La Spia - A Most Wanted Man

di Anton Corbijn

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  1. nic_baker
     
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    Molto banalmente, gli spy-story/thriller che [per me] valgono sempre la pena di una visione sono quelli che, dopo una prima parte incerta, zoppicante, perfino insulsa, appena un minuto prima che tu ti convinca che sia un film che non valeva la pena di una visione e che certamente non sarà la seconda parte a farti cambiare idea, ecco proprio in quel momento riescono a prendere una direzione per cui non solo il film diventa interessante, ma anche quella prima parte che pareva così insulsa assume non solo un suo senso ma pare necessaria.
    Arrivati circa a metà de La spia la speranza è quella. La verità -statisticamente molto più probabile quando ci si trova davanti a film del genere- è che la spia, dopo una prima parte in cui è difficile trovare un vero interesse, si inserisce in un contesto assai più ampio di Thriller che rinunciano a qualsiasi tipo di tratteggio vero dei personaggi -mostrati e trattati per tutto il film per quello che sono, pedine- in favore dell'azione -a meno che non si creda ancora al dogma per cui sia il ritmo a determinare la possibilità di tratteggio di un personaggio. Se credete all'equazione «Ritmo frenetico: personaggi piatti= Ritmo pachidermico: personaggi ben delinati» ecco se credete a 'sta roba, allora no, allora La spia tratteggia bene i suoi personaggi-

    Corbijn non nasconde nulla, tutto è piuttosto chiaro fin dall'inizio, nulla di male se non fosse che bisogna essere molto, molto bravi per fare un thriller senza tenersi in mano nemmeno una carta. E a furia di mostrare e mostrare non gli rimane che aggrapparsi a un finale non esaltante ma ben costruito nella sua teatralità -rinunciando alle logiche del thriller moderno fa capitare tutti i personaggi nello stesso luogo, senza una vera ragione, come se fosse un palco dove ci si congeda tutti insieme- una piccola chicca dopo quasi due ore dove pare che Corbjin, dopo il bel Control e il dimenticabile The American, non sappia più essere né un bravo un fotografo né un bravo regista di clip -e magari da grande essere un bravo regista. - rimane lì al guado, con la camera sempre in spalla, indeciso sul da farsi, se tallonare i propri personaggi o lasciarli respirare.

    Ci sono attori che non possono recitare male, al massimo possono sbagliare un'interpretazione. Hoffman ha sbagliato film, come lo hanno sbagliato tutti gli altri attori - Basti pensare a Robin Wright e all'impietoso confronto con House of Cards- ritrovatisi in una partita di scacchi giocata solo con pedoni. Rimane, come detto, l'immagine del finale e la bella uscita di scena di Hoffman, poi null'altro da dichiarare
     
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5 replies since 18/8/2014, 14:33   112 views
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