Twixt

di Francis Ford Coppola

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    Debutterà al Festival di Toronto che si apre il prossimo 8 di settembre il nuovo film di Francis Ford Coppola, che segna il ritorno all'horror del grande regista americano.
    Twixt, questo il titolo del film, vede Val Kilmer nei panni di uno scrittore di romanzi mystery (che nel trailer viene definito "la versione sfigata di Stephen King"), che si trova coinvolto in un caso di omicidio in una cittadina californiana, assieme ad uno sceriffo inquietante e diabolico e a strane figure fantasmatiche.

    Trama:
    Si tratta di un thriller basato su un racconto breve dello stesso Coppola e ispirata da un racconto scritto da Nathaniel Hawthorne nel 1835, Young Goodman Brow, ambientato nel Massachussets del 17° secolo. La storia parla di un uomo che, di ritorno a casa dalla moglie, passa per il bosco dove incontra un uomo che potrebbe essere il diavolo.

    USCITA CINEMA: Prossimamente
    REGIA: Francis Ford Coppola
    SCENEGGIATURA: Francis Ford Coppola
    ATTORI: Val Kilmer, Bruce Dern, Ben Chaplin, Elle Fanning, Joanne Whalley, David Paymer, Alden Ehrenreich, Anthony Fusco, Don Novello, Ryan Simpkins
    Ruoli ed Interpreti

    FOTOGRAFIA: Mihai Malaimare Jr.
    MONTAGGIO: Robert Schafer
    MUSICHE: Dan Deacon, Osvaldo Golijov
    PRODUZIONE: American Zoetrope
    PAESE: USA 2011
    GENERE: Horror, Thriller
    FORMATO: Colore






    Edited by hellboy1 - 12/9/2011, 20:06
     
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    e nessun commento ancora? :unsure:
    apriamo le danze allora...

    mi mancano ancora, purtroppo, le ultime due fatiche, dalle quali non so cosa aspettarmi sinceramente, ma questo non vorrei perdermelo...magari Fancisco ci regala un bell'horrorino... :)
     
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  3. MrBlù
     
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    due-cose :

    Kilmer-piu-ingrassa-piu-si-rivela-attore-dalle-ottime-capacità (se-solo-avesse-scelto-meglio-i-copioni-sui-quali-lavorare...!)
    I-carrelli-laterali, la-composizione-delle-immagini, l'attenzione-al-particolare... sono-elementi-che-fanno-gioire-in-ogni-film-di-Coppola,
    anche-i-minori-dell'ultima-generazione.
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Sembra carino nulla di più
     
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  5. Fedor Lynch
     
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    "Twixt" è un gioco da tavola strategico, un testa a testa in cui il giocatore deve congiungere due lati opposti del tabellone ed allo stesso tempo impedire che l'avversario ci riesca prima di lui. Ma "Twixt" significa anche "tra" / "fra". Francis Ford Coppola, superati i 70 anni, ha voglia di sperimentare, di dare nuova linfa al suo cinema sempre stato capace di conciliare le logiche hollywoodiane a un'autorialità propria e indiscutibile. La sua ultima pellicola infatti può essere considerata un proseguimento di un percorso personale di cui fanno parte "Un'altra giovinezza" e "Tetro - Segreti di famiglia", due film molto diversi tra loro ma vicini nello "spirito" e nel "significato". "Twixt" si pone nei confronti dei sue due predecessori nella stessa maniera, in un legame non tanto visibile sullo schermo, bensì radicato nell'evoluzione dell'autore e nella sua ricerca - sia artistica che personale. Hall Baltimore è uno scrittore di romanzi horror, uno Stephen King dei poveri, in crisi creativa. Il tour promozionale del suo ultimo libro lo porta a Swan Valley, piccolo paese sperduto e irreale, con atmosfere e personaggi che a tratti ricordano l'immaginario lynchiano. Qui incontra lo sceriffo Bobby LaGrange, aspirante scrittore, che gli racconta la storia di una ragazzina assassinata con un paletto piantato nel cuore: storia perfetta per il prossimo romanzo di Hall. Al quadretto si aggiungono però alcuni sogni del protagonista che dovrà così far luce sul suo passato e su quello del paese. Qui entra in gioco una componente autobiografica del regista non indifferente: Hall ha perso una figlia in un incidente in motofoscafo, così come lo stesso Coppola nel 1986 perse il figlio primo genito in circostanze simili. Si tratta di un aspetto di fondamentale importanza per la comprensione e collocazione dell'opera che assume una valenza quasi catartica per l'autore che in un certo senso si racconta tramite il protagonista Hall che diventa suo alter ego. Il film non è costruito in maniera classica, ma si basa su una trama che accumula senza sviluppare e che passa in secondo piano lasciando spazio alla potenza visiva della messa in scena e al suo significato ultimo ben più consistente della storia che da sola non riuscirebbe a sostenere il peso della pellicola. Coppola si muove con attenzione tra le linee del mistery horror con venature comiche che vanno più volte a sfiorare - consapevolmente, sia chiaro - la parodia del genere tra vampiri e situazioni viste e riviste. Ma oltre all'imponente realizzazione stilistica, Coppola gioca altre carte vincenti, che moltiplicano le chiavi di lettura (il moltiplicarsi è elemento importante in "Twixt") e danno un fascino particolare all'opera. Da sottolineare ad esempio la presenza di Edgar Allan Poe che diventa una sorta di guida di Hall nell'universo onirico e un aiuto nel superamento della sua crisi creativa. Poe infatti cita la sua "filosofia della composizione", in cui svela la sua tecnica di scrittura fatta più di studio e ponderazione e non di intuizione: la creatività viene affrontata come fosse un problema matematico. E la creatività è un problema per Hall che non trova spunti per il romanzo che deve scrivere e si ritrova a rielaborare senza successo una singola frase (divertente ed efficace la sequenza), mentre vorrebbe scrivere qualcos'altro. Sono quindi gli standard imposti e gli schemi da seguire a limitare il ragionamento e di conseguenza il processo creativo? Forse, fatto sta che "Twixt" è stato prodotto da Coppola senza nessun appoggio esterno. Altra figura importante nel film è quella di "V", la ragazzina che Hall incontra nel suo sogno e che diventerà rappresentazione di più donne anche qui secondo un'influenza attiva di Poe che ne darà una definizione logica, e passiva per Hall che ne subirà la/le metamorfosi. In definitiva non stupisce la mancata distribuzione di "Twixt", troppo fuori dagli schemi classici sia nelle forme che nel contenuto, dove la miscela dello stra-abusato plasma un qualcosa di diverso, forte e affascinante. "Twixt" è un film bello? Non lo so, può essere. So per certo che rapisce, che invoglia analisi approfondite e che lascia qualcosa. E so che Coppola è un grande autore anche in questo e poco importa che il suo talento sia dato dall'intuizione o dalla ponderazione.
     
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  6. badòands
     
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    a me incuriosiva davvero tanto,ma ne ho letto non troppo bene,e soprattutto di fatto non è mai stato distribuito,solo apparizioni in vari festival(l'hai visto a torino?)
    l'audio non ci spero,immagino che manco i sub italiani abbia vero?
     
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  7. Fedor Lynch
     
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    i sottotitoli in italiano ci sono... :)
     
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  8. badòands
     
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    allora vada per il recupero,lo aggiungo al listone,grazie
     
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  9. Fedor Lynch
     
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    figurati, fammi poi sapere cosa ne pensi

    comunque sì, dalla critica è stato smontato un po' ovunque.. per me ha quel tipo di fascino a cui non so resistere.. :lol:
     
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  10. badòands
     
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    pure a me fa lo stesso effetto sulla carta,anche perchè almeno come trama c'è quel pesante sapore di omaggio al padre artistico di coppola,corman,che mi farà apprezzare a prescindere il film credo,anche se non avrà il fascino gotico del suo maestro
     
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  11. Frankie00
     
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    Io confermo le impressioni di Fedor. Questa è la mia recensione:

    Questo strano caso di Hall Baltimore è un film atipico a partire dal titolo (inizialmente Twixt Now and Sunrise, in seguito abbreviato in Twixt), girato nel lato più oscuro della California e caratterizzato da un 3D interattivo. Twixt significa "tra" ma non è ben chiaro quali siano i due opposti in mezzo ai quali si inserisce: sogno e realtà, verità e finzione, bene e male. Probabilmente si tratta solo di una parodistica esternazione del mondo interiore del regista/autore, quasi una confessione al crepuscolo, ma di certo la natura del film è dualistica e sperimentale nel senso più convenzionale del termine, perchè gli estremi ben definiti all'inizio del "gioco" via via si confondono e quel "tra" smette di esistere prima di un finale tra i più ironici e soghignanti degli ultimi anni.
    In effetti l'ultima fatica di Coppola è un gioco vero e proprio e per questo può essere confuso con l'esercizio di stile, sbilenco e raffazzonato perchè "costruito" in corso d'opera, montato a seconda delle reazioni del pubblico in proiezioni preliminari. Ma al di là di quanto il film possa essere brutto o poco riuscito, sta di fatto che è sincero e nasconde sotto il proprio stile un nucleo di dolcezza che quasi scalda il cuore e sicuramente tiene incollati alla poltrona per tutti i suoi 85 minuti.

    Baltimore è uno scrittore di romanzi economici, uno di quelli senza passione o ispirazione e in cambio tanti problemi economici, alla ricerca nell'alcol della soluzione alla propria incapacità di mettere insieme due parole che non suonino banali. Il suo unico desiderio è scrivere qualcosa di personale, forse l'ultimo modo per liberarsi dal senso di colpa e da un passato traumatico che lo perseguita. L'occasione non è l'idea germinale seminata nel suo inconscio dall'assurdo sceriffo LaGrange (Bruce Dern) ma un sogno profetico in cui compare V, misteriosa tredicenne profetica anche lei per via del nome che si porta dietro (Virginia) e che richiama Edgar Allan Poe, nume tutelare e alter ego del protagonista. Anche qui due opposti, da un lato accomunati dalle rispettive donne bambine della loro vita, dall'altro differenti per attitudine artistica, una basata sull'istinto e l'esternazione del proprio marasma interiore, l'altra sull'applicazione scientifica della parola e sulla razionalizzazione della struttura narrativa. In realtà si tratta di un omaggio e una critica all'horror (letterario e cinematografico) moderno e contemporaneo. Si tratta di un modo nuovo per affrontare la propria indipendenza artistica e di rinnovarsi senza rinunciare alla tradizione, un modo per cercare il vero se in un'industria soffocante. Un prevalere del conflitto interiore sul conflitto (e il mistero) alla base del film stesso.

    Coppola porta avanti un percorso cominciato tanti anni fa. Il suo è un viaggio interiore ed estetico che attraversa generi diversi, dalla favola gotica al weird, dall'espressionismo al mistery. Riprende la figura del vampiro già affrontata con successo tanti anni prima e la rielabora in maniera del tutto personale, ammiccando all'estetica da b-movie. Il suo modo di fare cinema riflette sul cinema stesso, ma si basa su punti di riferimento fissi, come l'uso del colore che a qualcuno ricorderà Sin City ma trova origine nel ben più originale (e precedente) Rusty il Selvaggio. La fotografia di Mihai Malaimare Jr. traduce perfettamente questa neccessità postmoderna di rappresentare la realtà.
    Come ho già detto Twixt non è un film bello, né del tutto riuscito. La colpa è dell'inconsistenza della trama che si perde nel non sense, ma anche della parodia fin troppo evidente e di un attore protagonista come Val Kilmer (che ricorda lo sfatto Mickey Rourke di The Wrestler). Per fortuna riequilibria la situazione una burtoniana Elle Fanning, giovane promessa. Anche per questo, forse, non ha potuto godere di una distribuzione e ha fatto il giro dei festival, compreso quello di Torino 2011.
    A me però è piaciuto, perchè c'è qualcosa di caloroso in questo film, qualcosa di sincero e genuino che fa bene e fa riflettere. Lo sguardo sognante di un vecchio/bambino nel bel mezzo della sua altra giovinezza che guarda con nostalgia a un passato che non c'è più, che non può (e non deve) più tornare. Mai più.

    Edited by Frankie00 - 28/8/2012, 18:02
     
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    belle analisi :)

    twixt_3
    io rimango un po' più freddo (non che voi siate stati caldissimi) ho trovato questo Twixt un horrorino abbastanza fiacco. tralasciando la sceneggiatura che si sviluppa aggiungendo carne al fuoco a mo' di castello di carte, non cuocendo alcunche e rischiando per giunta di far crollare tutto (si salva il tono beffardo e ironico, quasi a sdrammatizzare parodizzando...) avrei spinto più l'acceleratore sul rapporto padre-figlia-vampiro, piuttosto che biforcare il percorso onirico rendendolo formativo, di elaborazione, di crescita, di indagine nonchè una sorta di requiem dei dolori passati, anche perchè poi i temi del fanatismo e del lutto risultano essere molto deboli. Allan poe è più decorativo che altro. mi ha fatto piacere vedere la voglia e il coraggio di sperimentare, anche se, ancora, da questo punto di vista l'italo-franco Amer da due piste al lavoro di Coppola, che mi è sembrato non del tutto riuscito da questo punto di vista - come se parte di ciò che volesse mostrare fosse rimasto nella sua mente. però, insomma, c'ho visto "gusto" nel girare, ho apprezzato la ricerca stilistica, sopratutto i rimandi al cinema gotico, di cui conosco poco ma qualcosa ho visto; e devo dire che il cerchio si chiude sufficientemente bene.

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  13. Fedor Lynch
     
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    alla fine sei andato su una "sufficienza paraculo".. ma non mi scampi :lol: :lol:

    Io in realtà sono abbastanza caldo, col passare dei giorni il mio gradimento sta salendo - come d'altronde immaginavo post visione - e penso che arriverei anche a un 8 senza troppi problemi. L'accumulo in fase di sceneggiatura a parer mio è una delle armi vincenti o, meglio, che più caratterizza il lavoro e lo colloca in una dimensione precisa, più intima e personale e in qualche modo parallela nella costruzione del rapporto realtà/finzione (su più livelli). Del rapporto padre-figlia a Coppola non glie ne fregava nulla in fin dei conti :lol: .. Il suo obiettivo era toccare altri temi e comunque non ridursi ad uno sviluppo narrativo classico (chiaramente l'intento non era solo di essere originale, ma il tutto ha basi più radicate diciamo).

    Non sono d'accordo su niente in pratica.. Ad eccezione di quando parli della ricerca stilistica che però riduci quasi fine a se stessa non trovandole una dimensione all'interno del corpo filmico.


    Molto bello il commento di Frankie invece. :)
     
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    no beh ma la sufficienza se la merita :lol:

    diciamo che secondo me l'accumulo di elementi è sì sintomo di personalità e coraggio, di rinvedire schemi oramai consumati, di ricordarci che (oramai a mio avviso fattore fondamentale nella riuscita di un buon film horror) il genere non è stanco, ma ha ancora molto da regalare... dicevo, ma riflette anche qualcosa di irrisolto e/o "appena accennato" che mi ha fatto storcere il naso.
    il rapporto padre-figlia l'ha snobbato, però cazzo, a me sarebbe piaciuto vedere qualche sviluppo in quel senso, magari rinunciando all'ennesima escursione Edgar Allan Poeiana :P
    alla fine mi è piaciucchiato, cmq il tuo 8 è fuori dalle grazie :P
     
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  15. Fedor Lynch
     
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    Non so, io sono dell'idea che il genere adottato a grandi linee - l'horror in questo caso - è solo un pretesto per tutto quello che Coppola voleva dire e mostrare. Quindi di dare ventate d'aria fresca al genere secondo me glie ne fregava ben poco.. Ma solo lui può saperlo :lol:
    L'accumulo di elementi è più caratterizzante in una visione più complessiva della settima arte e del cinema statico e sempre saldamente appoggiato sui soliti canoni/strutture.
    Allan Poe invece è una scelta vincente, c'è poco da fare.. Se no tutto il discorso sulla creatività, sulle crisi, sull'intuizione e sulla ponderazione andava un po' a farsi benedire suvvia.. Era il rapporto padre/figlia ad essere giustamente da accantonare che più delle solite due/tre cose non si potevano dire.. Già così ha detto abbastanza!
     
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18 replies since 4/8/2011, 12:22   318 views
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