John Wick

di Chad Stahelski

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  1. marsellus wallace
     
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    Torna Keanu Reeves, fisicamente in forma strepitosa, in un film diretto da David Leitch e Chad Stahelski, che è la classica storia di un ex-professionista della pistola che ha abbandonato l'attività, ma avendo subito un grave torto scatena una vendetta senza limiti, un one man army inarrestabile che guarda al numero elevato di nemici solo come Obelix ai romani, cioè la soddisfazione che più ce ne sono più li può far fuori. John Wick ha abbandonato pistole, omicidi su commissione e azioni armate forsennate per amore, una dolce donna (che vediamo solo in un toccante video sullo smartphone) gli ha toccato il cuore e lo ha mandato in pensione. Ma purtroppo ora la moglie è morta, come ultimo regalo, arrivato postumo tramite corriere, con una lettera strappalacrime preparata negli ultimi giorni di vita, ha fatto recapitare a John un cucciolo, che ridona felicità al super killer distrutto. Ma una brutta notte il figlio di un boss, ex datore di lavoro di John, per rubare una macchina uccide la cagnolina e lo riempie di botte. Inutile dire che nonostante il numero soverchiante di nemici che difendono il vigliacco assassino è tempo di vendetta, senza limiti, senza freno, contro tutto e tutti, aiutato solo da un vecchio amico (Willem Dafoe) esperto di fucili di precisione che lo protegge da lontano.
    Sembra a prima a vista la solita "truzzonata" del passato violento che ti ha troppo permeato che non smette di inseguirti nonostante lo hai rinnegato per nobili scopi, e in effetti lo è, ma se non altro questo ha dei piccoli valori in più, come il fatto di essere realizzato davvero bene e con coreografie di guida e lotte ottime tra stunt e inseguimenti, ma soprattutto l'ironia. Durante 101 minuti di azione totale vediamo un poliziotto che arriva dopo una mattanza in casa di Wick e gli dice "Sei tornato al lavoro John?", lo stesso angelo o diavolo della vendetta si reca in un mega hotel dove soggiornano solo professionisti della morte (e anche letali femme fatale), dove vigono regole ferree d'onore tra assassini che se infrante, per intascare taglie o altro, sono gravemente punite.
    Un film che porta Reeves ai vertici del cinema d'azione senza troppe menate, pesantemente debitore di altro, con tante cose scontate o stereotipo, come la pioggia che arriva nei funerali o nella lotta decisiva, la ferita al costato come se fosse un moderno Gesù Cristo pistolero, il bar termale con le belle donnine e con la scena alla Terminator degli spari in mezzo alle persone che ballano, però come cinema d'intrattenimento funziona bene e non si può certo pretendere di più, un onesto B-movie con i soldi. Nella parte del vecchio boss Michael Nyqvist di Uomini che odiano le donne.
     
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5 replies since 26/12/2014, 22:50   119 views
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