Che Guevara di Steven Soderbergh

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    Prima Locandina del film

    CheGuevara

    Edited by hellboy1 - 9/10/2011, 11:42
     
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  2. Brain84
     
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    Benicio del Toro lo vedo bene nella parte del Che, per Steven Soderbergh come regista non lo amo particolarmente...ha fatto qualche bruttonaggine di troppo..speriamo che il film sia all'altezza del personaggio
     
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  3. LordofDarknes
     
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    Dopo la presentazione a Cannes sono curioso di vederlo questo nuovo super progetto di Soderbergh
     
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    Speriamo bene...
    Come chi mi conosce sa il Che è un personaggio che ho sempre ammirato moltissimo; se il film non gli rende giustizia vado a fucilare Soderbergh :lol:
     
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    Se sarà l'ennesimo film che dipinge un assassino come un eroe non lo degnerò manco di uno sguardo.
     
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    CITAZIONE (10baggio @ 27/8/2008, 16:38)
    Se sarà l'ennesimo film che dipinge un assassino come un eroe non lo degnerò manco di uno sguardo.

    Assassino è una parola forte, bisogna tener conto di tante cose ;)
    Si può non essere d'accordo col suo metodo, con la violenza, con l'idea politica, certo, ma da qui adefinire il Che un semplice "assassino" ce ne passa.

    Certo, anche io prefirerei un biopic più realistico che non nasconda il lato estremista del Che. :)
     
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    CITAZIONE (Jack Torrance @ 27/8/2008, 16:54)
    CITAZIONE (10baggio @ 27/8/2008, 16:38)
    Se sarà l'ennesimo film che dipinge un assassino come un eroe non lo degnerò manco di uno sguardo.

    Assassino è una parola forte, bisogna tener conto di tante cose ;)
    Si può non essere d'accordo col suo metodo, con la violenza, con l'idea politica, certo, ma da qui adefinire il Che un semplice "assassino" ce ne passa.

    Certo, anche io prefirerei un biopic più realistico che non nasconda il lato estremista del Che. :)

    Che Guevara è diventato un marchio che è la quintessenza del capitalismo stesso. La sua immagine compare su tazze, berretti, accendini, portachiavi, portafogli, bandane, top, blue jeans, confezioni di tè alle erbe e, naturalmente, sulle immancabili t-shirt... Sean O’Hagan ha scritto sull’ Observer che esiste persino un detersivo in polvere con lo slogan «Il Che lava più bianco».
    Già da questo si intuisce che il film lo dipingerà come un eroe senza macchia ne paura...

    Scommettiamo che tutto ciò che segue non verrà menzionato?

    Nel gennaio 1957, come indicato nel diario della Sierra Maestra, Guevara sparò a Eutimio Guerra, sospettato di aver rivelato delle informazioni: «Ho risolto il problema con una calibro 32, nella parte destra del cervello... Ciò che apparteneva a lui ora era mio». Più tardi sparò ad Aristidio, un contadino che aveva espresso il desiderio di ritirarsi appena i ribelli si fossero spostati. E mentre si domandava se la vittima «fosse colpevole al punto da meritare la morte», non esitava a ordinare l’uccisione di Echevarría, fratello di un compagno, colpevole di crimini imprecisati: «Doveva pagare». In altre occasioni simulava le esecuzioni senza portarle a termine, una forma di tortura psicologica. Luis Guardia e Pedro Corzo, due ricercatori della Florida che stanno lavorando a un documentario su Guevara, hanno ottenuto la testimonianza di Jaime Costa Vázquez, un ex comandante dell’esercito rivoluzionario noto come «El Catalán», secondo il quale molte delle esecuzioni attribuite a Ramiro Valdés, futuro ministro degli Interni cubano, sono invece direttamente imputabili a Guevara, perché sulle montagne Valdés ne eseguiva gli ordini. «In caso di dubbio, uccidete», era la direttiva del Che.
    Alla vigilia della vittoria, secondo Costa, il Che avrebbe ordinato l’esecuzione di una ventina di persone a Santa Clara, al centro di Cuba. Alcuni furono uccisi in un hotel, come ha scritto Marcelo Fernándes-Zayas, altro ex rivoluzionario poi diventato giornalista, precisando che tra gli uccisi, i casquitos, c’erano contadini che si erano uniti all’esercito solo per non restare disoccupati. Eppure, la «macchina che uccideva a sangue freddo» non mostrò appieno la sua ferocia finché, immediatamente dopo il crollo del regime di Batista, Castro gli affidò la direzione del carcere di La Cabaña. (Castro aveva un talento innato nello scegliere le persone adatte a proteggere la rivoluzione dall’infezione). San Carlos de La Cabaña era una fortezza di pietra utilizzata nel XVIII secolo per difendere l’Avana dai pirati inglesi; più tardi divenne una caserma militare. Guevara ne fu direttore nella prima metà del 1959, in uno dei periodi più neri della rivoluzione. José Vilasuso, avvocato e professore alla Universidad Interamericana de Bayamón di Porto Rico ed ex membro dell’organismo che si occupava dei processi sommari di La Cabaña, mi ha recentemente raccontato: «Il Che presiedeva la Comisión Depuradora. Il processo rispettava la legge della Sierra: c’era una corte militare e secondo le indicazioni del Che dovevamo agire con convinzione, perché erano tutti assassini e procedere in modo rivoluzionario significava essere implacabili. Il mio diretto superiore era Miguel Duque Estrada. Il mio compito consisteva nel sistemare le pratiche prima che fossero inviate al ministero. Le esecuzioni si svolgevano dal lunedì al venerdì, in piena notte, appena dopo l’emissione della sentenza e l’automatica conferma in appello. Nella notte più orribile che io ricordi, furono uccisi sette uomini».
    Javier Arzuaga, il cappellano basco che recava conforto ai condannati a morte e fu testimone di decine di esecuzioni, mi ha recentemente incontrato nella sua casa di Porto Rico. Ex prete cattolico, oggi settantacinquenne, si definisce «più vicino a Leonardo Boff e alla teologia della Liberazione che all’ex cardinale Ratzinger» e ricorda: «C’erano circa ottocento prigionieri in uno spazio capace di contenerne non più di trecento: ex militari e poliziotti dell’era di Batista, giornalisti, qualche uomo d’affari e alcuni commercianti. Il tribunale rivoluzionario era formato da uomini delle milizie. Che Guevara presiedeva la Corte d’appello. Non ha mai annullato una sentenza. Visitavo il braccio della morte nella Galera de la muerte. Si sparse la voce che ipnotizzavo i prigionieri perché molti restavano calmi, così il Che diede l’ordine che fossi presente alle esecuzioni. Dopo la mia partenza in maggio furono eseguite ancora molte sentenze, io vidi 55 esecuzioni. C’era un americano, Herman Marks, evidentemente un ex carcerato. Lo chiamavamo "il macellaio" perché provava piacere a dare l’ordine di sparare. Difesi davanti al Che la causa di numerosi prigionieri. Ricordo in particolare il caso di un ragazzino, Ariel Lima. Il Che non si smosse. Né cambiò idea Fidel, al quale feci visita. Rimasi così sconvolto che alla fine del mese di maggio 1959 mi fu ordinato di lasciare la parrocchia di Casa Blanca, dove si trovava La Cabaña e dove avevo celebrato la messa per tre anni. Andai a curarmi in Messico. Il giorno che partii, il Che mi disse che ciascuno di noi aveva tentato di portare l’altro dalla propria parte, invano. Le sue ultime parole furono: "Quando ci toglieremo le maschere, ci ritroveremo nemici"».
    Quante persone furono uccise a La Cabaña? Pedro Corzo propone una stima di duecento vittime, simile a quella calcolata da Armando Lago, un professore di economia in pensione che ha compilato un elenco di 179 nomi. Vilasuso sostiene che tra gennaio e la fine di giugno del 1959 (quando il Che lasciò l’incarico a La Cabaña) furono uccise quattrocento persone. Cablogrammi segreti inviati dall’ambasciata americana dell’Avana al Dipartimento di Stato a Washington parlavano di «oltre cinquecento». Secondo Jorge Castañeda, uno dei biografi di Guevara, padre Iñaki de Aspiazú, cattolico basco vicino alla rivoluzione, avrebbe parlato di settecento vittime. Félix Rodríguez, un agente della Cia che fece parte della squadra incaricata di dare la caccia a Guevara in Bolivia, mi ha raccontato di aver affrontato con il Che la questione delle «circa duemila» esecuzioni delle quali era responsabile. «Disse che erano tutti agenti della Cia e non fornì il numero», ricorda Rodríguez. Le cifre più elevate possono tenere conto di esecuzioni che ebbero luogo nei mesi successivi al termine dell’incarico del Che a La Cabaña.
     
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    Se tutte queste cose sono vere (ed alcune sono da dimostrare ;) ), come ho detto, anche io preferirei fossero presenti nel film. Naturalmente, tutti sanno delle esecuzioni e delle finte esecuzioni del Che durante la ribellione, ma dimentichi che la guerra è guerra, al comando di un gruppo di contadini cosa avrebbero dovuto fare, permettere a tutti di comportarsi come meglio credevano?

    La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza.


    Per il resto credo sia meglio chiudere prima di entrare in discorsi troppo politici e parlare unicamente del film :)
     
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    Quindi anche Mussolini era un eroe? si ha fatto morire migliaia e migliaia di persone ma ha fatto anche cose "buone"..., cavolo ora che ci penso Hitler ha ucciso milioni di persone ma negli anni '30 con il suo sistema economico ha trascinato fuori da una crisi terribile la germania...
    Il mio intervento era volto ad evidenziare il fatto che gli eroi non esistono, soprattutto in una guerra, sono tutti macellai, a destra come a sinistra, se portano avanti le loro idee con la violenza, il sangue e la brutalità... e quando essi vengono dipinti come dei mi viene il voltastomaco.
     
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  10. Ringo79
     
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    ... non ho mai sopportato ''la santificazione'' di questo personaggio
     
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    fregancazzo. lo vedrò in dvd (il blu ray non lo merita) così potrò fare anch'io sangue marcio. nemmeno io sopporto la santificazione di un assassino che ha mandato in tracollo l'economia di un paese solo perchè quel geniaccio di fidel lo ha fatto diventare ministro dell'economia. peccato che cechevara avesse un'utilissima laurea in medicina.
    fuckin'A
     
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    Ce se mette pure donnie :lol:
    Ne parliamo al raduno se vengo, và :D
     
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    se vengo porto la bandiera della decima e ti costringo a baciarla
     
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  14. MrBlù
     
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    CITAZIONE (Jack Torrance @ 27/8/2008, 17:05)
    Per il resto credo sia meglio chiudere prima di entrare in discorsi troppo politici e parlare unicamente del film :)

    bravissimo :wub: seguendo-il-regolamento-del-forum-tra-l'altro :)
    perlomeno-aspettiamo-di-vederlo-nelle-sale,poi-ovviamente-nelle-varie-recensioni
    qualche-approfondimento-politico-in-piu-sarà-tollerato,come-è-giusto-che-sia :)
     
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    :lol:
     
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