Bronson

Nicolas Winding Refn

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  1. Kurtz
     
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    imm
    Ostinatamente devoto alla violenza, Michael Peterson – in arte Charles Bronson - non riesce a tenere sotto controllo il suo egocentrismo. E così, dopo un’infanzia trascorsa tra le mura di una casa piena d’amore, il ragazzo cresce collezionando bravate di poco conto. Una volta diventato grande, muscoloso e forzuto, dopo l’ennesima prepotenza, viene rinchiuso per sette anni in carcere. Nella cella, tra una scazzottata al secondino e un morso ai colleghi più miserevoli, diventa il prigioniero più famoso d’Inghilterra: un carcerato eccentrico e sbiecamente intelligente che non ha mai ucciso nessuno ma vive da trent’anni in totale isolamento.

    Edited by hellboy1 - 9/10/2011, 12:36
     
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  2. Cobra Verde
     
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    Un vero miracolo che la distribuzione italiana si sia degnata di portare nelle sale l'ennesimo colpo da maestro di Refn, a 2 anni dalla sua uscita nelle sale inglesi, e molto probabilmente solo a causa dell'ottima accoglienza che Cannes ha riservato alla sua ultima fatica, Drive.
    Che cos'è Bronson? Non è semplicemente la storia del peggior detenuto della storia d'Inghilterra; usando un linguaggio ibrido, tra la prosa teatrale, il mockumentario e la fiction vera e propria, Refn traccia uno spaccato dell'uomo dietro il criminale; Peterson non è un reietto, non è cresciuto nei sobborghi, nè commette reati come forma di disobbedienza verso lo Stato; ma allora perchè tanto astio verso la società? Presto detto: la violenza è l'unico modo che conosce per esprimersi; il dolore inflitto agli altri e, più in generale, l'infrazione delle regole proposte sono, per questo stralunato personaggio, in modo per effermare il proprio smisurato ego; una personalità forte, che talvolta cerca di affermarsi in altri modi (l'amore per la donna del boss, l'arte pittorica e scultorea che pratica, con ottimi risultati, in carcere) ma che solo nella provocazione e nella distruzione trova una catarsi, o, per meglio dire, una manifestazione; eppure questa disperata voglia di attenzione è ignota allo stesso Bronson: a seguito dell'ennesima rivolta, gli viene chiesto direttamente "cosa è che vuoi?"; domanda che lo spiazza completamente: la sua voglia di affermazione è talmente forte e incotrollata da obliterare persino la sua coscienza, trasformandolo in un istrione folle.
    Rispetto al passato (in particolare alla triologia di Pusher) Refn abbandona la camera a mano e i toni crudi: la messa in scena si fa più controllata, talvolta persino asettica (sopratutto nella scena del manicomio, che per fermezza sembra girata da un novello Kubrick, che sostituisce la fida carrelata all'indietro con una laterale); il montaggio, inoltre, viene usato per la costruzione di intere sequenze, come quelle di combattimento, costruite su meri campi e controcampi; il tutto è più pulito e compatto, perfino quando si slterna la staticità del monologo alla velocità delle scene di lotta, dimostrando come l'autore sia a suo agio anche lontano dalla sua abituale realtà produttiva.
    Menzione d'onore, infine, per la straordinaria prova d'attore di Tom Hardy, che conferisce al personaggio non solo una fisicità trabordante, ma anche, quando dovuto, una compostezza spiazzante.

    Voto: 8
     
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  3. neodie
     
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    Doveva uscire direttamente in dvd, poi visto che il regista è stato acclamato a Cannes vincendo anche la palma alla regia i distributori hanno pensato di farlo uscire sperando in una qualche pubblicità di riflesso. E fanno bene, perchè un film così GRANDE merita uno schermo grande (come il pennello cinghiale e la parete insomma LOL). Non so quanto incasserà, ma sono contento dell'uscita in quanto tale, proprio per una questione di "onore" se vogliamo, di "meritarsi una sala. Perchè è un film coi controcazzi!

    Michael Peterson si faceva chiamare Charles Bronson. Come il giustiziere della notte.
    Charles Bronson è un uomo grosso, robusto, pelato e coi baffoni. Charles Bronson è un criminale, un masochista, un violento. Charles Bronson è un artista. Charles Bronson non ha mai ucciso nessuno. Charles Bronson picchia, mena, pesta, colpisce. Charles Bronson vuole diventare il re della prigione, il re degli istituti, vuole fondare un impero.
    Charles Bronson è completamente folle ma non è un pazzo. Genio e sregolatezza? Forse. Il fatto che sia un personaggio reale fa ancora più riflettere e chiedere: possibile? Certe cose sono successe veramente?
    Si, Charles Bronson esiste ancora e una vita del genere non poteva non essere raccontata in un film. Una vita da film, sembrerebbe l'operazione più facile del mondo.
    Ho commesso un errore, perchè scritto così potrebbe sembrare l'incipit di un commento per un biopic. Bronson, così come tanti altri film "su personaggi noti" va (fortunatamente) oltre, esula dai paletti della biografia per immagini e per aneddoti e si libera in una messa in scena vitale, energica, adrenalinica, fuori dagli schemi. Una regia che tra scene e colonna sonora crea sequenze memorabili e momenti che trovano nella sporcizia e nella violenza di un carcere o di un manicomio una dimensione epica.
    Il cuore pulsante di questo gioiellino reggono sulle spalle imburrate di un IMMENSO attore. Tom Hardy dà un significato in carne e ossa a diversi aggettivi, ad esempio a clamoroso e a strepitoso.
    Non solo una mimesi fisica e gestuale, ma una metamorfosi totale. Stupisce vedere una trasformazione simile in un ragazzo tanto giovane. La voce, i movimenti, la presenza scenica. Lui c'è sempre e senza di lui non ci sarebbe stato niente.
    Penso anche alle magnifiche scene del meta-teatro, in cui Charles Bronson, pardon, Tom Hardy, anzi no, Charles Bronson lascia il posto (il palco) alla sua coscienza, al mimo che c'è in lui, alla teatralità. Charles Bronson, un artista.
     
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  4. Cobra Verde
     
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    CITAZIONE (neodie @ 15/6/2011, 06:58) 
    Doveva uscire direttamente in dvd, poi visto che il regista è stato acclamato a Cannes vincendo anche la palma alla regia i distributori hanno pensato di farlo uscire sperando in una qualche pubblicità di riflesso. E fanno bene, perchè un film così GRANDE merita uno schermo grande (come il pennello cinghiale e la parete insomma LOL). Non so quanto incasserà, ma sono contento dell'uscita in quanto tale, proprio per una questione di "onore" se vogliamo, di "meritarsi una sala. Perchè è un film coi controcazzi!

    ah ecco, ora torna tutto; ottima analisi ;)
     
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  5. Kurtz
     
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    Sospeso tra estetica violenta e ironia, tra astrattismo e realismo, in un processo di (riuscita) emulazione dell’Arancia meccanica di Kubrick, Bronson si fa notare sicuramente per la maiuscola prova visiva, concentrata quasi tutta ossessivamente sul suo protagonista, un Thomas Hardy in stato di grazia. Eppure il film alla lunga finisce con l’avvitarsi su se stesso, ripetendo schemi e formule che seppure originali, perdono un po’ di quota. Non ho visto altro di Refn, ma devo dire che – da quanto letto sul web – mi aspettavo di più da questa allucinata biografia del “galeotto più pericoloso d’Inghilterra”. Il risultato è complessivamente buono e il talento del regista potrebbe rivelare ottimi frutti (magari già anche quando – e se – recupererò gli altri suoi film).

    6.5
     
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4 replies since 14/6/2011, 18:02   216 views
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