L'intervallo

di Leonardo Di Costanzo

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  1. Kurtz
     
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    imm
    Un film di Leonardo Di Costanzo. Con Francesca Riso, Alessio Gallo, Antonio Buil Puejo, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco, Jean Yves Morard. Drammatico, durata 90 min. - Italia, Svizzera, Germania 2012. - Cinecittà Luce uscita mercoledì 5 settembre 2012.

    L'intervallo inizia con una considerazione zoologica sulle diverse ragioni che spingono a cantare tipologie differenti di uccelli caratterizzati da un canto molto simile: “...così un canto di sfida può essere confuso con un canto d'amore”. Ed è per ragioni d'amore che forse sono spinte da una volontà di sfida, che Veronica si trova prigioniera in un ospedale abbandonato di Napoli simile ad un castello diroccato, guardata a vista da un altro recluso, obbligato con la forza a farle da carceriere per un giorno. I due ragazzi, impossibilitati ad uscire da quel luogo senza senso, vivranno una giornata di vacanza dalla quotidianità che li schiaccia.
    Scritto appositamente per il cinema, senza basarsi su nessun testo di partenza, girato in fretta e modellato nei dialoghi e nelle inflessioni sulla lingua parlata realmente grazie al contributo e alle piccole improvvisazioni dei due attori protagonisti (scovati e allenati da mesi di “preparazione”), il film di Leonardo Di Costanzo ha il sapore dei prodotti grezzi ed autentici e la complessità visiva del più grande direttore della fotografia che operi in Italia: Luca Bigazzi.


    Recensione mia

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    premessa: L'intervallo è stato presentato quest'anno, a Venezia 69, in concorso nella sezione Orizzonti. Ha vinto tre premi: il Fipresci, quello della Federazione Italiana dei Cineclub e il Francesco Pasinetti.

    L’esordio di Leonardo Di Costanzo nel cinema di finzione parte dall’idea vincente di rinchiudere i propri protagonisti e la storia in un unico spazio, un ospedale dismesso della zona di Capodichino. Mostrando Napoli solo di scorcio, dall’alto, dalle fessure di un cancello il regista rivela il timore che la sola presenza della città si mangi il racconto con il suo ingombro scenografico. Ma c’è anche un altro motivo, assai più interessante, che registra il vero peso specifico de L’intervallo e cioè la sua natura duplice, a cavallo tra una realtà difficile e la fuga in un immaginario gotico-fiabesco che si nutre degli elementi canonici come delle interpunzioni derivanti dalla realtà televisiva. Una barca trovata nelle viscere allagate dell’edificio è il palcoscenico per l’immaginazione di un’adolescente cresciuta con L’isola dei famosi, così come il bosco incolto tutto intorno.

    Il background da documentarista permette a Di Costanzo di filmare la realtà in modo che essa si sveli davanti alla macchina da presa, posta spesso a qualche metro di distanza (frequenti i piani medi e lunghi, con gli attori in ombra, non perfettamente in luce) lasciando che i suoi giovani attori si rivelino allo spettatore, senza la sovrascrittura del cinema. Ed è questa una delle sue peculiarità: Alessio Gallo e Francesca Riso, attori non professionisti, coadiuvati dallo sguardo maieutico del regista danno vita a due figure prese pari pari dalla strada, senza essere però schiacciati dallo stereotipo (negativo o positivo che sia). E lo stesso vale per il boss Bernardino, sin dall’aspetto molto vicino a quei volti anonimi, “borghesi” che popolano ormai la realtà camorristica odierna. Il resto lo fa Luca Bigazzi con una camera quasi sempre a spalla, lunghi piani sequenza e una luce che si mescola continuamente all’ombra senza che nessuna delle due prevalga mai.

    Il titolo del film allude a una stasi di pace e di conoscenza. Dopo le iniziali ritrosie, nate soprattutto dalla coercizione dei ruoli – dove, scopriamo subito, anche il carceriere è a sua volta un prigioniero – i due ragazzi imparano a conoscersi, ad abbassare un po’ le difese, senza tuttavia perdere di vista l’orizzonte del quartiere che sta fuori quelle mura, un orizzonte cui dovranno tornare dopo il breve intervallo di una giornata.

    8

    Edited by hellboy1 - 4/10/2012, 11:55
     
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  2. MrBlù
     
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    Bella-presentazione-e-stupenda-recensione, ho-molta-curiosità-per-questo-quasi-esordio, escludendo-appunto-i-documentari-che-già-citi.
    Lui-trattando-il-genere-ha-già-sguardo-secco-e-lineare, e-il-connubio-con-Bigazzi-non-stento-a-credere-sia-entusiasmante.
    Il-regista-lo-conoscevi (di-persona-intendo) ?

    qui-un-trailer

     
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  3. poison78
     
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    Ottima analisi e pellicola veramente interessante. Prendo nota grazie per la segnalazione Kurtz
     
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  4. Kurtz
     
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    grazie a voi ragazzi
    Blù, no, non conosco il regista, ma ha parecchio potenziale, :)
     
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3 replies since 22/9/2012, 17:33   198 views
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