Miracolo a Le Havre

di Aki Kaurismaki

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  1. nicbaker
     
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    Miracolo della Bim -preziosa importatrice di film festivalieri, e potrebbe osare ancora di più, il potenziale del passaparola virtuale da noi è ancora tutto inesplorato, almeno dal mio punto di vista- che porta al buio delle nostre sale l'ultimo film di kaurismaki, non ci credevo più, e vi dico di più, non pensavo neanche sarebbe uscito in HV.



    C'è chi giura che la palma la strameritava kaurismaki -ma c'era da mettersi l'anima in pace per quest'anno, la palma era stata assegnata da due anni circa- per chi se ne frega delle medagliette il fatto che non l'abbia vinta è irrilevante, ma fa piacere vedere che Kaurismaki sia ancora in grado di scuotere e, soprattutto, ancora in grado di essere esportato,in tempi in cui sembrava ormai certo che il suo cinema parlasse un linguaggio incomprensibile, troppo lontano dalla verbosità e dall'accumulo visivo a cui siamo abituati(?)

    Grazie al cielo la Bim non ha creduto a queste balle.

    Quindi, entro fine anno - dicono, anche se fosse dopo poco importa- il film uscirà nelle sale.

    C'è poco da sapere sulla trama (e io ho cercato di saperne il meno possibile) semplicemente si tratta della storia di un lustrascarpe emigrato a Le Havre

    Edited by hellboy1 - 11/9/2011, 19:16
     
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  2. paogab06
     
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    questa e' un ottima notizia, speriamo che dopo uscira il dvd del film di questo grande maestro
     
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    Ottima notizia!
    Da un po' di tempo ho iniziato a interessarmi di Kaurismaki e questo quindi non può che farmi piacere.
     
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  4. Fedor Lynch
     
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    ottima notizia.. per me è imperdibile
     
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  5. MrBlù
     
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    Il-marchio-di-fabbrica-del-finlandese-è-evidente-sin-dal-trailer, devo-recuperare-alcune-sue-opere
    poi-non-mancherò-di-buttarmi-pure-su-questa!
     
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  6. paogab06
     
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    consiglio assolutamente

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  7. Fedor Lynch
     
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    Ci sono i grandi registi e ci sono gli Autori. Aki Kaurismaki appartiene indubbiamente alla seconda categoria, in quanto il suo cinema è davvero un qualcosa di magico e unico. Basta la prima inquadratura e già si capisce che "Miracolo a Le Havre" è opera sua, senza ombra di dubbio. La pellicola è incentrata su Marcel Marx, un lustrascarpe che vive nella città francese con la moglie Arletty e la cagnolina Laika. Due eventi cambieranno la sua monotona esistenza: la malattia della sua consorte e l'incontro con Idrissa, un ragazzino immigrato clandestino. Kaurismaki mette in scena una storia profonda con un chiaro significato: è ancora possibile un miracolo nella nostra società? Oppure è una cosa che appartiene unicamente alle favole? La regia del finlandese è pulita, sobria e precisa: ricalca le opere precedenti confermandone lo stile e la poetica. Una commedia dai toni malinconici che regala i consueti momenti "assurdi" che appaiono normali, che riesce a far ridere quando meno te lo aspetti e che avvolge completamente lo spettatore nel suo "incantesimo" cinematografico. Un film che si nutre di opposti tra le lacrime e i sorrisi, la speranza e la realtà, la leggerezza e le difficoltà. Un'opera lontana dal cinema degli ultimi anni, dall'ossessionante ricerca dello stupire a tutti i costi (che a volte funziona, a volte per niente): "Miracolo a Le Havre" punta sugli sguardi, sui piccoli scorci delle strade cittadine. Si tratta di poesia sul grande schermo, con ritmo lento ma allo stesso tempo essenziale. Non c'è denuncia, c'è voglia di intimismo. Non c'è moralismo, c'è necessità di sperare. Non c'è retorica, c'è cuore, tanto cuore. Kaurismaki prende argomenti di attualità e li "rigira": ne prende l'essenza per avventurarsi nel suo racconto ed abbandonare in un certo senso la realtà e lasciare spazio alla magia. Magia intesa come un qualcosa di insolito, che non vediamo nel quotidiano perchè troppo lontana se non utopica. Ci fa riflettere senza costringerci a farlo, senza alcun tipo di provocazione, senza puntare il dito. Capolavoro.

    Voto: 10
     
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  8. MrBlù
     
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    La-tua-recensione-vive-di-passione-e-fervore, ecco-penso-che-quando-un-cinema-ci-emoziona-tanto
    è-giusto-assegnare-il-massimo-gradimento, indipendentemente-dal-valore-oggettivo. Qui-però-ho-sentore
    che-il-voto-non-sia-poi-cosi-fuori-posto, guardando-il-trailer-sentivo-l'odore-di-quelle-opere-indimenticabili,
    intelligenti, dolorose-ma-piene-di-speranza... Spero-di-poterlo-vedere, mi-accontento-anche-del-piccolo-schermo.
     
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  9. Fedor Lynch
     
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    sono andato contro ogni mio principio dando un 10 così.. :lol: nel senso che generalmente non darei mai un 10 dopo la prima visione.. ma questa è davvero un'opera grandiosa, in grado di far vibrare le giuste corde.. io te lo consiglio assolutamente, a te come a chiunque altro..
     
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  10. nicbaker
     
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    A picture with a smile – and perhaps, a tear. Diceva il cartellone di un film bellissimo, di qualche decennio fa, si potrebbe invertire, o lasciare così, insomma vale anche per Le Havre, una pellicola che strappa un sorriso e una lacrima, che possono essere gesti più superficiali di uno sbadiglio, ma non qui, non con Kaurismaki, e nemmeno con il regista di quel cartellone -Chaplin, che di Kaurismaki illumina il cinema- e poi in fondo al cinema andiamo per quello, per un sorriso e una lacrima.
    Una storia bellissima, semplice, con la tenerezza che solo un alcolizzato tabagista pigro può dare. Non starò qui a raccontarla, è inutile girarci intorno se un film si può raccontare fedelmente non vale la pena andare a vederlo, questo non si può raccontare, non si può spiegare come Kaurismaki riesca sempre a mettere le sue storie in un tempo che non esiste, se il cinema dovesse reggere altri 400 anni, non credo che nessuno sarà in grado di dire di che anno è Le Havre, sarà semplicemnete un film del 900… e già ora sembra uno di quei film che invecchierà a modo suo, ora è vino, domani potrebbe essere liquore,…non si può spiegare nemmeno perché con i suoi film si ha sempre la senaazione che si veda qualcosa che viaggia nella sottile linea che sepra la realtà dal sogno, dal tempo e il luogo delle favole, probabilmente eprché al cinema e forse anche nella vita quel confine non esiste, e c’è ancora chi è capace a non vederlo.
    Scrivo anche se dovrei chiudermi nel silenzio, non mi rileggerò neanche, quindi perdonate qualsiasi tipo di errore o di frase lasciata a metà, scrivo perché qualcuno vada a vederlo, la maggior parte rimarrà delusa da questo cinema immobile, silenzioso, qualcuno lo troverà bello, ma mi basta sapere che anche solo uno si emozionerà e vedrà la rivoluzione del cinema di Kaurismaki, in questo suo film dove i ciliegi tornano in fiore, e c’è spazio per un dottor professor truffatore imbroglione.

     
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  11. Fedor Lynch
     
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    :wub:
     
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    dopo le splendide disamine ho una grandissima voglia di vederlo, farò di tutto per andarci la settimana prossima. purtroppo come al solito la distribuzione è scandalosa -_-
     
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  13. Kurtz
     
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    miracolo_a_le_havre_1

    Della filmografia di Kaurismaki conosco solo Le luci della sera e visto quanto mi fossero piaciuti il suo mondo e i suoi personaggi, non capisco perché non mi sia sciroppato tutti i suoi titoli. Certo non mi son lasciato sfuggire quest’ultima uscita, una fiaba moderna che la nostra distribuzione ritardataria per una volta ci offre in un momento più che adatto. Mettete un Kaurismaki sotto l’albero!

    Tre sono i protagonisti della vicenda: un anziano lustrascarpe – ex clochard ex scrittore – con moglie malata, un ragazzino africano che l’uomo vuole aiutare a ricongiungersi alla madre in Inghilterra prima che l’immigrazione lo trovi e un commissario maigretiano che offre il tono noir dolce e sussurrato. Tra calvados e povertà, i personaggi di Kaurismaki sono figurine chapliniane, risucchiate in un’interzona senza tempo che sembra oggi come un quadro pop-art degli anni 60, fotografate (da Timo Salminen) sugli azzurri dominanti che richiamano una città portuale fatta di cielo e mare, tra le quinte di un presepe realistico animato da un afflato di vicendevole soccorso tra gli abitanti. A Kaurismaki non interessa la politica sull’immigrazione, né la velocità del cinema moderno, ma preferisce la staticità dei quadri per indagare e sorridere attraverso le facce stilizzate e surreali.

    Inutile discutere sul didascalismo del titolo italiano, che per altro esala pure fetidi sospetti di spoiler.

    8.5/9
     
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    Un buonissimo film che vive di piccoli sguardi, e personaggi incastrati perfettamente nel contesto creato da Kaurismaki. Il lustrascarpe, che come diceva Renato Zero è "povero in danari, ma ricco in fondo il cuore", il bambino africano che vuole raggiungere la propria madre in Inghilterra, ma dovrà sfuggire da un commissario, che è sicuramente il personaggio più affiscinante del film, un uomo dalle mille sfaccettatture, mai banale. Finale denso di significato. Una pellicola che mi ha rimandato per certi versi a un'altra pelliccola francese di un paio di anni fa (Welcome :wub: ).

    7,5
     
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  15. Fred Dastereo
     
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    Non l'ho ancora visto ma so già che lo adorerò.Kaurismaki è semplicemente,oltre che un regista,una persona da ammirare.
     
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17 replies since 28/8/2011, 13:02   366 views
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