Il nastro bianco

di Micheal Haneke

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    Un regista che ho sempre seguito con vivo interesse.

    immsw.th

    Regia: Michael Haneke
    Artisti: Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner, Steffi Kühnert, Josef Bierbichler, Rainer Bock, Susanne Lothar, Branko Samarovski, Detlev Buck, Marisa Growaldt, Janina Fautz, Jadea Mercedes Diaz, Sebastian Hülk, Michael Schenk, Leonard Proxauf, Theo Trebs, Fion Mutert, Michael Kranz, Maria-Victoria Dragus, Levin Henning, Johanna Busse, Yuma Amecke
    Sceneggiatura: Michael Haneke
    Distribuzione: Lucky Red
    Paese: Austria, Francia, Germania
    Uscita Cinema: 30/10/2009
    Genere: Drammatico
    Durata: 144 min


    Strani eventi accdono in una scuola di campagna nel nord della Germania durante l'anno 1913, sembrando una punizione rituale. Come il sistema scolastico ne subiscel'influenza e come la scuola ha un'influenza sul fascismo?

    Edited by hellboy1 - 24/9/2011, 15:04
     
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  2. nicbaker
     
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    Questo lo aspetto ;) colpito di aver trovato i cartelloni al cinema quando ho visto Motel Woodstock, probabilmente spinto dalla palma di Cannes.

     
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    Questo è un regista veramente particolare e non per tutti; io dopo aver visto La pianista e Funny games ho iniziato ad adorarlo, portatore com'è sullo schermo (almeno in quei film) di una violenza mai manifesta ma latente e, proprio per questo, se possibile ancor più deflagrante.
    Ho visto di suo anche Il tempo del lupo ma mi è piaciuto di meno.
     
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  4. nicbaker
     
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    La pianista l'ho visto su cult di recente, ed è piaciuto anche a me molto, White ribbon mi ispira e speravo veramente uscisse in sala, fortunatamente sono stato accontato e come ho già detto dobbiamo questo onore probabilmente a Cannes, che è forse l'unico festival di cui ho un briciolo di fiducia.
     
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  5. Sixx^
     
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    L'avevo gia aperto io il topic, direi di fondere.
     
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    Haneke mi ha sempre convinto poco, l'ho sempre trovato pretenzioso, ma questa volta ha raggiunto un equilibrio, un'armonia, una perfezione, un rigore formale senza precedenti. E' un film che ti mortifica, ti inquieta con la sua lentezza e i suoi dolorosi silenzi, ricco di slanci interpretativi nella rappresentazione scenografica e nelle direttive interpretative degli attori che recitano con una sottigliezza crudele e penetrante. Ha una fotografia ipnotica che non fa altro che amplificare l'oscura minaccia che avvolge i personaggi e le loro emozioni, i loro silenziosi pianti. Non voglio svelare nulla a parte le mie impressioni sensoriali. Non ho parole per descrivere questo film, è un CAPOLAVORO. Andate al cinema.

    Qualche giorno fa qualcuno ha aperto un dibattito sulle "colpe" degli uomini di guerra nel topic de "La grande guerra", il bello del cinema è che ti mette di fronte a delle realtà e situazioni stimolanti, che ti fanno anche cambiare idea con la sua meditazione e riflessione, perché questo film sembra proprio essere un'importante risposta a tutto ciò.

    Edited by Space Weaver - 7/11/2009, 13:40
     
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  7. Trinità&Bambino
     
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    Questo sono estremamente curioso di vederlo.

    Haneke come autore non lascia mai indifferenti.
     
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  8. Kurtz
     
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    uff siamo andati stasera al filangieri (unica sala a napule che lo proietta) ma era proprio la serata del cineforum e dunque sala occupata. ma baffffhh<<<****##### fjfhrhgfh
    -_-

    ritento domani. -_-
     
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  9. Kurtz
     
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    In un’atmosfera a metà tra il rigore di Bergman e l’inquietudine del cinema nero, Haneke mette in scene con il distacco e la freddezza che gli sono propri i prodromi genetici della generazione nazista. Le vicende di un piccolo villaggio rurale tedesco, alle soglie della Prima guerra mondiale, sono insieme prefigurazione e modello in scala di un orrore che sarebbe dilagato nell’intera Europa. La severità espressiva rintraccia quella dei personaggi, attraverso lunghi piani fissi e primi piani, riempiti da facce d’attori, la cui verità è quasi tutta scritta nei solchi del viso, come se la cinepresa li avesse scovati penetrando uno strappo temporale tra il nostro tempo e quello di inizio Novecento. La fissità della camera sembra attendere che prima o poi salti fuori da quel quadro la belva, le radici dell’odio che fonderanno la cultura europea. Ma nel film ne aleggia soltanto il sospetto, sebbene palpabilissimo, l’inquietudine non è mai esposta esplicitamente né tanto meno il regista si pronuncia sul “capro espiatorio”/colpevole, anche perché evidente allo spettatore. Non così ai personaggi. Haneke così ricostruisce criticamente, analizzandone gli atteggiamenti in nuce, i motivi che avrebbero trascinato il popolo tedesco nella propria catastrofe morale e storica e l’incapacità di riconoscere il serpente nel proprio seno. Nel Nastro bianco vi è cristallizzata la deflagrazione di un mondo intero attraverso lo specchio di un paese di campagna, tra le cui zolle emergono i semi di quell’intrico di rovi che sarebbe germogliato.
    La voce off se ha qualche ridondanza ha anche il pregio di completare lo stile Haneke, “congelando” l’intera vicenda in un passato ormai chiuso la cui evoluzione è ben chiara allo spettatore come al narratore. Ulteriore ridondanza? Forse, ma dall’indubbio valore estetico.
    Il nastro bianco al braccio presto si tingerà di rosso e incornicerà una lugubre croce celtica. La purezza violentemente inculcata genera soltanto la sua sanguinosa estremizzazione.

    8.5
     
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  10. MrBlù
     
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    bellissime-disamine,ho-recuperato-il-trailer-e-già-si-intuisce-il-rigore-bergmaniano-che-cita-Kurtz,interessante!

     
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  11. ednorton85
     
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    vado stasera , aspettative altissime.
     
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  12. Diane.Selwyn
     
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    Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner, Steffi Kühnert, Josef Bierbichler, Rainer Bock, Susanne Lothar, Branko Samarovski, Detlev Buck, Mercedes Jadea Diaz, Thibault Sérié, Kai-Peter Malina, Enno Trebs, Anne-Kathrin Gummich, Marvin Ray Spey, Marisa Growaldt, Janina Fautz, Jadea Mercedes Diaz, Sebastian Hülk, Michael Schenk, Leonard Proxauf, Theo Trebs, Fion Mutert, Michael Kranz, Maria-Victoria Dragus, Levin Henning, Johanna Busse, Yuma Amecke
    Titolo originale Das Weiße Band. Drammatico, b/n durata 144 min. - Austria, Francia, Germania 2009.





    Il film è passato come una meteora in poche sale sparse per il territorio italiano. I pochi fortunati che sono riusciti a beccare la visione, saranno sicuramente usciti dalla sala con qualche risposta in più e con tanto magone. Haneke è un regista che amo, ma che spesso odio a causa della sua franchezza nel descrivere il male del genere umano. Non usa mezzi termini, ce lo propone in più salse, con la sua solita apparente freddezza, col suo distacco da acuto osservatore. Questa volta sotto il microscopio del regista c'è un piccolo villaggio della Germania del nord alla vigilia delle prima guerra mondiale. Girato in bianco e nero col supporto della voce narrante, ormai anziana, del maestro del paesino, il regista ci mette di fronte ad una storia. E col pretesto del "giallo" ci illustra una tesi sociale. Chi erano i bambini che una volta cresciuti daranno vita al nazionalsocialismo? Nella pellicola le risposte che fanno capire come si possa passare dal nastro bianco alla fascia rossa delle SS.
    Se da una parte il lavoro pregevole e elegante del regista austriaco rende il film perfetto, dall'altra il suo prendere il film come tesi sociale, incasellando le persone in categorie nette e definite, non fa' trasparire la necessaria umanità che porta lo spettatore ad entrare in totale sintonia con l'opera.
    Mi è mancato il sussulto, comunque da vedere assolutamente.

    Voto 7.5/10
     
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  13. MrBlù
     
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    Altra-bella-conferma-e-ottimo-commento-Diane,purtroppo-da-me-non-lo-proiettano!
    Bontà-dei-multisala...!
     
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    devo recuperarlo assolutamente
     
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  15. MrBlù
     
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    IL NASTRO BIANCO

    Il-nastro-bianco-è-un'opera-perfetta-nel-suo-rigore-stilistico-e-nella-costruzione-della-tensione. Si-pone-a-metà
    tra-cadenza-d'immagini-di-Bergmaniana-memoria(Funny&Alexander,Sussurri-e-grida)e-un-intreccio-Hichcockiano
    che-porta-man-mano-lo-spettatore-verso-lo-stillicidio. Affascina-quindi-nella-sua-terza-persona-narrante,
    l'unica-ingenua-e-pura-di-cuore,e-mischia-continuamente-le-carte-in-nostro-possesso,i-volti-dipinti-dal-bianco
    e-dal-nero-proiettano-ombre...specchio-dell'anima-di-qualsivoglia-protagonista.
    Il-male-generato-dal-caos,il-male-dell'assolutismo-che-genera-giudici-e-carnefici,il-male-imputabile-al-seno
    di-quella-società-Austriaca (e-non) troppo-severa-e-pretenziosa-con-il-proprio-sangue.
    La-narrazione-è-portata-ad-un-crescendo-sensoriale-di-tensione,gli-interrogativi-a-tratti-sembrano-esplodere
    ma-finiscono-col-prendersi-gioco-dello-spettatore,in-ciò-registro-limiti-e-pregi-della-pellicola,perfetta-invece-nel-dramma-corale.
    Un-cinismo-profetizzato-tanto-riuscito-non-si-vedeva-da-molto,forse-da-mai,un-vero-viaggio-nelle-radici-del-male,
    non-stupiamocii-quindi-se-a-fine-visione-ne-rimaremo-confusi,storditi,irritati...Haneke-è-chiurugo-e-sà-come-tagliare
    le-nostre-emozioni,sta-a-noi-poi-ricomporle.

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    Edited by MrBlù - 10/3/2010, 17:06
     
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25 replies since 18/10/2009, 18:54   513 views
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