Lincoln

di Steven Spielberg

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  1. Fedor Lynch
     
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    lincoln-film

    La dicitura di "biopic" sta indubbiamente molto stretta all'ultima fatica di Steven Spielberg. "Lincoln" infatti non è focalizzato in senso assoluto sul suo protagonista, ma offre un'analisi politica più ampia e una visione storica precisa da parte del suo autore. Sulle basi di un ottimo script di Tony Kushner (già sceneggiatore di "Munich"), il film si concentra sugli ultimi mesi di vita di Abramo Lincoln e quindi sull'approvazione del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e sulla guerra di secessione. Spielberg costruisce una narrazione che rifugge epicità e didascalismi, lascia gli scontri bellici fuori campo prefendo mostrarne soltanto le conseguenze, sgretola un mito per ri-plasmarlo secondo il suo credo e le sue necessità. Lincoln è un personaggio machiavellico, che sostiene fermamente che "il fine sia giustificato dai mezzi" e che debba essere raggiunto a qualsiasi costo. E l'obiettivo dell'abolizione dello schiavismo deve passare necessariamente attraverso compromessi e scelte eticamente discutibili (la decisione di prolungare il massacro della guerra per mantenere la maggioranza dei voti alla camera), ma essendo un "fine nobile" i passaggi intermedi sono giustificati e giustificabili. La battaglia politica di Lincoln mette così in luce tutto il marcio della politica, tra voti comprati attraverso mazzette varie ed incarichi assegnati a chi è propenso a cambiare schieramento. Lincoln vuole scrivere la Storia, a bordo di una nave che ormai non può essere fermata e deve procedere verso l'obiettivo anche se questo porterà inevitabilmente al proprio sacrificio. Il ritratto più intimo del presidente è quello di un uomo costretto a soffocare il proprio dolore (la perdita di un figlio) e i propri sentimenti (l'impossibilità di dire all'altro figlio che vuole partire per la guerra quanto sia importante per lui), in nome di un'immagine costruita che deve mantenersi solida per perseguire il suo scopo. Spielberg parte ancora una volta dallo schifo e dagli orrori del mondo per dare una possibilità salvifica rappresentata dai singoli individui: "Schindler's list", "Salvate il soldato Ryan", "Munich", "War Horse" sono messaggi positivi in scenari catastrofici, scintille di umanità in un mondo che continua a rifuggerla. E "Lincoln" appartiene ancora a questo filone, anche se con una struttura completamente diversa rispetto al passato. In quest'ultima opera infatti Spielberg si affida alla "parola" come unico strumento d'azione e sviluppo narrativo, ponendola sempre e comunque in primo piano, più importante e decisiva della guerra e di tutto il resto. L'abilità oratoria assume quindi una valenza imprescindibile, e viene incarnata proprio da Lincoln che fa discorsi e racconta storie, che è l'uomo politico per antonomasia, che diventa simbolo e ritorna mito nonostante tutto il sangue e gli intrighi che porta sulla coscienza. Spielberg ci parla di una politica necessaria che deve puntare al "bene" anche attraverso sotterfugi e quant'altro e per questo non può affidarsi a nient'altro se non alla "parola", l'arma più forte e spietata, diretta ed universale. Daniel Day Lewis incarna Lincoln con un'interpretazione straordinaria, costruita per sottrazione su un uomo che deve fare quotidianamenti i conti con la propria grandezza, che pesa ogni sillaba, si muove lentamente, è solido pubblicamente e fragile all'interno. Ed alla fine la Storia è scritta ed è destinata ad essere indelebile, come il cinema che per Spielberg rimane estremamente importante e necessario.

    Edited by hellboy1 - 30/1/2013, 12:13
     
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  2. Il_Tenente
     
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    Io continuo a ritenerlo insopportabilmente ed eccessivamente "idealizzato". Una favoletta che non cambia toni per 150' minuti e si spaccia per portatrice di temi alti che per me non sono altro che un ricatto. Più didascalico di così, Fedor. Eppure non è un difetto, film di questo tipo sono didascalici in partenza, il problema è il come esserlo. Come dicevo è l'idealizzazione di fondo che fa storcere il naso, anche Lincoln è idealizzato, lo è anche quando compie azione illegali, lo sono i neri all'inizio del film che discutono con il presidente. Un film disonesto e ricattatorio travestito da lezione di storia, di cinema e di umanità.

    Riporto anche la mia precedente opinione:

    Lincoln

    i821129_oscar

    Correte a vedere Lincoln! Parafrasando la maggior parte dei quotidiani: "l'ennesimo capolavoro di Steven Spielberg". Ma anche no, dico io. Prendete la definizione "film audace e difficile" e fatene l'antitesi, otterrete la descrizione principale di uno spot di 150 minuti, ben girato, confezionato su misura per il grande pubblico americano (e non) e pronto a ricevere una valanga di oscar pitturati a stelle e strisce. In questo caso, la storia poteva rimanersene tranquillamente sui libri, perchè il modo in cui viene raccontata passa continuamente dal banale al retorico fino ad arrivare al ricattatorio (mi riferisco alle scene finali senza descriverle per non spoilerare) condito di un buonismo di fondo che trasforma il film in una favoletta per tutti i palati. Bocche che durante la durata della pellicola pensano di nutrirsi di temi alti, come se la tematica trattata e le conseguenze che ne derivano non fossero ovvie da più di mezzo secolo. Viva Spielberg! Viva l'America! Viva Lincoln il nuovo Capolavoro!

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  3. Fedor Lynch
     
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    Boh, siamo davvero distantissimi.. c'è poco da fare! Non riesco a vederci quest'idealizzazione.. O, meglio, chiaramente c'è ma non la ritengo così eccessiva e straripante. Io ho visto un ritratto di Lincoln tra luci e ombre, in cui lui ne esce sicuramente come mito, ma per l'altezza e l'importanza del fine raggiunto che riesce a far passare in secondo piano i vari mezzucci utilizzati. Quello che temevo era una rappresentazione senza macchie e tonnellate di retorica da tutte le parti.. Qua la retorica indubbiamente c'è, ma l'ho trovata funzionale alla storia (e Storia :lol: )..
     
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  4. Kurtz
     
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    sono d'accordo con Fedor. è un film topico di Spielberg in tutti i sensi, per i pregi e per i difetti. ci sarà un po' di didascalismo, una mano di retorica (ma assai meno di quanto pensassi). per me vale comunque un sette, fosse solo per l'interpretazione di Daniel Day-Lewis e la splendida fotografia di Kaminski - che per fortuna ho potuto vedere in originale, altrmenti sai che disastro.



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  5. Fedor Lynch
     
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    sì, visto in originale anch'io.. il doppiaggio m'ha fatto sanguinare le orecchie già solo nel trailer, quindi non oso immaginare :lol:

    io in ogni caso numericamente parto dal 9, bando all'avarizia :lol:
     
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  6. Il_Tenente
     
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    Parlando di numeretti, il mio voto oggettivo è un 6, l'insufficienza è dettata dalle aspettative ampiamente deluse. Infatti nella mia opinione scritta ho messo in risalto solamente gli aspetti che ritengo negativi della pellicola. Tra l'altro ho avuto la sfortuna di sorbirmelo doppiato, con tanto di Lincoln/Favino inascoltabile.
     
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    Il film a mio parere è stupendo. VOTO 9
     
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  8. badòands
     
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    mi accodo,soprattutto la seconda parte è magistrale
     
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  9. Fedor Lynch
     
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    bene, noto con piacere di non essere l'unico ad averlo amato :lol:

    nel confronto con "argo" per quanto mi riguarda non c'è proprio storia.. ma sarà questo il motivo per cui all'academy faranno vincere il film di affleck :lol:
     
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  10. Kurtz
     
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    Io preferisco Argo, ma tecnicamente Lincoln è il film perfetto per fare jackpot all'Academy. Ma è anche vero che quelli non sai mai che strada prendano. quando pensi che li hai inquadrati poi magari squadernano (ma nell'90% delle volte sono abbastanza prevedibili)
     
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  11. badòands
     
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    agli oscar,a meno di grosse sorprese dovrebbero dividersi i premi,film e montaggio argo e regia e attore lincoln.
    anche io ho più apprezzato il film di spielberg,l'ho trovato quasi perfetto.chiaramente l'idealizzazione del presidente c'è,ma è anche inevitabile.a me ha colpito di più l'umanità con cui è stato raccontato,e la capacità di stemperare il racconto di una decisione storica per l'america con momenti sorprendentemente brillanti.poi vabbeh,tecnicamente è un gioiello assoluto,ma non è certo una novità con lui e i suoi tecnici(su tutti la fotografia di kaminzki).
    purtroppo averlo visto doppiato è stato uno scempio difficilmente raccontabile.non si capisce quale mente folle abbia scelto favino che gigioneggia imitando quasi ferruccio amendola nel dar voce al presidente
     
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    ho letto che il film e'lento...ma per me non e' cosi...l'ho trovato interessante e non mi ha annoiato nonostante sia tutto dialoghi...

    daniel day lewis pazzesco..
     
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    Visto anch'io, ha detto tutto molto bene Fedor, anche se non arrivo al suo apice di gradimento, come non condivido troppo il parere del Tenente, mi assesto più nel mezzo, in quanto la pellicola a livello tecnico è impeccabile, un pò meno a mio avviso sul piano del coinvolgimento e del cuore. Spielberg ci fa entrare nel periodo storico, ci descrive sotto diversi punti di vista l'uomo e il presidente Lincoln, ma a me non ha coinvolto fino in fondo e certe parti forse dovevano essere alleggerite e rese più dinamiche, sebbene la scelta di Spielberg di non farci vedere mai la guerra in se stessa la trovo un'idea azzeccata. L'interpretazione ancora una volta di Day-Lewis è da vedere e rivedere, incarna Lincoln in modo perfetto, gli sguardi e le rughe del viso gli basterebbero per comunicare e dire molto più di mille parole, anche se proprio la "parola" in se stessa è l'essenza di questa bella opera di un cineasta che non amo in modo incondizionato ma che sa rinnovarsi, stupire e fare del gran bel cinema.

    Voto: 7,5
     
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    CITAZIONE (Revu @ 19/2/2013, 13:13) 
    (IMG:http://www.hollywoodreporter.com/sites/def...n_still_a_l.jpg)

    Visto anch'io, ha detto tutto molto bene Fedor, anche se non arrivo al suo apice di gradimento, come non condivido troppo il parere del Tenente, mi assesto più nel mezzo, in quanto la pellicola a livello tecnico è impeccabile, un pò meno a mio avviso sul piano del coinvolgimento e del cuore. Spielberg ci fa entrare nel periodo storico, ci descrive sotto diversi punti di vista l'uomo e il presidente Lincoln, ma a me non ha coinvolto fino in fondo e certe parti forse dovevano essere alleggerite e rese più dinamiche, sebbene la scelta di Spielberg di non farci vedere mai la guerra in se stessa la trovo un'idea azzeccata. L'interpretazione ancora una volta di Day-Lewis è da vedere e rivedere, incarna Lincoln in modo perfetto, gli sguardi e le rughe del viso gli basterebbero per comunicare e dire molto più di mille parole, anche se proprio la "parola" in se stessa è l'essenza di questa bella opera di un cineasta che non amo in modo incondizionato ma che sa rinnovarsi, stupire e fare del gran bel cinema.

    Voto: 7,5

    Giuste osservazioni le tue, ma l'asticella numerica che si ferma a 7.5 per un film simile è veramente una cattiveria, solo per la qualità tecnica e di scrittura non puoi non partire da 8. :P
     
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20 replies since 30/1/2013, 11:30   558 views
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