Marilyn

di Simon Curtis

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  1. Fedor Lynch
     
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    My-Week-With-Marilyn-Movie

    1956. Marilyn Monroe si reca in Inghilterra per girare "Il principe e la ballerina", diretto ed interpretato da Laurence Olivier. Sul set conosce Colin Clark, terzo assistente alla regia, che diventerà suo amico e confidente. "My week with Marilyn" è tratto dai diari scritti dallo stesso Colin Clark.

    Esordio alla regia per Simon Curtis con una pellicola che vuole raccontare la diva per eccellenza del cinema americano e studiarne i comportamenti sul set e dietro le quinte. Prendere un'icona e svelarla, regalandola ancora una volta al grande pubblico per far sì che venga ricordata anche dalle nuove generazioni. Simbolo di un cinema hollywoodiano che non esiste più, figura di spicco nell'immaginario globale, diva sacra per gli amanti della settima arte: riportare sul grande schermo Marilyn Monroe non è certo una sfida semplice. Curtis ci riesce con una pellicola che non brilla ma risulta piacevole, non insiste nello scavare sulla personalità della Monroe su cui rimane il giusto alone di mistero, perchè il mito non può essere spogliato della sua enigmaticità.

    Tra i difetti da segnalare una regia troppo adagiata sugli standard classici, che decide di non osare anche dove sarebbe stato utile, ed una sceneggiatura che di tanto in tanto mostra qualche lieve cedimento. Stupenda l'interpretazione di Michelle Williams, che si può "accusare" solamente di non essere Marilyn Monroe: non si tratta - sia chiaro - di una valutazione estetica delle due attrici bensì della capacità unica della Monroe di bucare lo schermo e brillare in ogni singolo gesto (doti sottolineate nella pellicola). La Williams è bravissima nel "replicare" sguardi e movenze della Monroe ma la sua perfetta interpretazione richiede comunque un compromesso allo spettatore, ovvero quello di vedere in lei la grande diva.

    Ottimo anche il resto del cast, tra ruoli principali e comprimari, tutti a proprio agio. Il film è poi anche racconto di formazione, quello di Colin Clarke che vive l'illusione e l'inevitabile ritorno alla realtà. Un percorso di crescita vissuto a tappe definite che formano sotto più punti di vista la sua personalità. Quello che resta alla fine è probabilmente la cosa più importante, l'incanto di un mondo eterno, che viene marcato dall'appropriamento della citazione shakesperiana: il cinema è fatto "della stessa sostanza dei sogni". Da vivere ad occhi aperti, come dice il giovane protagonista. E Marilyn continua a far sognare tutti noi.

    Voto: 7

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    Edited by hellboy1 - 8/6/2012, 20:11
     
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  2. MrBlù
     
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    CITAZIONE (Fedor Lynch @ 4/6/2012, 11:48) 
    Stupenda l'interpretazione di Michelle Williams, che si può "accusare" solamente di non essere Marilyn Monroe: non si tratta - sia chiaro - di una valutazione estetica delle due attrici bensì della capacità unica della Monroe di bucare lo schermo e brillare in ogni singolo gesto (doti sottolineate nella pellicola). La Williams è bravissima nel "replicare" sguardi e movenze della Monroe ma la sua perfetta interpretazione richiede comunque un compromesso allo spettatore, ovvero quello di vedere in lei la grande diva.

    :wub: :wub: :wub:

    e-poi-si-diceva-che-la-Williams...
     
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  3. Fedor Lynch
     
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    eh niente da dire, stavolta avevi ragione :lol:

    qua l'unico problema è l'icona con cui si confronta, impossibile da riportare sul grande schermo con lo stesso fascino cinematografico che possedeva.. la Williams la replica nel migliore dei modi ma manca quel qualcosa che tuttavia non può essere richiesto a nessuna attrice vivente
     
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  4. badòands
     
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    non so,resto perplesso e credo non vedrò mai il film.marilyn personalmente resta un'icona unica e assoluta,per quanto la williams(che reupto ottima) si sia impegnata non credo possa avvicinare all'aurea posseduta dalla marilina.preferisco rivedermi qualche film suo,piuttosto un film con una trama che oltretutto non è che sia il massimo dell'interesse
     
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  5. thekingofbronx
     
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    Io vi dirò Bado aveva Ragione.

    Film realizzato benissimo, Michelle Williams Splendida una fotografia che mi è piaciuta moltissimo però....

    ... gli sguardi di Marilyn sono un'altra cosa. Detto questo non sono andato al cinema per rivedere Marilyn Monroe in carne ed ossa. Ho detto questo solo per far capire che a mio parere la Williams seppur bravissima non riesce a reincarnare Marilyn...

    voto al film comunque 7

    Ben realizzato, ottimo cast e poi Emma Watson :wub: :wub:
     
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  6. Fedor Lynch
     
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    eh ma infatti il problema è alla base: riportare sul grande schermo marilyn è impresa persa in partenza o comunque con un deficit incolmabile. La williams è bravissima però appunto non è marilyn. In ogni caso la storia è piacevole quindi si può chiudere un occhio senza problemi, anche perchè aspettarsi di rivedere marilyn non esiste proprio.. :)
     
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  7. thekingofbronx
     
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    Si si Fedor, ti dirò di più è anche un film che può stare tranquillamente in collection. Tutti gli attori sono stati bravissimi, la regia a mio parere molto buona.

    Quindi si lascia guardare tranquillamente, figurati che poche volte mi è passata un'ora e mezzo così veloce al cinema. Il che è tutto dire
     
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  8. Kurtz
     
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    Filmetto senza picchi, a parte l'interpretazione della Williams, bravissima. E lo dice un fan di Marilyn. Che è irreplicabile sia chiaro. forse è anche questo il problema del film (e l'unico in cui regista e attrice non hanno colpa), perché Marilyn era Marilyn ed è credo impossibile riportarla in vita davvero.
    Il film è abbastanza scialbetto però. Molto canonico, e tutti i personaggi (williams esclusa forse) sono delle figurine più che persone. La williams è bravissima ma pure lei deve combatte con un copione che le fa fare smepre la stessa cosa. ne viene fuori un'immagine non "falsa" di Marilyn, ma congelata in uno stesso atteggiamento per novanta minuti.
     
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  9. poison78
     
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    Ha messo su anche qualche chilo per interpretare uno dei miti della storia del cinema, ha studiato ogni suo comportamento. Michelle Williams si muove, sorride, guarda proprio come la grande diva americana ma non è, e non bucherà mai lo schermo come lei. La sua migliore interpretazione, una delle migliori della scorsa stagione cinematografica (nomination all’Oscar), mostra più le debolezze interne della donna rispetto alla diva. Una sfida terrificante perché la Monroe non era solo un attrice ma era e sarà per sempre un icona per intere generazioni.

    Panni ingombranti quelli da indossare, indumenti che possono distruggere una carriera, si corre il rischio di rassomigliare a dei sosia sbiaditi. La pellicola è tratta dal libro di Colin Clark assistente sul set di Laurence Oliver per “Il principe e la ballerina” girato nel estate del 1956 in Inghilterra. Il romanzo racconta l’intera esperienza del giovane (al tempo) Clark con la Monroe e ne delinea la tragica vita tormentata e vena autodistruttiva della grande attrice. La pellicola mette in risalto la grande differenza di comportamento tra Marylin Monroe (la diva sotto i riflettori) e Norma Jeane Baker (la vita reale) un bipolarismo quasi sicuramente alla base della sua prematura scomparsa. Marylin era un vero è proprio personaggio, una maschera creata, indossata e interpretata in pubblico.

    L’aspetto glamour della diva è presente in modo marginale, il focus è incentrato totalmente al lato intimo della sua vita con le sue paure come la sfiducia nelle sue doti recitative. Attenzione però non è il canonico polpettone didascalico, tutt’altro la pellicola risulta nel suo insieme molto divertente riportando in modo ironico tutte le vicissitudini del breve soggiorno londinese. Ad una prima parte più leggera e graffiante che ci mostra da vicino il mondo delle produzioni cinematografiche, troviamo una seconda parte più intensa e incentrata sulla figura tormentata dell’attrice. Ottimo il cast che oltre alla Williams si avvale delle buone prove di Kenneth Branagh, Eddie Redmayne, Judi Dench, Julia Ormond e Emma Watson.

    Un difetto che posso imputare alla pellicola è quello di non osare troppo sebbene, considerando altri biopic più pretenziosi e deludenti, penso che questo sia in parte anche un pregio. La mancanza di personalità, il gusto del rischio, sono doti investite in partenza con la realizzazione di questo coraggioso progetto. Esordio cinematografico per Simon Curtis che si dimostra un discreto regista senza particolari guizzi o inventiva. Delicato, divertente getta un velo di malinconia sulla solitudine di una donna che ci ha lasciato soli troppo presto.

    7
     
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  10. Trinità&Bambino
     
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    Lo vado a vedere oggi alle 17.30. Magari mi rimetto a scrivere qualche cosina sul forum.

    Ma un è sicuro :lol:

     
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9 replies since 4/6/2012, 10:48   166 views
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