Rabbit Hole

di John Cameron Mitchell

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  1. Trinità&Bambino
     
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    rabbithole

    Rabbit Hole

    Titolo originale: Rabbit Hole
    Nazione: U.S.A.
    Anno: 2010
    Genere: Drammatico
    Durata: 90'
    Regia: John Cameron Mitchell
    Sito ufficiale: www.rabbitholefilm.com/index.html
    Sito italiano: www.videa-cde.it/rabbithole

    Cast: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney, Tammy Blanchard, Giancarlo Esposito, Miles Teller, Patricia Kalember
    Produzione: Olympus Pictures, Blossom Films, Odd Lot Entertainment
    Distribuzione: VIDEA CDE
    Data di uscita: Roma 2010
    11 Febbraio 2011 (cinema)

    Trama:
    Becca (Nicole Kidman) e Howie Corbett (Aaron Eckhart) sono una coppia felicemente sposata il cui mondo perfetto cambia per sempre quando il figlio Danny (Phoenix List) rimane vittima in un incidente. Lei, ex donna in carriera trasformatasi in casalinga, cerca di ridefinire la propria esistenza in un paesaggio surreale di amici e famigliari carichi di buone intenzioni, fino a trovare conforto in una misteriosa relazione con un giovane e inquieto artista di fumetti, Jason (Miles Teller). L’ossessione di Becca per l’uomo la distrae dal ricordo di Danny, mentre Howie si immerge nel passato, cercando rifugio negli estranei che gli offrono ciò che Becca è incapace di dare. I Corbett, entrambi alla deriva, finiranno per prendere sorprendenti e pericolose decisioni nello scegliere il cammino che determinerà il loro destino.

    Fonte: Filmup.it



    Edited by hellboy1 - 13/9/2011, 12:40
     
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  2. MrBlù
     
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    Ho-paura-dei-clichè-che-il-genere-racchiude, ma-Mitchell-è-regista-interessante, direi-quasi-avanguardistico
    in-alcune-scelte-passate, e-non-credo-che-si-piegherà-ad-una-storia-convenzionale.
     
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  3. Sixx^
     
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    A me ispira assai ^_^
     
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  4. Kurtz
     
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    Mitchell si conferma grande regista. prende un tema doloroso, spinoso, ad alto tasso di scivolata melò e asciuga tutto. grazie anche a un cast perfetto e una ritrovata - finalmente! - Nicole Kidman.

    8

    domani uan recensione seria.
     
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  5. Sixx^
     
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    Vedi che me lo sentivo... -_-
     
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  6. MrBlù
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 11/2/2011, 00:22) 
    Mitchell si conferma grande regista. prende un tema doloroso, spinoso, ad alto tasso di scivolata melò e asciuga tutto. grazie anche a un cast perfetto e una ritrovata - finalmente! - Nicole Kidman.

    8

    domani uan recensione seria.

    bene ^^ i-miei-sensi-da-ragno-funzionano-ancora :lol:
     
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  7. markrock
     
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    CITAZIONE (Kurtz @ 11/2/2011, 00:22) 
    Mitchell si conferma grande regista. prende un tema doloroso, spinoso, ad alto tasso di scivolata melò e asciuga tutto. grazie anche a un cast perfetto e una ritrovata - finalmente! - Nicole Kidman.

    8

    domani uan recensione seria.

    ero molto indeciso prima del tuo commento, ora credo che andrò sicuramente a vederlo!
     
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  8. Trinità&Bambino
     
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    Stasera se non sarò sfatto ne lo vado a vedere.

    Drammone :lol:

     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Dopo "Shortbus" non vedo l'ora di vedere questa pellicola!
     
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  10. poison78
     
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    Il buon John Cameron Mitchell non apprezza per nulla gli script facili. Dopo l'ottimo esordio Hedwig - La diva con qualcosa in più e il controverso Shortbus - Dove tutto è permesso. Il regista texano al suo terzo lungometraggio se la vede con un altro tema scontante e per nulla facile nella gestione di una pellicola. Portare sullo schermo il dramma e il dolore della scomparsa di un figlio. Può sembrare un compito facile, ma troppo spesso si rischia di presentare solo un polpettone drammatico e pesantissimo. Splendida la prova dei protagonisti con una bravissima Nicole Kidman (candidata agli oscar) e un sempre sottovalutato Aaron Eckhart . Prendo in prestito le spine del Kurtz per dire: Le rose migliori sono sempre quelle con le spine più dure.

    8

    Edited by poison78 - 13/2/2011, 19:49
     
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    L'elaborazione del lutto è tema difficile da affrontare (nella vita, figuriamoci al cinema), spesso non si sa dove andare a parare,
    da che parte afferrare il granchio, ed una superficiale messa in scena può portare facilmente a risultati scialbi, poco incisivi,
    se non addirittura patetici. Rabbit Hole è niente di tutto questo, forte di una centrata collocazione temporale (a distanza di qualche
    mese dal trauma subito), di tre ottimi protagonisti e di una "formalità" di base che piuttosto che raffreddare eccessivamente il piatto,
    aiuta a costruire e definire una condizione umana straniata e straniante, costantemente sull'orlo di un baratro nel quale (per fortuna,
    registicamente parlando) non si cade mai. Interessante il contesto familiare nel quale si muovono poche persone ma ben definite,
    che aiutano la costruzione del dramma affrontando (e smantellando) incomunicabilità familiare ed ipocrisie religiose. Perfetto il finale,
    ancora in bilico tra salvezza e perdizione, come non poteva non essere, ma illuminato da una confortevole, flebile luce di speranza.
    Perchè in fondo è così, di certi "mattoni" non ci si libererà mai, ma il tempo può aiutare a renderli sopportabili.

    Un film da non perdere.
     
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  12. Sixx^
     
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    ovviamente da me non c'è, lo vedo comunque ;)
     
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  13. Trinità&Bambino
     
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    Lo vado a vedere alle sette.

    Anche questo ha avuto una distribuzione non ottimale.
     
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  14. MrBlù
     
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    CITAZIONE (Guido75 @ 14/2/2011, 11:24) 
    L'elaborazione del lutto è tema difficile da affrontare (nella vita, figuriamoci al cinema), spesso non si sa dove andare a parare,
    da che parte afferrare il granchio, ed una superficiale messa in scena può portare facilmente a risultati scialbi, poco incisivi,
    se non addirittura patetici. Rabbit Hole è niente di tutto questo, forte di una centrata collocazione temporale (a distanza di qualche
    mese dal trauma subito), di tre ottimi protagonisti e di una "formalità" di base che piuttosto che raffreddare eccessivamente il piatto,
    aiuta a costruire e definire una condizione umana straniata e straniante, costantemente sull'orlo di un baratro nel quale (per fortuna,
    registicamente parlando) non si cade mai. Interessante il contesto familiare nel quale si muovono poche persone ma ben definite,
    che aiutano la costruzione del dramma affrontando (e smantellando) incomunicabilità familiare ed ipocrisie religiose. Perfetto il finale,
    ancora in bilico tra salvezza e perdizione, come non poteva non essere, ma illuminato da una confortevole, flebile luce di speranza.
    Perchè in fondo è così, di certi "mattoni" non ci si libererà mai, ma il tempo può aiutare a renderli sopportabili.

    Un film da non perdere.

    bellissima-recensione, precisa-e-sentita. Si-può-rapportare-a-revolutionary-road? quantomeno-come-film-di-interni-e-percorsi-emotivi
    o-ne-siamo-lontani? Mi-par-di-capire-che-in-questo-ci-sia-piu-rigore. Cercherò-di-vederlo
     
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  15. Trinità&Bambino
     
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    Lo ho visto. Discreto.

    Per la tematica, seppur affrontata in modo diverso, mi ha ricordato molto In The Bedroom

    Ci devo pensare cmq prima di scrivere.
     
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20 replies since 8/2/2011, 16:58   282 views
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