Parigi

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  1. anais
     
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    Parigi
    di Cedric Kaplish
    con Juliette Binoche, Romain Duris, Fabrice Luchini, Albert Dupontel, François Cluzet

    Una sera qualsiasi, a Parigi, le diverse vite di alcuni personaggi si incrociano. Un gruppo di donne dell’alta borghesia decidono di concludere la loro serata mondana ai mercati generali, alla disperata ricerca delle attenzioni di giovani poco pretenziosi. In un attico di Montmartre Elise (Juliette Binoche) organizza una festa per il fratello Pierre (Romain Duris), che ha da poco scoperto di soffrire di una grave malattia cardiaca; una giovane universitaria incontra i suoi amici ad un bistrot, sotto gli occhi di qualcuno che la osserva a debita distanza, attraverso un vetro opaco. E non molto più lontano, profughi disperati intraprendono il proprio viaggio nella speranza di arrivare, prima o poi, proprio a Parigi. L’ultimo lungometraggio di Klapisch non è un film che si svolge a Parigi o un film semplicemente su Parigi, è un film in cui vite, apparentemente così diverse, si incrociano e si sfiorano sotto l’egida di una tour Eiffel in secondo piano, sotto i tetti e i camini di una città che appare fredda e fagocitante, dove la paura della solitudine è più grande e invalidante della paura di morire. Perché alla morte non ci si può opporre, ma ad una vita sospesa e vissuta al rallentatore sì. Parigi non è più la Ville lumière di un tempo, al suono delle armoniche si sostituisce la splendida colonna sonora in cui spiccano le note di Satie, le persone si sfiorano, si guardano senza osservarsi davvero, si perdono per poi ricontrarsi quasi per caso. Parigi ha gli occhi di un giovane ballerino che non smette di ammirarla sino all’ultimo battito di un cuore malato, di un bambino che ancora si aspetta di vedere apparire babbo natale, di un giovane camerunese che cerca quei posti sinora incontrati solo nei suoi sogni di cartoline da turista, di un rampante architetto e dei suoi progetti futuristici di contro un vecchio professore di storia che nel momento in cui per la prima volta decide di vivere guardando al futuro, cade nella più classici dei cliché innamorandosi di una sua allieva.
    Su tutti lo sguardo del regista, che intesse la fitta trama di queste storie comuni, apparentemente così distanti, figlie di una metropoli cosmopolita che si scontra ogni giorno con le problematiche dell’integrazione sociale e culturale, ne trae un puzzle dai colori tenui e grigi, come il cielo che d’inverno opprime i suoi famosi tetti variopinti.

    Che filmetto.. a me è piaciuto un sacco. All'inizio sembra di non raccapezzarcisi, sembrano storie sparse, ma pian piano il tutto diventa un affresco molto bello sulla realtà del vivere in una megalopoli come parigi. Stupenda colonna sonora, bravi gli attori, insomma.. uno di quei film anais che mi piacciono assai :)
    voto: 7

    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 15:24
     
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  2. Trinità&Bambino
     
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    Bel commentò Daniela ma a me non ha entusiasmato.
    Le storie pur avendo un cardine comune non sono mai così vicine e il modo in cui sono intrecciate non fa si che lo spettatore, almeno al sottoscritto, si immedesimi con esse, ma nemmeno di immedssimarsi nella ragnatela di eventi.

    Mi è sembrato un lavorò interessante ma non completamente riuscito, mentre film come babel, 21 grammi o crash ti catturano inesorabilmente dal primo frame, qusto invece no.

    Non so perché mi ha ricordato un altro film: The Hours, che non c'entra niente con il tema trattato da Parigi, ma in qualche modo lo ricorda.

    Secondo me poteva essere molto migliore.
     
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  3. Kurtz
     
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    Uhm ora mi ha spiazzato, dani, perché le altre recensioni lette erano abbastanza negative e rivedendo oggi il trailer devo dire che l'impressione non è affatto migliorata. Mi dava l'impressione di un'accozzaglia di storie e personaggi troppo imbottita e con troppe cose da dire che finisce poi inevitabilmente nelle secche del dispersivo e di qualche nota pure un po' troppo intellettual-chic.
    Certo, però c'è Juliette...
     
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  4. anais
     
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    guarda, quello che dice lorenzo ci può stare, anche a me all'inizio mi è venuto in mente: ma tutti questi cosa hanno in comune? che ch'azzeccano? e facevo un pò fatica. però man mano il ritmo secondo me sale e il suo senso ce l'ha, anche una messa in scena di questo tipo, laddove secondo me il tema è anche la labilità e l'occasionalità di determinati rapporti che si instaurano nella grandi metropoli ed in particolare in una città come parigi.
    c'è sicuramente anche un elemento di autocelebrazione e tributo ad una città cui il regista è evidentemente molto legato, e devo dire che sa rendere benissimo l'atmosfera che si respira a parigi.
    ciò non toglie che anche secondo me si poteva fare di più(di fatti il mio voto cmq è 7 ;) )ma mi sento di consigliarlo perché secondo me è molto godibile, ben recitato, insomma uno di quei film che alla fine fa piacere vedere :)
     
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3 replies since 19/9/2008, 18:45   195 views
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