The Black Dahlia

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  1. Budd The_Sidewinder
     
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    Pensavo che ci fosse già una discussione sull'ultimo film di De Palma, ho cercato col motore di ricerca ma niente.

    L'ho visto oggi.

    E' un torbido e sensuale noir caratterizzato dalla solita perfetta cura maniacale del regista, che affida a Dante Ferretti la ricostruzione della Los Angeles di fine anni 40, e per la precisione di quel luogo, Hollywoodlad, in cui si andranno ad intrecciare gli eventi dei quattro protagonisti.
    Purtroppo mi dispiace ammetterlo ma questo film non brilla, è lungi dall'essere perfetto, e non rimarrà certo nella storia tra i più indimenticabili, la colpa secondo me è da imputare al tipo di approccio avuto con il libro di Ellroy. Premetto di non averlo letto, ma penso che si sia cercata troppa aderenza alla materia cartacea, perchè le vicende sono tante e non c'è il tempo necessario per trattarle con una certa uniformità. E così abbiamo molte scene realizzate bene dal punto di vista registico (la sparatoria iniziale, lo scontro decisivo nella seconda parte, gli innesti filmici analoghi a quelli di Carter che ci mostrano la vittima dell'orrendo omicidio fare dei provini, perchè è un'attricetta che tenta di sfondare), piani sequenza, ralenti, soggettive, ma manca una coesione di tutti questi elementi, una coesione che ritroviamo nei suoi capolavori passati.
    Gli attori sono di prim'ordine, c'è un cast stellare a parte Aron Eckart (che io non conoscevo), che tra l'altro è credo quello meglio calato nel ruolo, Josh Hartnet mi aveva sorpreso in Slevin ma qui non eccelle, Hilary Swank e e Scarlet Johanson fanno a gara per prevalere, più brava forse la Swank tra le due.
    Per concludere, un film sufficiente, un po' prolisso e macchinoso, che però ha il suo fascino, io sono di parte, essendo un grande fan dei noir e di De palma e quindi sto sul 7.

    voto: 6
    gradimento: 7

    Edited by Budd The_Sidewinder - 30/9/2006, 12:31
     
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    The Black Dhalia – La verità non ha sfumature

    Il caso della Dalia nera è il fatto di cronaca più scottante dell’anno (1947) a Hollywoodland, una ragazza di nome Elizabeth Short (Mia Kirshner) viene ritrovata morta con il copro diviso in due ed un taglio sul viso che le unisce la bocca alle orecchie. I due detective Bucky" Bleichert (Josh Hartnett) e Lee Blanchard (Aaron Eckhart), amici sempre in cerca di fama ed innamorati della stessa donna, decidono di investigare su questo omicidio. Tra corruzioni e doppie identità, i due si addentreranno in un territorio fatto di ombre, sguardi, innocenza e sogni infranti, fino a perdere completamente se stessi per capire cosa sta dietro alla Dhalia Nera. “The Black Dalia” segna il ritorno dopo quattro anni di Brian De Palma (Scarface) alla regia di un film, ma non solo, la pellicola in questione riporta al cinema il noir classico con tutti i canoni del genere ambientazione compresa. Le immagini che il regista ha imbastito per raccontare la storia morbosa della Dhalia Nera sono tutte leggermete sfocate, ovattate, ed immerse in una tonalità ocra che impasta tutto quello che si vede in maniera anomala, proprio come i protagonisti nel medesimo modo si mescolano tra loro, al contrario di alti suoi film l'immagine non è più la verità, tranne in alcune occasioni in cui il visivo ritorna ad essere il punto fermo su cui fare congetture sull'evoluzione della storia. Una pellicola anomala nelle immagini ma classica nella narrazione, non inventa nulla di nuovo, non apporta niente di innovativo al genere, ma ne segue i dettami imposti da grandi registi cinematismi con il noir prima di lui, tra cui Polanski con il suo “Chinatown” senza dimenticare Howard Hawks de “Il Grande sonno”. Image Hosted by ImageShack.usCome in una enciclopedia del genere la storia si sviluppa intricatissima tra dark lady inflessibbili e ricconi dal passato dubbio, icone classiche ma funzionali impreziosite dall’uso della macchina da presa fatto dal regista, che riesce ad essere perfettamente elegante anche nel dipingere una scena di passione torbida. Le donne sono il motore propulsivo del racconto, una viene uccisa e grazie alle altre che compaiono nella vita dei protagonisti, questi riusciranno a sbrogliare il bandolo della matassa e trovare la giusta redenzione. Sono sempre le donne a intorbidire ed a rendere frivolo il racconto, il personaggio interpretato da Hilary Swank carico dell’inadeguatezza di vivere ne è un esempio lampante, ma proprio il sesso femminile è il tallone d’Achille della pellicola. Purtroppo nel descriverlo De Palma molto spesso perde il ritmo restando affascinato dalle sue attrici, distruggendo in alcuni casi le personalità dei suoi protagonisti maschili, facendoli risultare in alcuni punti dei beoti in balia di qualcosa più grande di loro, insinuando nello spettatore un senso di noia sconfitto “solo” grazie ad una storia complessa e ben architettata che riesce a far sempre presa nei momenti di stanca, probabilmente anche per via del sapiente uso delle parti in bianco e nero, uniche dispensatrici di verità in un'epoca in cui i filmati non erano contraffabili, che ritraggono i pochi momenti di vita della ragazza assassinata. “The Black Dalia” è un film praticamente perfetto ma proprio in virtù di questa cura maniacale di ogni singola parte risulta impersonale, allo stesso tempo una grande prova di bravura del regista, ma anche uno sterile esercizio di stile. Una pellicola “mista”, un cinema che non esiste più, un genere dimenticato in quanto “classico”, un film frivolo come il sapore di una donna che vorrebbe essere la prima ma purtroppo non ci riesce, proprio come la Dhalia.

    http://www.raystormcineblog.splinder.com/
     
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  3. Trinità&Bambino
     
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    Ho visto questo film questa sera con Macina e devo dire che ci siamo fatti due simpatici paio di cojons!

    Film dal ritmo lento e estremamente noioso, non basta la bellezza di due belle donne per reggere due ore di film legate molto male fra di loro!

    Domanda: ma loro passano da pugili a detective per divertimento???

    :wacko:
     
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  4. marsellus wallace
     
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    e' un po' ripetitiva visti i commenti di ray e bud ( grandi come sempre) e mi spiace per i cojones di trinita' ( ma questo nel gioco ci sta quando si vede un film ...) , sara' per la prossima volta dai...

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    Black Dahlia

    Titolo originale:
    Nazione e Anno: Usa, 2006
    Genere: Thriller
    Durata: 120 minuti
    Regia: Brian De Palma



    Cast: Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Aaron Eckhart, Hilary Swank
    Distribuzione: 01 Distribuzione

    Trama : Partendo dall'assassinio di una giovane starlette di hollywood ( Betty Ann Short,soprannominata la Black Dahlia) nella realta' ancora da risolvere, nel 1947 due poliziotti-expugili indagando per scoprire i perche' del brutale omicidio ( la ragazza e' stata sfigurata procurandole un terribile ghigno e sezionata in due con asportazione degli organi interni ) vengono a conoscenza di realta' di corruzione e prostituzione...troppi interessi si nascondono dietro questa morte ...Blanchard viene ossessionato da questo caso al punto di rischiare il rapporto con la stupenda compagna Kay mentre Bleichert si perde per la fascinosa e conturbante Madeleine Linscott ...Mr ice e Mr fire ( il nomignolo da pugili dei due ) dovranno muoversi con cautela in questa ragnatela di interessi ed emozioni...

    Osservazioni: raffinato,sensuale,fascinoso,il cinema di Brian de Palma non cede il passo neanche nella trasposizione del romanzo di Ellroy , d'altronde il regista in queste ambientazioni e' a casa sua e il fatto che si trovi a suo agio con dark lady , femme fatal , pistole e intrighi viene nuovamente confermato.
    Pellicola di grande fascino con fotografia eccellente e coreografie di grande impatto che ci fanno magnificamente calare nelle atmosfere noir del 1947 , con tra l'altro due lady di fascino assoluto : Scarlett Johansson e Hilary Swank sono splendide nelle loro rispettive parti , dando il tocco in piu' a un lavoro di assoluto livello.
    Rimaniamo decisamente estasiati da quanto vediamo sullo schermo , tutto si muove con tocco di artista ,e a supporto dle regista ogni comparto ( recitativo,scenografico,fotografico) fa ottimamente la sua parte.
    Il vero problema di questo non e' quanto vediamo , ma il problema di base e' la decifrazione di quanto ci viene raccontato : infatti i ritmi del racconto sono ,come prevedibile in trasposizioni di questo tipo e quindi totalmente giustificati ,lenti ma sopratutto tortuosi, le acque torbide hanno giri concentrici di varia natura e derivazione e sembrano ogni volta deviare da una naturale sfociatura definitiva . Gli elementi si sovrappongono in maniera continua , e questo in alcuni momenti puo' straniare e mettere fuori dai binari della confortevolezza del seguire lo spettatore.
    Approcciarsi a questo film vuol dire anche uno sforzo di intensa partecipazione, doveroso calarsi in attenzione che non deve perdere mai continuita'.Se questo avviene , veniamo ripagati da un finale assolutamente perfetto e chiarificatore e la soddisfazione post visione ancora maggiore. Dopo il giusto riconoscimento alle due stepitose co-protagoniste, giusto comunque dire che anche il duo Hartnett-Eckhart funziona alla grande, uno piu' riflessivo e cognitivo, l'altro intenso e coinvolto con grande rabbia , con giuste contrapposizioni come fuoco e il ghiaccio che i loro nomignoli rappresentano.
    Sopratutto il primo mi e' piaciuto parecchio , con quelle espressioni mai banali calate nella atmosfera noir.
    Un film praticamente perfetto , da oscar per gli amanti del genere sia per la confezione che per la stesura del contenuto, che non esita e ci mostra alcune scene molto intense a sfondo sessuale ( senza mai eccedere )che completano il quadro dipinto da un cineasta di ottimo livello.
     
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    Molto bello, piacevole nelle ambientazioni e con prove recitative di altro livello (vedi Hilary Swank).
    L'unica cosa, è un pochetto complesso nella trama. Ci sono stati momenti in cui il regista donava al pubblico la "grande rivelazione" e io ero lì a chiedermi"eh?" :P
     
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  6. Kurtz
     
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    credo che le "difficoltà" a seguire la trama, lette in più di una recensione, dipendano dallo stile stesso di Ellroy, che scrive romanzi molto densi di personaggi e fatti e anche quando poi vengono - giustamente purgati - nelle due ore cinematografiche diviene più difficile seguire, richiede più attenzione.
    La dalia nera (il romanzo) introduce molti personaggi, molte situaizoni (e io ancor prima di vedere il film già immaginavo "quali" sarebbero finiti nel cestino dello sceneggiatore - e sono sicuro che appena vedo il film ne avrò conferma).
    Certo una cosa va detta, e qui mi allaccio a ciò che scriveva marsellus, anche a leggere il romanzo si nota quanto potesse interessare De Palma. Le mie sono illazioni belle e buone sia chiaro, ma certo leggendo un romanzo che ha doppie donne, scambi, filmini, dark ladies, oscuri rapporti umani... ci si accorge che De Palma ci si può immergere come fosse nella vasca di casa sua.
     
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    Oltre ad essere a casa ci sono alcune citazioni e autocitazioni veramente carine, su tutte una innegabilmente dedicata al nostra Dario nazionale, ma che vedrai nel film colonnello.
     
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  8. Budd The_Sidewinder
     
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    Infatto di complessità nel seguire la trama del film si dovrebbe paragonarlo a LA confidential, che mi è sembrato più immediato a confronto; comunque per me rimane un film affascinante e che alla fine anche se non mi ha fatto gridare al miracolo rientra nelle mie corde :)


    @ray: a proposito di Darione ti riferisci a:

    SPOILER (click to view)
    alla scena del coltello sul pianerottolo con il killer che indossa i guanti?
     
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    CITAZIONE (Budd The_Sidewinder @ 1/10/2006, 20:15)
    @ray: a proposito di Darione ti riferisci a:

    SPOILER (click to view)
    alla scena del coltello sul pianerottolo con il killer che indossa i guanti?

    Si proprio a quella...

    SPOILER (click to view)
    poi proprio come nel darione con la percezione di un'essere femminile un coltello in mano vestita di nero, il che rende ancora più tragica e cattiva la cosa!
     
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  10. il_signoreoscuro
     
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    Visto ieri sera l’ultimo film di De Palma.

    Premesso che non sono proprio un fan di De Palma, di cui considero l’unico vero film cult The Untouchables, mentre detesto quello che da molti è considerato comunque un gran film, ossia Scarface (nonostante la presenza di uno dei miei attori preferiti, il mitico Al Pacino), c’è da dire che sono indubbie le capacità tecniche del regista, che in questo film sono ancora più evidenti in un paio di scene, la sparatoria che precede il ritrovamento del cadavere di Elizabeth Short su tutte, che sono a mio avviso da applausi a scena aperta e andrebbero fatte vedere a chi studia regia.

    Il film risulta molto affascinante dal punto di vista tecnico, avvalendosi di un’ottima fotografia, ottime scenografie (messe appunto dal nostro Dante Ferretti) che ricostruiscono in maniera ottimale i sobborghi di Hollywoodland degli anni cinquanta, ma a mio avviso ciò rappresenta anche il maggior limite del film, in quanto affascina ma non riesce a prendere fino in fondo lo spettatore nella storia. Questa infatti risulta molto “fredda” (poco coinvolgente), in molti casi difficilmente seguibile, con molte scene di cui non si capisce il significato, e quindi si ha la sensazione che il regista si sia preoccupato di più della messa in scena delle diverse sequenze, che della storia nell’insieme.
    Un altro punto debole del film è rappresentato da alcuni dei suoi interpreti: infelice la scelta di Josh Hartnett come protagonista, inespressivo più del solito e poco credibile nel ruolo del pugile, e di Scarlett Johansson, decisamente un brutto passo indietro dopo la bella prova dei suoi ultimi film, (Match Point su tutti), forse anche per via di un ruolo non proprio adatto alle sue corde.
    Bene invece Aaron Eckart, Hilary Swank in un’inedita versione da Femme Fatale, ma la vera sorpresa a mio avviso è Mia Kirshner, giovane interprete della Dalia Nera, assolutamente folgorante, peccato che siano molto brevi le sue apparizioni sullo schermo.

    Volendo dare un voto finale al film do un 7-, perché nonostante i suoi molti difetti, riesce comunque ad affascinare, e soprattutto , cosa più importante, a non annoiare durante le due ore abbondanti della sua durata.


     
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  11. Trinità&Bambino
     
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    Non annoiare???

    Mi sa che abbiamo visto o due film diversi o siamo molto diversi, io mi sono spallatao notevolmente!

    :D

    Ma i gusti sono gusti, concordo su quello che dice rigaurdo alla messa in scena e alla scelta di Hartnett e della Johansson!

    ;)
     
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  12. Budd The_Sidewinder
     
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    No dai trinity :lol:

    difficile da seguire sicuramente, ma non è palloso :D
     
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  13. Trinità&Bambino
     
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    Non è palloso???

    Allora avevo un tic nervoso, guardavo più l'orlogio che il film fra un po'!

    E poi guardavo bigmaca accanto a me che mi chiedeva: 'Che ne pensi?' e io scuotevo la testa e diceva 'du palle, un ci si 'apisce un beniamato'!

    :lol:
     
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  14. Clockwork_Lion
     
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    SPOILER (click to view)
    qualcuno mi spiega discretamente il personaggio di Lorna (la Swank bionda)? La Swank (lapsus sul nome del suo personaggio) dice a Buckie (Harnet) che cercava la donna a cui lei somigliava, e, quando sono a letto, gli confessa di esserci andata a letto per la 'curiosità' di far l'amore con una 'sosia'. Il film lascia intendere che questa 'sosia' dovrebbe esser la Dalhia, INVECE LA SOSIA e' la 15enne Lorna....
    Com'è sta cosa?
    Per me la sceneggiatura ha 'saltato' qualche cosa (altrimenti l'han 'saltata' i miei occhi... :D )
     
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  15. Trinità&Bambino
     
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    Alrto che ha saltato qualche cosa, hanno fatto il salto ad ostacoli!

    :lol:
     
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35 replies since 29/9/2006, 20:28   614 views
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