No - I Giorni Dell'Arcobaleno

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Posted on 14/3/2013, 13:17

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No - I Giorni Dell'Arcobaleno

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USCITA CINEMA: 18/04/2013
GENERE: Drammatico
REGIA: Pablo Larraín
SCENEGGIATURA: Pedro Peirano
ATTORI: Gael Garcia Bernal, Christopher Reeve, Richard Dreyfuss, Jane Fonda, Alfredo Castro, Nestor Cantillana, Augusto Pinochet, Alejandro Goic, Antonia Zegers, Marcial Tagle, Jaime Vadell
FOTOGRAFIA: Sergio Armstrong
MONTAGGIO: Andrea Chignoli
PRODUZIONE: Fabula, Participant Media, Funny Balloons
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Francia, Cile, USA 2012
FORMATO: Colore
TRAMA: Nel 1998, il dittatore militare cileno, Augusto Pinochet, a causa della pressione internazionale, è costretto a convocare un referendum per la sua presidenza. Il paese dovrà votare SI o NO alla riconferma di Pinochet alla guida del Cile per altri otto anni. I leader dell’opposizione persuadono un giovane pubblicitario, Rene Saavedra, a mettersi a capo della loro campagna per il NO. Contro ogni pronostico e con risorse piuttosto scarse, Saavedra escogita un piano per vincere le elezioni e rendere il Cile finalmente libero dalla dittatura.

Riporto un piccolo commento di Demonaz:

CITAZIONE (Demonaz78 @ 18/2/2013, 18:47)

No di Pablo Larrain Voto 9

I giorni antecedenti alla caduta di Pinochet in Cile e il lavoro del comitato del NO inerente al referendum sulla ricandidatura del dittatore. Il regista rievoca un periodo buio della storia del suo paese con una forza e una vitalità rari (e praticamente assenti nel nostro paese) usando molti volti televisivi e molto materiale d'epoca. Un film da vedere per ricordare cosa sono le dittature.

Edited by hellboy1 - 15/3/2013, 11:26

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Posted on 12/5/2013, 09:31

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Larrain dopo i bellissimi Tony Manero e Post Mortem chiude la sua trilogia della dittatura con No - I Giorni Dell'Arcobaleno, un'opera girata con video camere dell'epoca (1988) che donano all'opera uno stile particolare e vintage, che immergono completamente lo spettatore nel periodo storico mescolando le immagini di repertorio. Il cineasta cambia completamente registro rispetto alle sue opere precedenti molto algide e drammatiche, con un tono umoristico e lottando contro la dittatura con l'arma dell'allegria e della speranza. Grande valenza e significato lo hanno in mass media e la televisione, oggetto perfetto per veicolari i consensi e far cambiare la volontà di un paese sull'orlo della ricandidatura di Pinochet per altri otto anni. Personalmente l'opera l'ho trovata molto molto meno incisiva delle sue precedenti, lo stile adottato vuol essere forse troppo marcatamente realista/documentarista e anche gli snodi narrativi si annacquano senza coinvolgere completamente. Bernal è bravo nella parte del pubblicitario ma è l'insieme che non colpisce a fondo, che non tira quel pugno nello stomaco che forse da un'autore così brillante mi sarei aspettato. Per quel che mi riguarda un deciso passo indietro rispetto a quello che aveva fatto vedere fin qui Larrain.

Voto: 6

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