Il vento fa il suo giro

2005, Giorgio Diritti

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    Titolo originale: Il vento fa il suo giro
    Nazione: Italia
    Anno: 2005
    Genere: Drammatico
    Durata: 110'
    Regia: Giorgio Diritti
    Sito ufficiale: www.ilventofailsuogiro.com
    Cast: Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti
    Produzione: Aranciafilm, Imago Orbis Audiovisivi
    Distribuzione: Aranciafilm
    Data di uscita: 04 Maggio 2007 (cinema)

    E'difficile e doloroso dare una dimensione al nervoso interiore cagionato dalla consapevolezza che una tale perla di cinema verrà ignorata dalla maggior parte della critica e dei cinefili; o meglio, alcuni ne comprenderanno il valore, ne tesseranno le lodi, ne resteranno affascinati, ma altri, forse i più, non riusciranno ad andare oltre al fatto che di primo acchito potrebbe essere un film locale.
    Niente di più errato: il film tratta di un luogo fisico, le meravigliose alpi Occitane in provincia di Cuneo, ma potrebbe essere qualsiasi altra parte del mondo.
    Ma andiamo con ordine.

    Philippe (Thiéeey Toscan), ex professore dedicatosi alla pastorizia sui Pirenei francesi, è alla ricerca di una nuova sistemazione per la sua famiglia, dato che nel luogo in cui vive è in costruzione una centrale nucleare. Dopo aver inutilmente cercato casa in Svizzera, nel fare ritorno in Francia si ritrova nella Valle Maira, nel paesino di Chersogno, ormai spopolato e abitato quasi unicamente da anziani, visto che il resto degli abitanti raggiunge il piccolo borgo montano soltanto per trascorrevi le vacanze nei mesi estivi. Inizialmente il paese sembra lieto di accogliere la giovane famiglia, composta, oltreché da Philippe, dalla moglie (Alessandra Agosti) e tre figli. Ben presto però nascono le prime incomprensioni, causate dalle abitudini dei nuovi arrivati e dalla chiusura degli autoctoni del luogo.

    Differenze che vengono in contatto, accoglienza dello straniero, apertura al nuovo, confronto con l'alterità: tutto questo è rappresentato in questa "poesia rurale" che prende il nome di Il vento fa il suo giro. La vicenda è ambientata nella Valle Maira, una delle valli occitane della Provincia di Cuneo, e precisamente nel piccolo paese di Ussolo, sito nel Comune di Prazzo. Nel film non viene citato il nome reale del paese; si fa invece riferimento a Chersogno, nome di fantasia, probabilmente ispirato dal vicino Monte Chersogno. Gli attori (eccetto Thierry Toscan e Alessandra Agosti) sono tutti non professionisti, abitanti del luogo che hanno accettato di partecipare al film. Il talentuoso regista Giorgio Diritti dipinge un quadro a tinte pastello e ogni tanto intinge il pennello in colori più grevi; questo andirivieni di sentimenti fa della storia un affresco molto vario su come possa cambiare la considerazione verso un fenomeno, dapprima come tiepida apertura, poi come fastidio, poi come egoismo e cinismo quando qualcuno pesta i nostri piedi.
    L'incidenza del tutto viene acuita dal fatto che gli abitanti del luogo sono veramente all'antica, per loro il singolo non importa, la piccola comunità deve reggersi con l'uguaglianza delle parti, la felicità individuale deve soggiacere al benessere della quotidianità. Ad essi si contrappone Philippe, il nuovo arrivato, francese, con idee maggiormente progressiste e che sa guardare avanti, rischiare, cambiare rispetto all'immobilismo degli altri.
    In tempi di miscuglio culturale, in cui varie popolazioni e varie forme di pensiero vengono a colludere, una pellicola del genere non solo incanta per come è costruita, ma fa riflettere sui meccanismi che albergano in queste dinamiche.

    Diritti è capace di far parlare un intero borgo con una coralità fantastica; lascia che ognuno si esprima, con i propri limiti, certo, ma secondo le sue capacità. E i dialoghi sono per lo più in occitano, la lingua locale, che in Italia è tra l'altro parlata da 180.000 persone; questo connota ovviamente di pregevole veridicità la vicenda. Ma Diritti riesce a fare qualcosa di più: fa parlare non solo i singoli, ma anche il paesaggio, i volti, le espressioni. Anche un ruscello si fa portavoce di un messaggio, un campo, un monte...un film altamente corale a 360 gradi. Evidentemente il regista si è calato con raziocinio e passione in quella realtà rendendo concrete da un puno di vista artistico/drammaturgico alcune cose che esistono di fatto anche nella realtà. Io non conosco bene quelle lande, ma ho una certa esperienza delle valli ossolane, che stanno a una mezzoretta da dove abito. In questi posti, soprattutto in alta montagna e tra i vecchi, vige un conservatorismo marcato, per lo più incomprensibile a come si vive in cittadine anche medio-piccole ma meno isolate. L'importante in quei contesti è il lavoro e ancora di più il mantenimento dello status quo, che garantisce il trascorrere placido del tempo, la conservazione delle comunità. In questo quadro di insieme Diritti connota, un po' come Ermanno Olmi ne L'albero degli zoccoli, ogni persona che appare in video di un carattere, tutti a contribuire al significato generale. E che dire anche di Thiérry Turcan nella parte dello straniero, praticamente perfetto sia nella morfologia che nel modo di porsi; brava anche Alessandra Agosti, molto bella, adeguatissima alla situazione e timidamente sensuale.

    Come accettare l'arrivo di un nuovo abitante diverso da noi? Ci porterà benefici? Forse aumenterà il nostro potenziale turistico. Forse bloccherà il nostro benessere. Forse riporterà la nostra gente in valle dopo che la stessa era scesa in città. Forse, forse forse. Questi dubbi albergano dei cuori di questa gente in un turbinio di contraddizioni e di dinamiche che il film riproduce in modo meraviglioso.

    E Diritti sa usare la macchina da presa, oh se la sa usare. Si avventura nelle viottole del villaggio quasi con una handycam, ci fa entrare in quelle viottole, coglie particolari con un'intelligenza, un gusto e una sensibilità e un occhio filmico veramente lodevoli. Credo sia un regista che sa valorizzare le piccolezze e ne fa virtù assolute. E non si limita poi a inqudrature a campo lungo i paesaggi, ma li anima, fa portare loro un contributo alla storia sottolineando con la magnificenza di certi angoli di paradiso la crudezza di alcuni passaggi della sceneggiatura. Quest'ultima è redatta in modo molto coerente, così come il montaggio, altri valori aggiunti di uno stupendo film.

    E in ultimo un'altro aspetto che mi ha colpito il cuore: si dà il caso che io, soprattutto in passato, mi fossi interessato di certa musica folk proveniente dalle valli occitane, melodie vibranti fatte di fisarminica, ghironda ed elettronica. Diritti inserisce nel film arie di gruppi che ben conosco, come i noti Lou Dalfin (bellissima la scena della festa di paese durante un concerto degli stessi e le immagini che risplendono di una luce potentissima e dinamica), o i Tendachent o i Gai Saber. Questo riferimento a certo tipo di bands che ben conosco non ha fatto che emozionarmi ancora di più.

    Il film stato insignito di oltre 36 premi, ricevendo 5 candidature ai David di Donatello 2008 e 4 candidature ai Nastri d'Argento 2008.


    Dvd:
    Il film è venduto in una semplice amaray.
    Aspetto video veramente efficace, immagini estremamente nitide, colori perfetti in qualsiasi momento della pellicola.
    Comparto audio altrettanto perfetto.
    Extra: trailer 30 secondi, trailer 120 secondi, backstage di 30 minuti interessante con interviste varie e lavorazione durante le riprese, galleria fotografica, premi vinti dal film.

    Edited by macina - 2/7/2010, 13:03
     
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    Non leggo nulla macinone perchè il film è in arrivo, ne riparliamo magari dopo la visione.
    Il cinema di Giorgio Diritti mi piace, anche se conosco solo L'uomo che verrà
     
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  3. Cerutti Gino
     
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    Ho visto il film a luglio 2007 e scrissi anche due righe in merito: in effetti erano piu' che altro una preghiera a non farsi scappare un'opera del genere :D
    Difficilmente mi faccio prendere dagli entusiasmi, ma questo e' uno dei migliori esordi in assoluto degli ultimi 10 anni: il bello e' che il film e' del 2005 e trova una distribuzione particolare e tardiva solo grazie alla tenacia del regista che promuoveva personalmente il film ( prodotto anche con fondi cooperativi della troupe) e al coraggio di alcuni esercenti.
    A Milano e' stato un caso di altro tempi, visto che la tenitura al glorioso cinema Mexico ha sfiorato l'anno (roba da anni '60 :D ): in fin dei conti una bella storia, qualche volta chi merita riesce ad emergere nonostante gli ostacoli economici e distributivi. Roba da farci un documentario :D
     
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    CITAZIONE (Guido75 @ 29/6/2010, 21:46)
    Non leggo nulla macinone perchè il film è in arrivo, ne riparliamo magari dopo la visione.
    Il cinema di Giorgio Diritti mi piace, anche se conosco solo L'uomo che verrà

    Certo Guido, ti attendo volentieri al varco, credo sia un film di cui si possa parlare per ore senza annoiarsi.
    Io L'uomo che verrà non l'ho ancora visto, ma lo comprerò di certo quando il prezzo calerà.
    :)

    CITAZIONE (Cerutti Gino @ 30/6/2010, 00:23)
    il bello e' che il film e' del 2005 e trova una distribuzione particolare e tardiva solo grazie alla tenacia del regista che promuoveva personalmente il film ( prodotto anche con fondi cooperativi della troupe) e al coraggio di alcuni esercenti.

    Bravo, ottima osservazione, io stesso ho sentito la cosa vedendo gli extra del dvd e me ne sono molto compiaciuto; una sorta di produzione corale per cercare di fare emergere il prodotto e arrivare a coprire le spese. In realtà il film mi pare sia rimasto in un circuito piuttosto ristretto, anche perchè il pubblico medio è sempre tutto preso da spade, magie, spadoni, super eroi ed esplosioni, figurati se si lascia far innamorare un'opera così "piccola". :blink: :( :angry:
    Invece a mio parere il film merita moltissimo.


    CITAZIONE (Cerutti Gino @ 30/6/2010, 00:23)
    Difficilmente mi faccio prendere dagli entusiasmi, ma questo e' uno dei migliori esordi in assoluto degli ultimi 10 anni

    Bravo, così ti voglio. :D
     
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    Ennesima visione di questa perla, elegia rurale, provvista di maestosa semplicità, che parla un linguaggio semplice ma al contempo rude, fiabesca e antropologica. Insomma un film per pochi ma sorprendente che mi ha lasciato dentro qualcosa di inestimabile.
    Questa volta ho avuto la sensazione di una geometria perfetta, di un bilanciamento fra tradizione e modernità, chiusura e apertura, contraddizioni che fanno l'amore verso il risultato.
    Perfetti i ruoli del sindaco giocato da Dario Anghilante, desideroso di fare emergere il lato "commerciale" e turistico del suo ameno paesello montano; e che dire di quello di Fausto (un bravissimo Giovanni Foresti), che si distingue dal resto del suoi compaesani per essere istruito, un buon musicista abituato ai palcoscenici cittadini ma che non trova il coraggio di tagliare davvero la corda inseguendo i suoi sogni preferente il sonnolento ozio della montagna. In questo però affiora il suo scoramento, la sua insoddisfazione eterna di fallimento.
    E poi la frase bellissima: le persone del posto sono gelose del nuovo arrivato (un BRAVISSIMO Thierry Toscan!) perché lui dimostra di avercela fatta e loro no.
    Rileggendo la mia recensione, ho dimnenticato di citare i pesaggi straordinari, i vicoletti del paese, le casette caratteristiche; luoghi che conferiscono ulteriore spessore alle vicende arrivando ad essere un protagonista aggiunto. E poi la fotografia, che in alcuni casi viene aiutata dalla magnificienza che solo le valli montane possono regalare.
     
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    beh questa non me la faccio proprio scappare, tra l'altro mai visto nulla della seppur piccola filmografia di Diritti, quindi credo sia giunta l'ora :D
     
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    Tu e Fedor impazzirete per questo film, quanto meno me lo auguro. Esempio sopraffino di neo neo realismo ambientato nelle impervie ma amene valli occitane. Un film che ha segnato un solco dentro di me e che è destinato ad essere visto e rivisto.
    Tra l'altro tramite facebook sono entrato in contatto con Giovanni Foresti, uno degli attori; non è detto che non gli chieda un'intervista prossimamente... :shifty:
     
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    Mi stupisco di non aver scritto nulla a post visione, una pellicola bellissima questa di Diritti che mi ricordo recuperai grazie al tuo bello scritto Macinone ^_^ :rolleyes: ...è passato troppo in sordina purtroppo nel panorama generale!

    Mi unisco al coro: Recuperatelo tutti gente, non ne rimarrete delusi!!
     
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    CITAZIONE (Revu @ 18/3/2013, 13:50) 
    Mi stupisco di non aver scritto nulla a post visione, una pellicola bellissima questa di Diritti che mi ricordo recuperai grazie al tuo bello scritto Macinone ^_^ :rolleyes: ...è passato troppo in sordina purtroppo nel panorama generale!

    Musica per le mie orecchie... Musica delle più suadenti e piacevoli. Musica tanto bella come quella magnifica scena, forse la ricordi, della gente del paesello montano che balla arie occitane fino a tarda notte.
     
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8 replies since 27/6/2010, 17:42   185 views
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