Un giorno questo dolore ti sarà utile

di Roberto Faenza

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    Un giorno questo dolore ti sarà utile

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    USCITA CINEMA: 24/02/2012
    GENERE: Drammatico
    REGIA: Roberto Faenza
    SCENEGGIATURA: Roberto Faenza
    ATTORI: Toby Regbo, Deborah Ann Woll, Stephen Lang, Lucy Liu, Aubrey Plaza, Ellen Burstyn, Marcia Gay Harden, Siobhan Fallon, Peter Gallagher

    Sinossi:

    Tratto dall'omonimo libro di Peter Cameron Un giorno questo dolore ti sarà utile (fuori concorso al festival di Roma 2011) è il ritratto della New York di oggi, raccontato attraverso gli occhi del giovane James e della sua squinternata famiglia. La madre Marjorie ha una galleria d'arte dove espone bidoni della spazzatura. Colleziona mariti: ha appena abbandonato il terzo, Mr. Rogers, un giocatore compulsivo, durante la luna di miele a Las Vegas. Il padre Paul esce solo con donne che potrebbero essergli figlie. Al contrario, la sorella Gillian ha una relazione con il suo professore di semiotica e non riesce a innamorarsi di uomini che non abbiano almeno il doppio della sua età. Intanto già prepara le sue memorie, sicura che saranno un best seller. Solo Nanette, la nonna enigmatica e anticonformista, riesce a comprendere lo spaesamento di un diciassettenne inquieto alla ricerca dell'identità, sullo sfondo di una New York ricca di personaggi sconcertanti.

    Trailer italiano:

     
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    interessante questo... la distribuzione poi sembra essere buona.
     
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    piuttosto banalotto, da faenza mi aspettavo di più

    http://www.cine-zone.it/recensioni/4056-un...sara-utile.html
     
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    C'è anche chi ne parla piuttosto bene però...

    http://cinerepublic.film.tv.it/un-giorno-q...ecension/10315/
     
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    Mi sono avvicinato alla pellicola forte della stima che provo per Roberto Faenza e per un titolo che emana molti significati.
    Del regista conoscevo già Jona che visse nella balena, Alla luce del sole e I giorni dell'abbandono, tutti e tre interessanti e comunque figli di un interesse artistico verso i drammi dell'esistenza.
    Per questo suo ultimo lavoro Faenza gira a New York con attori americani in una co-produzione italo americana. Da subito si coglie che i toni sono meno duri del passato, più che comici direi grotteschi. Estremizzato il discorso infatti, viene in mente Todd Solondz, indipendent god a stelle e strisce decisamente ossessionato nel delineare gli effetti deteriori della post-modernità occidentale e quindi personaggi assurdi, solo fintamente allineati al sistema, conformisti nel loro anti conformismo, egoisti e fintamente sensibili. Il problema è che qui le vette artistiche di un Happines (CAPOLAVORO ASSOLUTO!!!) o di Palindromi o Perdona e dimentica (tre lavori di Solondz) sono ben lontani. Faenza porta a discreto livello un po' tutte le componenti senza elevarle troppo e osando troppo; ne consegue questo romanzo di formazione (di un adolscente davvero sensibile e fragile che preferisce stare da solo e non sa relazionarsi con il mondo) poco incisivo anche se alquanto godibile.
    La sensazione strana che sopraggiunge a fine visione è di un'opera innoqua laddove avrebbe dovuto e potuto ruggire. I personaggi sono ben tratteggiati e anche la prova degli attori è interessante e pertinente (su tutte la psicologa Lucy Liu, il padre bislacco Peter Gallagher e soprattutto la super nonna Ellen Burstyn). E così il giovane protagonista James (interessante il suo ruolo, ma a mio parere non troppo ben giocato dal giovane attore Toby Regbo) si porta appresso una madre che passa da un marito all'altro per colmare il disappunto di restare da sola, un pare mandrillo tutto proteso alla chirurgia estetica, una sorella che desidera scrivere la sua autobiografia a solo 23 anni, l'ex coniuge della madre giocatore patologico. Ripeto, si sorride più volte e qualche bella trovata c'è, inoltre il ritmo non cala mai troppo. Ma il tutto non graffia nei vari aspetti che vengono trattati: non è troppo psicologico, non è troppo sociologico, non è troppo drammatico, non è troppo comico, non è troppo caustico. Il film pare fare della linearità il suo vessillo, ma lo sventola troppo timidamente e alla fine soffre proprio di questa stessa linearità. La "lezioncina" che arriva poi minuto dopo minuto di come si può fare a integrarsi nel mondo senza farsi troppo male arriva poi in modo didascalico e veloce.
    Interessante la sountrack tra cui spicca il pezzo Apologize cantato da Elisa.

    Voto: 6
     
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4 replies since 2/3/2012, 21:09   84 views
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