Nebraska

di Alexander Payne

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    Nebraska

    locandina

    USCITA CINEMA: 16/01/2014
    GENERE: Drammatico
    REGIA: Alexander Payne
    SCENEGGIATURA: Bob Nelson
    ATTORI: Bruce Dern, Will Forte, Bob Odenkirk, Stacy Keach, Devin Ratray, Rance Howard, Missy Doty, June Squibb
    FOTOGRAFIA: Phedon Papamichael
    MONTAGGIO: Kevin Tent
    PRODUZIONE: Bona Fide Productions
    DISTRIBUZIONE: Lucky Red
    PAESE: USA 2013
    DURATA: 110 Min
    FORMATO: B/N
    NOTE: In concorso al Festival di Cannes 2013.
    TRAMA: La storia è quella di un uomo con un debole per la bottiglia, in viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare il premio di un concorso, assieme al figlio da cui si è da tempo allontanato.

    Edited by [pako] - 8/1/2014, 18:47
     
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    Credo che sarà il mio prox film in sala.
     
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    Io andrò quasi certamente domani.
     
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    Film da tenere sotto stretta osservazione; Alexander Payne negli ultimi anni mi ha scaldato parecchio e ho visto ripetutamente i suoi vari film come A proposito di Schmidt, Sideways - in viaggio con Jack e l'ultimo Paradiso amaro.
     
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  5. badòands
     
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    non vado pazzo per payne,lo trovo un pò discontinuo e un pò furbo.qui però c'è il grande bruce dern e la visione la merita comunque(anche per togliermi lo sfizio di capire perchè lo ha girato in bianco e nero).
     
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    Mai visto Election? Qualche feed back?
     
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    Un viaggio verso il Nebraska, un road movie intimo e sofferto, struggente e intimista che sonda le anime dei protagonisti e dell'America tutta. Con un bianco e nero proiettato nel passato ma che parla del presente, Payne come suo solito parla all'anima dell'uomo, con dialoghi corrosivi e pungenti, tra il tragicomico e il commosso. Premio meritato a Cannes per l'interpretazione di un Bruce Dern straordinario (ma June Squibb non gli è da meno!), un uomo vecchio e stanco, rimbambito e cocciuto in una provincia americana che subdolamente sa coccolarti nel momento propizio ma anche piazzare calci pesanti quando non gli servi più. Il sogno americano probabilmente è morto, e l'unica cosa di prezioso che ci rimane sono gli affetti e la famiglia, valori che nulla e nessuno più rompere.

    Voto: 8,5

    P.S. Come al solito distribuzione oscena!
     
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  8. badòands
     
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    CITAZIONE (macina @ 21/1/2014, 13:27) 
    Mai visto Election? Qualche feed back?

    si si,secondo me il suo più bel lavoro,assolutamente.dei suoi mi manca solo storia di ruth,gli altri li ho visti tutti.solo paradiso amaro mi ha pienamente deluso,gli altri comunque la visione la meritano,c'è l'elogio dei perdenti che non può non fare breccia.però mi pare resti sempre in superficie,non scavi mai davvero nel malessere e nei motivi che lo generano
    fa piacere questa bella recensione di nebraska.purtroppo dubito di poterlo recuperare in sala,se non in qualche rasegna tra qualche mese.
    rinnovo a revu la mia curiosità:il bianco e nero è un vezzo dell'autore o ha una sua ragione d'essere?
     
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    Election prima o poi me lo procurerò, ne sono assai curioso!

    Per quanto riguarda Paradiso amaro, ricordo che ad alcuni non era piaciuto; io credo di averlo visto tre volte solo nel 2013. Fotografia, recitazioni (quella di Clooney è inappuntabile), locations, momenti topici, musiche al top a mio avviso.
     
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    CITAZIONE (badòands @ 21/1/2014, 13:49) 
    rinnovo a revu la mia curiosità:il bianco e nero è un vezzo dell'autore o ha una sua ragione d'essere?

    Un pò entrambi Bado, addirittura sui titoli di testa compare la vecchia immagine di Paramount Vantage. E' un'immersione e un omaggio che il regista fa ai vecchi film in bianco e nero (di Kurosawa su tutti, visto che il regista lo ama molto), ma può essere interpretato sotto diverse chiavi di lettura. E' una scelta coraggiosa che a me è piaciuta, quasi alla ricerca del ricordo, del documento, mai estetizzante fine a se stessa comunque.

    CITAZIONE (macina @ 21/1/2014, 13:59) 
    Election prima o poi me lo procurerò, ne sono assai curioso!

    Per quanto riguarda Paradiso amaro, ricordo che ad alcuni non era piaciuto; io credo di averlo visto tre volte solo nel 2013. Fotografia, recitazioni (quella di Clooney è inappuntabile), locations, momenti topici, musiche al top a mio avviso.

    Election l'ho recuperato da poco e lo devo vedere, è l'unico di Payne che mi manca all'appello ^_^

    Payne è autore che mi piace moltissimo, quando puoi recupera questa Nebraska che per me è anche superiore al seppur bello Paradiso Amaro ;)
     
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    Mi ha fatto molto piacere il premio a Cannes a Bruce Dern, ottimo attore finito un po' nel dimenticatoio, attivo soprattutto tra gli anni '60 e gli anni '80, dalla celebre maschera impenetrabile che cela però, nella sua apparente impassibilità, una fragilità interiore. Attore cormaniano, impiegato quasi sempre come caratterista e antagonista, dopo una serie di piccoli ruoli in film di Corman, Pollack, Aldrich, quando impiegato in ruoli più importanti e centrali ha lasciato un segno indelebile, mettendo la sua faccia in alcune delle pellicole più significative del cinema americano degli anni '70: uno dei film simbolo della New Hollywood, Il re dei giardini di Marvin di Bob Rafelson, come fratello scapestrato di Jack Nicholson, in una curiosa inversione di ruoli, l'ultima recita del maestro, Complotto di famiglia di Hitchcock, lo strepitoso poliziesco archetipico, Driver l'imprendibile di Hill, il poeticissimo ed ecologico 2002: La seconda odissea di Trumbull, in cui recita quasi per tutto il film da solo, l'intenso manifesto pacifista di Ashby, Tornando a casa, nella figura del tormentato marito di Jane Fonda protagonista di una delle più belle e amare sequenze di sempre sulle note di Once I Was di Tim Buckley :wub: .

    Per il resto convengo con Bado su Payne: mi piace il suo elogio dei perdenti, la sua capacità di tratteggiare personaggi intensi, sfaccettati e complicati e il suo saper raccontare in maniera coinvolgente e accattivante storie di vita, ma al contempo pare anche a me che tenda a perpetuare all'infinito, film dopo film, questi stilemi rimanendo in superficie, senza mai rischiare e scavare più in profondità.

    Nebraska può essere la volta buona e mi aspetto molto dal film (qui esce giovedì): la perplessità di Bado sulla scelta del bianco e nero è una perplessità che ho anche io, anche se, dal tipo di storia e dal trailer che ho visto, può essere stata una scelta giusta per rappresentare con maggior efficacia il grigiore esistenziale che attornia il personaggio e per interiorizzare meglio il racconto.

    Edited by michibaldi - 21/1/2014, 14:56
     
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    Visto venerdì in una sala semivuota: splendida visione. ^_^
    Triste e di una dolcezza indefinibile.
    Il bianco e nero acuisce il senso di solitudine dei vari personaggi nella loro specificità.
    Eppoi... di colpo sboccia una risata genuina, senza alcuna malizia.
    Sono uscita dal cinema soddisfatta, ed anche in questo momento ripensando al compressore, non riesco a trattenere un gran sorriso.
     
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    Conosco poco Payne, se non per il buon Paradiso Amaro.
    Pellicola dolce e genuina, fotografata in bianco e nero, la storia di un vecchio ubriacone, come possono essercene tanti, e si sa che alle volte i sogni di un anziano possono sembrare fuori dal mondo per chi è più giovane, ma magari non per loro. Un viaggio di speranza e passione che questo simpatico vecchio farà insieme al figlio e alla delirante moglie ("Ecco cosa ti sei perso, cit.), tra splendidi paesaggi e cruda ipocrisia ed anche cattiveria della gente. Il repentino cambiamento di giudizio delle persone nei confronti di questo vecchietto: è anche quello, oltre la scelta del regista, il bianco e il nero.

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    CITAZIONE (macina @ 21/1/2014, 13:59) 
    Per quanto riguarda Paradiso amaro, ricordo che ad alcuni non era piaciuto; io credo di averlo visto tre volte solo nel 2013. Fotografia, recitazioni (quella di Clooney è inappuntabile), locations, momenti topici, musiche al top a mio avviso.

    Io personalmente l'ho odiato, un film fastidioso, falso come un ereditiero in ciabatte che si presenta come una persona normale. Con un clooney che si convince che gli bastano, per l'appunto, un paio di ciabatte, una polo una taglia più grande e la faccia da stordito per andare in profondità. Retorica dei problemi comuni a ogni essere umano, una storia e un intreccio che dovrebbero portare i personaggi a essere dei riuscitissimi personaggi/persone e alla fine tutti non sono altro che quel che sembrano, e mai quel che sono in realtà o quel che saranno, sono la quintessenza della macchietta, ma in modo molto serioso, con problemi molto seri, con dei vestiti molto comuni, con tutto il condimento e i dettagli anti-macchietta. Peccato per la sostanza.

    questo lo andrò a vedere comunque.
     
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    mi unisco agli elogi, molto molto bello nella sua semplicità, viaggio dell'anima on the road, vecchio e nuovo a confronto, due generazioni di fronte, piccola-grande ballata antiamericana dove la desolazione dei paesaggi riflette quella interiore di chi li abita.
    tra i film più trasparenti, dolceamari e sinceri che ho visto negli ultimi tempi. più volte ci si ritrova a sorridere col groppo in gola.
    viene voglia di entrare nello schermo e abbracciare Dern tipo ogni 10 minuti, fin dall'incipit con quel meraviglioso campo lungo che ricorda senza dubbio quello di Furore di John Ford. 7,5/8

    Edited by mickes2 - 7/2/2014, 09:26
     
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