Il Passato E' Una Terra Straniera

di Daniele Vicari

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  1. Sixx^
     
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    ilpassatoeunaterrastraniera

    Titolo Originale: IL PASSATO E' UNA TERRA STRANIERA
    Regia: Daniele Vicari
    Interpreti: Elio Germano, Michele Riondino, Daniela Poggi, Chiara Caselli, Marco Baliani, Valentina Lodovini, Lorenza Indovina, Maria Jurado, Romina Carrisi
    Durata: -
    Nazionalità: Italia 2007
    Genere: drammatico
    Tratto dal libro "Il passato è una terra straniera" di Gianrico Carofiglio

    Giorgio è uno studente modello, figlio di intellettuali borghesi, conduce una vita normale e un po' noiosa. Fino a quando una sera conosce Francesco, coetaneo torbido e affascinante, e tra i due nasce subito una forte amicizia. Francesco si mantiene barando al gioco e Giorgio, attratto dalla personalità e dalla vita avventurosa del suo amico, diventa suo complice. I due passano da una partita all'altra, in un vortice che è insieme avventura e discesa agli inferi, fino ad una sconvolgente resa dei conti.




    Edited by Revu - 26/10/2014, 14:20
     
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  2. Trinità&Bambino
     
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    Lo ho appena visto.

    Bello, crudo, violento e ben interpretato.

    Poi dal Computer scriverò un commento più ampio.
     
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  3. MrBlù
     
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    bene ^^ aspettiamo-un-commento-piu-approfondito-allora,è-un-film-che-mi-ha-subito-intrigato-vedendo-il-trailer.
    Sembra-un-po-rifarsi-al-the-rounder,in-termini-italiani-e-con-piu-tendenze-noir-ovviamente.
    Da-me-non-lo-proiettano -_-
     
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    Lessi il libro di Carofiglio (fra l'altro mio concittdino), l'unico (a parte la graphic novel illustrata dal fratello Francesco) che non ha come protagonista l'avvocato Guerrieri. Devo dire che il romanzo ha dei punti di forza, tra cui alcuni efficaci espedienti narrativi e la figura del commissario di polizia la cui storia è costruita parallelamente a quella dei due protagonisti e che soltanto alla fine si allaccia compiutamente al resto della narrazione. Il finale rimane aperto lasciando il lettore con un dubbio sconcertante. È la parte più bella del libro perché a parte questo (e i già citati spunti narrativi), il romanzo è piuttosto stereotipato, già letto e già visto (i richiami al Giocatore sono quasi imbarazzanti), secondo me Carofiglio lo ha scritto pensando ad una trasposizione cinematografica, infatti la disposizione dei capitoli sembra costruita più da un montatore che da uno scrittore. Moltissimi i riferimenti visivi e musicali (con tanto di titoli di brani e autori, luoghi e strade), quasi a voler suggerire locations precise e colonne sonore preconfezionate. Spero che il film abbia scremato quanto di conformistico c'è nel romanzo, lasciando intatto il finale spiazzante.
     
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  5. marsellus wallace
     
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    Il passato è una terra straniera



    Un film di Daniele Vicari. Con Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Daniela Poggi, Marco Baliani, Lorenza Indovina, Maria Jurado, Romina Carrisi, Federico Pacifici, Antonio Gerardi.
    Genere Drammatico, colore 120 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution - Da venerdì 31 ottobre 2008 al cinema



    Trama: Giorgio, un avvocato penalista, sta ascoltando le disposizioni del giudice per un processo. Quando si alza, incontra una donna con il viso tumefatto che gli dice il suo nome e gli chiede se si ricorda di lei. Incominciano i ricordi che lo hanno portato in un passato non molto lontano ad essere una persona completamente diversa da quella odierna, cioè un baro ai tavoli da poker, che gestiva rapporti sessuali con una donna sposata, drogandosi in alcuni momenti . Soggiogato dalla personalità dell'amico Francesco, baro di professione, il baratro in cui era finito sembrava davvero senza fondo, soprattutto per colpa di una sciagurata trasferta spagnola con l'intenzione di guadagnare molti soldi in maniera facile.



    Commento: Un film di bari (alle carte) ambientato a Bari, oltre che prestare il fianco ad un giochino di parole, sembrerebbe porre l'accento su un comportamento dovuto alla realtà sociale del paese che in alcuni suoi elementi, li può portare alla disperazione rischiando la vita di fronte al gioco delle 5 carte che gli americani al cinema hanno omaggiato a profusione (l'ultima volta con Eric Bana). Nulla di tutto questo, i due esseri truffaldini sono di famiglia benestante e lo fanno per voglia di quattrini e denaro guadagnato con qualche brivido, nessun vero problema di base talmente grave da lasciarli senza altra scelta. Giorgio (un convincente Elio Germano, sempre più bravo) studia per diventare un avvocato, Francesco (Michele Riondino, in una versione sprezzante poco credibile), invece è baro di professione e ha strane tendenze d'approccio verso le donne, che tratta sempre con violenza.
    Quando i due si incontrano, Giorgio viene soffocato e soggiogato dalla forte decisionalità di Francesco, che lo indirizza come spalla sui tavoli verdi, man mano con giocatori sempre più bravi e coriacei. Grazie alla loro abilità nel porre le carte al loro servizio in modo non onesto, guadagnano un bel po' di soldi, che Giorgio tiene tra le pagine dei suoi testi universitari. Ma l'arrivo di una giocatrice affascinante e matura (Chiara Caselli, davvero una bella presenza che si distingue, sensuale ed eterea) manda Giorgio in crisi, lo porta a coltivare una relazione part time ("Dimenticavo che con te posso scopare solo il mattino") che non ha nessuno sbocco in quanto lei non è minimamente intenzionata a lasciare il marito che le dà ricchezze ed agi. Il rapporto con i genitori diventa conflittuale (ritorna sullo schermo Daniela Poggi, una madre preoccupata ma troppo debole per avere qualunque vero potere decisionale) e quello con Francesco si deteriora, sopratutto dopo alcuni "lavori" ai tavoli andati male. Un viaggio a Barcellona per motivi misteriosi rivelerà poi lati del loro carattere nascosti, introducendo altri elementi di violenza e di disordine tra i due.
    Vicari (prima regia del 2002 con Velocità massima) rende la sua pellicola piena di violenza per scaraventare nel giusto inferno i due bari che vogliono fare i furbi, denunciando la loro mancanza di capacità di capire che è il momento di fermarsi e non esagerare. Purtroppo le locazioni dove si muove la loro perdizione sono riprese con intenti da cartolina (sia quella italiana con una Bari da "bere" che quella spagnola con una guapa tutta pepe), non si percepisce il giusto substrato di difficoltà ambientali che potrebbero rendere il lavoro maggiormente affascinante.
    Sin dal titolo, l'intento del film, tratto dal libro di Gianrico Carofiglio, vuole essere una sorta di redenzione e di distacco da eventi trascorsi, narrarci di come una persona possa capire i suoi errori e migliorare la propria vita. E questo compito viene espletato davvero bene, con una parte iniziale in bianco e nero che fa riaffiorare i ricordi per poi colorarsi di vita successivamente, un periodo scellerato ma di grande emozione per la sua vivace esistenza, una sorta di sfregio alla sicurezza sociale che dona solo noia. Peccato che se questa sensazione in particolare è ben mostrata, quello che c'è in mezzo sa di non molto, qualche scaramuccia familiare, eccessi sessuali hot con la Caselli e la giovane Maria Jurado, partite a poker sapide, immerse in fumo anacronistico vista l'attuale caccia alle streghe antinicotina, cose non certo originalissime che non perdono valore visivo solo perchè Elio Germano le sostiene alla grande. Alla fine la vicenda inizia ad andare fuori giri, perde mordente e si involve introducendo blandamente la nuova "occupazione" dei due. Si può tranquillamente dire che se la trama ha una buona dose di rabbia e di violenza, il resto è troppo soffuso, si accentra il protagonista ma tutto è statico, quasi immobile, come se fosse una scena che aspetta qualcuno che deve arrivare. Mancando lo sfondo, anche Germano non può fare moltissimo, e lo spettatore non rimane del tutto coinvolto.
    In definitiva un film validamente interpretato da un Germano (Elio, non il volatile) davvero in stato di grazia, interessante nello spunto che è tipicamente americano visto il tipo di gioco protagonista e motore della vicenda, ma purtroppo fallace nelle ambientazioni e privo di mordente nelle situazioni di tensione, che usa la violenza sessuale e la rabbia giovanile per vivacizzare una trama che gira su se stessa troppo a lungo, scelta povera che rischia di annoiare per la sua ripetitività tenendo conto di una durata leggermente più lunga del solito. In alcuni momenti le urla e i litigi paiono davvero forzati, in altri manca totalmente il sottofondo di amarezza per quanto fatto e che dovrebbe iconizzare il titolo, necessario per farcelo amare al di là della visione diretta e primaria, che comunque può essere consigliata in quanto prodotto decente di un cinema italiano che propone ultimamente vicende giovanili davvero sterili, prive di qualunque raccordo con la realtà che questo film invece ha presente sopratutto descrivendo dei rapporti familiari.



    pubblicata su Cine Zone
     
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  6. MrBlù
     
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    bella-recensione!
    Sembra-che-le-preoccupazioni-e-i-difetti-che-freez-aveva-isolato-nel-romanzo,tu-li-abbia-ritrovati-anche-su-schermo.
    Sento-cmq-la-voglia-di-dargli-una-chance,sia-per-la-tematica-che-mi-compiace-sia-per-la-buona-prova-del-protagonista
     
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  7. anais
     
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    mmhh allora non è una cavolata? avevo questo timore.. perché mi interessa proprio sto film...
     
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  8. marsellus wallace
     
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    no no assolutamente non una cavolata. il film va visto senza problemi (ma anche senza pretese particolari) solo che la sua potenza si esaurisce presto-
     
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    Purtroppo non c'è storia: è risaputo, stradetto ma molto veritiero che un libro non è trasportabile in modo adeguato in film; si tratta di due forme d'arte molto ma molto diverse ed ecco che su pellicola una storia inevitabilmente perde pezzi e diviene meno interessante.
    Questo è il caso de Il passato è una terra straniera, il cui libro di Gianrico Carofiglio è una vera bomba a mio avviso, un flusso felicissimo di pagine che ti prende per le palle e ti costringe ad ore ed ore di immersione per arrivare alla fine.
    L'interpretazione di Daniele Vicari, regista tra l'altro talentuoso e apprezzabile (al cui soggetto e alla cui sceneggiatura ha lavorato anche lo stesso Carofiglio) è discreta, a tratti buona, complessivamente ben realizzata ma non paragonabile al volume.
    Un film porca miseria dovrebbe essere visto da solo, come opera unica; invece uno si fa ingolosire e io, dopo aver letto settimana scorsa in neanche due giorni il libro, ho visto ora anche il film.
    Non ho trovato tutto il bene che ho letto nel commento di Marsellus per quanto riguarda la prova attoriale di Elio Germano; di certo buon attore, versatile e credibile, ma a mio avviso sopravvalutato e anche in questo caso non trascina il cuore dello spettatore ad immedesimarsi con la vicenda. Ancora meno incidente Riondino, il cui personaggio doveva essere tratteggiato come diavolo tentatore dalla forza sovraumana, seduttore e cattivo, con il sorriso bavoso della perversione. Il resto del cast si muove su livello discreti e vanno apprezzati quei figuranti che si trovano in questa Bari notturna e mefitica fra i gamblers dipendenti dal gioco del poker.
    La sceneggiatura riprende alcuni elementi del libri e, sebbene non meravigliosa, rimane ordinata dall'inizio alla fine.
    Buono il clima generale, a tratti malsano; fotografia molto ma molto scura che ben si sposa con l'anima nera come la pece di un film che parla di passato, di errori da riparare, di dipendenza, di giri loschi.
    La notte: ecco cosa riesce bene a dipingere Vicari. Chi conosce un po' Bari (io ho avuto la fortuna di visitarla accompagnata da baresi) sa quanto può essere bella come città e che aria interessante si respiri su quello stupendo lungomare. Vedere Germano che sfreccia con la sua macchina mentre sulla destra del televisore di vedono le onde del mare che si infrangono contro gli scogli bianchi mi ha emozionato.
     
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    Sono sostanzialmente d'accordo con il tuo commento, io non ho letto il libro ma le sensazioni di pellicola non riuscita le ho avute, ecco un mio vecchio piccolo commento ripescato in che film avete visto ieri...

    CITAZIONE (Revu @ 25/2/2011, 12:29) 
    Il Passato E' Una Terra Straniera

    Pellicola che parla di perdizione e di una retta via smarrita, smarrita a causa di cattive amicizie e facili introiti.
    Pellicola poco profonda ed incisiva, colpa di una sceneggiatura prevedibile, con buchi evidenti e con ambientazioni non sfruttate al meglio (quella del poker abusata e non approfondita, una Bari che nemmeno si nota se non ci venisse detto durante la pellicola che siamo in quel luogo), si salva l'interpretazione di Germano che è sufficiente, quasi tutto il resto stà in piedi tirato per i capelli.

    Voto: 5
     
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    Ciao Dani, entrambi siamo d'accordo che non si tratta di un capolavoro, ma il mio voto p più o meno 6,5 (anche se non l'avevo segnato).
    Non ho infatti trovato quei buchi di sceneggiatura di cui parli tu e anche la Bari notturna a me è piaciuta, senza contare un clima un po' pruriginoso, un po' fumoso e po' malfamato che non mi spiaciuto affatto.
    Mancano un po' di "palle", un po' di voglia di osare e delle interpretazioni dei due protagonisti migliori. Per il resto sono contento di averlo visto.
    :)
     
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    Come avrai visto dalla data sono 3 anni che lo vedo e ora il ricordo è annebbiato, però mi ricordo che il film non mi convinse, ha un taglio forse troppo televisivo e il tutto mi pare fosse troppo "urlato" e sopra le righe come le interpretazioni. La location me la ricordo ibrida, però è passato troppo tempo per dare un giudizio preciso :)
     
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11 replies since 18/10/2008, 10:22   349 views
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