Vero come la finzione

Marc Forster

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  1. Trinità&Bambino
     
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    Titolo originale: Stranger than fiction
    strangerthanfiction06

    Nazione: U.S.A.
    Anno: 2006
    Genere: Commedia, Drammatico, Romantico
    Durata: 113'
    Regia: Marc Forster
    Sito ufficiale: www.sonypictures.com/...
    Sito ufficiale: www.sonypictures.it/film/...

    Cast: Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Dustin Hoffman, Queen Latifah, Emma Thompson, Denise Hughes, Eli Goodman, Michael Cook, Tom Hulce, Tony Hale
    Produzione: Crick Pictures LLC, Mandate Pictures, Three Strange Angels
    Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
    Data di uscita: 02 Febbaraio 2007 (cinema)

    Trama:
    La vita di un anonimo agente del fisco, Harold Crick, viene inaspettatamente movimentata, quando inizia a sentire una voce che fa la cronaca diretta di qualsiasi cosa egli faccia. Quando Harold, scopre che la voce che lo guida ormai in ogni suo movimento, é quella della scrittrice Kay Eiffel che sta scrivendo un libro che sembra essere proprio la biografia della sua vita e che nel libro gli spetta una fine.. brutta, cerca in tutti i modi di far cambiare la fine del libro.

    Edited by hellboy1 - 12/9/2011, 15:51
     
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    Questo me lo vedo alla grande ^_^

    Anzi, lo aspettavo :wub:
     
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  3. Budd The_Sidewinder
     
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    sembrerebbe carino
     
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  4. Trinità&Bambino
     
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    La storia parte da una condizione comune a molte vicende già viste: l'ossessione per le abitudini della vita di tutti i giorni che viene improvvisamente modificata. L'equilibrio del personaggio svanisce con l'apparire di una specie di alter ego: una voce che lo martella in continuazione preannunciado cosa avverà da lì a poco.
    Una situazione che metterebbe a soqquadro chiunque: più che mai uno come Harold Crick abituato ad una vita fatta di una routine spasmodica e di ritmi super consolidati.

    Marc Foster divide il film in due: nella prima parte, molto noiosa e lenta, il personaggio è coprotagonista assieme a questa voce assidua e petulante che non lo molla un attimo. Lo segue, lo interrompe, ne invade la vita e la mente.
    La seconda parte, più fluente e seguibile e in entriamo in toto nella storia, Foster ci introduce a quello che sarebbe l'epilogo ricucendo e spiegando cose semplicemente accennate nella prima fase.

    Onestamente è un film che sdubbia non poco, dopo quaranta minuti avevo la voglia di andare via, quella voce infatti oltre a irritare il personaggio irritava anche il sottoscritto, e non poco, e forse era quello che il regista voleva che accadesse. Con il tempo la voce entra a far parte del film ma non è il film, come nei primi venti minuti, e la nostra mente è fossilizzata solo sul personaggio di Harold e sui suoi molti tentativi di capire cosa volesse quella presenza da lui.

    All'uscita del film il mio giudizio non era positivissimo ma man mano che ci ripenso il film non è assolutamente male, anzi mi sa che me lo prenderò anche in dvd.
    Certo è plausibile che si resti spiazzati.
     
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  5. jake&elwood
     
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    Vidi il trailer questa estate a New York, è da allora che lo aspetto :wub:
     
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  6. Kurtz
     
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    a em interessa molto. Fa molto storia pirandelliana, non posso perdermela
     
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  7. marsellus wallace
     
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    spoilerless...e pirandello c'è!

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    Vero Come La Finzione (Stranger Than Fiction)

    Cast : Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Dustin Hoffman, Queen Latifah, Emma Thompson, Tom Hulce, Tony Hale, Denise Hughes, Linda Hunt
    Regia : Marc Forster
    Sceneggiatura : Zach Helm
    Durata : 01:53:00
    Data di uscita : Venerdì 2 Febbraio 2007
    Generi : Commedia, Drammatico, Fantasy, Sentimentale
    Distribuito daSONY PICTURES RELEASING ITALIA (2007)

    Trama : Harold e' un uomo metodico , preciso , che conta addirittura i colpi di spazzolino che esegue alla mattina per lavarsi i denti. La sua vita e' scandita da un orologio che ne regola le abitudini e i tempi. Un giorno mentre esegue le solite ritmiche abitudini una strana voce arrivata da chissà dove gli comunica che a seguito di un particolare episodio al sua vita sarà in pericolo. E sembra che questa voce sia molto di più di una semplice schizofrenia da metodologica abitudine...

    Osservazioni : Decisamente fiacco e con poco mordente questo film di Mark Foster ,non bruttissimo ma inutilmente molto lento, che si basa su un idea iniziale carina e curiosa, ma poi dopo man mano che prosegue non riesce a sostenere con il dovuto ritmo l'iniziale assunto, coltivando in maniera poco appassionante il buon germoglio iniziale. La vicenda di Harold il metodico ( interpretato da Mel Ferrer) risente tremendamente dell'influenza televisiva del serial “Desperate Housewives”, citato con la voce fuori campo(che tra l'altro in Italia hanno pensato subito di affidare alla stessa doppiatrice che fa la voce di Mary Alice, cioè la defunta che dal cielo commenta le vicende delle casalinghe disperate)e con un finale totalmente uguale a ogni finale di puntata del telefilm. Dietro questa evoluzione dello spirito che cambia una vita grigia e monotona, abbiamo veramente ben poco di emozionante e di appassionante. Quasi a ergersi a nuova bottega di “ Chocolat “, la svolta della vita di Harold e' data da una panettiera che fa dolci sublimi( la tremendamente affascinante Maggie Gyllenhall, qui con gigantesco tatuaggio floreale e tutta sorrisi e bontà), il destino della sua vita fin lì grigia e cupa, è veicolato da una scrittrice piena di ansie, ticchi e nicotinomane( bravissima Emma Thompson a interpretarla), l'assistenza alle sue speranze affidata a uno scrittore cinico e impassibile che segue la vicenda per il suo fascino letterario più che per i risvolti umani. Tutti personaggi fortemente caratterizzati, interpretati con maestria, ma che i piatti colpi di scena e le risibili evoluzioni della storia non riescono ad innalzare dal livello “vedo sullo schermo” mi entrano le emozioni. Si assiste placidamente sapendo che il finale sarà così, si prosegue con artifizi narrativi lenti e patetici, incentrando il tutto sulla prova di attori.
    Il regista vuole incentrare la vicenda su un altro punto, i piedi nudi degli scrittori, piedi che non hanno calzini o calzature negli interni debitamente inquiadrati, sia per la Thompson che per Hoffmann, quasi a voler significare che il loro camminare e procedere è istintivo, naturale e non condizionato da nulla. Significati, pregi, influenze( come non citare Pirandello con una vicenda simile? Tra l'altro la Gyllenhall ha il cognome di uno dei suoi personaggi, “Il fu Mattia Pascal”),e tra i pregi mettiamo le scritte sui titoli di inizio, davvero fantasiose, purtroppo tutte cose affossate da una narrativa filmica fiacca e da una regia del tutto anonima, confermando che la buona idea di base aveva il fiato corto. Come quasi sempre accade, le prove di attori da soli non bastano ad elevare il film. Questo ne è una prova.

    ***************************************+
    specie dopo il colloquio con trinità ( grazie immense lore, e complimenti per la bella descrizione ) questo film mi aveva lasciato l'amaro in bocca. Ripensando alle influenze televisive che ho citato nella rece la sensazione si è acuita.Comunque solo la Thompson vale la visione !
     
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  8. ednorton85
     
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    A me sa tanto di vaccata....dalla rece di Marcellus ho un piccola conferma....poi chissà... :)
     
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  9. paolamoon
     
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    CITAZIONE (marsellus wallace @ 3/2/2007, 23:05)
    Decisamente fiacco e con poco mordente questo film di Mark Foster ,non bruttissimo ma inutilmente molto lento, che si basa su un idea iniziale carina e curiosa, ma poi dopo man mano che prosegue non riesce a sostenere con il dovuto ritmo l'iniziale assunto, coltivando in maniera poco appassionante il buon germoglio iniziale.

    L'ho visto ieri sera...sinceramente, non sono d'accordo con quanto quotato sopra...

    Per me, anzi, il film si è rivelato una piacevolissima sorpresa. Dal trailer non mi prendeva per niente, poi non so perchè mi ha comunque incuriosita....i primi minuti mi sono davvero garbati: la monotonia insostenibile della vita di Harold viene quasi "colorata" dalle scritte che appaiono sullo schermo, quasi in aiuto alla voce narrante di Emma Thompson, e traducono in numeri e forme i pensieri del protagonista.
    Passato il primo quarto d'ora, effettivamente ho notato anch'io una breve battuta d'arresto.. il film per un po' sembra effettivamente in una situazione di stallo, ma ripensandoci, una volta fuori dalla sala, l'ho trovata una cosa comprensibile...in quella parte della storia, la scrittrice è effettivamente ancora in preda al blocco dello scrittore, mentre Harold cerca di andare avanti con la sua solita vita, spaventato allo stesso tempo dalla voce che sembra perseguitarlo.
    Finita questa parte, a mio parere tra l'altro nemmeno tirata troppo per le lunghe, l'interesse torna vivo, la pellicola si fa sempre più piacevole, in un continuo crescendo fino al finale. Insomma, per me è stato veramente un bel film, con delle interpretazioni notevoli, soprattutto da parte della Thompson, favolosa nel ruolo della scrittrice semi-schizofrenica. Stavolta il lavoro più semplice l'ha avuto Meggie Gyllenhaal, con un personaggio forse buonista in modo eccessivo, ruolo per lei anche piuttosto insolito, ma di fatto fondamentale; solo grazie a lei, infatti, Harold capirà la bellezza della vita.

    Conclusione...per me si merita un bel voticino... 7,5 ci sta tutto! :P

     
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    Io lo vedo stasera, commentino domani ^_^

    Spero di dover dare ragione a paola ma mi rendo conto che le possibilità che accada non sono tantissime :lol:
     
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  11. marsellus wallace
     
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    Stavolta il lavoro più semplice l'ha avuto Meggie Gyllenhaal, con un personaggio forse buonista in modo eccessivo, ruolo per lei anche piuttosto insolito, ma di fatto fondamentale; solo grazie a lei, infatti, Harold capirà la bellezza della vita. ( paolamoon )

    ...bibbia assoluta, mai parole furono più vere sopratutto ripensando ai passati della nostra secretary.
    Complimenti paola per la recensione quanto mai esemplificativa delle tue emozioni. Io personalmente ho detto la mia più sopra per cui non ho moltissimo da aggiungere se non rischiando di ripetermi.Sul tuo giusto discorso del blocco del film che ripercorre il blocco dello scrittore si parlava l'altra sera con un amico, si notava questa cosa ma effettivamente veniva vista come una pecca e non come un pregio, perchè in quanto film doveva comunque muovere altri comparti , comunicando la sensazione, dando allo spettatore il senso ma in maniera che quel tempo filmico non venisse perduto.Così la cosa risulta un po' comoda e risibile.
    Poi le terribili influenze da serial tv ( Desperate Housewives in totalità e Sex and the City in maniera molto meno marcata ) ne hanno accentuato le pecche in quanto a mancanza di originalità.
     
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    Incredibile!

    Devo dare ragione a Paola: mi è piaciuto :lol:

    Non ho notato cali di ritmo, anzi, mi sono divertito più volte. Un film piacevolissimo da vedere...fossero sempre così le commedie ^_^

    Will Ferrell nel suo primo ruolo semiserio è promosso (anche se non si grida al miracolo), la Gyllenhall è carinissima, Hoffman sempre un piacere a vedersi e Emma Thompson davvero bravissima nel delineare la figura della scrittice stressata e in crisi :lol:

    Sicuramente non mi ha convinto il finale un pò
    SPOILER (click to view)
    buonista e caramelloso
    , però l'apparizione di Tom Hulce riabilita un pò tutto :lol:

    Un altro difetto che gli posso imputare è che la sceneggiatura segue troppo le impronte di Kaufmann, ma non si avvicina nemmeno lontanamente alle vette ed al genio puro di filmoni come Eternal Sunshine o Adaptation.

    Voto 7+
     
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  13. Trinità&Bambino
     
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    Sono d'accordo ale, il finale è molto alla Amelie Pulin!

    :lol:

    Ma il film è bellino!

    :P
     
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  14. Oh Dae-soo
     
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    Bene... ho letto in giro diverse opinioni positive. Cercherò di andarlo a vedere anch'io. Il tema è senza dubbio di mio interesse... l'unico perere negativo per il momento è quello di marsellus... spero che abbia torto :D
     
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  15. Kurtz
     
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    A una prima lettura della trama del film, ancora prima di vederlo, il pensiero può saltare subito dentro un'atmosfera pirandelliana. Intuizione non del tutto errata, in effetti, ma che all'uscita dalla sala va un po' regolata. Nell'universo del signore di Girgenti, infatti, non c'è mai davvero una confusione tra i piani della realtà (dello scrittore) e quelli della finzione (del personaggio); i due sono assiomaticamente distinti, l'uno dentro lo scorrere inarrestabile della vita e del contingente l'altro tra le pagine perfette e immutabili di una costruzione metafisica, da cui persino il suo creatore è escluso, in quanto soggetto alle leggi deterioranti della fisica.
    Nel film di Forster, invece, i piani sono più intrecciati, secondo una spirale che ricorda - specie nella prima parte - soprattutto le elucubrazioni cerebrali di Kaufman, in cui l'interzona tra iperuranio della finzione e quotidiane traversie dello scrittore è molto più sottile, prevedendo non solo un accavallamento e un mutuo rapporto d'influenza tra le parti, ma anche e soprattutto un'esistenza reale, concreta del personaggio dentro il mondo del suo stesso creatore. L'inizio, con la messa in moto di questo processo non è proprio ai livelli di Kaufman, ma pure a suo modo funziona, e sebbene il finale insinui un leggero sospetto di compromissione, il film ha anche una parte centrale ben strutturata e spesso commovente nel tracciare la vita/non vita del suo protagonista (anche se è vero che qui latita un po' troppo la presenza metaletteraria, come se fosse stata un po' dimenticata). Ma è impossibile non amare un film con un cast di questi livelli, da un ottimo Ferrel a una deliziosa, dolcissima e fichissimamente tatuata Maggie Gyllenhall; su su fino a un ben ritrovato Hoffman, in gran rispolvero e una Thompson in coraggiosa confessione autobiografica che sottolinea dal di fuori un altro e nuovo rispecchiamento tra palco e platea, tra messa in scena e vissuto, facendo rilucere prismaticamente un'opera sulla riflessione morale tra arte e vita, sulle responsabilità di un autore nei confronti delle vite di carta. Non del tutto centrata, forse, come è pur vero che qualche riflessione metaletteraria fatica a diventare davvero cinema, ed è più detta che mostrata, ma tutto sommato l'esperimento può dirsi riuscito. Non un capolavoro, ma un'opera comunque intelligente e stimolante, che fa ben sperare nei prossimi frutti dello sceneggiatore Zach Helm.

    7.5
     
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17 replies since 2/2/2007, 20:58   595 views
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