Seven swords

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  1. Kurtz
     
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    La prima ora scorre tutta nelle battaglie fra polveri e spade volanti. Ma l'intento e la visione di Tsui Hark niente hanno a che vedere con la poesia di Hero o le danze acrobatiche de La tigre e il dragone. L'idea è quella di restituire un genere alla sua veridicità storica. L'attuazione è una visione barbarica del Medioevo d'Oriente, per nulla discendente dei film di Yimou e Lee. Alle geometriche danze di morte, coordinate e lievi come un vero balletto teatrale degli sfidanti di Hero, al suo tripudio di colori pastello e alla pioggia floreale e il ritmico tintinnare dell'acqua in uno dei duelli più belli, Hark sostituisce la polvere e il caos del deserto. La macchina da presa non plana oggettivamente a mostrarci l'eleganza dei voli degli sfidanti ma si piazza nel mezzo dello scontro, frenetica e bassa, fino a confondere gli attanti stessi.
    La regia tenta di filtrare nello stile la stessa natura primitiva del mondo che racconta. Hark restituisce al XVI secolo la violenza barbarica che forse doveva realmente avere. Piazza la sua macchina da presa in basso, è capace di inquadrare gli attori impegnati in un dialogo mozzando loro - registicamente - le teste, fermandosi ai loro stomaci.
    Un mondo basso, dunque. Ma non privo di aperture; perché dopo un'ora di cruenti scontri, Hark si prende una pausa e sa raccontare anche i mille pensieri che vagano nella mente dei suoi sette combattenti, a difesa di un villaggio tra cui si annida forse un traditore. Racconta - bene - la condizione isolata di una schiava coreana e le ardue responsabilità delle decisioni del capo-villaggio; forse meno felici sono altre aperture, che arrestano un po' - troppo - l'azione e creano qualche disagio alla sala. Tuttavia è in questa seconda parte e solo qui che Hark rinuncia un po' all'orizzonte basso che finora aveva dominato il film e apre alla sua macchina da presa campi lunghi di tramonti e totali che mostrano un territorio sconfinato e infido.
    Certo, qualche lungaggine di troppo poteva essere eliminata; ma forse tutto sarà più chiaro quando potremo vedere la director's cut in dvd. Il film non raggiunge la poesia di Hero, benché molti duelli si lascino ammirare per la loro cruenza.
    E chissà che non ritroveremo questi sette guerrieri in un nuovo film di Hark: il finale allude forse a un ritorno sul tema, un seguito, una ripresa della materia. (Perciò magari il giudizio qui è rimandato e da riconsiderare a opera-saga compiuta). Per ora credo però che si possa affibbiare, tutto sommato una discreta lode al film.

    7.5

    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 11:28
     
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  2. MrBlù
     
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    Sono-contento-che-non-ci-sia-la-"poesia"-della-tigre-e-il-dragone..
    sinceramente-quel-life-motive-nel-combattimento,cominciava-a-seccarmi.
    Preferisco-una-sorta-di-freneticità-come-puo-essere-questa-sinceramente.
    E-poi-mi-sembra-che-il-film-nella-seconda-parte-si-innalzi
    da-come-lo-dici-e-non-il-contrario happy.gif

    Bel-commento-grazie-Kurtz,terrò-in-considerazione...
    vista-la-mia-promessa-di-cinema-almeno-un-paio-di-volte-al-mese

    Edited by MrBlù - 16/9/2005, 11:25
     
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    Si vede blù che non hai l'animo sensibile, e per questo non apprezzi la poesia. laugh.gif laugh.gif

    Scherzi a parte lo vedrò di sicuro in dvd, è un film che ha diviso un po' tutti, da chi lo "odia" a chi lo "ama". Ormai sono incuriosito ed appena lo troverò a noleggio lo vedrò sicuramente, anche se da Hark per quei film suoi che ho visto non mi aspetto niente di eccezzionale!!!!!!!!!

    Kurtz una domanda, ma i colori della fotografia sono proprio rarefatti come si vede nel trailer oppure durante la visione migliorano e quella specie di pastello onnipresente sparisce?
     
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  4. Kurtz
     
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    grazie blù

    ray, a me ha dato l'impressione che resti una patina di "polvere" anche sulla fotografia, e in certe scene la rarefazione cromatica è evidente e anche abbastanza affascinante - e spero non fosse un difetto della proiezione laugh.gif - ma questo garantisce quella visione "fumosa" e sabbiosa, terragna che Hark credo volesse conferire.
     
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  5. Sunamori
     
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    VERIDICITA' STORICA UN PAIO DI PALLE! Scusa, Kurtz, ma qui non riesco a tacere.
    A parte che i cattivi sembrano dei cloni degli orchetti del signore degli anelli, e che i costumi erano tutti inventati di sana pianta, mandando a farsi friggere il concetto di veridicità storica, vi faccio notare anche un altro piccolo dettaglio di questa pellicola -il cui utilizzo ideale è come surrogato della carta igienica. I cattivi usano i cannoni (sparando alla cieca, perchè in teoria non dovrebbero sapere dove si sono nascosti i buoni -ma questa è solo una delle innumerevoli assurdità contenute in questo film), e visto che il film vuole essere ambientato attorno al XVI secolo, mi pregio di farti notare che allora i cannoni non li avevamo nemmeno noi, figuriamoci i Cinesi...

    Kurtz, ma dell'assurdità dei dialoghi non dici niente? "c'è un traditore tra di noi, rallentiamo il passo per confonderlo: liberiamo tutti i cavalli" ti suona sensato come discorso?
    E poi parli di pause introspettive. Quali? Nessun personaggio ha la benchè minima introspezione. O forse ti riferisci al quarto d'ora di saluto al cavallo Fucile? Ah, molto toccante quella scena.

    Ho già parlato altrove in maniera più dettagliata di quale orrore sia questo film -il peggior film asiatico che abbia mai visto in vita mia- perciò non mi ripeterò. La fotografia può essere carina, ma si perde in certe pose epiche, tipo quando i sette cavalcano insieme sotto il cielo attraversato da comete, che lungi dall'emozionare fanno solo ridere per la loro stereotipicità.

    Il mio voto al film è 2.
    Quasi tre ore interminabili, con dialoghi piatti, ridicoli ed inutili, caratterizzazione dei personaggi meno che nulla e scene di combattimento sporadiche e confuse (spesso neanche si capisce chi effettivamente stia combattendo e chi no).


    Edited by Sunamori - 18/9/2005, 11:12
     
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  6. Kurtz
     
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    l'ira funesta di Suna biggrin.gif
    be' conoscendo molto di più la cultura asiatica forse hai indubbiamente una visione più completa della materia. però secondo me sei un po' troppo cattivo con il povero Hark (per veridicità storica intendevo cmq un maggiore "realismo bellico", la rinuncia all'eleganza, al balletto alla Yimou per uno scontro che narri il cozzar delle armature).


    p.s. mi pregio di farti notare che all'epoca i cannoni ce li avevamo eccome. son nati proprio alla fine del 400 wink.gif
     
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  7. Sunamori
     
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    Appunto. Il 1400 è il quindicesimo secolo.
    Ora, i cannoni li abbiamo inventati noi. Passarono secoli prima che iniziassimo a venderli ai Cinesi, che pur conoscendo bene la polvere da sparo non erano arrivati alla geniale intuizione di usarla per scopi bellici (ci facevano sì e no fuochi d'artificio).

    Scusa per lo sfogo, ma mi stupisce che proprio un cinefilo esigente come te possa apprezzare un film così assurdamente malfatto. Siamo ai livelli di Alone in the Dark. Ed i personaggi spesso nemmeno hanno un nome: si chiamano con i numeri!
    Ora, l'idea delle sette spade è accattivante. Mi piacerebbe provare a leggere il libro se trovo una traduzione in inglese o in giapponese. Tuttavia anche in questo caso la realizzazione è spazzatura. A partire dal fatto che due delle spade vengono regalate a due del villaggio, apparentemente senza alcun motivo (visto che le altre cinque erano possedute da grandi guerrieri, perchè dare due spade di così grande valore a due vaccari che neanche le sanno usare? Non viene spiegato), la storia stessa delle spade è tagliata, a volte completamente.
    Si può parlare di tagli dovuti alla lunghezza altrimenti eccessiva del film. Ma allora non sarebbe il caso di tagliare altre scene perfettamente inutili? Come il saluto al cavallo di cui sopra?
    Leggendo nel sito ufficiale del film appare che ogni spada ha una sua storia unica, e spesso molto interessante. Che proprio questo venga sacrificato in un film dove sono le spade i protagonisti, mi pare quantomeno assurdo.
    Perchè anche nel combattimento finale non sono tanto i guerrieri a combattere, quanto le spade, visto che ogni inquadrature privilegia queste ultime.

    A proposito. La spada del Drago fa ridere. Un'arma del genere andrà bene in un film come Dungeons & Dragons, non in un film che si spaccia per realistico. Le altre spade erano invece abbastanza belle, soprattutto quella del guerriero taoista (la spada di ferro meteorico che il maestro -uno dei tanti personaggi che parla solo per frasi fatte e stereotipate- non era riuscito a completare).

    Per quanto riguarda il realismo bellico, beh, non sarà l'eleganza di Yimou, ma quando combattono in uno dei capannoni del villaggio nemmeno si capisce chi stia combattendo... Forse Yimou esagera con la spettacolarità, ma a questo punto si potrebbe puntare un buon compromesso nella Tigre e il Dragone.
    Ad ogni modo dobbiamo farcene una ragione. il Wuxia è un genere estremamente popolare in Cina, non solo nei film, ma anche e soprattutto nei libri. Dal punto di vista cinematografico i salti acrobatici impossibili ed i balletti (che scusami tanto, ma ci sono anche in Seven Swords) sono una caratteristica del genere. A molti di noi risultano fastidiosi, altri dopo un po' si abituano, e li accettano senza includerli nella categoria di pregi e difetti di un film. Semplicemente, sono un tratto tipico del wuxia.
     
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  8. Kurtz
     
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    CITAZIONE
    Appunto. Il 1400 è il quindicesimo secolo.

    appunto huh.gif mi riferivo alla tua affermazione seocndo cui manco noi li conoscevamo ancora. li conoscevamo eccome.

    CITAZIONE
    Si può parlare di tagli dovuti alla lunghezza altrimenti eccessiva del film. Ma allora non sarebbe il caso di tagliare altre scene perfettamente inutili? Come il saluto al cavallo di cui sopra?

    questo- e lo scritto - è uno dei problemini del film. quando si taglia è sempre un pericolo perché si rischia poi di rendere paradossalmente più lunghe certe altre scene che restano un po' appese (tanto x dire il personaggio della donna guerriera sembrava terribilmente affascinante, ma si esaurisce in troppe poche scene per averne un'idea chiara).

    CITAZIONE
    Per quanto riguarda il realismo bellico, beh, non sarà l'eleganza di Yimou, ma quando combattono in uno dei capannoni del villaggio nemmeno si capisce chi stia combattendo... Forse Yimou esagera con la spettacolarità, ma a questo punto si potrebbe puntare un buon compromesso nella Tigre e il Dragone.

    premetto che non era mia intenzione screditare Yimou. anzi, non c'è dubbio che Hero sia ad altri livelli, è pura poesia. è solo una visione diversa.
    per quanto riguarda la "confusione", il non capire chi combatte è proprio quello il punto del film di Hark. La confusione, rendere indistinti gli attanti per conferire realismo allo scontro. la fusione/confusione dei combattenti genera l'idea del caos della battaglia (in questo rilevavo il "realismo" cruento di Hark contrapposto all'eleganza danzante di Yimou e Lee).
     
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7 replies since 16/9/2005, 06:27   122 views
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