Vincere

Marco Bellocchio

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  1. Kurtz
     
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    trama da Mymovies (che ovviamente la racconta fino alla fine come è ormai - brutta - abitudine italiana. Ok, sono eventi storici, ma magari non tutti li conoscono e non vogliono spoiler... macché).

    Siamo agli inizi del secolo e un giovane socialista rivoluzionario incontra casualmente una donna passionale come lui, Ida Dalser. Quel giovane si chiama Benito Mussolini. Lei lo seguirà nella sua azione politica, assecondandone i cambiamenti di rotta e giungendo fino a spogliarsi di tutto per consentirgli di fondare il proprio giornale, «Il Popolo d'Italia». Gli darà anche un figlio che verrà chiamato Benito Albino e sarà riconosciuto dal padre. Ida però dovrà scoprire che il suo matrimonio, avvenuto in chiesa, ha molto meno valore di quello che Mussolini ha contratto civilmente con Rachele Guidi da cui ha avuto la figlia Edda. L'ascesa dell'uomo politico è inarrestabile così come la sua decisione di escludere dalla propria vita sia Ida che il bambino. La donna cercherà di autoconvincersi che si tratti solo di una messa alla prova che non potrà che risolversi in senso positivo.


    locandina

    Ida e Rachele. Benito e il Duce.
    Ida è la donna che accompagna – attivamente – Mussolini alle soglie del trionfo, ma continuare ad amarlo dopo è un suicidio, perché la figura di quell’uomo è meccanismo futurista impazzito, una girandola dai mille volte e dalle mille trasformazioni. Eppure Ida continua ad amarlo, a giustificarlo, a crederlo nel giusto. Ida, come l’Italia, è innamorata della sua stessa catastrofe, fraintende il mito fino alla fine, ostinandosi a non vedere gli aiuti, a continuare una battaglia che è persa in partenza, inseguendo un sogno irrealizzabile: accanto al Duce, all’istituzione, c’è bisogno di Rachele, della donna fascista che non chiede e provvede alle galline, che volta le spalle ai gendarmi a cavallo quando vengono a conferire con Lui.
    Il film di Bellocchio, specie nella prima parte, è un meraviglioso affresco futurista, una rombata inarrestabile fatta di una fotografia che cerca di uniformarsi al meglio (riuscendoci) con i ritmi e i toni dei filmati d’epoca. Un incipit in cui il tempo salta avanti e indietro, un Mussolini – non ancora Duce – che a un incontro con i cattolici chiede a Dio di fulminarlo in cinque minuti, manifestando così il suo trionfo sulla divinità e sul Tempo, gettando il primo seme di quel delirio dell’ego che vorrebbe farsi forgiatore di Cronos e che invece, alla fine – quella fine che non ha potuto annullare – ne sarà divorato. Come tutti. Come Ida. Come Benito Albino.
    Impersonato da un potentissimo Filippo Timi, che ruba con intelligenza mosse e atteggiamenti, ma li distribuisce con parsimonia, con minimi accenni, anche perché il suo Mussolini è quello dell’Avanti e del Popolo d’Italia. La trasmutazione nel Duce, nel film di Bellocchio, è letterale, avviene con un processo molto semplice ma al tempo stesso pregno di senso: nel secondo tempo Timi sparisce e sullo schermo Mussolini è solo il Duce delle rievocazioni, il Duce dei filmati Luce. Non è più l’amante di Ida, che ormai – come noi – è diventata una spettatrice della sua vita ed è costretta a raccogliere le briciole della sua gloria dai filmati, al cinema, quando ancora è libera, poi dai discorsi ascoltati alla radio quando è ormai ingabbiata nel manicomio, inutilmente ribelle, castigata per una ragion di Stato che più meschina non si può.
    Certo, in questa seconda parte il film accusa un po’ di lentezze e ripetizioni, anche perché il racconto si fa più tradizionale, rinunciando invece agli accostamenti arditi, al montaggio futurista ed eterogeneo del primo tempo. Un vero peccato che se non inficia un film comunque bellissimo, lo priva forse del ruggito che avrebbe potuto risuonare. Si potrebbe dire che in questo segua un po’ le sorti del suo (anti)eroe: dalla convincente protervia iniziale a un ripiegamento che smussa le sue stesse spinte eversive. Lettura certamente affascinante e non priva di verità, ma ciò non esclude una – leggera – delusione.

    8

    Edited by hellboy1 - 12/9/2011, 15:52
     
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  2. MrBlù
     
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    bravo-colonello,bella-disamina,atto-d'amore-e-rispetto-verso-bellocchio,e-la-sua-ricostruzione [cit] futuristica-della-storia.
    Il-film-mi-interessa-non-poco,anche-se-si-legge-una-punta-di-insoddisfazzione-nel-tuo-commento
    ma-dopo-buongiorno-notte,il-regista-di-matrimoni-e-l'ora-di-religione-le-aspettative-sono-comunque-alte!
     
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    Bellocchio :wub: da Il principe di Homburg in poi sta vivendo un'incredibile nuova giovinezza artistica...dopo un lungo periodo di incertezza segnato da un troppo forte psicanalismo, è in stato di grazia con punte di eccellenza come L'ora di religione, Buongiorno, notte e Il regista di matrimoni....

    aspetto con ansia di vedere qust'ultimo Vincere...anche se mi lasci un po' inquieto col tuo bel commento... :huh: :huh:
     
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  4. nicbaker
     
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    Mi accodo ai complimenti e spero di beccarlo nelle sale con Soffocare e Antichrist, dal tuo commento mi pare che ci troviamo davanti a un bellissimo film che poteva essere un capolavoro. sbaglio?

    In ogni caso non mi faccio influenzare :P :lol:
     
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  5. Kurtz
     
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    grazie, blù :D (e agli altri)

    michibaldi perché inquieto?

    nicbaker sì ho l'impressione che il secondo tempo freni un po' la "capolavorità" del film. che resta cmq bellissimo eh.
     
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  6. nicbaker
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 26/5/2009, 22:43)
    grazie, blù :D (e agli altri)

    michibaldi perché inquieto?

    nicbaker sì ho l'impressione che il secondo tempo freni un po' la "capolavorità" del film. che resta cmq bellissimo eh.

    Optimus, cioè va bene lo stesso, da Bellocchio aspettarsi il capolavoro non è blasfemia, ma sono contento che confermi la bontà dell'opera
     
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  7. Drewes
     
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    * Informazioni

    Regia: Marco Bellocchio.
    Cast: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Corrado Invernizzi, Michela Cescon.
    Genere e durata: Drammatico, 128 minuti.
    Produzione: Francia, Italia.

    * Recensione

    Nel masochistico mondo dell’informazione italiana, a Cannes si corre a scrivere il pezzo per bruciare i giornali concorrenti, alcuni uscendo persino prima della fine della proiezione. Tutto questo non per uno scoop o un’inchiesta, ma per una critica cinematografica. Gli stranieri si sono presi un giorno, poi correttamente hanno scritto.
    Risultato? Gli inviati della penisola hanno nicchiato, all’estero applausi, da Variety a Le Monde. Bastava pensarci sù e capire che “Vincere” di Marco Bellocchio è un film importante, capitale, un’opera che ha i suoi difetti solo perché affronta una sfida difficile e senza scorciatoie.

    Devono sedimentare dentro chi guarda le tinte espressioniste, il commento ironico e filologico all’iconografia fascista, il racconto appassionato dalle raffinate sfumature di arte, eros e psicologia, la fotografia di Daniele Ciprì che sottolinea e valorizza i giochi di immagine e parole di Bellocchio. Il regista ha definito “Vincere” un melò futurista, ma qui c’è anche la tragedia greca e la Storia.

    Tutto passa per l’interpretazione vibrante, eccezionale di Giovanna Mezzogiorno e nella caratterizzazione del giovane Mussolini di un sempre bravo Timi (disegna anche il figlio nascosto Benito Albino, con poche ma precise pennellate). L’attrice è Ida Dalser, moglie rinnegata del futuro Duce (anche se i documenti sono spariti) una donna che ha consacrato se stessa e tutti i suoi beni materiali al futuro dittatore. La confineranno e poi interneranno, come una pericolosa nemica del regime, ma non smetterà di gridare la verità. Film imperdibile, come il gemello “Changeling” e le immagini di repertorio del Duce.
    Impossibile non rimanere sconvolti su come e chi ha governato il Paese.

    Autore: Boris Sollazzo

    * Frasi celebri

    "Mi chiamo Ida Dalser, sua eccellenza Mussolini è mio marito"

    "Io sono la moglie di Mussolini", "E io sono la moglie di Napoleone"

    RECENSIONE TRATTA DA ANGOLO FILM
     
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    Credo sia incontrovertibile, almeno per chi concepisce il cinema come pura arte, che Marco Bellocchio rappresenta uno dei registi più importanti che l'Italia ha avuto nel raggio di molti anni....

    Io ho avuto il pacere di conoscerlo con L'ora di religione, film che ancora oggi considero un vero capolavoro di storia, fotografia, concezione generale...meraviglioso....anche Buongiorno, notte mi ha convinto del tutto, lo stesso posso dire solo parzialmente per Il regista di matrimoni, di cui, se ho apprezzato l'idea generale, non sono mai riuscito ad entrare nella viccenda a livello empatico..mi pare una pellicola piuttosto chiusa su sè stessa.

    Andando indietro nel tempo non è che abbia mai visto moltissimo, però 2 capitoli FANTASTICI come I pugni in tasca e Marcia trionfale (che film, che film, che film!!!!!!) mi pongono davanti un artista veramente personale, sempre alla ricerca delle pieghe malate ed ingerenti delle istituzioni. Ah, poi sono estremamente curioso di vedere La balia, che segna l'esordio di Maya Sansa, attrice che mi piace veramente molto.

    Credo che altri episodi molto ispirati della sua filmografia siano Sbatti il mostro in prima pagina (con Gian Maria Volontè) e La Cina è vicina, ma credo anche Nel nome del padre.

    Per questo ultimo Vincere l'unica mia paura è connessa al fatto che negli ultimi anni mal digerisco i film di forte impronta storico-politica, ma sono molto curioso di come Bellocchio abbia delineato una figura veramente capitale per capire la storia del secolo scorso nel nostro paese.

    :)
     
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  9. Cerutti Gino
     
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    Mi permetto due paroline veloci: era una risposta privata che copio senza star li' a correggere.

    Da vedere, sicuramente: soprattutto per un italiano. Non lo ritengo un capolavoro come ho letto in giro ma continua in un'ammirevole riflessione su alcuni aspetti della nostra societa': qui abbiamo il melodramma della storia vera di Ida Dalser, una sorta di Adele H sfortunatamente innamorata del futuro Duce e che viene estromessa dalla vita di Mussolini all'avvento del Fascismo. Figlio (riconosciuto, e' storia) e madre vengono internati in strutture differenti: mentre la follia collettiva prende piede, la devianza di una donna che non si rassegna a tacere e' destinata ad una amara sconfitta.
    Per quanto mi riguarda la parte migliore del film sta nel perfetto amalgama tra "tempo presente" e materiale di repertorio. Non e' mimetismo alla Forrest Gump, ma piu' un richiamo allo spirito e all'estetica del tempo che arriva da ambo le parti: gioca una parte importante anche la colonna sonora, riuscita ed evocativa. Aggiungendo che le prove dei protagonisti sono molto buone (soprattutto la Mezzogiorno, cfr l'interrogatorio del 1928) che cosa non funziona, allora ?
    Qualche trombata troppo insistita ( poi in chiaroscuro, la Giovanna si vede poco...), qualche caratterizzazione religiosa francamente banalotta, qualche dialogo non all'altezza (in clinica): difettucci veniali, se non fossero accompagnati ad una narrazione un po' slegata e mancante di ritmo.
    Cmq, ripeto: se non si va a vedere Vincere (anche solo per denigrarlo), per me bisogna cambiare hobby <_<
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 26/5/2009, 22:43)
    grazie, blù :D (e agli altri)

    michibaldi perché inquieto?

    Inquieto perché su Bellocchio ripongo sempre altissime aspettative (specialmente negli ultimi tre film rispettate) mentre qui tu lasci trapelare una punta di insoddisfazione.... :)
     
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    CITAZIONE (macina @ 27/5/2009, 09:59)
    Credo sia incontrovertibile, almeno per chi concepisce il cinema come pura arte, che Marco Bellocchio rappresenta uno dei registi più importanti che l'Italia ha avuto nel raggio di molti anni....

    Io ho avuto il pacere di conoscerlo con L'ora di religione, film che ancora oggi considero un vero capolavoro di storia, fotografia, concezione generale...meraviglioso....anche Buongiorno, notte mi ha convinto del tutto, lo stesso posso dire solo parzialmente per Il regista di matrimoni, di cui, se ho apprezzato l'idea generale, non sono mai riuscito ad entrare nella viccenda a livello empatico..mi pare una pellicola piuttosto chiusa su sè stessa.

    Andando indietro nel tempo non è che abbia mai visto moltissimo, però 2 capitoli FANTASTICI come I pugni in tasca e Marcia trionfale (che film, che film, che film!!!!!!) mi pongono davanti un artista veramente personale, sempre alla ricerca delle pieghe malate ed ingerenti delle istituzioni. Ah, poi sono estremamente curioso di vedere La balia, che segna l'esordio di Maya Sansa, attrice che mi piace veramente molto.

    Credo che altri episodi molto ispirati della sua filmografia siano Sbatti il mostro in prima pagina (con Gian Maria Volontè) e La Cina è vicina, ma credo anche Nel nome del padre.

    Per questo ultimo Vincere l'unica mia paura è connessa al fatto che negli ultimi anni mal digerisco i film di forte impronta storico-politica, ma sono molto curioso di come Bellocchio abbia delineato una figura veramente capitale per capire la storia del secolo scorso nel nostro paese.

    :)

    La cina è vicina non l'ho visto ma Nel nome del padre è una bella requisitoria sull'educazione e sulle istituzioni scolastiche religiose, visti come modelli repressivi...con uno stile rabbioso che vira sul grottesco, sul figurativismo, sull'espressionismo e l'allucinato (la masturbazione sulla statua della Madonna è un'immagine molto forte ma ci sono molte scene scioccanti, come lo spettacolo teatrale, il frate con la lingua mozzata, la rivolta dei servi, già l'inizio col figlio che picchia il padre)...

    il protagonista vuole scatenare una rivoluzione contro il direttore e i preti perché è convinto che quel tipo di educazione sia superato...ma la rivolta che vuol mettere in atto è basata a sua volta un modello di repressione ancora più estremo..per questo provocherà la rivolta degli inserventi e gli studenti...non c'è possibilità di identificazione in questo film tanto il protagonista è sgradevole e i preti contro cui si ribella altrettanto....forse in Lou Castel che fa l'inserviente...

    In Nel nome del padre l'eccesso di elementi metaforici e psicologici, di toni ora realistici ora grotteschi rendono la visione impegnativa e stremante....nonostante ciò amo sto film....

    Inoltre in questa opera c'è molto del vissuto di Bellocchio visto che ha studiato in un collegio di gesuiti e sa di cosa parla....

    Marcia Trionfale (stavolta l'istituzione presa di mira è quella militare) e Sbatti, il mostro in prima pagina (sulle deviazioni e manipolazioni della stampa) sono film che amo, molto belli e veri pugni nello stomaco...ma dal punto di vista stilistico li ritengo un passo indietro in quanto Bellocchio per l'importanza della tematica affrontata sembra preoccupato di rendere il più chiare possibili le tesi esposte, senza abbandonarsi e tenendo a freno le sue abilità registiche..

    per questo ritengo che, (pur se la sua rinascita artistica dopo il periodo psicanalista è datata Il principe di Homburg) il perfetto equilibrio de :wub: :wub: :wub: I pugni in tasca, che rimane di gran lunga il mio Bellocchio preferito, un vero pugno in faccia, non sia stato mai più raggiunto nei pur bei successivi film...fino diciamo a L'ora di religione....da lì ha realizzato una tripletta (L'ora di religione, Buongiorno,notte e Il regista di matrimoni) di altissimo valore, che io avvicino senza dubbio per lo straordinario equilibrio tra forma e contenuto, pur senza quel furore, a I pugni in tasca...ma lì era un giovane arrabbiato....

    Edited by michibaldi - 29/5/2009, 10:04
     
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  12. Cerutti Gino
     
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    CITAZIONE (michibaldi @ 28/5/2009, 12:35)
    per questo ritengo che il perfetto equilibrio de :wub: :wub: :wub: I pugni in tasca, che rimane di gran lunga il mio Bellocchio preferito, un vero pugno in faccia, non sia stato mai più raggiunto nei pur bei successivi film...fino diciamo a L'ora di religione....da lì ha realizzato una tripletta di altissimo valore che io avvicino senza dubbio per lo straordinario equilibrio tra forma e contenuto, pur senza quel furore, a I pugni in tasca...ma lì era un giovane arrabbiato....

    Nel commento de I Pugni in tasca, Paola Pitagora glielo dice senza mezze misure che ci ha messo piu' di trent'anni per tornare ai livelli dell'esordio :-)
    Lui prima incassa, ma quando si riprende l'argomento e' quasi infastidito ;)

    Cmq, pur non essendo un Bellocchiano sfegatato, mi pare che dal Principe di Homburg in avanti si resti a livelli piuttosto alti.
     
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  13. Kurtz
     
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    Per me L'ora di religione è uno dei più bei film italiani degli ultimi dieci anni
     
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  14. Sixx^
     
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    Mi sa che qui devo recuperare qualcosa ^_^
     
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  15. MrBlù
     
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    CITAZIONE (michibaldi @ 28/5/2009, 12:35)
    ...
    Marcia Trionfale (stavolta l'istituzione presa di mira è quella militare) e Sbatti, il mostro in prima pagina (sulle deviazioni e manipolazioni della stampa) sono film che amo, molto belli e veri pugni nello stomaco...ma dal punto di vista stilistico li ritengo un passo indietro in quanto Bellocchio per l'importanza della tematica affrontata sembra preoccupato di rendere il più chiare possibili le tesi esposte, senza abbandonarsi e tenendo a freno le sue abilità registiche..

    Erano-anni-che-attendevo-di-recuperare-quest'opera,diretta-da-un-giovane-Bellocchio-e-magistralmente-interpretata
    da-un-Volontè-in-stato-di-grazia!Una-delle-migliori-prove-attoriali-di-quest'ultimo,che-da-direttore-di-testata
    gioca-ad-armi-pari-col-capo-della-sezione-omicidi(indagine-di-un-cittadino-al-di-sopra-di-ogni-sospetto).
    La-pellicola-si-districa-tra-giallo-e-denuncia-politica,inserendo-anche-diversi-scorci-documentaristici-della
    Milano-degli-anni-di-piombo,(corteo-capeggiato-da-un-giovane-Ignazio-Larussa,funerale-di-Feltrinelli,etc)
    dove-lotte-sociale-e-di-partito-erano-spesso-fatti-di-cronaca-giornalieri. In-quest'opera-viene-raccontato,quanto-la-stampa,
    il-4°-potere,possa-influenzare-la-vita-sociale,manipolare-le-tendenze-politiche,le-lotte-tra-partiti,e-deviare-la-giustizia-stessa.
    Bellocchio-si-sferra-contro-l'omogeneità-d'informazione,la-faziosità-della-stessa,delineando-un-direttore-di-Giornale
    ( Il-Giornale-appunto,ma-siamo-nel-'72,quando-quest'ultimo-doveva-ancora-vedere-la-luce)capace-di-aggirare-la-notizia
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    8.5 (visione-su-IRIS,purtroppo-non-esiste-in-dvd,ma-cercate-di-recuperarlo-in-qualsiasi-modo.)
     
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