Ex drummer

di Koen Mortier

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  1. luca2012
     
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    locandina
    Ex Drummer
    Regia:
    Koen Mortier
    Sceneggiatura: Herman Brusselmans (romanzo), Koen Mortier2007
    Attori: Dries Van Hegen, Norman Baert, Gunter Lamoot, Sam Louwyck, François Beukelaers, Bernadette Damman, Joris Van Der Speeten, Nancy Denijs, Nomie Visser, Dolores Bouckaert.
    Paese: Belgio 2007.
    Genere: Commedia
    Durata: 90 minuti.

    Tre musicisti mettono su un gruppo alquanto improbabile: il bassista ha un braccio rigido, il cantante non sa cantare e il chitarrista è sordo. In cerca di gloria e di un batterista, bussano alla porta di uno scrittore di successo per sfruttarne il nome. Ma, nel rispetto dello spirito del gruppo, anche lui dovrà avere un handicap: e infatti non sa suonare la batteria... Liberamente tratto dal romanzo di Herman Brusselmans.



    Edited by [pako] - 6/4/2013, 19:10
     
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  2. marsellus wallace
     
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    interessante questo, ho davvero paura che finirà per molti in una visione home video per scarsa reperibilità
     
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  3. luca2012
     
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    Magari a Milano avrai più possibiltà di vederlo, qui in Campania ce lo sognamo. :(
     
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  4. markrock
     
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    l'ho visto in DVD parecchio tempo fa... è sicuramente un film fuori di testa, molto forte, molto provocatorio, molto scorretto e tanto tanto tanto tanto volgare (non che la cosa mi disturbi! :P).

    personalmente non saprei se consigliarlo, diciamo che è un film che a molti può piacere e lo possono amare mentre molti altri lo troveranno disgustoso. sinceramente non mi ha lasciato un gran ricordo.
     
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    Uno scrittore, ex batterista, si è dato a una vita borghese in un'appartamento normale con un compagna; come ispirazione per il prossimo libro decide di avvicinare tre "handicappati", come si dice nel film, persone ognuna delle quali soffre per qualche menomazione. Il primo, con un rapporto distorto con la madre calva e malata e una situazione famigliare disturbata, è omosessuale e soprattutto sociopatico; il secondo, con un difetto di pronuncia, odia profondamente le donne e non perde occasione per massacrarle; il terzo ha una compagna tossicodipendente, è quasi sordo, vive in una casa sporca all'estremo e ha una figlia piccola. Questi rifiuti umani hanno una band e cercano un batterista; il protagonista si offre per il ruolo e partecipano a un festival musicale.

    Non riesco a comprendere alcuni entusiasmi che ho letto in rete per questa pellicola belga del 2007 targata Koen Mortier, qui alla sua prima regia. Se è vero che il concentrato di violenza, sesso, turpiloquio e disagio sociale arriva a livelli molto alti, come non registrare latitanza di struttura filmica, carattere e soprattutto senso generale.
    Se dovessi trovare un'espressione adeguata, parlerei di "violenza cieca e che si chiude in e su se stessa". A cosa serve infarcire quasi due ore di spettacolo di pugni, calci, latrati, urla, mancanza di valori, sudiciume, slums, se il tutto non viene contestualizzato in una cornice, uno sfondo, un contesto di significato. Si è paragonato Ex drummer a Trainspotting, io trovo la pretesa quanto meno azzardata; il film di Danny Boyle si è imposto all'attenzione di mezzo mondo per una personalità dura come il cemento, mentre Mortier lascia ai posteri molto poco, qualcosa che non incide nel cervello e, almeno secondo la mia sensibilità, se ne va poco dopo conclusa la visione.
    Molto dialogata fino alla logorrea, la pellicola rende questi scambi dialettici alquanto improduttivi e sterili, non vanno insomma da nessuna parte. E' vero che si parla degli ultimi anelli dell'umanità, quella delle case popolari, quella che vive di sussidio, quella legata alla sofferenza mentale. Ma è anche vero che questa stessa "casta" può e deve essere dipinta per quello che è, ovvero un coagulo di gente portatrice di cultura, magari di sottocultura, ma sempre di cultura parliamo intendendo ciò con modo di vita, di ragionare. Qui si respira un nichilismo assolutamente autoreferenziale, anche irreale e questo lo considero il limite maggiore di un film che non parla a nessuno ma rincorre una fallace raffigurazione di non luoghi che esistono forse solo nella testa del regista.
    Non ci capisce perché il protagonista faccia alcune cose che fa, non si capisce il perché di alcune scelte dei personaggi, insomma si capisce poco.
    Fino al finale, che è la parte migliore dell'intero lotto e di questo occorre dare atto al regista.
    La colonna sonora è fatta di robusti ritmi punk e volgarissimi i comprimari, gli attori di contorno. Ma anche in questo caso la scurrilità non diviene espressiva, ma cieca, implosa, talmente esasperata da risultare poco ficcante.
    Personalmente un episodio trascurabile.

    Voto: 6
     
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4 replies since 22/9/2008, 12:19   133 views
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