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Riki333.
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Cast tecnico:
Regia - Jo Baier
Sceneggiatura - Folco Terzani, Ulrich Limmer
Musiche - Ludovico Einaudi
Cast artistico:
Andrea Osvart
Bruno Ganz
Elio Germano
Erika Pluhar
Gianni Cavina
Titolo originale: La fine è il mio inizio
Anno: 2010
Nazione: Italia / Germania
Distribuzione: Fandango
Durata: 98 min
Data uscita in Italia: 01 Aprile 2011
Genere: biografico,drammatico
Trama:
Il film è tratto dalla biografia postuma che lo scrittore Tiziano Terzani ha dettato a suo figlio Folco mesi prima che morisse, a causa di un cancro. Nel libro sono raccontate la sue esperienze di scrittore e giornalista a contatto soprattutto col mondo asiatico.
Trailer:
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poison78.
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Pellicola tratta dal libro La fine è il mio inizio, narra le ultime ore di Tiziano Terzani, coinvolto nella ricostruzione della sua vita, con l’aiuto del figlio Folco giunto da New York proprio per ricomporre con esso gli anni passati. Un film che si apre con la richiesta di un padre verso il figlio sulla possibilità di raggiungerlo e accompagnarlo in questo ultimo viaggio: “e se io e te ci sedessimo ogni giorno per un’ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto quello che mi sta a cuore dalla storia della mia famiglia a quella del grande viaggio della vita?”. Se pur non priva di difetti, ho trovato la pellicola di sufficiente fattura. Bruno Ganz ben si adatta nella parte di un protagonista malato che accetta la morte conscio che quella non sia la fine ma solo uno splendido inizio di un viaggio più grande. Una riflessione cosmica sulla vita, non pienamente riuscita ma sicuramente dal sapore agro dolce che lascia riflettere sul giusto valore da dare all’esistenza. Da lodare il coraggio del regista tedesco nel disegnare in questa pellicola una vita interessantissima che meriterebbe maggiore attenzione dai nostri media e dal nostro cinema nazionale. “Allora, questa è la fine, ma è anche l'inizio di una storia che è la mia vita e di cui mi piacerebbe ancora parlare con te per vedere insieme se, tutto sommato c'è un senso! Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi rincresce solo che non potrò scriverne”.
6,5.