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LordofDarknes.
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Un film di Jonathan Demme. Con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Mather Zickel, Bill Irwin, Anna Deavere Smith, Anisa George, Tunde Adebimpe, Debra Winger. Durata 114 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione Sony Pictures
Ecco il trailer italiano di Rachel Getting Married in uscita in italia con il titolo Rachel Sta per Sposarsi.
Il nuovo film di Demme, acclamato allo scorso festival di Venezia (soprattutto per via della bella interpretazione della Hathaway), e arriverà nelle nostre sale il 21 Novembre.
Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 12:40. -
Alex84.
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Il regista m'ispira, l'attrice mi attrae ^^ . -
Kurtz.
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Non me lo perdo! . -
wizard89.
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Questo è da vedere assolutamente. Poi c'è la Hathaway . -
LordofDarknes.
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CITAZIONE (Alex84 @ 25/10/2008, 18:07)Il regista m'ispira, l'attrice mi attrae ^^
Quoto. -
Dj_MAnUliX.
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Uscirà nei cinema il 21 Novembre
Regia: Jonathan Demme
Sceneggiatura: Jenny Lumet
Attori: Anne Hathaway, Debra Winger, Bill Irwin, Rosemarie DeWitt, Anna Deavere Smith, Mather Zickel, Anisa George, Tunde Adebimpe
Produzione: Clinica Estetico, Marc Platt Productions, Sony Pictures Classics
Distribuzione: Sony Pictures Italia
Paese: USA 2008
Uscita Cinema: 21/11/2008
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 116 Min
Formato: Colore 35MM
Trama:
Quando Kym (Anne Hathaway) torna a casa della famiglia per il matrimonio della sorella Rachel (Rosemarie Dewitt), porta con sé una lunga storia di crisi personali, conflitti familiari e tragedie. La grande quantità di amici presenti al matrimonio della coppia si è riunita per un felice weekend di feste, musica ed amore, ma Kym, con le sue taglienti frasi secche e un’inclinazione naturale a provocare dei drammi, rappresenta un catalizzatore per le tensioni a lungo sopite nelle dinamiche familiari. Pieno di personaggi ricchi ed eclettici che rimangono un marchio di fabbrica dei film di Jonathan Demme, Rachel Getting Married dipinge un ritratto di famiglia toccante, sensibile e talvolta esilarante. Il regista, la sceneggiatrice esordiente Jenny Lumet e un cast stellare esprimo il dramma di queste persone complesse ma affascinanti con un grande affetto e generosità di spirito.. -
Kurtz.
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Chiariamo una cosa: vedere questo film doppiato non ha senso, ma purtroppo, qua a Napoli sale che proiettino i film in originale non ce ne stanno. Già è stata una ciorta averne ben due copie! Due! Di cui una seppellita in una saletta minuscola di un cinema sperduto. Fortuna che l'ho visto nell'altro cinema io, quello con la sala decente. Lo sapete, non sono mai molto dolce di sale con il doppiaggio, e in realtà a questo giro non è neanche fatto male, a livello tecnico, ma il problema è all'origine: lo stile "finto-amatoriale" usato da Demme, l'atmosfera da filmino di famiglia, lo spirito raccolto, necessitavano della lingua originale, se no la camera a mano, il finto artificio della naturalezza se ne va a quel paese. Non era possibile adoperare la stessa scelta distributiva di Letters from Iwo Jima? Visto che comunque non se l'è filato nessuno a livello di numero di copie (19!!!), tanto valeva fare gli sciccosi fino alla fine e dare sfogo a tutto il represso snobismo del popolazzo che comunque un film così lo snobba (doppiaggio o no) e farcelo gustare a noi sciccosi snob cinefili nella sua forma originaria, no?
Uhm. Ho sprecato un intero paragrafo girando intorno al film senza dire un cacchio del film.
Demme mi ha spiazzato, con quella regia à la dogma (dice di essersi ispirato alla Bier), portata alle sue estreme conseguenze (vedi la cerimonia mostrata per intero e quasi senza cut temporali, generando un curioso "fastidio" tipico da filmino di nozze ultra lungo e ultra kitsch-attardante su elementi del tutto insignificanti - per i due che non sono gli sposi). Sembra cioè l'estremizzazione stilistica di quell'idea della visione e del pedinamento, dello sguardo che spia i personaggi penetrandoli a loro insaputa analizzato nel Silenzio degli innocenti; la sensazione duplice e contrastante è di essere uno della famiglia e un peeping tom al contempo. Per far ciò Demme s'è messo sotto gli attori fino a spogliarli di ogni vezzo, portandoli a un'essenzialità di un realismo straordinario. La Hathaway così brava non l'avevo mai vista. Un personaggio del genere ha gli stereotipi sul portone di casa che sbavano per sbranarsela: una sbandatona strafatta con grossi rimorsi (più che grossi, elefantiaci) in vacanza-due-giorni da un rehab che arriva in famiglia, il giorno prima del matrimonio della sorella un po' rancorosetta nei suoi confronti (lei, come sbandata, è la cocca seguita e asservita dal papà), e porta a galla tutto il nero familiare con cui bisogna necessariamente fare il confronto. Niente di nuovo, direte voi, sì però la sceneggiatura della Lumet è ben scritta, ben oliata per come ti fa entrare in questa famiglia e fa emergere lentamente l'oscuro passato con una naturalezza e un realismo da vita vissuta, ma ovviamente il vero miracolo è quello della regia di Demme che ti ci conduce tra un'oscillata e uno sguardo in camera. Poi c'è la madre un po' distratta, ma senza i cliché dei film mericani. Anzi, la forza del film sta nella devastante messinscena dei contrasti famigliari, anche tipici, sbattuti in faccia allo spettatore sottraendogli ogni smussatura, senza però diventare feroce, tutto resta nel (tipico) limbo dei comportamenti automatico-confidenziali. La scazzottata madre vs figlia è parecchio disturbante, proprio perché girata senza alcun accento. E la madre è Debra Winger, che è invecchiata assai rispetto a quando saltava in braccio a Richard Gere. Non imbruttita, eh, solo invecchiata. Forse ha influito il fatto che fosse quasi sparita e mo ci ricompare così all'improvviso nell'inquadratura e ci provoca un piccolo shock.
Ho la forte sensazione che quando lo rivedrò in dvd, in inglese, sto film mi piacerà ancora di più. Già ora, a ripensarci, mi provoca un bell'effetto endorfinico emozionale.
8.5
l
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MrBlù.
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da-come-ne-parli-mi-pare-quasi-associabile-a-il-grande-freddo,ma-girato-con-stile(finto)amatoriale.
Non-mi-è-chiaro-l'intento-ultimo-di-Demme,se-non-quello-di-insinuarsi-in-una-famiglia-e-nel-giorno-fatidico-che-spesso-accomuni-tutte-le-vite.
C'è-dell'altro?. -
Ivs.
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CITAZIONE (MrBlù @ 23/11/2008, 16:28)da-come-ne-parli-mi-pare-quasi-associabile-a-il-grande-freddo,ma-girato-con-stile(finto)amatoriale.
Demme ha detto che per questo film si è attenuto alle regole del 'Dogma' di Von Trier.
Da quello che leggo un film imperdibile. Ma non c'è da stupirsene visto che Demme è un grandisismo regista.
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Kurtz.
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Non direi, blù. Somiglia poco al grande freddo sia stilisticamente che narrativamente. . -
MrBlù.
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ok-grazie-kurtz,avevo-mal-intuito
ivs-purtroppo-dogma-non-l'ho-visto. -
Ivs.
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CITAZIONE (MrBlù @ 24/11/2008, 18:23)ok-grazie-kurtz,avevo-mal-intuito
ivs-purtroppo-dogma-non-l'ho-visto
Intendevo le regole della corrente 'Dogma' fondata da Von Trier, forse mi sono espresso male.. -
.CITAZIONE (Kurtz @ 24/11/2008, 15:30)Non direi, blù. Somiglia poco al grande freddo sia stilisticamente che narrativamente.
direi x niente , recuperato stasera , veramente ben fatto e molto intenso , da un certo punto in poi , ke nn cito , mi ha coinvolto molto personalmente e nn mi vergogno a dire ke è scattata la lacrima.