SI PUO' FARE

31-10-2008

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  1. Sixx^
     
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    sipuofare

    Titolo Originale: SI PUO' FARE
    Regia: Giulio Manfredonia
    Interpreti: Claudio Bisio, Anita Caprioli, Bebo Storti, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Andrea Bosca, Rosa Pianeta, Giovanni Calcagno, Michele De Virgilio, Daniela Piperno, Carlo Giuseppe Gabardini, Franco Pistoni, Andrea Gattinoni, Natascia Macchniz, Pietro R
    Durata: h 1.51
    Nazionalità: Italia 2008
    Genere: commedia

    Il film racconta la storia di Nello, un imprenditore sui generis nella Milano degli anni Ottanta impersonato da Claudio Bisio. La generosità e l'iniziativa di Nello, con un passato da sindacalista, si manifestano con tutte le difficoltà e le ilarità del caso al contatto con un gruppo di partner e collaboratori diversamente abili e tuttavia incoraggiati ad un processo di integrazione civile e libertà affettive.




    LOL!

    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 11:34
     
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  2. MrBlù
     
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    idea-non-originale-ma-dai-toni-interessanti ^_^
     
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  3. marsellus wallace
     
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    Si può fare



    Un film di Giulio Manfredonia. Con Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Bebo Storti. Andrea Bosca, Giovanni Calcagno, Michele De Virgilio, Carlo Giuseppe Gabardini, Andrea Gattinoni, Natascia Macchniz, Rosa Pianeta, Daniela Piperno, Franco Pistoni, Pietro Ragusa, Franco Ravera, Maria Rosaria Russo

    Commedia, durata 111 min. - Italia 2008. - Warner Bros Italia data uscita 31/10/2008.

    Trama: Anni 80, Milano. Nello è un sindacalista rampante, innovativo e deciso. Purtroppo le sue idee sono troppo progressiste, scomode per il sindacato e il luogo di lavoro. Lasciato a se stesso da ambedue le sue occupazioni, Nello viene costretto a gestire una cooperativa di persone con gravi problemi psichici, appena usciti grazie alla legge Basaglia nr.180 dai manicomi. Queste persone sono imbottite di medicine che li rendono poco reattivi e occupati con blandissimi lavori. Nello vede in loro un potenziale ben diverso, e contro il parere dei medici li esorta e istruisce per fare un lavoro imprenditoriale come parquettisti. I malati ne giovano, diventano consci delle loro possibilità e guardano con altri occhi il loro reinserimento nella società. Ma purtroppo altri problemi sono dietro l'angolo, e Nello deve cercare di compattare il gruppo per portare avanti l'attività.

    Commento: Chissà cosa deve aver pensato l'editore di Tex Sergio Bonelli quando uno dei ragazzi con problemi psichici (che aveva il sogno di diventare sceriffo) ha detto a Bisio (che interpreta il coraggioso sindacalista Nello) che i fumetti di Tex "Fanno ridere!" regalandogli uno scatolone dei vecchi fumetti rigorosamente degli o ante anni ottanta. Il significato di quella battuta ampiamente marcata è fumoso, non si capisce dove si voglia arrivare con essa, magari si sottintende che la vita e violenza del far west sono molto più facili e semplici di quella in un manicomio, dove le violenze morali sono all'ordine del giorno e ci vorrebbe altro che un ranger per aiutare gli ospiti della struttura.
    Giulio Manfredonia ha diretto il film con Albanese E’ già ieri e ora si dedica a questo lavoro onesto ma non certo approfondito e urticante per le coscienze come dovrebbe. Prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, cioè l'inserimento in cooperative di lavoro delle persone che erano molte volte lasciate a se stesse nei manicomi, si romanza la storia di un gruppo milanese di essi (l'unica cosa completamente vera e riconosciuta rispetto alla cooperativa originale che viene mostrata nel film fu il lavoro prestato, cioè quello di rifare pavimenti di parquet) coordinato da un volonteroso sindacalista di nome Nello, il quale ha dei problemi con la fidanzata Sara (Anita Caprioli, buona caratterista) e con la sua doppia occupazione. Il sindacato gli rinfaccia di essere troppo progressista e lo caccia, il suo capo (un Bebo Storti in versione odioso capitalista) fa lo stesso dandogli dell'immobilista. L'unica possibilità di poter fare qualcosa viene dalla legge Basaglia Nr.180, che chiude i manicomi e vuole reinserire i suoi sfortunati ospiti.
    Nello accetta di aiutarli, ma la cosa non è davvero facile, sopratutto perchè le autorità mediche riempiono di pillole e farmaci i malati per renderli malleabili e calmi, e loro stessi non hanno la minima fiducia nel loro potenziale. Ma iniziata l'attività della cooperativa (chiamata nr.180 in onore della legge salvamalati) le cose cambiano, i risultati cominciano ad arrivare. Purtroppo queste persone non possono guarire solo con questo, e il passo successivo, cioè ridurre i medicinali che li rimbambiscono, davvero pieno di incognite ed insidie, mentre per Nello le cose con Sara (che fa la stilista con buoni risultati) vanno di male in peggio.
    Un film buono nelle intenzioni ma purtroppo con toni di commedia leggera ben poco adatti per il tema tanto difficile e delicato. Avere Bisio come attore non era già un grosso punto di vantaggio, l'attore capo di Zelig ce la mette tutta per essere convincente ma siamo davvero in apnea recitativa subito all'inizio, molto meglio di lui fanno come non protagonisti Giuseppe Battiston (un volto ormai noto del cinema italiano, era con Bisio anche nel recente film sul calcetto) nella parte di un collaboratore medico di buon cuore, e Giorgio Colangeli nella parte del Dottor Del Vecchio, poco progressista e intenzionato a continuare la cura a base di una dose potente di medicine.
    Il vecchio e il nuovo sistema si scontrano, progressismo contro immobilismo, e il film gira e funziona senza essere pedante o noioso facendoci anche sorridere amaro, purtroppo però non è mai palpabile la tragedia della condizione perchè alcuni malati sono più delle macchiette che altro (vedi l'appassionato di motori), poi però vengono introdotti degli elementi, guarda caso il sesso, che rovinano tutto l'impianto narrativo.
    Non possiamo credere che si possa consapevolmente portare a far sfogare a tutto il gruppo maschile (alle malate no?) gli istinti repressi come se fosse una gita da gruppo vacanze Piemonte, con tanto di canto e pullmino, da delle prostitute amorevoli e comprensive che hanno preso la partita iva perchè la cooperativa deve dare la nota spese alla Cee. Ancora più grosso è lo sbaglio della teen love story tra Gigio e la ragazza di buona famiglia, un autogol totale senza senso (vedete Senza Pelle di D'Alatri per vedere ben altro rapporto tra donna e uomo psichicamente disturbato), abbiamo una sorta di incredulità nel vedere come un film partito con altri toni poi si perda in maniera tanto miserevole in certi pantani narrativi. I tic nervosi dei malati man mano diventano sempre più una costante ripetitiva, dei giri a vuoto, mentre il voler mostrare a tutti costi che a non vedere certe cose i veri pazzi siamo noi, pare una costrizione per mostrare la buona filosofia degli intenti, nulla di utile per denunciare seriamente o impedire alle nebbie della memoria di offuscare certe cose.
    Tutto sfilacciato e mal amalgato, il film di Manfredonia perde la bussola per chiudersi con un messaggio di speranza e riunione, cercando di rialzarsi nel finale chiarendo che a volte prima di reinserire bisogna stare attenti a cosa può succedere in menti tanto deboli ed esposte ad attacchi emotivi di vario genere. Segnaliamo il personaggio di Ossi, il più estremizzato nel suo male, un denutrito psicolabile che si pettina in continuazione e non sa neppure decidere se la direzione giusta sia la destra o sinistra per passare un piccolo ostacolo.
    In definitiva un film che alla partenza dava ben altre speranze, arioso e amaramente divertente, poi alcuni poco edificanti scelte narrative lo hanno affossato, nonostante traspaia di fondo una sincerità evidente di intenti. Purtroppo i temi difficili per entrare nel nostro animo hanno bisogno di avere ben altre interpretazioni che quelle di un cabarettista transfuga e di una sceneggiatura che guardi al risultato lasciando perdere di strizzare l'occhio al pubblico. Un tentativo volonteroso, ma alla fine pur non dovendolo subire più di tanto nel vederlo, visto che ci sono delle situazioni leggere e umoristiche, non lascia a pelle nulla di più che la sensazione di un innocuo buffetto e non un colpo di maglio alle nostre coscienze.
     
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  4. Trinità&Bambino
     
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    Mi ispira meno di zero.

    Questo lo salto proprio!

     
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3 replies since 18/10/2008, 10:27   133 views
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