compreso... alla-prima-occasione
mi-faccio-il-cofanetto... e-vi-vengo-a-cercare questo-sentimento-popolare.... -
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Questo è un Fassbinder che ancor mi manca, come tanti altri della sua sterminata filmografia, ed uno di quelli che mi interessa di più!! . -
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recuperate! .