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CHRONICLE
Il film racconta di tre ragazzi che sviluppano dei superpoteri dopo essere entrati in contatto con una misteriosa sostanza nei boschi.
Inizialmente il trio si diverte a fare degli scherzi prendendo di mira persone a caso assumendo così sempre più confidenza coi loro poteri.
Tutto procede all'insegna del divertimento fino a quando uno dei tre comincia a mostrare evidenti segni di stress e ad utilizzare i suo potere a scopi personali.
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Fedor Lynch.
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Mockumentary e supereroi. Accostamento decisamente particolare - sulla scia dei vari finti documentari che hanno contagiato più generi - che però rende "Chronicle" una bella sopresa. Merito dei due giovani esordienti Josh Trank (regista) e Max Landis (sceneggiatore), entrambi classe 85 ed entrambi figli d'arte. Protagonisti della storia sono Andrew, Matt e Steve, tre ragazzi che finiscono a contatto con un qualcosa che li dona dei superpoteri: telecinesi, capacità di volare ecc... Questo segna l'inizio di un percorso di crescita nella vita dei tre giovani, desiderosi di padroneggiare le nuove abilità e comprendere come utilizzarle al meglio. Importante il contesto individuale di Andrew - mano e occhio principale della telecamera - che è un ragazzo introverso, senza amici, con padre alcolizzato e madre gravemente malata. L'acquisizione dei poteri non porta ad una consapevolezza sociale ed a un desiderio di essere paladini della giustizia, bensì a nuovi metodi per divertirsi ed ottenere un qualche tornaconto personale.
La tecnica del mockumentary acquista a sua volta un super-potere: la telecamera che filma infatti diviene oggetto su cui applicare la telecinesi e permette inquadrature e giochi visivi impossibili nel genere. Mockumentary che inoltre viene arricchito non limitando alla sola telecamera di Andrew il mostrato: abbiamo infatti una studentessa che filma e a tratti documenta la vicenda, telecamere di videosorveglianza, e - nelle sequenze finali - mille occhi tra riprese televisive, telefonini e supporti vari. Le regole del genere vengono quindi infrante ma in maniera funzionale, che appare forzata solo in poche occasioni. Questo rappresenta il più grande punto di forza di "Chronicle", che riesce a superare i limiti auto-imposti dalla scelta narrativa per mostrare un panorama più ampio e valorizzare la messa in scena.
Lo sviluppo della vicenda è ben gestito, in un percorso a tappe che offre numerosi spunti e apre più questioni. La crescita, le responsabilità, il disagio... Tutti elementi che fanno parte del mondo di giovani studenti e che qua vengono metaforicamente inseriti in un contesto sovrannaturale, con superpoteri che permettono di costruire e distruggere ma che richiedono una certa autoconsapevolezza. L'isolamento iniziale di Andrew, che vuole filmare le sue giornate per evadere dalla realtà, il suo successo di fronte agli altri studenti, le difficoltà familiari... Il quadro complessivo funziona e la scelta del mockumentary si rivela vincente aumentando il coinvolgimento dello spettatore.
Ben realizzati anche gli effetti speciali, nonostante il budget limitato a circa 15 milioni di dollari (spiccioli nel cinema di supereroi), che rendono la coraggiosa opera prima di Trank e Landis un film decisamente riuscito e apprezzabile. Convincente il finale, anche se leggermente troppo dilatato. Senza inutili esaltazioni, "Chronicle" è un buon film capace di mischiare due generi agli antipodi influenzandoli a vicenda. Il ritratto di realtà che ne emerge è ben delineato, non ricerca l'eroicità ma marca il quotidiano, l'individuo e la sua evoluzione.. -
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Interessante diagnosi. Rimango comunque un po' perplesso sulla buona riuscita di questo film. Le immagini riportate nel trailer, che ho anche rivisto di recente al cinema, mostrano delle sequenze che non mi hanno convinto moltissimo. La storia parrebbe abbastanza originale (il condizionale è d'obbligo) ma i personaggi sembrano agire come dei bambocci piuttosto che cercare di capire cos'è, come funzioni il loro potere e cosa gli può davvero permettere di fare (e le scene con loro che si divertono a prendere in giro le persone per strada sembrerebbero infatti avvalorare questa mia ipotesi).
...mi sembra un film con una storia con delle buone premesse ma mi da la sensazione che lo si sarebbe potuto svolgere in maniera diversa e con un'attenzione ed un piglio più maturo.[...] elementi che fanno parte del mondo di giovani studenti e che qua vengono metaforicamente inseriti in un contesto sovrannaturale, con superpoteri che permettono di costruire e distruggere ma che richiedono una certa autoconsapevolezza.
Un po' sulla falsa riga de L'Uomo Ragno: "da grandi poteri, derivano grandi responsabilità".
Niente di nuovo o che non si sia già visto altrove insomma...Pronto comunque a ricredermi quando (e se) deciderò di vederlo.
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Fedor Lynch.
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i personaggi sembrano agire come dei bambocci piuttosto che cercare di capire cos'è, come funzioni il loro potere e cosa gli può davvero permettere di fare (e le scene con loro che si divertono a prendere in giro le persone per strada sembrerebbero infatti avvalorare questa mia ipotesi).
questo è vero ma io l'ho trovato calzante.. cioè è credibile che tre ragazzini che si ritrovino con tali poteri nell'apprenderne l'utilizzo ci giochino e si scherzino.. ed inoltre la cosa si collega anche aUn po' sulla falsa riga de L'Uomo Ragno: "da grandi poteri, derivano grandi responsabilità".
Niente di nuovo o che non si sia già visto altrove insomma...
perchè la questione (e il suo sviluppo) è affrontata in maniera un po' diversa.. in linea col carattere dei suoi protagonisti...
per me, che non impazzisco per questo genere di film, è stata una bella sorpresa. -
marsellus wallace.
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io mi accodo al fedor, il film funziona nel messaggio e nelle modalità in cui si pone, l'unico neo che posso trovarci è che in fondo gira troppo intorno e gli scherzi e i lazzi sono troppo prolungati, alla fine ci sono punti di noia. d'altronde in qualche modo doveva raggiungere la durata sindacale e non aveva poi moltissimo da sviluppare nello strazio psicologico dei personaggi rovinati da tanto potere mal usato (che poi potremmo elevarlo ai governatori, ai potenti, che usano male anche se con maggiore consapevolezza non giovanile le loro risorse, ma forse non era intenzione della sceneggiatura farlo) . -
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questo potrebbe essere interessante.... anche se la modalità finto documentario non mi ha mai attirato particolarmente . -
.per me, che non impazzisco per questo genere di film, è stata una bella sorpresa
Probabilmente è proprio questa la cosa che ce ne fa interessare in maniera diversa.
Io che di questi film ne avrò visti a decine non mi esalto poi molto a vedere gente che vola, distrugge o sposta oggetti pesantissimi con la sola forza del pensiero ma mi rendo conto che per altri queste cose possano risultare alquanto attraenti e con un certo appeal.... -
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a parte una paio di incongruenze e una svolta nella trama secondo me troppo repentina,e' un film carino...il regista ha notevole talento e si vede
carino,speriamo in un buon seguito(gia' in programmazione)
voto 6,5. -
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film carino, nulla più. Mi piace la "normalità" attorno a questi 3 ragazzi che dall'oggi al domani si trovano tra le mani poteri forse troppo grandi per loro. Banalotto il finale, buone interpretazioni ma il grande neo per me è stato il doppiaggio, che per lunghi tratti, l'ho trovato irritante.
voto 6. -
poison78.
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Liberamente ispirato al manga/anime Akira, la pellicola è l’opera prima dei figli d’arte: Josh Trank (regista) erede di Richard Trank documentarista e produttore e Max Landis (sceneggiatore) figlio del più conosciuto John Landis. Un lavoro interessante girato in formato found footage e in stile falso documentario o per meglio dire mockumentary sulle gesta di giovani che si scoprono supereroi. Dimenticatevi per un momento la presenza in sala dei Vendicatori, i ragazzi protagonisti di questa storia hanno poco di affascinante sotto il profilo delle gesta eroiche in favore della salvezza del mondo.
In Chronicle i superpoteri assimilati non rendono eroici e danno una visione dolorosa e negativa del potere assoluto. Il passaggio di dimensione tra il divertimento della scoperta, la consapevolezza della propria forza e il fallimento finale viene accompagnato dalla quotidianità dei protagonisti che, tra problemi e programmi per il futuro, fotografa in modo semplice e diretto l'adolescenza ghettizzata della periferia americana. Un film che riesce ad essere moderno nella sua concezione e attuale nell’affrontare in modo originale tutta una serie di problematiche interne. Bravi i tre protagonisti e ben riusciti gli effetti speciali soprattutto valutando il budget minimo del prodotto e la sua realizzazione indipendente.
Unico vero difetto è da ricercare nel finale che si esalta un po’ troppo in termini di combattimenti ed esplosioni continuate, un finale utile comunque per completare il percorso dominante nato dal potere acquisito. Ho avuto modo di guardare questo film sia in versione cinematografica in italiano che in versione Director's cut in lingua originale. Tralasciando la mia indignazione sulla totale inadeguatezza del doppiaggio italiano, consiglio di visionare direttamente la seconda, a mio modesto parere più completa e riuscita rispetto alla prima. Un discreto esordio magari non originale ma sostenuto da buonissime intuizioni. Da vedere se anche solo per guardare le trovate geniali e cazzone dei tre protagonisti alle prese con i superpoteri.
6,5/7=. -
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porcaccia... ieri sono andato al cinema per vederlo... lo davano in programmazione sul sito... arrivo li e alla cassa mi dice che l'han tolto il giorno prima!!! maledetti!!!!!!!! . -
MrBlù.
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Mi-accodo-alle-buone-impressioni-di-Fedor-e-di-Poison, film-divertente, vivace, ed-ingegnoso-nella-sua-modalità-di-ripresa,
ove-il-mezzo-cinema-muta-e-diviene-qualunque-telecamera-amatoriale, webcam, telefonino, videocamera-di-sorveglianza, che-scruta-i-ragazzi.
In-era-di-reality-niente-di-piu-collaudato-se-gestito-con-gusto, e-Trank-non-fallisce-il-bersaglio-portando-l'occhio-indiscreto-del-pubblico
a-seguirne-ogni-mossa, senza-porsi-domande-superflue-sulla-genesi-della-telecinesi-e-sull'improbabile-incontro-del-terzo-tipo-che-l'ha-generata,
ma-anzi-estendendo-il-potere-della-mente-nel-registratore-video, un-influsso-fulgidissimo-di-cronenberghiana-memoria.
Landis-e-Trank, entrambi-jr, entrambi-flgli-d'arte, sono-abili-nel-mostrar-sempre-e-solo-il-necessario, salvaguardando-così
gran-parte-del-budget-per-la-pirotecnica (e-troppo-insistita) scena-finale. Stona-solo-un-dettaglio, il-secondo-finale,
niente-di-piu-agghiacciante-di-una-chiosa-che-spiega-e-rassicurara-lo-spettatore. L'amaro-è-comunque-mitigato-dalle-sensazioni-positive
ricevute-in-precedenza, un-piccolo-fantasy, con-derive-esistenziali-e-generazionali, sà-emergere-nel-panorama-odierno,
e-se-ne-frega-altamente-dei-vendicatori-plurimiliardari.
film : 6.5 ... da-premiare, vedetelo!
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Fedor Lynch.
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giusto mister! film da scoprire, bella sorpresa... nonostante - per quanto mi riguarda - nelle premesse c'è un po' tutto ciò che non mi piace nel cinema
tuttavia si solleva con qualche trovata geniale, esordio coraggioso di due giovani che hanno saputo ingegnarsi e in un certo senso dare un po' d'aria fresca a due generi che sembravano un po' bloccati.. da premiare per questo!
comunque i vendicatori è imperdibile. -
Kurtz.
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Chronicle parte da un concetto ormai basico del cinema dei supereroi post-Raimi, da quell’assioma per cui un grande potere può essere una maledizione, se non si sa come gestirlo. L’aspetto più interessante, anche se non nuovissimo, del film di Josh Trank è proprio concentrare quella direttrice sul suo aspetto negativo, sulla rabbia del nerd unita allo sconvolgimento ormonale che incide negativamente sui poteri portandone all’abuso. L’adolescenza è un momento gravido di sconvolgimenti nella vita di un ragazzo, una rivoluzione biologica e psicologica ben metaforizzata dai poteri che da un giorno all’altro questi tre amici si trovano a disposizione.
L’altro merito di Trank sta nel modo in cui ha traghettato quest’idea nella messinscena. Innanzitutto l’apparato degli effetti speciali è davvero ben fatto, contribuendo non poco al realismo del found footage. Ma l’idea veramente vincente è quella di unire i poteri dei ragazzi alla loro ossessione per la ripresa: la loro telecinesi permette infatti al regista di sganciarsi dall’occhio fisso della handycam e propendere per inquadrature realisticamente impossibili, motivate proprio dall’estensione delle possibilità dei personaggi, ma sottolineando anche il legame ancora più stretto tra camera e soggetto che riprende, in quanto l’estensione e l’evoluzione dei poteri porta anche all’estensione ed evoluzione dell’occhio che registra. L’occhio biologico viene superato da “uberocchio” capace di inglobare (o meglio che ha la presunzione di inglobare) il mondo intero e i punti di vista interi con la sua hybris. Ed è proprio attraverso questa metafora che si gioca l’intero discorso del film (e la sua parte più riuscita): alla fine del film il ritorno (il desiderio di tornare) alla normalità viene registrato proprio dalla telecamera, montata forse su un treppiedi (reale o immaginato), la cui fissità si contrappone al delirio d’onnipotenza della mobilità assoluta, della mancanza di centro impazzita, e quindi alla ricerca della calma dopo la tempesta (ormonale e non solo).
Il problema di Chronicle nasce però da ciò che sta in mezzo alla parte iniziale e a questa coda finale, a quell’escalation fracassona che sintetizza un po’ la materia del film che esplode in faccia al suo regista. Trank a quel punto abbandona le questioni formali messe in campo sin dall’inizio: il confronto “spettacolare” chiama in causa – un po’ troppo convenientemente – un controcampo altro, che non è più estensione dei ragazzi e al tempo stesso il film sfocia in uno stile mainstream che non ha nulla di male, se non il fatto che viola la grammatica di partenza. Uno scadimento che vale anche per la scrittura, davvero ottima nel primo tempo, con un buon utilizzo dell’ironia a stemperare gli elementi fantastici e a contribuire al realismo della vita di tre adolescenti senza dimenticare il risvolto drammatico, ma che poi tende a svolgere i suoi topòi da supereroi con troppa meccanicità, anticipando sin dall’inizio dove si andrà a parare e declinando la spirale (auto)distruttiva secondo un copione che non è all’altezza di quello che prometteva l’inizio del film.
6.5. -
MrBlù.
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leggendo-i-commenti-di-tutti-è-chiaro-che-ciò-che-ha-colpito-di-piu-è-l'aspetto-visivo, che-si-trasforma-poi-in-locuzione-di-cinema...
la-telecamera-che-divien-prima-mezzo-e-poi-estensione-mentale-e-oculare-del-protagonista, e-quindi-del-regista....