Paradiso Amaro

di Alexander Payne

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. poison78
     
    .

    User deleted


    Ritorno alla commedia agrodolce per Alexander Payne regista di pellicole come: ”Election”, “A proposito di Schmidt” e del pluripremiato “Sideways – In viaggio con Jack”, Oscar come migliore sceneggiatura non originale nel 2005, film che ha di fatto portato agli occhi del grande pubblico il regista americano. Un rientro in grande stile affidato sul grande schermo alla figura di un perfetto George Clooney, vero segugio di razza nel fiutare pellicole e sceneggiature vincenti.

    Basato sul romanzo “Eredi di un mondo sbagliato” di Kaui Hart Hemmings, vede la riconquista della propria vita e delle proprie origini di un uomo (Matt King) padre di famiglia assente e indifferente perché troppo preso dal proprio lavoro. Matt si troverà suo malgrado a mettere in discussione la sua completa esistenza vissuta fino in quel momento. L’uomo inizialmente confuso dal totale carico di impegni e situazioni scomode da affrontare, ritroverà con l’scorrere dei minuti la propria strada da percorrere.

    Ci riesce grazie all’aiuto di un terzetto di ragazzi problematici, le sue figlie e uno sboccatissimo giovane amico di famiglia, tutti interpretati magnificamente dai tre adolescenti con un futuro apparentemente roseo, Shailene Woodley su tutti. Payne centra ancora una volta l’obbiettivo, realizzando una pellicola semplice ma allo stesso tempo elegante che fa dei difetti e dei mutamenti dell’animo il proprio punto di forza, sorretto anche da una sceneggiatura perfettamente amalgamata che non soffre mai di momenti statici.

    A George Clooney piace rischiare e lo fa come sempre con il suo stile, donando al suo personaggio una dimensione insolita per lui. Un uomo spento e sconfitto dalla propria vita che chiede aiuto alla sue figlie per reagire. Un protagonista lontano anni luce dai suoi molti ruoli vincenti. Un lavoro certosino quello sui personaggi quasi maniacale nella caratterizzazione anche nei confronti di ruoli comprimari come quelli di Judy Greer e Robert Forster.

    Un film che lascia in eredità, traduzione quasi letteraria del titolo originale, una serie di situazioni scomode affrontate con vivo interesse di rinascita. La pellicola descrive come vivere i momenti peggiori della propria vita in modo corretto senza piangersi addosso ma anzi affrontando se stessi per sapersi ritrovare in un nuovo equilibrio spesso grazie al sarcasmo e all’ironia.

    Un inno alla vita attraverso le difficoltà delle debolezze e delle qualità della società contemporanea. Splendida l’ambientazione paradisiaca delle Isole Hawaii che trasmette un messaggio di benessere in controtendenza all'evolversi del dramma vissuto dalla famiglia King. Un paradiso amaro pieno di energia positiva da non lasciarsi scappare.

    7,5/8

    Edited by poison78 - 18/2/2012, 19:02
     
    Top
    .
41 replies since 1/2/2012, 00:04   718 views
  Share  
.