Imago Mortis

16 Gennaio 2009

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    ImagoMortis

    Director:
    Stefano Bessoni
    Writers:
    Luis Berdejo (writer)
    Stefano Bessoni (story)

    Release Date:
    16 January 2009 (Italy)
    Genre:
    Horror | Mystery | Thriller

    Nel 1600, prima dell'invenzione della fotografia, lo scienziato Girolamo Fumagalli, ossessionato dall'idea della riproduzione di immagini, scoprì che uccidendo una vittima e rimuovendone la retina (dove si diceva venisse impressa l'ultima immagine scorta dalle persone) era possibile imprimerla su stampa. Fumagalli diede a questa tecnica il nome di 'Thanatografia'. Oggi questo macabro rituale viene commesso in una scuola spagnola di cinema. A Bruno e Arianna, due studenti, il compito di scoprire il mistero celato tra le mura di quella scuola.



    Edited by hellboy1 - 24/9/2011, 12:49
     
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  2. Budd The_Sidewinder
     
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    sono curioso, chissà come sarà...
     
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  3. Alex84
     
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    sembra interessante....
     
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    Imago mortis


    Genere : Horror
    Anno : 2008
    Regia : Stefano Bessoni
    Cast : Alberto Amarilla
    Oona Chaplin
    Leticia Dolera
    Geraldine Chaplin


    Bruno (Alberto Amarilla), studente spagnolo di regia presso la scuola internazionale di cinema Murnau, è alle prese, come i suoi compagni di corso, con le prove scolastiche di fine anno assegnate dal temuto professore Gustav Olinski (Alex Angulo), soprannominato Caligari a causa della sua fissazione per il cinema espressionista.

    Orfano di entrambi i genitori, per poter affrontare la costosa retta dell’istituto Bruno lavora di notte presso l’archivio scolastico: a tenergli spesso compagnia è Arianna (Oona Chaplin), studentessa dal carattere aperto e solare, forse l’unica con cui il timido e problematico Bruno ha un vero rapporto di amicizia. Bruno va comunque d’accordo con tutti gli altri suoi compagni di corso, dalla “studentessa modello” Leilou (Leticia Dolera) al simpatico e sbruffone Richard (Francesco Martino) e ai due divertenti e inseparabili giapponesi Achi (Jun Ichikawa) e Ozu (Kenji Kohashi).

    Provata dai faticosi turni di notte all’archivio e da una forma di insonnia sempre più acuta, la lucidità di Bruno comincia a vacillare. Il giovane, ipersensibile e di indole visionaria, comincia a percepire strane cose, visioni, senza riuscire più a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Presenza ricorrente di tali apparizioni è un ragazzo insanguinato che sembra - e Bruno ne è sempre più convinto - volerlo guidare alla scoperta di qualcosa. Con l’aiuto di Arianna e attraverso una serie di scoperte sconcertanti e personaggi che si riveleranno di focale importanza nella vicenda – dal vecchio professor Astolfi (Francesco Carnelutti) alla proprietaria della scuola, la Contessa Orsini (Geraldine Chaplin) – Bruno arriverà dopo una sanguinosa serie di omicidi a ricostruire l’intricata tela tessuta all’ombra della scuola…

    fonte: http://www.studionobilescarafoni.it/index....sk=detail&id=39

    spero che questo nuovo film horror italiano ci riporti in auge, cosa che non accade da molto tempo...

    ragassuoli se volete chiacchierare con il regista, andate sul badtaste forum, è una persona in gamba e disponibilissima ;)

    http://www.badtaste.it/forum/index.php/topic,1926.0.html
     
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  5. Ten. Cobretti
     
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    Ho grandi aspettative sul film...Il soggetto sembra interessante e la regia italiana mi stimola! Vedremo...
     
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    Interessante :)
     
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  7. Trinità&Bambino
     
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    Recensione da cineblog terrificante

    Prendiamo il cinema horror spagnolo dell’ultimo decennio, facciamoci aiutare in fase di sceneggiatura da Luis Bedrejo, sceneggiatore dell’ormai celebre Rec, aggiungiamoci un cast internazionale, impreziosito dalla presenza di Geraldine Chaplin, misceliamo il tutto ed io gioco è fatto. Questo probabilmente avranno pensato i produttori di Imago Mortis, co-produzione Italo/Spagnolo/Irlandese, su cui pendeva l’enorme responsabilità di rilanciare in Italia un genere, quello horror/spiritico/fantastico, dimenticato ormai da anni, fallendo però in buona parte il coraggioso tentativo.

    Bessoni si perde nel voler a tutti i costi riprendere le atmosfere che hanno caratterizzato i film di Amenabàr e Balagueró, toppando però completamente nell’amalgama della storia. 38 anni dopo Quattro mosche di Velluto Grigio di Dario Argento, il cinema italiano riprende l’idea della retina capace di fissare l’ultima immagine vista, dal possessore dell’occhio, poco prima di morire. Bessoni e Luis Bedrejo si inventano un fantomatico scienziato, il dottor Fumagalli, inventore nel 600 di questo Thanatoscopio, vero e proprio antenato della macchina fotografica, perchè capace di proiettare l’ultima immagine impressa sulla retina del morto, costruendoci attorno una storia a tinte gialle incapace però di prendere lo spettatore. Non c’è tensione, non c’è pathos, non c’è ansia, non c’è paura. C’è solo un ricercato e pretenzioso stile, in realtà per nulla originale, visto che tutto deve all’influenza spagnola.

    Gli oltre 100 inspiegabili minuti di film sono una sincera tortura, perchè lenti, spesso inutili e costretti a dover subire dei dialoghi che purtroppo prendono a piene mani dagli ultimi lavori dell’ormai ex maestro Dario Argento. Non esiste un personaggio ben tratteggiato, una caratterizzazione ben costruita, il protaonista, Bruno, e la sua compagna, Arianna, non vanno oltre le due espressioni facciali (occhio lucido e sorriso lui, sorriso e basta lei), mentre poco o nulla viene ’sfruttata’ l’immensa Geraldine Chaplin, il cui personaggio vive in un autentico limbo di non detto.

    Isterico e quasi fastidioso il montaggio, soprattutto nella parte iniziale, mentre tende al ridicolo il finale (ovviamente aperto…), con un omicidio che obiettivamente non può non strappare un amaro e non voluto sorriso. In conclusione abbiamo un’opportunità mal sfruttata. Una storia originale ma pessimamente sceneggiata, soprattutto nei dialoghi, assolutamente troppo lunga, recitata da cani e peggio doppiata. Dal punto di vista registico Bessoni, che merita sicuramente un’altra chance, porta sì una ventata di nuovo ma solo per il cinema italiano, visto che tutto o quasi quello che vediamo l’abbiamo già visto con i più fortunati horror iberici. Apprezzabile il tentativo, meno il risultato finale. Peccato…

    :wacko:
     
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  8. DiGiTaL
     
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    A me sto film non mi ha ispirato fin dalla prima pubblicità , non è il genere horror che preferisco
     
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  9. stablok
     
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    Visto ieri sera, confermo quando scritto da Trinità, veramente molto lento e noioso. Il tutto è lasciato molto in astratto, molti aspetti che avrebbero bisogno di essere meglio approfonditi non vengono minimanente curati. Sconsigliato da vedere in orari notturni perchè concilia molto il sonno. Bene invece la regia secondo me, per quanto riguarda l'ambientazione misteriosa e gotica e la costruzione di alcune scene non è affatto male, compresa l'esercitazione sulla fotografia che accompagna attravverso varie fasi diverse lo studente fino alla risoluzione finale del mistero. Peccato perchè con una sceneggiatura migliore ne sarebbe uscito qualcosa di buono, in definitva la pecca più grande si denota appunto nel fatto che il film scorre troppo lento e non conquista lo spettatore.

    Voto: 5,5
     
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  10. marsellus wallace
     
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    Imago Mortis



    Un film di Stefano Bessoni. Con Alberto Amarilla, Oona Chaplin, Leticia Dolera, Geraldine Chaplin, Alex Angulo. Francesco Carnelutti, Silvia De Santis, Francesco Martino, Kenji Kohashi, Jun Ichikawa, Paolo De Vita, Matteo Danese, Franco Pistoni, Anna Cuculo, Lorenzo Pedrotti, Fabiola Palmas, Gioele Calorio, Alessia Cardella

    Thriller, - Italia, Spagna, Irlanda 2008. - Medusa data uscita 16/01/2009. - VM 14
    vietato ai minori di 14 anni



    Trama: Bruno è uno studente brillante della scuola di cinema Murnau, che ha come amica Arianna, con la quale condivide una tenera amicizia che potrebbe sfociare in qualcosa di più serio. Una sera vede l'immagine di un ragazzo, ferito e bianco in volto, che pare indicargli qualcosa. Preoccupato di avere delle visioni inesistenti, si confida con Arianna, la quale non gli crede. Le visioni continuano, e a Bruno non resta altro che cercare il senso di esse. Tutto sembra collegato a una teoria del 1600 nel quale uno scienziato folle, tale Girolamo Fumagalli, abbia inventato la thanatografia, una pratica che consiste nel far uscire i bulbi oculari nello stesso istante della morte della vittima. In questo modo sulla retina rimane impressa l'ultima immagine che la sfortunata o sfortunato di turno ha visto. Follia o verità, mentre Bruno indaga e i professori dell'istituto si comportano in modo strano, gli studenti cominciano a sparire misteriosamente ...



    Commento: Mentre attendiamo da tempo ormai immemore, venendo sempre delusi, un ritorno di Dario Argento al grande cinema d'orrore gotico, nobilitato nei tempi che furono anche da Bava (padre) e Fulci, ecco spuntare una pellicola degna ed interessantissima come questa Imago Mortis, cioè l'immagine finale vista da un morto, carpita attraverso i bulbi oculari fuoriusciti dallo sventurato/a nello stesso momento della fine dell'esistenza.
    Stefano Bessoni è un regista praticamente sconosciuto ma non esordiente (alzi la mano però chi ha visto Frammenti di scienze inesatte, il suo primo lungometraggio) che ha seguito perfettamente le lezioni avute nel passato dai grandi registi prima citati, utilizzando anche molto magma creativo tipico del movimentato cinema spagnolo di genere. Utilizzando capitali italo-spagnoli-irlandesi, si è potutto radunare un casting di anziani caratteristi di ottimo livello, capitanati da Geraldine Chaplin che fa Lucia, l'austera direttrice della scuola.
    In quasi esordiente Alberto Amarilla (al secondo film) è Bruno, detto Calaveta per il suo pallore (la calaveta è una sorta di maschera bianca rituale), un ragazzo volonteroso che studia in una scuola di studio cinema e fotografia intitolata a Friedrich Wilhelm Murnau (regista tedesco di importanza fondamentale per le sue opere basilari). Bruno è ossessionato dalla visione di un ragazzo ferito, dagli occhi cadaverici e dallo sguardo minaccioso. Non sapendo se sta impazzendo o meno, chiede l'aiuto all'unica vera amica che ha, Arianna (Oona Chaplin, altro sangue del grande Charlot in questo film) che però non gli crede. Le visioni si ripetono, e Bruno incomincia davvero a pensare che la sua mente stia vacillando. Solo risolvendo il mistero della thanatografia (tecnica spiegata all'inizio della recensione) potrà placare i suoi incubi.
    Una scuola vecchia e polverosa che sorge in mezzo a una foresta, locali tetri e dai soffitti alti, cunicoli semilluminati, grotte nascoste, fantasmi, un atavico meccanismo scoperto e poi trafugato, morti atroci e scomparse senza senso, questi sono gli elementi vincenti di questo film, che ridona splendore e fiducia in un genere cinematografico valorizzato nel bel paese, che sembrava ormai senza nessuna speranza di nuova linfa, tradito dalla mancanza di idee del suo re Dario e con gli altri ormai che avevano lasciato questa valle di lacrime o l'attività.
    Ci sono autentici momenti di sano e cercato disagio nel vederlo, ansia e suspance, il macchinario per l'estrazione dei bulbi oculari sembra derivato da qualche aggeggio infernale visto nella serie Saw ma è assolutamente di tipologia tortura medievale come impostazione, ha una presa perfetta e la storia della fotografia mortale (che potrebbe avere anche qualche ispirazione asiatica, per omaggio ci sono anche due studenti nipponici, una di essi è Jun Ichikawa di Cantando dietro i paraventi) è una idea geniale. Mettendo anche alcune evidenti citazioni, come il nome di una segretaria, Nicolodi, per ricordare la grande Daria, oppure Caligari (altra citazione al cinema tedesco), il film omaggia ma vive anche di vita propria, si sviluppa in maniera certosina (grande lavoro di controllo davvero quello di Bessoni) con lugubri discorsi assolutamente pacati, come si bevesse un thè, ammaliando lo spettatore che rimane in alcuni momenti nel giusto stato di tensione per essere pronto allo spavento o alla scena macabra. Il film è idealmente diviso in alcuni capitoli scanditi sulla lavagna con titoli (paura, morte, destino ecc) che sottolineano il momento. Per noi il punto supremo è quando viene mostrato il misterioso film nel film, un tocco artistico di rara suggestione e bellezza, con il suo gusto macabro cadaverico. Sicuramente le inquadrature del macchinario per la thanatografia non sono per stomaci deboli (il divieto ai minori di 14 anni non è casuale), con quegli occhi spalancati, anche se bisogna dire che gli effetti non sono tantissimi, scelta perfetta di calibrazione per creare suspance e non mero riempimento di stomaco, facile cibo per palati non fini. La macchina da presa insiste ad inquadrare il povero Bruno, afflitto da crisi e da visioni, sempre dall'alto e comprimendogli il viso, dando una particolare sensazione di chiusura e di oppressione, altro omaggio al cinema espressionista.
    In definitiva un film che riconcilia il pubblico italiano con il genere che stava sfornando solo pochezza e non sostanza, assolutamente ispirato e coinvolgente, eseguito con tanta umiltà da un regista che ha appreso, omaggiato e poi girato in piena vitalità e autonomia un prodotto da non perdere per gli amanti del genere. Una bella lezione di cinema senza inventare nuovo cinema ma reintrepretando il vecchio, dimostrando che si può apprezzare un film anche se non inventa nulla. le emozioni di questo film non sono gratuite come tanti altri, qua siamo di fronte a una classe e uno stile personale che speriamo venga ulteriormente migliorato nei lavori futuri.



    Pubblicata su Cine Zone

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    onestamente quelli di cine blog hanno veramente esagerato, bollando di inutile lentezza la ricerca dell'atmosfera. ovviamente però, come diceva anche stablok, qualcuno può trovare questa ricerca una traccia sonnolenta, non apprezzando il procedere a ritmi molto graduali.
     
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9 replies since 27/12/2008, 00:56   393 views
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