The Lady

di Luc Besson

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    The Lady

    (Fra/GB 2011) di Luc Besson con Michelle Yeoh, David Thewlis, Jonathan Ragget, Jonathan Woodhouse, Susan Woolridge, Benedict Wong, Flint Bangkok


    ScaledImage2

    Uscito il 23 Marzo.

    Trama:
    The Lady racconta la vita di Aun Suu Kyl, leader dell'opposizione democratica birmana, la donna che ha osato opporsi al governo militare del proprio paese e che ha passato gli ultimi vent'anni agli arresti domiciliari. Premio Nobel per la Pace nel 1991.

    Riporto un interessante servizio sul film e sulla sua genesi tratto da "La Repubblica".

    Luc Besson: "Ho pianto mentre lo giravo"

    PARIGI - Un film come una missione. Arriva sul grande schermo The Lady di Luc Besson, emozionante affresco cinematografico in omaggio a Aung San Suu Kyi. Messi da parte gli effetti speciali e l' impetuosa personalità, il regista di Nikita e del Quinto elemento s' inchina davanti all' eroina dei diritti umani nella sua Birmania. «La signora», come il suo popolo la chiama, ha il corpo minuto eppure immenso di Michelle Yeoh, la quale nel 2000 con La tigre e il dragone di Ang Lee ci svelò un Oriente estremo, epico e fantasioso. Qui siamo invece nella verità. Assoluta. Fedelissima. La storia di Suu Kyi è raccontata rispettando date e avvenimenti e, pur essendo stato girato in Tailandia, Besson ha trasposto digitalmente immagini girate di nascosto, da turista, in Birmania. The Lady inizia nel 1988 quando Suu riceve nella casa di Oxford, dove vive con il marito professore Michael Aris (l' attore inglese David Thewlis,e i due figli oggi più che trentenni, la telefonata che le annuncia la grave malattia della madre. E finisce con la prima revoca degli arresti domiciliari a Rangoon, nel 1995, e con un' appendice che la mostra nel 2007 - ormai celebre la fotografia dell' avvenimento - affacciata al cancello della sua casa-prigione per ricevere la benedizione dei monaci manifestanti contro il regime birmano.

    In mezzo ci sono la partenza senza ritorno da Oxford verso Rangoon; la presa di coscienza davanti a una violenta repressione di manifestanti alla quale assiste mentre accudisce la madre in ospedale; l' inizio della militanza contro il regime militare (oggi ammorbidito, tanto da avere eletto un presidente, Thein Sein, e permesso a Suu Kyi, di nuovo libera dal 2010, di incontrarlo: «Mirano alla presidenza dei Giochi Asiatici nel 2014» dice scettico Besson); il bellissimo discorso davanti alla pagoda d' oro di Shwedagon e la sfida ai militari a Danubyu; le due sole visite del marito e dei figli; il Nobel per la Pace nel ' 91 con il commovente discorso del figlio maggiore, e la morte del marito nel ' 99. Il rapporto costante (ma molto sporadico a causa dell' assoluto isolamento) tra Suu e la sua famiglia, e il commovente sostegno del marito, fedele fino alla fine a lei e alla lotta per il popolo birmano, sono la spina dorsale del film.

    «La chiamano the steel lady» dice Luc Besson durante l' unica intervista sul film concessa fino a oggi alla stampa estera. «Ma di questa "donna d' acciaio" ho voluto mostrare la solitudine e anche i cedimenti». Il regista si scalda come un militante. «La sua lotta non è finita» dice. «Mi sembra di lavorare per lei, non di fare promozione al mio film». Tanto da aver creato un sito: www. useyourfreedom.com, dalla celebre frase di Suu: usa la tua libertà per promuovere la nostra.

    Tutto è partito da Michelle Yeoh. L' attrice portò al regista una sceneggiatura su Aung San Suu Kyi firmata dall' inglese Rebecca Frayn. «Era un momento complicato. Risposi di no». Poi però Besson aprì lo script e ne rimase impigliato. «Chiusa l' ultima pagina, ancora in lacrime, ho chiamato Europacorp, la mia società di produzione: cancellate tutti gli impegni. Per un anno e mezzo non ci sono per nessuno. Oltre alla storia che già conoscevo, il personaggio di Suu ha scatenato in me una riflessione. Che cosa è diventato il mondo se non possiamo più credere nella politica, nella religione, nello sport? Tutto si è dissolto. Dove, in mezzo a tanta corruzione, i nostri figli troverannoi loro eroi? Poi scopri Suu Kyi e nell' assenza di punti di riferimento lei è come una colonna. Ritrovi un po' di speranza e hai voglia di condividerla».

    A quel punto c'era da organizzare un grande film (neanche fisicamente Besson è regista da mezze misure) su un personaggio leggendario, ma vivente. Le ricerche sono durate otto mesi. Michelle Yeoh studiava i movimenti di Suu Kyi, mentre la produzione- gestita dalla moglie di Besson, Virginie Silla - organizzava il resto. «Abbiamo ricostruito la casa di Rangoon con le misure esatte» dice il regista. «Le foto in cornice che si vedono in casa sono come le originali, perfino la razza e l' età del cane di Suu e la marca del pianoforte». Ma la cosa più impressionante è Michelle Yeoh, abitata dal personaggio, quasi identica all' originale. «Michelle ha imparato il birmano ed è diventata Suu. Quando arrivava sul set, minuta, con le orchidee tra i capelli, il silenzio era assoluto. Alla fine del discorso di Shwedagon le comparse birmane piangevano. Per me è stato facile: non ho diretto Michelle; ho diretto Suu Kyi».

    Nella scena più straziante del film Aung San Suu Kyi ha appena appreso la morte del marito in Inghilterra. «Ho cercato di immaginare la violenza di un dolore come quello per una donna prigioniera e lontana migliaia di chilometri dall' uomo che ama. In nessun modo abbiamo cercato di coinvolgere Suu Kyi nel film e lei non lo ha ancora visto. Sarebbe stato troppo pericoloso: il regime avrebbe trovato un' altra scusa per perseguitarla. Quando l' ho incontrata, alla fine delle riprese, in casa sua a Rangoon mi è sembrato di avere vicino Gandhi. "Devo trovare il coraggio per vedere il film", mi ha detto. Alcuni la giudicano duramente per aver lasciato marito e figli, ma loro sono sempre stati fieri di lei; è stato Michael, morente, a impedirle di lasciare la Birmania. Non l' avrebbero fatta più tornare. Si dice che dietro a un grande uomo ci sia sempre una grande donna: quella di Michael e Suu è la prova che anche il contrario può essere vero. Sono convinto che se non avesse realmente sentito l' amore e il sostegno della sua famiglia non avrebbe potuto resistere con quella forza». -

    Fonte: La Repubblica



    Il film ha aperto la scorsa edizione del Festival di Roma.

    Edited by hellboy1 - 8/6/2012, 20:21
     
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    Questo è interessante, se posso lo recupero già in sala, altrimenti aspetto tranquillamente l'hv.
     
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  3. MrBlù
     
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    Besson-è-scomparso-da-troppo-tempo, nel-dopo-Subway :wub: Leon, Nikita, ed-altri-elementi,nella-sua-Parigi-succursale-losangelesiana...
    io-non-credo-piu-nei-suoi-progetti, ma-questo-è-interessante-sulla-carta, e-si-discosta-da-tutto-ciò-che-ha-girato-e-prodotto-in-precedenza
     
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  4. marsellus wallace
     
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    un film intenso, delicato, celebrativo ma mai debordante, la Yeoh è davvero una grande attrice che nella parte è completamente calata.
    La storia d'amore bilaterale (terra e famiglia) è trattata con grande sensibilità. da non perdere.
     
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    Il Besson degli ultimi anni non l'ho più seguito, sono fermo a Il quinto elemento, che mi piace, quello precedente l'ho amato sopratutto per Nikita e Leòn. Dell'ultimo Adele e l'enigma del Faraone non ne ho letto male, ma di questo film proprio per la sua particolarità, per la tematica, per l'impegno profuso e per l'intensità con la quale ci s'è immerso rinunciando alla sua propensione alla spettacolarità anche quando non serve, ne ho buonissime sensazioni.

    Ed ecco che arriva anche il primo giudizio lusinghiero!! ^_^
     
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  6. MrBlù
     
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    mi-aveva-iniziato-a-deludere-con-giovanna-d'arco-seppur-dignitoso... se-riesci-recupera-subway-che-è-una-vera-chicchina
    tra-il-noir-e-il-postfuturistico, grottesco-e-geniale, romantico, musicale, visivamente-innovativo... uno-dei-primi-dvd-che-ho-acquistato.

    Comunque-si, per-la-trama, e-anche-in-memoria-del-grande-autore-che-era, questo-se-trattato-col-giusto-pudore
    sembra-film-dalle-potenzialità-interessanto, quindi-una-possibilità-gli-si-dà-volentieri
     
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5 replies since 28/3/2012, 19:53   104 views
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