A Est di Bucarest

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  1. anais
     
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    A Est di Bucarest

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    Un film di Corneliu Porumboiu. Con Mircea Andreescu, Teo Corban, Ion Sapdaru. Genere Drammatico, colore, 89 minuti. Produzione Romania 2006.

    Esordio alla regia per Corneliu Porumboiu che con questo film ha vinto la Camera d’Or al Festival di Cannes 2006
    Trama: Nel 1989, la Romania seguì, in diretta televisiva, la feroce rivolta popolare che costrinse il dittatore rumeno Ceausescu alla fuga a bordo di un elicottero. In una piccola cittadina ad est della capitale, a sedici anni da quella storica data, il proprietario di una TV locale invita due ospiti a raccontare i loro momenti di gloria rivoluzionaria: si tratta di un vecchio pensionato che per sbarcare il lunario si traveste da ‘Babbo Natale’, e di un insegnante di storia che ha deciso di sperperare tutto il suo stipendio nell’alcol.

    sito ufficiale:http://www.aestdibucarest.com/

    Vabbè...probabilmente sarò l'unica del forum ad aver visto questo film, xò x il dovere di cronaca ho aperto il thread lo stesso!! :lol: :lol: :lol:

    Premessa: nonostante la locandina, non è un film di sinistra né smaccatamente politico. Meglio chiarire per evitare pregiudizi. :)
    Ho visto questo film sabato pomeriggio in uno dei pochi cinema monosala del circuito romano. Sono andata a vederlo principalmente xké incuriosita dal paragone con uno dei miei film preferiti in assoluto, Good Bye Lenin! e poi perché come alcuni di voi oramai sapranno, se posso cerco sempre di dare un'occhiata curiosa a questi film di autori minori e marginali rispetto ai soliti blockbuster.
    E devo dire che non sono rimasta affatto delusa, sebbene cmq questo, rispetto a quel gioiellino di GBL, possa considerarsi giusto un cuginetto minore. Ovviamente non è un film consigliabile a tutti. (però forse al macina e al colonnello potrebbe piacere!) Niente virtuosismi registici, una sceneggiatura molto semplice, anche se a momenti lenta e prolissa, una colonna sonora quasi inesistente che predilige silenzi evocativi e riflessivi, una fotografia dai colori cupi e fangosi come la stessa cittadina sperduta in cui si ambienta il film, da cui trapela in pieno il messaggio intimo del regista che tenta, attraverso il gioco dell'ironia, di tirare le somme di un periodo storico ancora poco chiaro per gli stessi protagonisti. A 16 anni dall'anniversario della rivoluzione emerge assai chiaramente come pochi e scarsi siano i segnali di cambiamento e di speranza di un paese che, dopo l’enfasi iniziale, sembra oggi scontare tutti i danni della disillusione e del sogno americano non riuscito, riuscendo solo a mostrare i suoi palazzi fatiscenti e degradati e le molte persone che non trovano da fare niente di meglio che ubriacare i propri sogni andati nell'alcol.
    Ciononostante tutto il film è giocato sull'ironia e sulla commedia dell'assurdo, in cui tre personaggi strambi e comici nella loro tristezza si concentrano a capire se effettivamente la famosa rivoluzione del 1989 fosse passata anche per il loro piccolo paese, incentrandosi su una ricostruzione dei fatti assai lacunosa, assurda ed esilarante, basata su fatti assai poco decisivi per un'effettiva ricostruzione storica.
    Con un registro comico e anche tenero il regista a mio modesto parere riesce a trattare un tema difficile e anche pesante, specie per quelle realtà, e a darne una propria interpretazione, chiusa in un finale silenzioso e laconico che però arriva dritto dritto al cuore.
    Lo so che per molte persone il cinema è puro divertimento ed intrattenimento, ma questo film secondo me riesce ad unire risate e riflessione assai bene. Vedere che, all'alba del 2006, esistano ancora tali realtà così lontane dalle nostre vite di tutti i giorni dovrebbe aiutare tutti a riflettere e affrontare le difficoltà di tutti i giorni forse con uno spirito diverso.

    :)

    vabbè... scusate l'intrusione! :P
     
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  2. Jimmy Gator
     
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    L'ho visto anch'io, appena uscito, pure io avevo letto l'accostamento con Good Bye Lenin ed ho avuto l'ennesima conferma che, ogni volta che paragonano un film "post-sovietico" a GBL, rimango deluso. Era già successo parzialmente con "Schultze vuole suonare il blues" e "Zucker", che però avevo comunque trovato piacevoli, mentre nel caso di "A est di Bucarest" sono arrivato a fine proiezione a fatica, davvero non ne potevo più del teatro dell'assurdo della trasmissione TV rumena.
    Detto terra-terra: secondo me è una cagata pazzesca! :P E io di norma sono assai benevolo verso i film "minori" dell'est Europa, ma questo proprio non sono riuscito a reggerlo! :P
     
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1 replies since 6/11/2006, 10:41   113 views
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