Complicità e sospetti

minghella per la terza volta con jude law

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  1. marsellus wallace
     
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    Complicità e sospetti (2006)

    Genere: Drammatico Thriller
    Durata: 120 min.
    Data uscita nei cinema: 09/02/2007

    CAST

    Will Jude Law
    Sandy Martin Freeman
    Liv Robin Wright Penn
    Amira Juliette Binoche

    Titolo originale: Breaking and Entering
    Regia: Anthony Minghella
    Sceneggiatura: Anthony Minghella

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    Trama: un architetto subisce dei furti al suo magazzino laboratorio a Londra da parte di una banda di slavi che usa dei quindicenni agilissimi per arrampicarsi sui tetti. Deciso a non subire altre rapine si apposta davanti al magazzino per cogliere in flagrante i ladri. Seguendo uno degli agili ragazzi che ha scoperto, farà un incontro che gli darà nuove prospettive insperate per ridare vigore a una filosofia di convivenza di coppia che sembrava ormai consunta, con la propria convivente e la figliastra che sembrano chiuse in un muro ermetico verso di lui.

    Commento : un bel film veramente questo lavoro del raffinato Anthony Minghella( premio oscar per il "Paziente inglese"), suo terzo film con protagonista o co-protagonista Jude Law("Ritorno a Cold Mountain"e"Il talento di Mr Ripley"), tutto giocato sul filo delle emozioni umane del rapporto di coppia uomo-donna, con una punta minima di azione,con piccoli inseguimenti e acrobazie , e soffuso di erotismo in alcune sfaccettature di trama.
    Bellissima la costruzione filmica del rapporto tra il protagonista e la convivente divorziata e che ha una figlia non da lui con delle difficoltà psichiche a dormire, mostrando che mentre ogni cosa sembra degradare verso la completa e totale distruzione di quel poco che rimane, parallelamente si formano insperati e contraddittori germogli per una nuova crescita proprio dove sembrava che ci fosse campo arido.
    Il percorso del piccolo ladro si interseca con quello dell'affermato architetto, che con grande pregio Minghella tratteggia senza una facciata pulita e normale, e mentre uno ruba all'altro contemporaneamente tutti e due si donano per vie traverse qualcosa. Film di assoluta corrosione delle sicurezze, di ricerca dei sentimenti e che vuole aggrapparsi a dei valori che si sa che esistono ma non si trovano mai, si avvale della recitazione strepitosa di Juliette Binoche, qui nei panni inconsueti di una madre coraggio bosniaco mussulmana. Espressioni intense, movimenti delicati e misurati, scoppi di rabbia e sguardi sognanti, un autentico carnet di recitazione a ventaglio totale.
    Jude Law abbandona i panni del grande amatore bello e conquistatore per interpretare un tipo diverso di uomo che cerca la conquista non della bellezza ma di altri valori per completare la propria anima. Insicuro, maldestro nelle scelte, che fa del fascino che conserva un'ancora per arrivare senza mai però vedere il risultato di qualcosa.
    Sarà la semplicità e l'amore per il figlio della donna bosniaca a portarlo verso la ragione e non il suo incedere.
    Il film possiede una grande dote, di non voler mai esagerare nei toni per toccare lo spettatore, il ritmo è per lo più molto pacato e riflessivo, anche nei momenti di maggior vivacità il regista non perde il controllo e conduce il tutto verso un discorso di conoscenza delle emozioni per quanto accade e non di mera spettacolarizzazione.
    Robin Wright Penn è la madre piena di ansie e di ticchi, preoccupata per la figlia, per nulla affascinante e depressa sia nelle fattezze che nei movimenti, che oppostamente a una mostrata voglia di lavorare chiude a tappo il rapporto con il convivente. Anche lei ottima recitazione, nelle sue ansie e nel suo vivere fatto di aria che manca, polmoni che non respirano come le città con sempre più cemento che soffocano i prati.
    Il tema portante del film sono le troppe parole, parole dette dallo psichiatra inutlimente visto che scopriamo noi stessi meglio da soli che con l'aiuto di altri, parole di circostanza dette alla prostituta che beccheggiano senza senso, parole che circonludono i rapporti e impediscono il fulcro come per la Binoche e Law, parole dette alla figlia che non arrivano a nulla se non vogliono essere sentite in partenza, parole da non dire che rivelerebbero cose pericolose. Fiumi di parole diceva una vecchia canzone, fiumi che allontanano, allungano le cose inutilmente e impediscono che le azioni prendano il sopravvento per mostrare il sentimento.
    Un gran bel film di sentimenti non edulcorati o zuccherosi, disincantato( tranne leggermente nel finale )girato con classe in una atmosfera semiteatrale, che scava con un coltello nelle coscienze portando alla luce insoddisfazione e difficoltà di riuscire a parlare senza scatenare caos e incomprensioni, che mostra il patrimonio personale di oggetti solo come una personale proprietà che si può tranquillamente perdere perchè i veri valori di ricchezza sono altri.

    Edited by hellboy1 - 9/10/2011, 11:49
     
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  2. anais
     
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    :blink: consultando la guida per scegliere il film da vedere stasera avevo escluso questo in quanto commentato con Il cinema stucchevole e sentimentale di Anthony Minghella :lol:
    invece tu ne parli benissimo! e di certo mi fido più di te :D
     
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1 replies since 14/2/2007, 00:06   94 views
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