The Iron Lady

di Phyllida Lloyd

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  1. poison78
     
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    theironladyunamagnifica

    USCITA CINEMA: 27/01/2012
    REGIA: Phyllida Lloyd
    SCENEGGIATURA: Abi Morgan
    ATTORI: Meryl Streep, Jim Broadbent, Harry Lloyd, Richard E. Grant, Olivia Colman, Ronald Reagan, Roger Allam, Nicholas Farrell, Julian Wadham, Anthony Head
    FOTOGRAFIA: Elliot Davis
    MONTAGGIO: Justine Wright
    MUSICHE: Clint Mansell, Thomas Newman
    PRODUZIONE: Film4, Goldcrest Pictures, Pathé, UK Film Council
    DISTRIBUZIONE: Bim
    PAESE: Gran Bretagna 2011
    GENERE: Biografico, Drammatico
    DURATA: 105 Min
    FORMATO: Colore 2.35 : 1

    Trama:

    The Iron Lady, ovvero Margaret Thatcher, ex Primo Ministro britannico, ormai ottantenne, fa colazione nella sua casa in Chester Square, a Londra. Malgrado suo marito Denis sia morto da diversi anni, la decisione di sgombrare finalmente il suo guardaroba risveglia in lei un'enorme ondata di ricordi. Al punto che, proprio mentre si accinge a dare inizio alla sua giornata, Denis le appare, vero come quando era in vita: leale, amorevole e dispettoso. Lo staff di Margaret manifesta preoccupazione a sua figlia, Carol Thatcher, per l'apparente confusione tra passato e presente dell'anziana donna. Preoccupazione che non fa che aumentare quando, durante la cena che ha organizzato quella sera, Margaret intrattiene i suoi ospiti incantandoli come sempre, ma a un bel momento si distrae rievocando la cena durante la quale conobbe Denis 60 anni prima. Il giorno dopo, Carol convince sua madre a farsi vedere da un dottore. Margaret sostiene di stare benissimo e non rivela al medico che i vividi ricordi dei momenti salienti della sua vita stanno invadendo le sue giornate nelle ore di veglia.




    Commento:

    Non un compito facile quello scelto dalla regista Phyllida Llody (Mamma mia!), realizzare un biopic sulla vita di un personaggio ruvido come Margaret Thatcher. Con 11 anni in carica come primo ministro, periodo pieno di avvenimenti (IRA/ Isole Falkland/ Apartheid), le difficoltà e le fatiche affrontate per superare lo scoglio del sessismo (snobismo e disprezzo) dei collegi maschi, possono bastare per filmare un kolossal da 180minuti. Tutto questo senza considerare la vita privata e l’infanzia con inclusa la sfera sentimentale. Ingredienti vincenti o fallimentari per un pesante polpettone didascalico. Così non è stato. Convincente la scelta di costruire il personaggio sulla straordinaria interprete e candidata all’oscar per il ruolo Meryl Streep una delle poche attrici capaci di conferire al personaggio la spigolosità dell’ex primo ministro ma anche far trasparire il lato umano. Vincente a mio parere l’idea della sceneggiatrice Abi Morgan (Shame) che dona alla narrazione un look più user-friendly raccontando la vita della Thatcher attraverso dei Flashback che la stessa donna rievoca in tarda età. Tutto condito da visioni del marito Denis Thatcher (morto 8 anni prima) che sono assolutamente esilaranti e pieni di significato. Questo escamotage rende la pellicola scorrevole e assolutamente godibile al grande pubblico. Purtroppo questa scelta se da una parte risulta vincente in termini di fruibilità dall’altra non riesce ad imprimere un vero punto di vista allo spettatore del personaggio che troppo spesso vediamo affranto e straziato nel corpo di una anziana signora afflitta dal morbo di Alzheimer. La figura di Margaret così viene troppo enfatizzata in prospettiva di una donna si dura ma anche e soprattutto modello per l’emancipazione femminile, metafora delle fatiche affrontate per emergere. Tutto questo da alla pellicola un look perennemente drammaturgico figlio della malattia e della solitudine odierna che fanno pensare prima alla persona e poi forse al ministro e alla figura storica. Un opera controversa quindi che scende a patti con lo spettatore risultando vincente solo sotto il profilo narrativo votato all'intrattenimento.

    6,5

    Edited by poison78 - 11/7/2013, 07:19
     
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  2. MrBlù
     
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    Bell'analisi-Poison, e-vedendo-il-trailer-era-circa-ciò-che-mi-aspettavo. Mi-sembra-pluripompata-questa-lady-di-ferro-ultimamente,
    pubblicità-invadenti-ad-ogni-ora-del-giorno, e-su-qualsiasi-canale. Si-che-partivamo-da-una-buona-penna-e-da-un'ottima-attrice,
    però-sentivo-qualche-scricchiolio-narrativo-in-arrivo, ed-anche-un-registro-forse-troppo-profetico.

    Sulla-Tacher-e-sul-tacherismo-non-mi-pronuncio-perchè-sarei-un-pochino-di-parte -_-
    forse-lo-vedrò, ma-non-al-cinema, ne-in-tempi-brevi.
     
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  3. Fedor Lynch
     
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    buon commento :)

    mi interessa più per la componente storica che come film.. non penso mi farà impazzire, anzi.. lo guarderò con calma in home direi..
     
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  4. marsellus wallace
     
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    La figura di Margaret così viene troppo enfatizzata in prospettiva di una donna si dura ma anche e soprattutto modello per l’emancipazione femminile, metafora delle fatiche affrontate per emergere (poison)

    credo che fosse la base del film, mostrandola anche nelle sue debolezze di donna malata che comunque per quanto abbia scritto la storia inglese di 11 anni arrivi al capolinea come una comune vecchietta che si lamenta dei costi della vita che il troppo isolamento gli ha fatto ignorare (vedi la scena del latte). In effetti se sei fan del partito conservatore qui non c'è nulla di acclamato e consacrato, solo l'esposizione asettica dei fatti (usando anche immagini di repertorio). la Streep a dir poco strepitosa.
     
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  5. Kurtz
     
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    the-iron-lady-ferragamo

    Se si entra in sala cercando di conoscere meglio la figura di Margaret Thatcher, si tornerà a casa con una certa delusione. La politica della Lady di Ferro attraversa il film con dei flash mai davvero pregnanti, che hanno l’aria superficiale di un bignami incompleto e non diventano mai parte della storia raccontata.

    Phyllida Lloyd costruisce un biopic dalla struttura più che convenzionale con la protagonista anziana che lotta contro la deriva della memoria a causa di una malattia degenerativa (Alzheimer), ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera politica. Come era chiaro aspettarsi, Meryl Streep è da Oscar. Ma basta un’attrice alla sua massima potenza a reggere un intero film? A volte sì. Ma non è non il caso di The Iron Lady, che – interpretazione della Streep e del sempre eccellente Jim Broadbent – non ha molto altro.

    Non è chiaro, per esempio il senso ultimo di questo pseudo biopic. La parte del leone la fanno i segmenti che raccontano la decadenza senile del personaggio e il suo rapporto con la memoria del marito defunto che appare come fantasma di una vita insieme. La cosa sarebbe stata forse più accettabile se la donna al centro del film non fosse uno dei Primi Ministri più controversi della storia britannica. Della politica, delle contraddizioni e dell’ostinazione ai limiti del fascismo della signora Thatcher viene fuori ben poco. La Lloyd ci prova pure a condire il film di qualche ambiguità di giudizio sul suo operato, ma la maggior parte delle sequenze sono riempite da piazzate retoriche pseudo-femministe, con dialoghi che neanche la bravura della Streep riescono a salvare da una ridicola prosopopea, che zavorra alcune scelte registiche da accapponare la pelle, cose come le sequenze al rallentatore con i piedi della nostra eroina che varcano per l’ultima volta la porta di Downing Street. In una parola, dimenticabile.
     
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    visto ieri su sky, ma m'è sembrato di vedere la storia di una vecchierella alle prese con la demenza senile, che ricorda lampi della propria gioventù. Il personaggio "storico" è visto con una lente che più sfocata non si può, così se la Streep è da 10 (terzo Oscar per lei, il secondo da "protagonista"), la sceneggiatura si muove sul 4.
     
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    Bhe come film mi ha un po deluso nel senso che la parte storica viene solo accennata per brevi episodi, soprattutto nell'ostracismo degli uomini del partito che mai l'avevano digerita come leader conservatore. Il punto di vista umano è quello più convincente credo leggermente migliorata nel carattere, un po' meno spigolosa di come doveva essere nella realtà. E' un po' come la sua biografia, se proprio la si deve leggere, una volta e basta, così il film.
     
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