Cella 211

di Daniel Monzón

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  1. macina
     
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    CITAZIONE (macina @ 30/4/2010, 11:49) 
    per quanto mi riguarda, acquisto sicuro una volta uscito in dischetto ottico. :)

    Il Macina non è mai troppo sul pezzo sui film in uscita al cinema ma arriva sempre sulla preda con impeto torrenziale.
    :D
    Cella 211 (titolo originale Celda 211) l'avevo addocchiato grazie al forum e l'avevo messo in wishlist parcheggiandolo in attesa di poterne godere. Appena la pellicola parte, vieni subito catapultato nelle vicende e nei drammi di un carcere spagnolo. Facce truci, violenza a gò-gò ma credibile e al servizio del plot, personalità di alcuni attori scolpite con tocco perfetto, un grande rapporto di amicizia (limitato solo a mio avviso da una troppo veloce ascesa del giovane secondino nel regno dei cattivi appena entrato nella prigione) e una regia-fotografia molto dinamiche ed efficaci.
    D'altronde buttarsi nel genere carcerario è lecito farlo solo quando si ha qualcosa da dire; quanti film sono stati prodotti di questo tipo. E Daniel Monzòn questo qualcosa da dire sembra averlo eccome. Un'altra cosa che mi ha letteralmente rapito è il ritmo e la crescita di tensione che la sceneggiatura e la regia sono in grado di indurre, un climax plapitante e crescente fino alla fine degno dei film che lasciano davvero un segno.
    Il personaggio di Malamadre spero che venga ricordato a lungo, vedere il film in lingua originale vale la pena anche solo per sentire il suo stridulo e cinico tono di voce; l'attore che lo incarna è una vera furia, ha degli occhi e un aspetto perfetti e a suo modo è anche un personaggio complesso, poichè non è solo un avanzo di galera in senso assoluto, ma si affeziona al nuovo arrivato sentendo delle finalità elettive. Insomma è provvisto di un livello intellettivo superiore agli altri carcerati il nostro Malamadre, è sì una carogna entrata al gabbio a 19 anni, ne è diventato il leader, ma forse dentro ha sempre cullato la sensazione che avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nella vita in quanto dotato di mezzi e capacità. Il poliziotto che entra nell'inferno della prigione è un personaggio anche lui completamente riuscito e mi ha colpito anche l'altro gregario sdentato che parla tutto impastato e rallentato, meraviglioso.
    Da sottolineare anche l'intento di critica alle istituzioni di Monzòn, i tentennamenti del governo della negoziazione, i tre ostaggi legati all'Ira.
    Che bel film teso come una corda di violini, grande cinema.
     
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30 replies since 7/4/2010, 14:02   890 views
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