Come Dio comanda

Gabriele Salvatores

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  1. Trinità&Bambino
     
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    Come Dio comanda

    Titolo originale: Come Dio comanda
    Nazione: Italia
    Anno: 2008
    Genere: Drammatico
    Durata:
    Regia: Gabriele Salvatores
    Sito ufficiale:

    Cast: Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Alessandro Bressanello, Angelica Leo, Vasco Mirandola, Vasco Mirandola, Alvaro Caleca, Carla Stella
    Produzione: Colorado Film Production, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Rai Cinema
    Distribuzione: 01 Distribution
    Data di uscita: 12 Dicembre 2008 (cinema)

    Trama:
    Rino Zena, separato dalla moglie, é il padre di Cristiano; nonostante il gran bene che vuole a suo figlio, Rino, é un uomo violento, fa abuso di alcool e per questi comportamenti rischia che gli venga tolto l'affidamento. Nonostante tutto, anche grazie ad alcuni suoi amici, riesce a creare attorno a Cristiano una specie di famiglia che si prende cura di lui...



    Edited by hellboy1 - 9/10/2011, 11:48
     
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  2. Felix_87
     
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    questo lo aspetto con ansia dopo aver letto il libro :)
     
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  3. MrBlù
     
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    Salvatores-non-delude,e-il-film-sembra-forte,potente,come-uno-sparo-nella-notte.

    bene
     
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    Visto poco fa.

    Film veramente bellissimo.
    Molto crudo in alcune scene, violento, potente, con un finale stupendo sulle note di Knocking on heaven's door. :wub:
    Grande prova secondo me di Elio Germano, "Quattroformaggi" nel film, reso "pazzo" da un incidente avuto in precedenza.

    Ottimo ottimo ottimo voto 9.. uno dei film migliori visti nel 2008, insieme a Changeling (almeno per me! :D )
     
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  5. Trinità&Bambino
     
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    Questo me lo vado a vedere fra oggi e domani!

    :)

    CITAZIONE (Pak7 @ 13/12/2008, 02:32)
    Ottimo ottimo ottimo voto 9.. uno dei film migliori visti nel 2008, insieme a Changeling (almeno per me! :D )

    Se me lo metti in questi termini... allora non mi esalterà più di tanto!

    :D
     
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  6. Ivs
     
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    Il precedente binomio Ammaniti/Salvatores ha fatto scintille, questo non me lo perdo. :)
     
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  8. Trinità&Bambino
     
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    Wow, io non sono potuto andare al cinema qeusto weeend. Ma nei prossimi giorni mi rifaccio.

     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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  10. neverlando
     
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    Tristissimo drammone nostrano con commistioni noir e thrilling per una pellicola stracolma di ansia (che si può tagliare a fette) tratta dall'omonimo bestseller di Niccolò Ammaniti.
    Non avendo letto il libro non posso parlare della bontà dell'adattamento cinematografico e della sua riuscita ma personalmente posso affermare che l'unica pecca della pellicola è data proprio dalla sceneggiatura troppo esasperata e a tratti esagerata che perde molto in verosimiglianza.
    La storia narra le gesta di tre anime perse, tre personaggi senza speranza che vivono secondo i loro folli canoni di vita, isolandosi dal mondo circostante, sorreggendosi e aiutandosi a vicenda a loro modo andando a creare un nucleo familiare molto sui generis.
    Il teatralissimo Filippo Timi interpreta il ruolo di un padre padrone, piccolo criminale naziskin violento e alcolizzato, un uomo diviso tra odio e amore: l'odio che prova per tutti gli extracomunitari che accettando compensi inferiori allo standard sono la causa dello stato precario del suo lavoro di operaio; l'amore folle per il figlio che lui vorrebbe plasmare a sua somiglianza per renderlo un uomo con le palle, capace di non sottomettersi davanti a nessuno anche se questo significherebbe fare a botte o elargire capocciate per strada.
    L'esteticamente piccolo ma maledetto Alvaro Caleca, qui al suo esordio cinematografico, interpreta il figlio che idolatra il rozzo e violento padre padrone nonostante la sua follia e che vorrebbe emularlo pur di renderlo fiero di lui.
    Tra i due si insidia il matto "Quattro Formaggi", interpretato ottimamente da Elio Germani, reso pazzo da un incidente sul lavoro, un povero demente deriso da tutti con il cervello di un bambino che ha come unici amici i due disperati di cui sopra che lo difendono prendendosi in qualche modo anche cura di lui.
    Quattro Formaggi vive solo in compagnia di un gigante presepe realizzato con tantissimi pupazzi con i quali usa palare mentre la sua TV riproduce in loop la VHS di un porno con la bellissima "Ramona Superstar" che il povero scemo ama alla follia arrivando anche a modificare il proprio schermo televisivo, in puro stile Videodrome, munendolo di braccia e mani finte per simulare l'abbraccio e le attenzioni sessuali della donna che ama.
    Proprio questa assurda ossessione, che all'inzio lo spettatore non può che trovare comica, farà nascere la tremenda tragedia che porterà negli abissi dell'inferno, nel fango e nella pioggia tutti e tre i protagonisti della vicenda mentre il Dio del titolo volgerà il suo sguardo altrove lasciando compiere al destino i suoi assurdi e orrendi giochi.
    La cosa strana è che l'unica persona ad invocare questo Dio è proprio il matto, ma le preghiere di Quattro Formaggi non verranno mai ascoltate anche perchè in realtà forse il vero e unico Dio della pellicola è quello che lo invoca, è Quattro Formaggi stesso, una sorta di deus ex machina grazie al quale il destino di tutti verrà sconvolto.
    Non convincente Fabio De Luigi, nonostante l'impegno visibile, nelle vesti drammatiche del'assistente sociale che tenta di aiutare questo disperato nucleo familiare.
    La vicenda a tratti è troppo esasperata ed assurda, poco credibile il matto che prima uccide e violenta la ragazzetta che somiglia alla sua pornostar del cuore solo perchè voleva fare l'amore ma che poi con estrema lucidità riesce ad organizzare tutto in modo che sia il suo unico e migliore amico ad essere il maggiore indiziato del folle delitto.
    Un matto così lucido che quando l'amico sta per uscire dal come capisce che potrebbe raccontare tutto e decide quindi di ucciderlo ma poi alla fine ancora più assurdamente sceglie un più rapido e tranquillo suicidio.
    Salvatores si limita ad osservare i suoi personaggi senza esprimere nessun tipo di giudizio, senza condannarli, senza provare odio o pietà per loro e allo stesso modo lo spettatore si sciroppa questa triste e fredda vicenda senza provare nessun tipo di emozione a tal punto che nemmeno le lacrime finali del padre padrone sono in grado di commuoverlo e tutto ciò purtroppo rende personalmente la pellicola poco riuscita e poco convincente.
    Ottima la regia di Salvatores, molto all'americana, con parecchie zampate tecniche notevoli e una bellissima fotografia e l'utilizzo voluto della macchina a spalla per avvicinare al massimo il pubblico ai suoi personaggi, per calarli insieme a loro nella pioggia, nel fango che insozza i loro corpi e le loro anime.
    Funzionalissima la soundtrack originale e psichedelica dei Mokadelic supportata dall'inserimento di alcune famose canzoni pop, tra tutte notevole è l'utilizzo di "She's the One" di Robbie Williams che crea un voluto ma ormai abusatissimo contrasto tra la dolce melodia della canzone e i terribili orrori che vengono messi in scena sullo schermo, la canzone insieme all'ipod che la riproduce diventa la chiave di volta del racconto e quasi un altro personaggio del film...che sia l'ipod il vero Dio della vicenda?
    In conclusione "Come Dio Comanda" è un film non riuscito completamente, diretto magistralmente con un ottimo cast ma con una sceneggiatura che non convince per le troppe esagerazioni ed esaperazioni che la rendono poco verosimile e che con la sua fredda rappresentazione rende lo spettatore incapace di emozionarsi e immedisimarsi con i protagonisti del film, così alla fine quel senso di tristezza e ansia che si è provato durante tutta la pellicola non ha ragione di esistere senza quella pietà, odio o compassione che la supportino, si esce dalla sala non troppo delusi ma nemmeno tanto convinti perchè l'unica cosa che convice è l'estetica della confezione ma non il suo contenuto...
    ovviamente per gli amanti dei drammoni cupi e senza nessun tipo speranza, per i fans di Ammaniti, (ma anche per chi vuole solo flagellarsi un pò senza spendere troppo) e per un certo tipo di spettatore mainstream siamo indubbiamente dalle parti del capolavoro.

    Voto: 6,5
     
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  11. marsellus wallace
     
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    Come dio comanda



    Un film di Gabriele Salvatores. Con Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco Mirandola. Ludovica Di Rocco, Alvaro Caleca, Alessandro Bressanello

    Drammatico, durata 103 min. - Italia 2008. - 01 Distribution data uscita 12/12/2008.



    Trama: Padre e figlio compongono la famiglia Zena, nucleo familiare in grandi difficoltà economiche ma soprattutto di interazione con l'ambiente circostante, una zona del Nord Est Italia, con il quale non vogliono condividere nulla se non un rifiuto reciproco totale, vivendo nell'apatia sociale più completa. Anche il ragazzo, Cristiano, indotto a rudi comportamenti dal padre autoritario, a scuola non riesce a legare con nessuno, difendendosi sempre in maniera violenta. L'unico che ha un tipo di rapporto, molto particolare, con loro è “Quattro Formaggi”, un uomo debilitato mentalmente da un lavoro svolto in maniera inadeguata senza protezione da incidenti. Costui si masturba continuamente con una videocassetta pornografica, utilizzando lo schermo come oggetto dell'interazione di un rapporto fisicamente inesistente. Quando un giorno trova una ragazza che assomiglia a Ramona Superstar, la protagonista del film hard, in lui scatta pericolosamente la voglia di passare dal virtuale al fisico. La cosa coinvolgerà drammaticamente anche la famiglia Zena, portandola in un terribile baratro.



    Commento: Chi è il Dio che comanda il microcosmo costituito da un padre, un figlio, e un amico un po' suonato a causa di gravi incidenti sul lavoro subiti? È l'onnipotente dagli oscuri desideri in cui credono i cristiani oppure la figura terrena che chiede assoluta obbedienza ai suoi ordini espliciti? In questo caso potremmo avere una duplice risposta che si diversifica e ramifica a seconda se stiamo parlando del prodotto letterario oppure quello cinematografico.
    Nello scritto di Niccolò Ammaniti, da cui è tratto questo film (il secondo dai suoi libri diretto da Salvatores, dopo l'ottimo Io non ho paura) la figura ultraterrena è preponderante, guida e comanda le azioni nella fantasia malata del povero Quattro Formaggi (interpretato in maniera incredibile e perfetta da un Elio Germano quanto mai ispirato: ormai possono affidargli qualunque cosa e lui saprà recitarla con dovizia), un uomo di poca testa, ridotto a questa condizione come si diceva dall'aver lavorato come elettricista senza le dovute precauzioni. Invece nel film sembra che il Dio sia il padre del giovane Cristiano (Alvaro Caleca, bravo anche lui nel tratteggiare la figura di un adolescente pieno di problemi), un uomo indurito dalle circostanze della vita, autoritario e violento, senza più compagna (perduta in circostanze sconosciute) e senza lavoro, che ha come unica fede quella della sua magnum (lo interpreta in maniera dura e credibile Filippo Timi).
    Due parole sulla trama. La famiglia Zena (padre e figlio) vive in una casa disadorna; soli, ostili verso il mondo e senza interagire con nessuno se non l'assistente sociale (un Fabio De Luigi barbuto completamente fuori parte, scelta di casting inconcepibile: meglio che si dedichi solo alle commedie ridanciane) che potrebbe però dividerli se l'uomo non trova lavoro. L'unica persona che accettano tra loro è lo stordito povero di testa del paese, dal nome di una pizza, “Quattro Formaggi”. Costui vede a ripetizione una vhs pornografica con cui si masturba in continuazione. Un giorno una ragazza che somiglia alla protagonista del pornofilmato incrocia la sua strada: nella sua mente già debilitata scatta la follia, coinvolgendo con le sue azioni scellerate anche padre e figlio.
    Nel lavoro di Salvatores (regia molto buona la sua) si è preferito privilegiare il lato umano della vicenda, lasciando in un cantuccio i discorsi e le logiche che muovono il destino per mano divina, con un finale molto più consolatorio del libro (la produzione avrà agito per condurre la trama in questo senso? Possibile che autori come Salvatores e Ammaniti siano manovrabili in questa maniera?).
    La scena clou sotto la pioggia (stupenda) non diviene così un viatico per mostrare lo sconcerto di Quattro Formaggi che segue nel bosco manovrato da pensieri occulti una situazione, ma una sorta di scelta operata dagli ormoni, dalla voglia di realizzare un sogno impossibile e improbabile (l'accoppiamento fino allora solo virtuale e masturbatorio con una pornostar). Il Dio beffardo lascia all'uomo la scelta, il libero arbitrio senza comandare, l'uomo diventa il crudele persecutore, totalmente colpevole delle sue azioni, senza scuse.
    Il tono del racconto è asciutto, diretto, sin dal primo sparo vigono il gelo morale, la sopraffazione del più debole e la sopravvivenza con la lotta, la follia e gli istinti primordiali. Salvatores non disdegna ottime inquadrature senza mai perdersi nel surreale onirico (evocativa di libertà e spazi aperti quella del tiro a segno contro Quattro Formaggi).
    La tragedia è solo la sublimazione dell'essere senza pelle che agisce preso dagli istinti di base, mentre il rivolgersi a Dio avviene solo quando non c'è scampo, come ultima chance di scelta quando ormai non abbiamo più le dovute doti di discernere. Un film che non si deve evitare di vedere, fatto molto bene, anche se le musiche (pur belle) sono molte volte messe lì senza vera logica e quasi senza profondità ed interazione con quanto si vede sullo schermo, tanto che la cosa risulta fastidiosa.
    In definitiva c'è un lavoro composito che ci parla di uomini in difficoltà e di un Dio (qualunque esso sia) non caritatevole, come dice il titolo, ma che comanda, fatto con dovizia e recitato validamente (Germano su tutti); peccato per quelle storpiature pro-grande pubblico che ne allungano la merce ma ne annacquano l'intenso sapore di cappa opprimente che si respira, tra fango, pioggia, disperazione, sociopatia. Cinema italiano che ritorna validamente in questo clima di cinepanettone (anche se non è il Salvatores migliore) con uno dei suoi autori moderni più validi; rimane il rimpianto che un maggiore rispetto per certe filosofie di base avrebbe arricchito, anche se libro e film possono essere due strade e realtà diverse, quella narrata risulta la più ficcante.



    pubblicata su cine zone
     
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  12. Trinità&Bambino
     
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    Stasera, lavoro permettendo, me lo vado a vedere.
     
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  13. Trinità&Bambino
     
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    Si ripropone quanto già visto in Io Non ho paura.

    Il film è bello visivamente, gli attori sono bravi e Salvatores muove benissimo la sua cinepresa. Quello che però trovo mancante è un approfondimento della trama, troppo flebile.

    Il film ne l complesso mi è piaciuto: crudo, violento, senza peli sulla lingua. Però mi è mancato qualche cosa nella storia, che avrebbe potuto trasfsormare un discreto film in un buon film.

     
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  14. bragut
     
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    CITAZIONE (Ivs @ 13/12/2008, 14:58)
    Il precedente binomio Ammaniti/Salvatores ha fatto scintille, questo non me lo perdo. :)

    a questo giro niente scintille, purtroppo ;) Ma resta un buon film.

    Cartellino rosso a Fabio De Luigi. Nonostante ci metta impegno, la sua presenza è letteralmente "cancerogena" per il pathos emotivo del film.

     
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  15. Ivs
     
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    CITAZIONE (bragut @ 18/12/2008, 23:33)
    CITAZIONE (Ivs @ 13/12/2008, 14:58)
    Il precedente binomio Ammaniti/Salvatores ha fatto scintille, questo non me lo perdo. :)

    a questo giro niente scintille, purtroppo ;) Ma resta un buon film.

    Cartellino rosso a Fabio De Luigi. Nonostante ci metta impegno, la sua presenza è letteralmente "cancerogena" per il pathos emotivo del film.

    Quoto. Film discreto ma 'Io non ho paura' è su un altro livello.

    Onestamente mi hanno deluso le dinamiche tra i personaggi, alcune troppo semplicistiche e frettolose (il rapporto padre/figlio poteva essere analizzato meglio). E alcune scelte narrative si sono dimostrate a dir poco furbe (scatta il phatos e vai di Robbie Williams! :lol: ).

    Inoltre ho avuto la sensazione che il regista abbia intrapreso alcune strade senza però percorrerle sino in fondo...come se certe tematiche e certe interessanti riflessioni siano state lasciate a metà. Scelta voluta? Vezzo autoriale? Mancanza di tempo e budget per raccontare la storia come il libro? Chissà.

    Bravissimi cmq gli attori, ma Elio Germano non riesco proprio a digerirlo (e non solo in questo film). ;)
     
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27 replies since 7/11/2008, 02:25   605 views
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