Moneyball - L'arte di vincere

di Bennett Miller

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  1. MrBlù
     
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    L'arte di vincere - Moneyball

    locandina

    L'arte di vincere (Moneyball) è un film del 2011 diretto da Bennett Miller. È basato sul libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game
    di Michael Lewis sulla squadra di baseball Oakland Athletics e sul loro general manager Billy Beane

    Moneyball-immagini-con-Brad-Pitt-e-Jonah-Hill-7.Moneyball-immagini-con-Brad-Pitt-e-Jonah-Hill-2

    Dramma a sfondo sportivo in anteprima nazionale al Torino film Festival 2011. Il film diretto da Bennett Miller è basato su una storia vera.
    Personalmente l'autore mi aveva stregato tramite stile e mezzi toni in Thruman Capote, quindi massima fiducia!

    Una nota anche sulle musiche di Mychael Danna, già autore di importanti ost per 500 giorni insieme, little miss sunshine, Parnassus

    Tra gli interpreti : Pitt, Hoffman, Jonah Hill, e la Wright Penn


     
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  2. Fedor Lynch
     
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    mi interessa parecchio.. me l'ero perso al tff, rimedierò all'uscita in sala.. :)
     
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    Lo recupererò anch'io in sala ^_^
     
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  4. badòands
     
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    pure io avevo gradito capote,qua però siamo su un soggetto molto lontano dai miei gusti,sinceramente il rischio abbiocco è alto,difficile che lo vedrò in sala
     
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  5. wizard89
     
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    Visto qualche tempo fa, per me evitabile.
    Uno di quei film che, per quanto mi riguarda, non ha motivo d'esistere se non nell'america del baseball e negli occhi di quei sognatori da quattro soldi (sempre americani). Pitt incarna il tipico manager di una squadra da metà classifica che riesce a ribaltare l'intero sistema con un nuovo metodo di acquisizione dei giocatori. Il fatto che sia tratto da una storia vera poco interessa, perché il film resta parecchio patetico, con una bambina che si fa vedere giusto in un paio di scene per ricordarci quanto sia bello l'amore tra padre e figlia e l'atteggiamento da bambinone di Pitt che ogni tanto scassa pure il cazzo. Sarò io che son fatto male, ma ho una concezione completamente diversa un film sportivo, sia questo puramente tale o incentrato sulla parte tecnica come in questo caso. Non sto nemmeno dicendo che dovrebbe essere una sorta di documentario, se è questo che sembra abbia detto, la semplice verità è che il film è troppo americano, davvero troppo, e se alla fine mi viene pure fuori il riassunto di come quest'uomo abbia rinunciato alla gloria e ai soldi per perseguire il suo sogno, beh, lasciatemi dire che mi incazzo e dico che il film è meglio lasciarlo dov'è.
    Comunque, Capote è piaciuto anche a me, non è che son prevenuto :lol:
     
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  6. Fedor Lynch
     
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    non c'è niente da fare.. io ho un debole per questo genere di film.. :lol:

    anche se di baseball non ne so nulla (e non mi interessa saperne), il film mi è piaciuto e la vicenda mi ha appassionato.. è indubbiamente molto americano, però a mio parere non punta troppo sul ricatto emotivo.. anzi è ben gestito da questo punto di vista.. il rapporto padre/figlia, come detto da wizard, era evitabile perchè non aggiunge molto.. il personaggio di Pitt è ben caratterizzato.. Hoffman invece un po' "sprecato" in una parte piccola piccola.. boh, se ho tempo/voglia scrivo un commento un po' migliore, comunque per me è promosso e via
     
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  7. Frankie00
     
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    Inserisco un estratto della mia recensione.

    Tratto dal libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game di Michael Lewis, L'Arte di Vincere è un film voluto e prodotto da Brad Pitt (fortemente ispirato a Robert Redford, per come la vedo io), qui nei panni del protagonista. Un attore che ha raggiunto l'apice della propria maturità artistica e che incarna alla perfezione un personaggio complesso e sfacciettato nel proprio percorso di autoaccettazione. A circondare la star un cast di tutto rispetto, a partire dal già citato Jonah Hill per arrivare a Philip Seymour Hoffman.
    Un film da medio budget, questo, che però negli USA ha fatto molto parlare di se anche grazie alle molteplici candidature all'Oscar. Certamente non un capolavoro ma un film riuscito, bello, caratterizzato da un ottimo lavoro in fase di scrittura, che alterna la risata al dramma interiore. Forse cerca di dire un po' troppo utilizzando uno stile non ancora maturo ma ci regala un finale splendido nel suo essere anti cinematografico (nel senso commerciale del termine), che racchiude il senso di un'opera in un volto e una canzone, nella voce che per un uomo è l'universo intero.

    "You're such a loser dad, just enjoy the show"

    Aggiungo che questo non è la classica parabola sportiva made in USA ma un film che parla della fine del sogno americano.

    7 1/2
     
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  8. Fedor Lynch
     
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    sono completamente d'accordo con quanto scritto da Frankie e in linea anche con il giudizio numerico! :)
     
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    Pienamente daccordo con Frankie, però io gli do un 8. Non c'è niente da fare, questi generi mi fanno impazzire !! :wub:
     
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  10. MrBlù
     
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    Wizard-rema-contro, Frankie-e-Fedor-a-favore... non-sò-continuo-ad-aver-qualche-discreta-speranza
    credo-lo-vedrò-in-sala, doppiaggio-annesso, poi-ci-risentiamo!
     
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  11. wizard89
     
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    Leggendo i vostri commenti entusiasti non ho potuto fare a meno di ripensare più volte al film, eppure continua a non piacermi! :lol:
    Per me resta sempre più un atto commerciale che un film d'emozioni (che ci sono, per carità, ma che restano pietose), perché magari si voleva rivalutare un po' il baseball, non lo so, oppure semplicemente si sapeva che si sarebbe andati sul sicuro mettendo pitt come protagonista e lo sport americano per eccellenza in film americano per eccellenza. E, frankie, non mi dire che il finale ti è piaciuto davvero, perché non ci credo! :lol:
    Magari non sarà il solito finale pomposo americano con lacrime e schiamazzi, ma che c'è di più infimo se non essere ancora sognatori disincantati e farci leggere due didascalie? No, cazzo, per me il film resta dov'è.
     
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  12. Kurtz
     
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    devo dire che sono un po' al mezzo, nel giudizio, tra wizard e Frankie&Fedor :P
    poi semmai pi tardi riesco a scriverci qalcosa su.
     
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  13. Kurtz
     
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    MoneyBall_990x234

    Mi aspettavo molto da questo film ma non posso dire di essere uscito dalla sala soddisfatto. Forse il problema è che Moneyball è un film troppo smaccatamente statunitense; non solo nella struttura, anzi non tanto visto che il sogno americano ne esce fuori un po’ acciaccato (ed è uno degli elementi interessanti), ma soprattutto nel tema. Tutto concentrato sui retroscena dello sport, in particolare sulle logiche della composizione di una squadra, nella parte centrale il film tende a fermarsi e ripetersi un po’ troppo. Miller evita di propinarci le solite lunghe sequenze sportive col fiato in gola, preferendo gli spogliatoi e le stanze manageriali, ma proprio quando si addentra negli aspetti logistici il film rischia di perdere l’attenzione dello spettatore. Confesso che il 70% dei dialoghi sul baseball neanche li capivo.

    L’inserimento della figlia del protagonista dovrebbe comporre meglio la psicologia di Billy Beane, ma risulta solo un’interferenza familiare che mal si sposa col resto del film, sia da un punto di vista narrativo che di ritmo. Brad Pitt si conferma comunque interprete di rara bravura e accanto a lui la conferma di Jonah Hill, che convince anche in un ruolo diverso rispetto a quelli per cui l’abbiamo conosciuto e apprezzato.

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  14. MrBlù
     
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    Il-commento-di-Kurtz-mi-fà-ricordare-un'altro-film-sportivo-recente, costruito-non-tanto-sui-campi-da-gioco
    quanto-negli-spogliatoi, nelle-conferenze, nello-scontro/raffronto-tra-manager-e-giocatori. Quello-però
    completamente-riuscito, delizioso!

    Il-Maledetto-United :wub::wub:
     
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    Mi è venuto in mente anche a me Mister! :rolleyes: Pellicola vincente! ;)
     
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