Automata

di Gabe Ibáñez

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  1. marsellus wallace
     
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    per qualcuno che vuole recuperarlo in qualche cineforum, la distribuzione è stata scandalosa

    Coraggiosamente prodotto da Banderas che ne è anche l'interprete principale, ecco arrivare un coraggioso film di fantascienza che ci parla di un futuro depresso e apocalittico, neppure troppo lontano visto che si parla del 2044. Siamo di fronte alla terribile paura delle generazioni a venire (forse se saremo fortunati noi la eviteremo), il mondo si desertifica progressivamente, riempiendosi di radiazioni e togliendo sempre più zone abitabili all'uomo, ridotto ormai allo stremo e di numero, dai miliardi di oggi ci riduciamo a pochi milioni.
    In questo contesto si muove Jack (Banderas) un assicuratore di robot, i Pilgrim 7000. Già, proprio i robot, costruiti in numero notevole dovevano salvare la terra, ma anche la loro fedeltà e devozione alla razza umana data dai due codici della legge robotica non è bastata per creare giardini dal deserto come gli ebrei , e ora occupano i gradini più bassi della scala sociale, arrivando a diventare dei mendicanti o degli umili lavoranti in un mondo devastato. Jack, che attende una figlia dalla moglie, sfiduciato e stanco controlla per la sua agenzia che non si eseguano truffe accusando i robot di malfunzionamento. Ma un giorno le cose cambiano, uno dei robot sviluppa un istinto di autoriparazione e un altro si brucia perché ritiene la sua esistenza meccanica inutile.
    Quando appare Clio, un robot usato come prostituta, Jack capisce che le macchine stanno sviluppando una coscienza personale e hanno un obbiettivo da svolgere. Nel mezzo gli uomini invece di pensare ad aiutarsi nella difficoltà sviluppano losche trame.
    Diretto da Ibanez, un film coraggioso e intenso, figlio di Blade Runner (senza pioggia ovviamente) e di Io robot, ci parla direttamente al cuore chiedendoci di interpretare il diverso come non un nemico ma una nuova scoperta di fiducia, pensando di riuscire a trovare la concordia per uscire assieme dalle difficoltà e non far affogare gli altri aggrappandosi a loro per sfuggire a un naufragio. La coscienza robotica e l'anima meccanica (molto più umana di quella presente negli esseri di carne) qui è presentata in maniera struggente e dignitosa, con dei robot dal design essenziale sporchi, inzaccherati, pieni di ruggine e graffi, privi di qualche pezzo che nonostante abbiano subito ogni sorpruso da parte dei loro creatori non smettono di obbedire alle leggi della robotica. Ne viene fuori, dai loro sguardi persi attraverso occhi meccanici, un ritratto quanto mai pregno, e anche quando la pellicola si trasforma in una mattanza western con l'esecuzione alla testa e in ginocchio di uno di loro, la sensazione è che non abbiano posto fine a una macchina ma a un essere degno di vivere, che sarebbe stato orgoglioso di progredire in un cammino brutalmente interrotto da “una scimmia violenta”, essere senziente regredito ai basic istinct.
    Pellicola asciutta e coinvolgente che purtroppo non avrà la distribuzione che merita, ne consigliamo il recupero ad ogni appassionato di storie intense e non solo agli amanti della fantascienza catastrofica o meno. Ottimo Banderas, tra sporcizia e ferite fornisce una interpretazione di buon livello.
     
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11 replies since 21/8/2014, 21:25   238 views
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