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IRON SKY 
Trama:
Costato poco più di 7 milioni di dollari eppure straordinariamente credibile come ‘blockbuster fantascientifico’ di serie-b, soprattutto in quanto ad effetti speciali il film, diretto da Timo Vuorensola e co-prodotto da finlandesi e tedeschi è girato prevalentemente in lingua inglese ed è sceneggiato dalla celebre scrittrice di romanzi fantasy e fantascientifici Johanna Sinisalo.
Iron Sky ruota attorno a dei nazisti che attaccano la terra partendo dalla loro base lunare. Rifugiati sulla Luna nel 1945, dopo aver perso la guerra, i nazisti tornano per rivendicare il pianeta ancora più combattivi che mai nel 2018.
Presentato allo scorso Festival di Berlino e promosso con successo da una folta parte della critica il film non è ancora andato incontro ad un distributore italiano.
Trailer:
I primi quattro minuti del film:
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Frankie00.
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Iron Sky è un film dalla doppia faccia, nel senso che vive di contrasti a partire dai cromatismi della fotografia, doppia anch'essa. Un film tra passato e un presente che è soprattutto futuro, un 1984 di orwelliana memoria in cui il Grande Fratello agisce a livello subconscio attraverso la pubblicità. Gli slogan non sono più sparati nelle orecchie ma condizionano l'individuo attraverso il restyling fashion di una politica di massa retrò che lo accompagna per le strade e nelle case senza imporsi. Ma Iron Sky è soprattutto basato su un dualismo concettuale che contrappone idealismo a utilitarismo ponendo una pietra tombale su entrambi. Il primo perchè si infrange scontrandosi con la realtà, il secondo perchè diventa deletereo quando gli interessi delle parti non solo non coincidono più ma arrivono a scontrarsi.
Anche dal punto di vista figurativo il film è doppio nel mostrare una grandezza che si esprime in grandiosità anteposta ad una grandezza virtuale e futuristica senza limiti.
Ma è l'anima scanzonata, leggera e "action" a fare la differenza. Perchè con una manciata di euro il film va ben oltre le aspettative, ha effetti speciali da paura e un cast che solo sognarlo varrebbe un assegno a nove zeri. Il tutto senza rinunciare all'estetica da b-movie.
Però cosa sarebbe stato Iron Sky senza un comparto tecnico paragonabile a produzioni più costose? Gli effetti speciali digitali sono un piacere per gli occhi; la regia, non prendendosi mai sul serio, riesce perfettamente nell'intento dissacrante e ludico; gli attori sono tutti grandiosi, a partire dal grande Udo Kier, cattivissimo dal valore aggiunto, e da una Julia Dietze da rimanere a bocca aperta. Ma è la colonna sonora a fare veramente la differenza, firmata da Laibach e in grado di tradurre perfettamente le atmosfere kitch di un'epopea esilarante e avvincente. E quando le difficoltà tecniche si scontrano con un'immaginazione illimitata, non resta che ricorrere al passato e ad un'apocalisse intuita ma funzionale, il finale amaro di un film intelligente nonostante le apparenze.
Tirando le somme: trash, kitch e tanto divertimento old style.. -
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appena lo trovo in bd sotto i 10 euro lo faccio mio, mi ha divertito parecchio 
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Frankie00.
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appena lo trovo in bd sotto i 10 euro lo faccio mio, mi ha divertito parecchio
Lo sto aspettando anche io ad un prezzo decente. Tra l'altro il progetto che sta dietro al film è cosa rara.. -
MrBlù.
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Gran-bel-commento. Geniale-il-soggetto, o-meglio-ancora-il-progetto-di-attuarlo. Fà-piacere-che-una-piccola
produzione-abbia-dato-alla-luce-un'opera-intelligente-e-ben-congeniata, quando-passa-in-Italia?. -
Frankie00.
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In Italia è passato solo in alcuni cinema di alcune (pochissime) città, accompagnato tra l'altro dal regista. Penso che una distribuzione vera non ci sarà mai. . -
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IRON SKY è in programmazione da oggi in tutte le sale italiane.
Io non me lo perdo per niente al mondo!
La locandina:
E se a qualcuno fosse sfuggito il sottotitolo...SPOILER (clicca per visualizzare)
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IRON SKY. Già queste due parole -ed una locandina che non passa di certo inosservata- sarebbero dovute bastare per incuriosire anche il più distratto tra di voi. Il film del regista finlandese Timo Vorensuola, già autore dello spassosissimo Star Wreck (ve ne avevo parlato qui), arriva finalmente anche nei nostri cinema e si rivela decisamente, ed inaspettatamente, meno "cazzaro" di quanto avessi mai pensato.
La storia, lo avrete capito tutti, è pura ucronia ed io, da sempre affascinato da certe tematiche, sono rimasto completamente estasiato da quanto narrato in quest'ora e mezza di proiezione.
Il film è permeato da una satira pungente che rispecchia un aspetto dell'America che, purtroppo, grazie anche ai numerosi fatti cronaca trasmessi quasi quotidianamente dai vari TG abbiamo ben imparato a conoscere ma ciò che colpisce maggiormente (e questa cosa era evidente anche solo dando un'occhiata ai trailer) è la minuziosa cura con cui sono state realizzate le astronavi e le varie scenografie. Impossibile riuscire a trovare anche un solo difetto, per quanto concerne l'aspetto visivo di questo film, nonostante sia stato realizzato con un budget decisamente basso.
Le macchine dei nazisti sono infatti qui riprodotte con una sorta di maniacalità che raggiunge vette inverosimili e che si avvicinano per molti versi a quello steampunk (anche se qui sarebbe forse meglio chiamarlo oilpunk) che tanto sembra aver preso piede in questi anni grazie soprattutto a film quali Steamboy e Sky Captain and the World of Tomorrow o per merito di celebri videogames del calibro di Fallout e BioShock.
A rendere ancor più suggestive queste immagini è di sicuro la colonna sonora ad opera degli sloveni Laibach (gruppo industrial che seguo ormai da diversi anni e che trovo davvero azzeccato nel contesto di questa pellicola). Quaranta tracce cariche di vero pathos che ben enfatizzano la trama di questo film.
Un plauso alla Moviemax, vero caposaldo del settore, che è riuscita a portare nelle nostre sale un film davvero unico nel suo genere e che si eleva di diritto al di sopra di numerosissime produzioni fantascientifiche viste sul grande schermo in questi ultimi anni.
Come al solito consiglio di non lasciare la sala prima della fine dei titoli di coda per non perdere, l'ormai immancabile, "doppio finale"; trampolino di lancio di un (im)probabile secondo capitolo. Titoli di coda che, voglio precisare, riescono inoltre a cambiare totalmente, ed in pochissimi attimi, quel senso di ironia e di euforia creatasi sin dalle primissime scene trasformando in vera drammaticità un film che per quel che mi riguarda è già diventato un vero e proprio cult del genere.
Lo attendo ovviamente con ansia, quando uscirà anche per il mercato Home Video, magari in un'esclusiva Götterdämmerung Edition
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Iron Skydi Timo Vuorensola |
