Blackhat

di Michael Mann

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  1. marsellus wallace
     
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    se non fosse per la firma in regia un filmetto che passerebbe inosservato

    Questo film, una storia di intrusioni computerizzate in un sistema elettronico solo apparentemente inattaccabile, sarebbe passato totalmente inosservato se non fosse per la firma in regia, infatti dopo sei anni da Nemico pubblico - Public Enemie, Michael Mann ritorna dietro la macchina da presa. Onestamente se il vecchio leone si fosse dedicato a un altro progetto maggiormente corposo avremmo preferito, ma abbiamo questo e dobbiamo accontentarci. Blackhat ha per protagonista Thor, o meglio l'attore Chris Hemsworth, che interpreta stavolta un giovane ma capacissimo hacker che sta scontando in prigione un periodo di detenzione per i suoi crimini informatici contro il patrimonio. Mentre il bello e muscoloso sta in gattabuia, un altro potentissimo hacker gioca in grande, entra nel sistema di controllo del raffreddamento di un reattore nucleare in Cina e lo fa esplodere, poi incasina la borsa di Wall Street con una altra intrusione.
    I governi americano e cinese, spaventati da un altra possibile mossa ancora più letale, organizzano una supersquad congiunta, che non può fare a meno anche del galeotto di cui dicevamo, l'unico capace di riuscire a prevedere in anticipo le mosse del criminale.
    Pieno di azione e di botti più o meno grandi, e della solita scena in cui l'energia distruttiva passa attraverso le fasce della rete e dei chip, questo film è un placido e abbastanza prevedibile web-feardisaster-movie, figlio delle grandi paure date dai sistemi apparentemente inattaccabili che possono invece collassare con un "enter" che scatena un programma geniale e imprevedibile. Per renderlo più interessante si è inserita una storia d'amore telefonata e qualche morte, una sorta di giro del mondo e una scena finale con molte comparse che alla fine lascia un po' il tempo che trova. Si capisce praticamente tutto sin dall'inizio (come la possibile utilità del criminale buono, di sentimento puro e leale), non si è per nulla puntato sulla sorpresa o la suspance, qui e là qualche inseguimento con sparatoria di poco cabotaggio, riducendo il tutto a un action visto e stravisto che va preso senza pretesa alcuna. Per Mann più che l'ispirazione era la voglia di lavorare a qualsiasi progetto per sentire ancora sua la camera, può andare bene e possiamo capirlo, facendo un ben misero paragone anche noi preferiremmo recensire qualcosa di poco conto che non recensire affatto.
     
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53 replies since 10/10/2014, 14:15   1113 views
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