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Intrigante e stuzzicante la pellicola, non ne avevo mai sentito parlare ma nonostante le tue parole che potrebbero raffreddare la voglio recuperare!
Tra l'altro Martyrs l'ho acquistato di recente e lo devo vedere, hai solleticato a dovere la mia curiosità caro Munny. -
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puoi dirlo forte!!!
lo sospettavo comunque ma ero curioso di sapere un tuo parere che si è rivelato praticamente negativo, per ragioni che sono del tutto condivisibili, ci tengo a sottolinearlo, perchè A l'interieur si può smontare con grande facilità data una sceneggiatura claudicante e volutamente sopra le righe.
ma, nella mia piccola esperienza, posso dire poche volte di aver visto un horror così folle e teso. la maternità come cardine principale in una pellicola che parte e si sviluppa come nel più classico dei film d'assedio virato al genere horror. da qua prende vita una tragedia dalle sembianze greche, che sconquassa ogni possiblile clichè per riutilizzarli (oppure no) a proprio piacimento per afferrarti alla gola e non mollarti più, offrendoci una spremuta di sangue spietata e allucinata; pellicola di lucida e perversa follia coadiuvata da una tecnica mostruosa, per me un vero e proprio saggio di tecnica: penso alle geometrie, allo straordinario gusto per l'inquadratura, al montaggio subliminale, alla fotografia curatissima con stupendi giochi di luci e ombre (penso alla sequenza con le protagoniste rispettivamente nel bagno e nel corridoio, e rabbrividisco... ) alla colonna sonora martellante... un'esplosione di gore e splatter in 80' di apnea di pura exploitation. uno dei "cupio dissolvi" più incuneanti che abbia mai visto. la Dalle sembra una presenza ultraterrena da quanto sembra immortale, quindi più spessa nell'incarnare le tenebre e il Male. a tratti ingenuo, forzato, irrisolto... ma agghiacciante nel suo caleidoscopico percorso di follia e orrore, compreso il seppur prevedibile finale.
l'autocompiacimento non riesco a vedercelo, vedo una storia di vendetta guidata dalla disperazione più profonda e da un irrefrenabile e istintivo bisogno di maternità.
col voto invece (9) mi calo le braghe, ma di questo ne sono consapevole. -
.Tra l'altro Martyrs l'ho acquistato di recente e lo devo vedere, hai solleticato a dovere la mia curiosità caro Munny
credo che Martyrs non ti deluderà ^^
invece per quanto riguarda A l'interieur personalmente lo metto fra i migliori horror dello scorso decennio, sicuramente tra i primi 5 assieme a Lasciami entrare. questi sono sicuri, per gli altri dovrei ripensarci, non vorrei nominare titoli che non meritano di stare così in alto. -
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puoi dirlo forte!!!
lo sospettavo comunque ma ero curioso di sapere un tuo parere che si è rivelato praticamente negativo, per ragioni che sono del tutto condivisibili, ci tengo a sottolinearlo, perchè A l'interieur si può smontare con grande facilità data una sceneggiatura claudicante e volutamente sopra le righe.
ma, nella mia piccola esperienza, posso dire poche volte di aver visto un horror così folle e teso. la maternità come cardine principale in una pellicola che parte e si sviluppa come nel più classico dei film d'assedio virato al genere horror. da qua prende vita una tragedia dalle sembianze greche, che sconquassa ogni possiblile clichè per riutilizzarli (oppure no) a proprio piacimento per afferrarti alla gola e non mollarti più, offrendoci una spremuta di sangue spietata e allucinata; pellicola di lucida e perversa follia coadiuvata da una tecnica mostruosa, per me un vero e proprio saggio di tecnica: penso alle geometrie, allo straordinario gusto per l'inquadratura, al montaggio subliminale, alla fotografia curatissima con stupendi giochi di luci e ombre (penso alla sequenza con le protagoniste rispettivamente nel bagno e nel corridoio, e rabbrividisco... ) alla colonna sonora martellante... un'esplosione di gore e splatter in 80' di apnea di pura exploitation. uno dei "cupio dissolvi" più incuneanti che abbia mai visto.
l'autocompiacimento non riesco a vedercelo, vedo una storia di vendetta guidata dalla disperazione più profonda e da un irrefrenabile e istintivo bisogno di maternità.
col voto invece (9) mi calo le braghe, ma di questo ne sono consapevole
Mah…alcuni dei pregi che evidenzi sono oggettivamente condivisibili, altri assolutamente no, buona la fotografia (comunque minimale tra giochi di luce e oscurità), buona la prima parte, riuscite alcune sequenze (quella che citi dell’assedio nel bagno), ma insomma, i clichè ci sono eccome, anzi il film è un’apoteosi di clichè, dalle dinamiche di morte, ai comportamenti assurdi dei poliziotti.
Poi mi parli di tecnica mostruosa e allora ce qualcosa che non mi torna sul serio
Bustillo&Maury sfruttano al meglio la singola location, indovinano un paio di sequenze ma sinceramente di mostruoso non ce niente, tra l’altro a voler fare i cattivi verrebbe da citare la scena del volto in fiamme che di mostruoso c’ha solo la pessima resa.
Sul finale poi non mi pronuncio perche sarebbe come sparare sulla croce rossa, quel poloziotto "zombizzato" che si rialza inspiegabilmente cercando i fusibili grida vendetta, una scena imbarazzante che rischia di rovinare completamente il film...credo anche agli occhi di chi, fino a quel momento, della verosimiglianza se n'era bellamente infischiato
Se mi dici che il meccanismo della tensione funziona ti posso pure seguire ma ti rispondo che è un gioco fin troppo facile da dirigere non tenendo conto della logica...l’autocompiacimento poi è predominante nell’esposizione del gore, è una contina gara all’eccesso, una sfida ad andare oltre, ad abbattere tabu, ad esagerare, basta guardare la casa di Sarah prima e dopo, le pareti sembrano dei quadri di Jackson Pollock, il bagno un mattatoio, i due registi si guardano allo specchio e dicono “ammazza come semo gajardi!”
Sul voto ti cali le braghe e io non infieriscola Dalle sembra una presenza ultraterrena da quanto sembra immortale, quindi più spessa nell'incarnare le tenebre e il Male.
Questo quote l’ho lasciato da parte perche mi spinge ad una riflessione, io sono assolutamente d’accordo, il personaggio della Dalle incarna il male in modo sublime, non sembra nemmeno umano tanto che io avrei spinto di piu in questo senso.SPOILER (clicca per visualizzare)Verso la fine c’e uno scambio di battute fra le due donne, Sarah sta per ucciderla e la Dalle le dice “Mi vuoi uccidere di nuovo Sarah?” e lei risponde “avevano detto che non c’erano superstiti”
Ecco, da qui si poteva partire per ribaltare il quadro generale, per trasformare davvero questa figura di nero vestita in qualcosa di ultraterreno, di non piu umano, magari nella rappresentazione concreta del senso di colpa, a cui gia si era accennato nella prima parte, per me il film ne guadagnava e magari si digerivano meglio certe assurdità.Intrigante e stuzzicante la pellicola, non ne avevo mai sentito parlare ma nonostante le tue parole che potrebbero raffreddare la voglio recuperare!
Tra l'altro Martyrs l'ho acquistato di recente e lo devo vedere, hai solleticato a dovere la mia curiosità caro Munny
Il recupero ci puo stare...come ho scritto nel commento si parla di un film che nonostante i suoi limiti non lascia indifferenti, che scuote lo spettatore colpendolo duro, poi si torna al vecchio discorso della percezione, cosa ci fa veramente paura, cosa ci crea disagio, oguno di noi ha una sua sensibilità e questo non si puo discutere.
La pochezza del plot, labile e inconsistente, le incongruenze varie, il pericolosissimo finale sono pero limiti oggettivi, uno puo scegliere di non vederli ma non li puo negare.
Martyrs lo preferisco pur non essendo un fan della pellicola (anche qui si è gridato al capolavoro), l'unico appunto che gli faccio è quello di essere gratuito nelle scene di tortura ma non amando il genere la mia è una critica che va valutata, di sicuro Martyrs ha un impianto narrativo piu solido de À l'intérieur, la storia ha un suo perche e per quanto assurda si regge su delle basi solide.
Lo trovo anche piu potente da un punto di vista visivo...ma insomma mi pare che in sede di commento diedi 6.5, potrei spingermi fino al 7 oltre non vado. -
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Mi avete chiarito alla perfezione i vostri punti di vista e vi ringrazio, ora non mi rimarrebbe che visionarlo questo À l'intérieur, spero possa uscire presto in DVD . -
MrBlù.
User deleted
Con-Martyrs-ero-io-ad-aver-calato-le-braghe, però-vi-avevo-visto-qualcosa-oltre-la-bontà-tecnica, avevo-azzannato
un-messaggio-di-follia-che-seppur-eccessivo-poteva-aver-basi-concrete, un-disegno-di-chi-si-credeva-illuminato...
Ad-oggi-rivedrei-un-pochino-il-voto, ma-starei-comunque-alto, per-me-è-una-pellicola-da-premiare. A-Revu-credo-possa-piacere.
Su-L'interieur-avevo-già-letto-il-Mickes, e-mi-aspettavo-un-film-eccessivo, nel-bene-e-nel-male. In-effetti-il-gradimento-di-Munny-era-prevedibile
toglietegli-tutto-ma-non-un-soggetto-solidamente-scritto, non-cede-a-compromessi-inverosimili, lo-sappiamo!
Mi-complimento-per-la-bella-disamina-e-l'interessante-discussione-che-ne-è-seguita.. il-fatto-che-mi-fossi-catapultato (e-abbia-recensito) Eden-lake,
The-girl-next-door-e-non-questo-non-aveva-allertato-nessuno? Ah-ben-intesi, lo-recupererò, solo-avevo-paura-di-quegli-eccessi
che-lo-stesso-Mickes-aveva-già-menzionato-in-fase-di-analisi. -
.Mah…alcuni dei pregi che evidenzi sono oggettivamente condivisibili, altri assolutamente no, buona la fotografia (comunque minimale tra giochi di luce e oscurità), buona la prima parte, riuscite alcune sequenze (quella che citi dell’assedio nel bagno), ma insomma, i clichè ci sono eccome, anzi il film è un’apoteosi di clichè, dalle dinamiche di morte, ai comportamenti assurdi dei poliziotti.
Poi mi parli di tecnica mostruosa e allora ce qualcosa che non mi torna sul serio
Bustillo&Maury sfruttano al meglio la singola location, indovinano un paio di sequenze ma sinceramente di mostruoso non ce niente, tra l’altro a voler fare i cattivi verrebbe da citare la scena del volto in fiamme che di mostruoso c’ha solo la pessima resa.
la fotografia è piuttosto curata in tutta la pellicola, ho citato la scena dell'assedio la quale ricordo sia una delle più riuscite, ma in generale, ricordo un notevole uso delle luci e dei colori.
i "soliti" clichè sono presenti, è vero, ma ciò che colpisce è il modo in cui i registi li mettono in pratica, non avendo la minima paura nel mostrare l'orrore con curatissimo e parossistico estremismo. è tutto votato all'eccesso: concetti, dinamiche, gesti, azioni... ma gestito con grande perizia tecnica. un paio di sequenze sono poche io ne ricordo di più, ma a questo punto devo assolutamente rivederlo per rinfrescarmi la memoria.Sul finale poi non mi pronuncio perche sarebbe come sparare sulla croce rossa, quel poloziotto "zombizzato" che si rialza inspiegabilmente cercando i fusibili grida vendetta, una scena imbarazzante che rischia di rovinare completamente il film...credo anche agli occhi di chi, fino a quel momento, della verosimiglianza se n'era bellamente infischiato
assolutamente, il poliziotto non l'ho digerito nemmeno io , ma a quel punto non mi ci soffermo nemmeno, sorvolo e "sto al gioco" del massacro, della potenza dell'inquadratura, dell'istinto che domina su tutto e tutti.Se mi dici che il meccanismo della tensione funziona ti posso pure seguire ma ti rispondo che è un gioco fin troppo facile da dirigere non tenendo conto della logica...l’autocompiacimento poi è predominante nell’esposizione del gore, è una contina gara all’eccesso, una sfida ad andare oltre, ad abbattere tabu, ad esagerare, basta guardare la casa di Sarah prima e dopo, le pareti sembrano dei quadri di Jackson Pollock, il bagno un mattatoio, i due registi si guardano allo specchio e dicono “ammazza come semo gajardi!”
se la cantano e se la suonano da soli impossibile dire altrimenti , ma per me è proprio questo uno dei punti di forza, perchè è il modo in cui se la cantano e se la suonano che differenzia ed eleva A l'interieur da decine e decine di altre produzioni horror indipendenti.
il nostro approccio al genere è molto diverso, la vediamo in modi diametralmente opposti, c'è poco da fare
ho messo le mani avanti, o dietro che dir si vogliaQuesto quote l’ho lasciato da parte perche mi spinge ad una riflessione, io sono assolutamente d’accordo, il personaggio della Dalle incarna il male in modo sublime, non sembra nemmeno umano tanto che io avrei spinto di piu in questo senso.SPOILER (clicca per visualizzare)Verso la fine c’e uno scambio di battute fra le due donne, Sarah sta per ucciderla e la Dalle le dice “Mi vuoi uccidere di nuovo Sarah?” e lei risponde “avevano detto che non c’erano superstiti”
Ecco, da qui si poteva partire per ribaltare il quadro generale, per trasformare davvero questa figura di nero vestita in qualcosa di ultraterreno, di non piu umano, magari nella rappresentazione concreta del senso di colpa, a cui gia si era accennato nella prima parte, per me il film ne guadagnava e magari si digerivano meglio certe assurdità.
questo è verissimo e condivido pienamente.SPOILER (clicca per visualizzare)se solo si fosse dato più spazio alla licenza lirica/onirica attraverso qualche accorgimento/simbolismo in più, sarebbe stato un prodotto ancor più grandioso ed efficace.
insomma, al posto di spiazzare volutamente lo spettatore (la scena che citavi prima del poliziotto è emblematica in questo senso) sarebbe stato meglio aumentare la cifra stilistica e approfondirla in questa direzione.Con-Martyrs-ero-io-ad-aver-calato-le-braghe, però-vi-avevo-visto-qualcosa-oltre-la-bontà-tecnica, avevo-azzannato
un-messaggio-di-follia-che-seppur-eccessivo-poteva-aver-basi-concrete, un-disegno-di-chi-si-credeva-illuminato...
Ad-oggi-rivedrei-un-pochino-il-voto, ma-starei-comunque-alto, per-me-è-una-pellicola-da-premiare. A-Revu-credo-possa-piacere.
e qua ti faccio compagnia sto alto anch'io perchè Laugier sa farti entrare nell'incubo, prima onirico e "impalpabile" poi vicinissimo e concreto più che mai, di due ragazze.
concettualmente può risultare (e probabilmente lo è in parte) un film eccessivo, sfasato e irrisolto, ma la rappresentazione della violenza ha una base metodica e impassibile nonchè terribilmente gelida nel raggiungere uno scopo ben preciso, come dici te, con basi concrete. non mi piace molto la netta divisione in due tronconi, e la seconda parte si avvita troppo su se stessa, ma disturba e angoscia nelle sue motivazioni "sovraindividuali"Mi-complimento-per-la-bella-disamina-e-l'interessante-discussione-che-ne-è-seguita.. il-fatto-che-mi-fossi-catapultato (e-abbia-recensito) Eden-lake,
The-girl-next-door-e-non-questo-non-aveva-allertato-nessuno? Ah-ben-intesi, lo-recupererò, solo-avevo-paura-di-quegli-eccessi
che-lo-stesso-Mickes-aveva-già-menzionato-in-fase-di-analisi
eheheh, mi ero allertato ma facevo finta di niente
so che non digerisci completamente gli eccessi, ma credo sia un film da vedere e gustare, poi, si può più o meno gradire.
non azzardo previsioni, aspetto un tuo parere
Edited by mickes2 - 27/1/2012, 19:10. -
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À l'intérieur è quanto di più violento, estremo e oscuro abbia visto in un film negli ultimi anni. Terribile ed inquietante nelle atmosfere ...meno efficace invece il plot del tutto convenzionale e i risvolti prevedibili della vicenda. Pensandoci ora a film concluso ci si rende conto che non tutto funziona alla perfezione, ci sono passaggi che scricchiolano eccessivamente (il poliziotto zombie e alcune scelte assurde prese dai comprimari) ma nonostante questo il film è riuscito comunque a catturarmi mettendo in scena una meccanismo che crea una notevole tensione attraverso inquadrature ben studiate, musiche al limite della cacofonia e un montaggio videoclipparo/accelerato che aiuta il film ad essere disturbante senza per forza versare i litri e litri di sangue che lo hanno reso tanto famoso per gli amanti del genere. Forse questo è proprio il suo limite, si assiste a sequenze di barricamento e lotta con un eccesso di violenza fisica tipica del genere splatter che in un film come questo ho trovato leggermente gratuita. Interessanti invece le due figure femminili del tutto opposte dove spicca il personaggio interpretato da Béatrice Dalle, una figura maligna vestita di nero che nell'ultima inquadratura del film, come in quadro rinascimentale, siede come una madonna col bambino nell'oscurità.
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mi accontento ma: À l'intérieur è quanto di più violento, estremo e oscuro abbia visto in un film negli ultimi anni. Terribile ed inquietante nelle atmosfere ...
partendo da questo presupposto mezzo punticino in più potevi darglielo
calzante la definizione nell'immagine finale: parte come presenza oscura quasi immortale, e si trasforma in figura "santa" in un finale per certi versi catartico. -
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ma si, mezzo punto potrebbe anche starci però resto stitico proprio perché non sono riuscito ad apprezzare l'eccessivo sbrodolamento e autocompiacimento dei registi nelle sequenze forti che potevano pure starci al patto di ridurle un attimo in favore di un plot più solido.
Il finale mi è piaciuto, cattivo quanto basta e totalmente oscuro così come le atmosfere di tutto il film in cui è onnipresente quel senso di malessere e disagio (pioggia costante, capiamo che è natale perché se ne parla ma non percepiamo alcun segno della festività, luci sempre tenui che creano notevoli giochi di chiaroscuri) che ti segue pian piano. Restano comunque le scelte discutibili già dette e ridette alle quali aggiungo la presa di coscienza della impacciata protagonista con tanto di trasformazione in amazzone con lancia self-made. -
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non so, io l'autocompiacimento l'ho assorbito più che altro come grande esercizio di stile
si, il finale è molto coerente e ben reso nel complesso
il plot, secondo me si è voluta tentare la strada onirico-allegorica (con entità oscura annessa) ma i risultati come detto sono abbastanza scarsi, ecco perchè secondo me un po' troppe sono le sbavature e i passaggi discutibili, compresa le neo-amazzone. -
Fedor Lynch.
User deleted
non ho ancora deciso se mi interessa o meno... si va da un 9 a un 6, è dura...
hell è più bilanciato e un po' mi dà qualche stimolo in più.. anche se devo ammettere che hell da quando ha messo quell'avatar riesco a leggerlo a fatica... ho troppi cali di attenzione.... -
.hell è più bilanciato e un po' mi dà qualche stimolo in più.. anche se devo ammettere che hell da quando ha messo quell'avatar riesco a leggerlo a fatica... ho troppi cali di attenzione...
sappi che la cosa è reciproca ...abbiamo ottimi gustinon so, io l'autocompiacimento l'ho assorbito più che altro come grande esercizio di stile
si, il finale è molto coerente e ben reso nel complesso
il plot, secondo me si è voluta tentare la strada onirico-allegorica (con entità oscura annessa) ma i risultati come detto sono abbastanza scarsi, ecco perchè secondo me un po' troppe sono le sbavature e i passaggi discutibili, compresa le neo-amazzone
nulla da aggiungere.. nonostante tutto non siamo così distanti visto che certi limiti arrivi a riscontrarli pure te. probabilmente tu hai un empatia più accentuata verso il genere rispetto a me, sarà per questo che ti cali le brache per À l'intérieur ..io sicuramente lo faccio per altro e anche su titoli più discutibili. -
.CITAZIONE (Fedor Lynch @ 29/3/2012, 20:55)non ho ancora deciso se mi interessa o meno... si va da un 9 a un 6, è dura...
hell è più bilanciato e un po' mi dà qualche stimolo in più.. anche se devo ammettere che hell da quando ha messo quell'avatar riesco a leggerlo a fatica... ho troppi cali di attenzione...
mmh, contando che non hai grossa affinità col genere probabilmente a fine visione ti lascerà abbastanza indifferente, ma io te lo consiglio lo stessonulla da aggiungere.. nonostante tutto non siamo così distanti visto che certi limiti arrivi a riscontrarli pure te. probabilmente tu hai un empatia più accentuata verso il genere rispetto a me, sarà per questo che ti cali le brache per À l'intérieur ..io sicuramente lo faccio per altro e anche su titoli più discutibili
l'horror è il genere da cui sono partito e che mi ha fatto amare il cinema nella sua totalità. sisi confermo, per A l'interieur mi calo la brache.