Baff - Busto Arsizio film festival

29 marzo / 5 aprile 2014

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. macina
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    22,472

    Status
    Offline
    hvTtub3

    Ferzan Ozpetek

    Un Ferzan Ozpetek leggermente affaticato ma pimpante e sorridente quello che si è presentato alla conferenza stampa con i giornalisti il pomeriggio di sabato 29 marzo all’Istituto cinematografico Antonioni di Busto Arsizio. Una sorta di inaugurazione della 13° edizione del Baff l’appuntamento con il cineasta italo-turco, venuto nella città bustocca per presentare il suo nuovo film “Allacciate le cinture”. Ozpetek giunge nella sala gremita in ogni ordine e posto con una mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia e rimane con i giornalisti per un tre quarti d’ora rispondendo in modo cordiale e approfondito ai quesiti. A far gli onori di casa il sindaco di Busto Gigi Farioli, sempre vulcanico nell’introdurre gli eventi e dare lustro a una manifestazione itinerante in varie locations della provincia varesina. Presenti anche il direttore della scuola Antonioni (che forma in un percorso triennale fra regia e recitazione), il direttore artistico di Baff Steve Della Casa, lo staff di Baff e i
    giovani dell’istituto che non hanno perso l’occasione di immortale attimi salienti dei lavori con telecamera e macchine fotografiche.
    Ozpetek non ha celato la sua stanchezza nell’adempiere ai numerosi impegni promozionali di questo ultimo periodo; il regista, con voce calma e idee ben delineate in testa, ha sempre parlato al microfono con garbo raccontando dell’uscita del film in Italia e Turchia. Negli stessi Stati ha curato anche l’uscita del libro “Rosso Istanbul”, il suo primo volume come autore che traccia forse un solco nella sua carriera facendogli inaugurare un sentiero da scrittore.

    Qui di seguito alcune delle frasi pronunciate da Ferzan Ozpetek, che ha rimandato ulteriori discorsi alla serata; alle 21 dello stesso giorno è stato infatti proiettato al cinema Sociale di Busto in piazza Plebiscito 1 “Allacciate le cinture” con presentazione iniziale.

    … Il lavoro sugli attori, come sempre accade nei miei film, è stato importante anche perché si ha un salto temporale di 13 anni e in così tanto tempo le persone cambiano non solo nell’aspetto. Devo assolutamente ringraziarli perché hanno interpretato alla perfezione il mio mandato e alcuni sono ingrassati anche in modo evidente. Parlo della protagonista, la bravissima Kasia Smutniak, ma anche di Filippo Scicchitano e Francesco Arca. D’altronde non ho mai scelto un attore per quello che poteva darmi a livello di cartellone …

    … Ricordo il bel periodo delle riprese de Le fate ignoranti, un bel momento storico, prima delle torri gemelle, quando non avevamo il dubbio dell’altro …

    … Il film parla anche di malattia, il cancro. Un produttore di cui non faccio il nome mi aveva risposto che non si poteva fare un film su un tale tema tabù; sono anch’io conscio del fatto che non farà cifre altissime come Mine vaganti. Credo però che di cancro si possa e si debba parlare senza considerarlo argomento scomodo. Non è non parlando di qualcosa che questo si risolve, mi sembra ipocrita e poco produttivo rimanere in silenzio, come se questi drammi debbano essere vissuti e risolti all’interno della singola famiglia …

    … Nel film si vede anche una scena di amore e sesso durante la malattia. Non ci vedo nulla di male, avevo assolutamente desiderio di raccontare questo aspetto …

    … Nel film c’è un intreccio di dramma e ironia; la risata, il pianto e il dramma sono lontani e vicini allo stesso tempo. In uno dei miei film preferiti, “Fiori d’acciaio”, vi sono scene che danno ragione a questa unione …

    … Capitolo Francesco Arca: siccome più di una persona mi ha fatto notare che questo ragazzo aveva iniziato facendo il tronista, rispondo una volta per tutte che Francesco si è rivelato una graditissima sorpresa soprattutto nella disponibilità all’ascolto che ha dimostrato. Io tra l’altro lo scoprii dopo averlo preso della questione tronista e non sono non me ne fregava niente ma mi sono solo rammaricato di non averlo scoperto dieci anni prima. Mi hanno chiesto se mi fossi pentito di averlo preso; mi sono pentito di averlo trovato in ritardo! …

    … Da sempre lavoro sull’emotività dell’attore cercando di rendere spontaneo il risultato generale, l’improvvisazione mi piace poco, preferisco tenere le cose sotto un saldo controllo …

    … Ancora due parole sul cancro. Io ne sono coinvolto per aver vissuto la drammaticità della malattia con persone a me care, ma tutti siamo coinvolti, la società tutta è coinvolta. Dobbiamo essere chiari uscendo con l’informazione e la sensibilizzazione per questo problema collettivo ...




    ALLA SERA ORE 21 CINEMA SOCIALE BUSTO ARSIZIO:


    maOVt70

    Non poteva esordire meglio in serale il Busto Arsizio Film festival sabato 29 marzo. Alle 21 la sala del cinema Sociale faceva bella mostra si sé già piena lasciando impietosamente in piedi i malcapitati che si erano dimenticati di prenotare via mail il posto. Segno incontrovertibile di un interesse sempre crescente per questo grande evento votato alla settima arte, giunto nel 2014 alla 13° edizione e diretto artisticamente per la prima volta dal ben conosciuto Steve Della Casa.
    Ma un quadro dalla formidabile cornice non può suscitare le cupidigie degli appassionati d’arte qualora non
    presenti un contenuto all’altezza. E merce preziosa è parso inaugurare il Baff con la proiezione di “Allacciate le cinture”, ultima fatica di Ferzan Ozpetek. Piatto ancor più prelibato poi se il regista presenzia in sala e, in maggiore forma rispetto alla conferenza stampa pomeridiana, ne delinea caratteristiche e retroscena.
    Madrina d’eccezione per la serata la giovane e valida attrice Claudia Potenza, pugliese verace e già scelta dallo stesso Ozpetek in passato. Della Casa ha valorizzata la sua presenza con varie domande davanti alla quali la potenza si è dimostra una vera… Potenza, rispondendo con sentimento e cognizione di causa mostrando spontaneità e cuore verso la materia cinema e tutto il mondo collaterale.
    Gli scambi di battute sono stati introdotti dal padrone di casa, il sindaco bustocco Gigi Farioli, il quale, ben consapevole della prelibatezza del pulpito a disposizione, ha decantato l’importanza del connubio cultura e territorio con passione. Raccogliendo in varie occasione il plauso scrosciante del folto pubblico, ha concluso la sua arringa con la frase ad effetto ma oggettivamente carica di rischio e carattere:

    “Facciamo di Milano una periferia di Busto Arsizio”.
    Amen!

    In sala presente anche Enzo D’Alò, personalità di spicco del cinema italico di animazione e regista, tra gli altri lavori, del famoso “La gabbianella e il gatto”.
    Della Casa ha incalzato l’ospite d’onore Ozpetek con molte domande. Il buon Steve sa il fatto suo, gli scappa una parolaccia (s*****a), polemizza un po’ con il pubblico per l’iniziale rumorosità e gestisce con giusto polso e scettro sicuro le redini dei dibattito. Abituato a platee anche internazionali, da l’impressione di divertirsi molto e probabilmente è davvero questo il suo mood interiore.
    Ozpetek, pur avendo a disposizione uno sgabello, preferisce stare in piedi appoggiando i gomiti allo stesso. Si equilibra con destrezza nelle risposte, svela qualche arcano circa la lavorazione della pellicola, attesta amore non sono agli attori della stessa ma agli attori in genere. Gli pone “pan per focaccia”, positivamente detto, la Potenza, la quale racconta la piacevolezza e il clima famigliare delle riprese di "Magnifica presenza". Pare che Ferzan ospiti a casa sua gli attori, segnatamente nella sua cucina, in una sessione preliminare in cui si legge la sceneggiatura. La stessa viene poi rimaneggiata a seconda dei nuovi stimoli e poi parte tutto il vasto lavoro successivo. Altre parole vengono spese per il libro “Rosso Istanbul”, uscito a fine 2013 e che sta già mietendo proseliti in Turchia (primo nella classifica di vendita dei libri). In Italia siamo già giunti alle 40 mila copie vendute e c’è da attendersi un numero ancora più lusinghiero. Giusto il tempo di un po’ di dichiarazioni di affetto nei confronti del cinema, di un racconto divertente per cui Ferzan chiamò al telefono il fratello fingendosi un’importante scrittrice turca… Il sipario di schiude su “Allacciate le cinture”.

    Questo articolo non vuole essere una recensione sul film ma una registrazione del modo in cui lo stesso ha fatto presa sulla audience. Il pubblico è parso coinvolto dall’inizio alla fine, perfino quando una giovine si è sentita male e alcuni soccorritori hanno dovuto chiamare l’ambulanza. Risate scroscianti si sono alternate a momenti in cui l’acre dramma ha creato una coltre drammatica che si poteva tagliare con il coltello.

    “Allacciate le cinture” è un film perfetto da vedere in sala, ma vi è da aspettarsi un ottimo gradimento anche in home video una volta uscito in commercio il dvd. Ozpetek bilancia con esperienza le componenti dramma e ironia in un connubio che non sempre forse si amalgama con la giusta naturalità. I due registri proseguono talvolta intersecandosi talvolta procedendo in modo autonomo, talvolta si rimane a bocca aperta comunque per sprazzi di cinema molto elevato. Ozpetek ha forse tentato di condurre questa sua prerogativa all’eccellenza e il gusto di alcuni passaggi è un po’ forzato. Ciononostante nel complesso si rimane ancorati dal primo all’ultimo minuto alla narrazione e ai titolo di chiusura il concetto di grande film si stampa in testa.

    Anche per la virtuosità di alcune caratteristiche: il solito “ozpetekiano” ricorso alla “tribù” di amici che in modo corale fanno sentire “di casa” lo spettatore e gli restituiscono la vicinanza delle vicende. Sia la Smutniak (forse questo film sarà la base di lancio per una carriera davvero importante per l’attrice di origini ceche), che Arca, Scicchiatano, Francesco Scianna, la Ricci… tutti dimostrano di avere interiorizzato il copione e tutto avviene in modo genuino e convincente. Il toccante modo e la splendida sensibilità con cui il regista tratta il tema del cancro: vi è da dire che questa malattia non viene “sezionata in laboratorio” facendone una protagonista terribile e cinica, tutt’altro. Protagonista precipua si fa anzi la vita o meglio le esistenze dei ragazzi davanti alla pesantezza di questo demone chiamato tumore. E così, davanti al volto diafano della Smutniak sofferente si propagano battute divertentissime, situazioni grottesche. Insomma si ride, si piange, si piange ridendo e soprattutto si respira a pieni polmoni la poetica interessante e personale di un bravo artista come Ferzan Ozpetek.
    Un artista che qualche volta viene attaccato: chi lo accusa di essere mieloso, chi di strizzare l'occhio al pubblico, chi di essere artisticamente ossessionato dalla tematica omosessuale (presente anche in "Allacciate le cinture"). A mio avviso Ozpetek è sincero e questo già lo solleva dalle bocciature.

    Edited by Revu - 4/4/2014, 14:02
     
    Top
    .
11 replies since 30/3/2014, 18:19   383 views
  Share  
.