Un matrimonio all'inglese

splendida Biel

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  1. marsellus wallace
     
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    Un matrimonio all'inglese



    Un film di Stephan Elliott. Con Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon. Katherine Parkinson, Kris Marshall, Christian Brassington, Charlotte Riley, Jim McManus, Pip Torrens, Georgie Glen, Laurence Richardson

    Titolo originale Easy Virtue. Commedia, durata 96 min. - Gran Bretagna 2008. - Eagle Pictures data uscita 09/01/2009



    Trama: Inghilterra, anni 30. Larita è una affascinante donna americana a cui piacciono le emozioni forti:andare in automobile, in motocicletta, fumare parecchio e vivere al di fuori delle rigide regole dell'alta società. Un giorno dopo una corsa in automobile vinta, incontra il giovane ricco ereditiero John Witthaker, con il quale convola a nozze. Tornati in Inghilterra per farla conoscere ai genitori di lui, incontrano subito la disapprovazione di Veronica, la madre padrona della stupenda residenza, che cerca di osteggiare in ogni modo l'unione tra i due. L'unico ad approvare i comportamenti libertini di Larita è il padre, un uomo stanco di restare tra quelle mura tanto indigeste e costringenti. Larita non si perde d'animo e si impone di combattere la spocchiosità della suocera per farle accettare il matrimonio, ma la lotta di classe rischia di essere davvero senza esclusione di colpi ...



    Commento: Dalla pièce omonima di Noel Coward (che ha ispirato anche sir Hitchcock), dal titolo originale Easy Virtue, decisamente più evocativo dell'italiano Un matrimonio all'inglese che vuole dare connotati precisi all'evento matrimoniale (intendendo magari che un matrimonio americano sarebbe stato meno rigido), il regista Stephan Elliott (da sempre in aperti contrasti con i produttori, e infatti ha diretto solo due film Priscilla, la regina del deserto e The Eye e torna ora dopo 10 anni di silenzio) estrae un lavoro garbato e delicato, immerso nelel splendide verdi campagne che ci racconta di caccia alla volpe e di contrasti tra suocere e nuore.
    La splendida Jessica Biel (in versione bionda fatale e sofisticata) è Larita, una vedova americana, che dopo la morte del marito si dedica anima e corpo alle corse in motocicletta e automobile. L'avvenente donna, sposa John Witthaker (Ben Barnes, principe Caspian di Narnia cap.2) un ricco inglese. Bene o male, anche l'estroversa Larita ha un dovere:conoscere la famaiglia di lui, nel regno unito. L'incontro è decisamente devastante, sopratutto con la suocera (Kristin Scott Thomas, davvero brava) che non la vede di buon grado per le sue tendenze troppo libertine ed eversive, sopratutto perchè sognava per il figlio un diverso matrimonio, congiungitore di beni e capitali con la proprietà attigua.
    Tra le due donne si scatena una serie di ripicche senza fine, a volte involontarie a volte del tutto volute, che stravolge il tranquillo e sonnolento tran-tran familiare. Gli unici che sembrano accettare Larita senza problemi sembrano essere il cameriere Ferber ma sopratutto il padre di John (un Colin Firth adeguatissimo, vero gentleman senza preconcetti, che sfida l'etichetta stando quasi perennemente con barba incolta), un uomo stanco del bigottismo della moglie e dei suoi atteggiamenti che vogliono solo coprire i panni sporchi del casato senza lavarli.
    La trama come si vede non è certo la cosa più originale del mondo, siamo di fronte a una classica fight-class (il lavoro originale a teatro risale al 1925), dove la cellula diversa, affascinante e dalle buone intenzioni per cui tutti gli spettatori parteggiano, arriva a portare vento fresco non sempre benvoluto. Ma la cosa importante in questi lavori è riuscire a dare l'impronta di grande fascino (un tempo si sarebbe detto il tocco di Ernst Lubitsch, per indicare pellicole particolarmente glamour), uitlizzando anche e sopratutto residenze naturali e scenari da sogno. Sorretto da una brava Biel e da una perfetta Thomas, il regista contestatore Elliott vi riesce, inserendo gustosi inserti musicali con le canzoni che furono e una scena di corsa tra motocicletta e cavalli durante una caccia alla volpe, abbiamo anche un excursus in teatro con un can-can provocante, un inizio color seppia per dare il tono e sapore di tempi indietro, un finale davvero evocativo preceduto da un tango passionale ed intenso. Il personaggio di Larita è quello di una donna quanto mai decisa e convinta dei suoi modi, che non si fa intimorire da nulla e che vuole inserirsi nel contesto familiare che la osteggia senza perdere la propria sensibilità e modo di vedere la vita. La scena in cui moglie e marito (manco fossero amanti che si devono nascondere, riprendendo il libro che legge la sorella di lui L'amante di Lady Chatterley) si trovano a dover fare l'amore in un fienile avendo a disposizione un palazzo, dimostra come sia importante non tanto il luogo ma la propria libertà, che si tramuta iconograficamente in una statua rotta che sembra voler dimostrare che le regole ferree e il bigottismo sono destinate ad essere infrante per destino. In questo film ci è piaciuto molto l'approccio leggero con la società bene iniziale (elenco di feste, riunioni e convegni che sembrano presagire solo gioia) per poi man mano lo scavare nelle difficoltà dei rapporti con la scoperta degli altarini e dei disagi nascosti. Un merito ottimo in un film che vuole essere solo un garbato intrattenimento, plusvalore di coscienza che ben si sovrappone ai lustrini patinati che al cinema fanno sempre piacere (emblematica anche la scena delle lanterne rosse da mettere, spesa ben poco importante rispetto ad altre ma che tutti possono vedere ed invidiare per cui primaria).
    In definitiva un lavoro semplice nella trama ma garbato, sorretto da una protagonista al top del fascino e della forma che altalena sorrisi convinti a quelli amari, dimostrazione che la cocciutaggine quando si ritiene di essere nel giusto ma capendo anche il punto di vista degli altri porta sempre ottimi frutti. Paesaggi incantevoli, interni vecchio stile, suocere alla Harriet Oleson de La casa nella prateria (dove le sorelle di John sono una sorta di Nellie o di sorellastre di Cenerentola), macchine old style, vestiti di fascino e Colin Firth che fa da ciliegina sulla torta con la sua recitazione all'inglese, possiamo dire che non ci sono motivi per evitare questo intrattenimento di classe. Se poi avete problemi con vostra suocera, da oggi probabilmente vedendo la tempra di Larita proseguirete ancora più convinti per la vostra causa.



    pubblicata su Cine Zone

    Edited by hellboy1 - 12/9/2011, 16:19
     
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  2. MrBlù
     
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    Ottima-recensione,l'ultima-frase-inoltre-mi-spinge-a-regalargli-una-chance :lol:
     
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    In una parola: delizioso.
    Jessica Biel, oltre ad essere stata eletta "attrice più in salute di Hollywood" (fatto per il quale e continuamente sfottuta dai suoi amici, chissà che dicono a Lindsay Lohan?) per me è la donna più bella del mondo al pari di Rachel McAdams, Chiara Iezzi, Francesca Senette e Monica Leofreddi...e l'olandesina delle SOS.
    In America il film uscirà solo nel maggio 2009.

    Mentre il film di Hitchcock, di soli 58 minuti (stesso titolo originale di questo film, e cioè Easy Virtue, in italiano Virtù facile), tratto dallo stesso soggetto, sviluppava quasi un metà della trama sul primo matrimonio di Larita (con l'artista poi da lei: indotto al suicidio nel film del 1928, aiutato a suicidarsi nel film del 2008), il coseguente processo (l'assoluzione dal reato di omicidio, ma la condanna per libertinaggio), il viaggio di lei in Costa Azzurra ove conosce John e il conseguente arrivo della coppia in Inghilterra nella lussuosa proprietà della villa della famiglia di lui, questo film inizia poprio con l'arrivo dei due alla villa e poi uno sviliuppo di 90 min.

    Da quel punto in poi i due film si sviluppano in maniera parallela, anche se nel film muto del 1928, in maniera molto più concisa. Cioè la bella e intelligente statunitense Larita (Jessica Biel) è distrutta dalla famiglia del rampollo John Whittaker, sino al punto un cui verrà scoperto il suo passato: il processo, il vero motivo della morte del primo marito (suicidio e non non cancro come raccontava Larita), fatti che porteranno John a tornare dalla fiamma di gioventù Sarah, come avveniva nel film di Hitchcock. Ma in questa nuova versione, Larita è indotta ad abbandonare la villa e il padre di John (Colin Firth) fugge con lei, mentre nel film del 1928 era costretta ad affrontare un nuovo processo per libertinaggio.

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  4. Trinità&Bambino
     
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    Visto anche io.

    Commedia dal classico british humor.

    Un inglese di buona famiglia sposa una ricca americana, vedova del suo primo marito.
    Quando la coppia si reca nella dimora dell'uomo cominciano problemi di compatibilità fra la madre dello sposo e quella che viene vista come la 'donna di facili costumi', bella e dedita alle futilità della vita.

    Trama che non è di certo innovativa ma che è portata sullo schermo con gusto e intelligenza.

    A me ha divertito, lo ho trovato molto gradevole.
     
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3 replies since 11/1/2009, 23:45   150 views
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