Monsieur Lazhar

di Philippe Falardeau

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  1. Kurtz
     
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    Un film di Philippe Falardeau. Con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx, Jules Philip, Émilien Néron.
    Titolo originale Bachir Lazhar. Drammatico, durata 94 min. - Canada 2011. - Officine Ubu uscita venerdì 31 agosto 2012.

    locandina

    da mymovies:

    Bachir Lazhar, immigrato a Montréal dall'Algeria, si presenta un giorno per il posto di sostituto insegnante in una classe sconvolta dalla sparizione macabra e improvvisa della maestra. E non è un caso se Bachir ha fatto letteralmente carte false per avere quel posto: anche nel suo passato c'è un lutto terribile, con il quale, da solo, non riesce a fare i conti. Malgrado il divario culturale che lo separa dai suoi alunni, Bachir impara ad amarli e a farsi amare e l'anno scolastico si trasforma in un'elaborazione comune del dolore e della perdita e in una riscoperta del valore dei legami e dell'incontro.
    Il film è un racconto semplice, sia dal punto di vista della struttura che dell'estetica, assolutamente naturalistica, ma suscita emozioni forti perché sembra uscito da un passato più autentico, incarnato dal personaggio del titolo, che delle nuove locuzioni per l'analisi logica non sa nulla ma conosce la sostanza, quella che non muta. Un passato, soprattutto, in cui l'insegnamento era anche iniziazione e cioè trasmissione di una passione prima che di un sapere e in cui l'abbraccio tra maestro e bambino, così come lo scappellotto, non era proibito ma faceva parte di un relazione profonda, che non poteva non contemplare anche le manifestazioni fisiche. Monsieur Lazhar è dunque un film commovente, non pietistico né moraleggiante, che riflette sulla perdita ma fa riflettere anche noi su cosa ci siamo persi per strada.
    Le istanze sociali, quali il rischio di espulsione del maestro dal paese o la solitudine famigliare di molti bambini, contribuiscono al clima del film ma non sgomitano per emergere là dove non servono. Il cuore del film resta la relazione tra i bambini –Alice (Sophie Nelisse) in particolare- e il maestro, ovvero l'incontro con l'altro, la scoperta reciproca delle storie personali che stanno dietro un nome e un cognome sul registro, da una parte e dall'altra della cattedra. È questa simmetria, infatti, che, se inizialmente può suonare un po' meccanica, diviene poi responsabile della forza e della bellezza del film, specie perché il regista e sceneggiatore Philippe Falardeau non pone tanto l'adulto al livello dei bambini quanto il contrario. Posti di fronte alla necessità di superare un trauma che alla loro età non era previsto che si trovassero sulla strada, gli alunni di Bachir sperimentano il senso di colpa, la depressione e la paura esattamente come accade all'uomo, nel suo intimo.
    Insegnando ai bambini e a se stesso a non scappare dalla morte, Lazhar (si) restituisce la vita.



    Non se l'avete visto, ma nel caso ve lo consiglio caldamente. Film semplice e bellissimo, con un grande interprete

    8.5

    Edited by hellboy1 - 13/9/2012, 10:14
     
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  2. Trinità&Bambino
     
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    Ho preso il biglietto per stasera.

    Domani ti dico che ne penso.
     
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  3. MrBlù
     
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    Non-ne-sapevo-niente, grazie-per-la-segnalazione. Film-targato-UBU :wub:

     
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    Che bella soprpresa, anch'io non ne sapevo nulla ma me lo appunto di certo :)
     
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    mi accodo, visto in originale con sub, film molto bello che racconta di quel delicato periodo chiamato "crescita" e il suo essere molto doloroso se le persone chiamate a guidarlo sono le prime ad esserne segnate. ma c'è anche chi, con amore, passione e dignità, crede in un futuro ricco di speranza e di valori umani. dolce e commovente, quasi una favola, piccola grande storia di interazione razziale, solitudine famigliare, elaborazione corale della perdita ed accettazione. autenticamente semplice, Falardeau svia i mezzucci moralistici ed eleva senza forzature la figura del bambino ad interlocutore attivo, arrivando dritto al cuore dello spettatore.

    7,5
     
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  6. MrBlù
     
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    :wub: benissimo!
     
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  7. Kurtz
     
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    Qualcuno ha detto che questo è un film semplice, e lo è, ed è un complimento. Non tanto un film sulla scuola, benché ambientato in una scuola, ma soprattutto una storia di scambio, in cui il maestro e gli alunni (bambini) sono sullo stesso piano. Ad accomunarli non tanto la cultura, quanto la tragedia. L’uomo e i bambini vengono da un passato (recente e recentissimo) che li ha posti di fronte alla morte, alla morte tragica, alla morte violenta. Spesso autoinflitta. Ed è su questo che Falardeau gioca la costruzione del film, senza premere troppo e tacendo più che esplicitando.

    Il resto lo fanno gli attori e i loro volti. Fellag è l’immagine di un gentiluomo d’altri tempi, uno che arriva da lontano e forse un po’ ingenuo (e ignorante) sulle moderne tecniche di insegnamento, ma che trova una connessione coi suoi alunni in base allo spirito. L’altra metà del film è la piccola Sophie Nelisse, capace di dar voce ed espressione al timore e al dolore di crescere al confronto con temi che van ben oltre la sua età.

    Sarà che le ambientazioni scolastiche, le dinamiche di un’aula mi hanno sempre affascinato, anche per motivi pseudo-lavorativi che forse mai troveranno sbocco, ma a me Monsieur Lazhar ha convinto parecchio, perché non sceglie la strada facile e al tempo stesso non tigna sul lutto e la messa in piazza della morte e del dolore privato. Li attraversa di sguincio, ma mai superficialmente, e alla fine preferisce il silenzio di un abbraccio a mille altre parole inutili. E soprattutto va nella direzione opposta al cinema con bambini: anziché portare l’adulto ad altezza bambino, inverte il processo ed equilibra i piani.

    8.5
     
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    bel commento Kurtz

    cerca di recuperarlo Mr. :)
     
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  9. Fedor Lynch
     
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    qua ci arrivo anch'io... assolutamente... :)
     
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  10. Fedor Lynch
     
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    ho recuperato... non sono mica un chiaccherone :lol:

    sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da voi, anche se un po' meno entusiasta nel giudizio complessivo.. pienamente sufficiente per carità, ma un paio di sbandamenti qua e là ci sono.. direi 7 pieno e via
     
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    col senno di poi il 7 pieno ci può stare eccome, dal 7,5 cambia poco. l'8,5 è fuori scala anche secondo me.
     
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10 replies since 8/9/2012, 12:32   580 views
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