Babadook

di Jennifer Kent

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    Babadook

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    DATA USCITA: 15 luglio 2015
    GENERE: Drammatico, Horror, Thriller
    ANNO: 2014
    REGIA: Jennifer Kent
    SCENEGGIATURA: Jennifer Kent
    ATTORI: Essie Davis, Daniel Henshall, Tim Purcell, Noah Wiseman, Michael Nightingale, Tiffany Lyndall-Knight, Carmel Johnson
    FOTOGRAFIA: Radek Ladczuk
    MONTAGGIO: Simon Njoo
    MUSICHE: Jed Kurzel
    PRODUZIONE: Causeway Films, Smoking Gun Productions
    DISTRIBUZIONE: Koch Media
    PAESE: Australia, Canada
    DURATA: 93 Min
    TRAMA: Sei anni dopo la morte violenta del marito, Amelia si sforza di far fronte alla paura del figlio di sei anni, Samuel, che è terrorizzato da mostri immaginari in agguato in casa. Uno strano libro per bambini, Mr. Babadook, ossessiona Sam. A poco a poco, Amelia arriva a condividere la sua stessa paura e a credere che un mostro chiamato Babadook perseguiti la sua famiglia.
     
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  2. marsellus wallace
     
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    Amelia vive da sette anni senza l'adorato marito, morto per un incidente stradale la notte stessa che è nato l'unico suo figlio, Samuel. Il piccolo è un bambino litigioso e difficile da gestire, incapace di calmarsi, non dorme ed è terrorizzato dai mostri, contro i quali costruisce delle armi rudimentali ma comunque pericolose per i suoi compagni. La donna deve dividersi tra il figlio e il lavoro, soffre terribilmente della mancanza del compagno, cosa addebitata al bambino. Una sera Samuel trova un libro che parla di un mostro di nome Babadook, che ti entra dentro e ti possiede. Tra stress e nervi che stanno saltando per Amelia comincia un vero incubo.

    L'Australia terra del bengodi per gli amanti dei film horror, il paese che può darsi una produzione indipendente e piena di voli pindarici di fantasia senza troppi problemi ora ci regala questo piccolo gioiello di nome Babadook, diretto da Jennifer Kent, una regista che sicuramente farà sentire ancora il suo nome. Il film è definibile come thriller emozionale a tinte fortemente scure, senza effetti splatter, tutto giocato sullo stress che ti porta alla follia, e che si svolge per l'80% all'interno di una unica location, la casa dei due protagonisti, la madre Amelia e il figlio Samuel (interpretati benissimo da Essie Davis e Noah Wiseman. Sorta di Shining al femminile dove la luccicanza è data dall'oscurità più profonda della paure recondite generate da stress, dopo tragedie e ferite che non si chiudono mai, narra la storia di questa donna che proprio la sera che nasce il figlio perde l'adorato marito in un incidente stradale. Sono sette anni che lei vive da sola con lui, sono sette anni che porta avanti la baracca flebilmente aiutata dalla sorella che vede male il nipotino, bambino difficile, pieno di turbe e complessi, che dorme poco e costruisce delle rudimentali ma pericolose armi per difendersi dai mostri che vede in continuazione nella sua camera. Amelia non regge più, sta per cedere, e dopo che il figlio è stato espulso dalla scuola per aver costruito una balestra con delle freccette il tracollo nervoso è oramai alle porte, unica consolazione i momenti in cui si addormenta e gli sembra di fare un viaggio onirico cadendo felicemente sul morbido letto e l'aiuto del suo vibratore (inserimento davvero strategico e inaspettato nella trama). Ma al peggio non c'è mai fine per i colpiti dalla sfortuna, e una sera Samuel trova un libro di nome Babadook, il resto potete immaginare cosa possa essere.
    Un film prezioso, solitario di intelligenza nel panorama asfittico generale di genere, la paura si instilla con le cose semplici e normali, senza chissà quali artifizi o effetti speciali sullo schermo, vediamo una donna disagiata dalla vita come potrebbero essere tante che cerca di nuotare in un mare in tempesta che la porta sempre più giù, e alla fine da qualche parte ci si trova ad esplodere con cose e reazioni che non sono nella natura e nel DNA personale. Amelia non è una giovane popputa da spogliare e tagliare, non è una final girl ma è il simbolo finale dell'urlo nevrotico che dobbiamo far uscire all'esterno per non essere soffocati. Il Babadook alla fine non si sa se è un vero mostro, è il mostro che noi generiamo con le nostre ansie e le nostre paure, nasce da noi, e infatti in una frase emblematica si dice che più ignori quello che hai dentro più lui diventa forte, tanto vale nutrirlo in un modo diverso e controllato piuttosto che alimentarlo con lo stress generato verso gli altri (vi abbiamo credo decisamente incuriosito senza rivelarvi nulla), come se fosse una sorta di cagnolino di casa. Amelia non è una buona madre in definitiva, è ancora troppo dentro nel ricordo dell'insostituibile compagno perso, odia di riflesso il difficile ma incolpevole Samuel, sottovaluta certe cose, è una donna normale che vive purtroppo un'esperienza anormale. Un film terrificante per la sensazione di disagio familiare che ti dona, fa pensare a varie cose, un thriller sociale a tinte fosche che vi consigliamo di non perdere, una delle migliori e ispirate apologie dell'uomo nero che non vedevamo da tanto tempo, con il plusvalore di essere girato con mano davvero esperta.
     
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    Bella recensione marsellus, penso che lo recupererò sicuramente in blu ray!
     
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    Apperò, un altro thriller/horror che sembra meritevole d'attenzione. Lo tengo d'occhio!
     
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  5. thekingofbronx
     
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    Questo è un filmone... Chi risulta sensibile all'uomo nero poi ne rimarrà affascinato...

    Per ora lo metto tra i primo cinque degli ultimi anni...
     
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    aspetto una bella steel dalla Koch
     
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    Il corto (diretto dalla stessa regista nel 2005) che ha ispirato Babadook:

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    Smorzo un po' l'entusiasmo, almeno il mio pre-visione. Ancora devo decidere se privilegiare gli aspetti positivi o quelli negativi, entrambi presenti nel film. Dal un lato (quello positivo) il soggetto e molta della rappresentazione, in un bel "crescendo" fino alla fine; dall'altro alcune forzature poco comprensibili o forse semplicemente non riuscitissime, come la necessità di rappresentare "il mostro", a volte fin troppo macchiettistica, e la deriva finale della Davis, forzata eccessivamente, così mi è sembrato, verso un finale il più catartico possibile. Il finale, seppur simbolico, rafforza quanto appena detto sulla necessità di rappresentazione.
     
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    Le mie labbra cercano il piacere nei posti più inaspettati

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    Visto la settimana scorsa, il film mi ha piacevolmente colpito nonostante la diffidenza dovuta allo sbandieramento del successo internazionale. Dal punto di vista produttivo sicuramente la pellicola fa di tutto per mascherare al meglio il budget sicuramente non alto. Si iniziano con stereotipi abbastanza classici tra cui il bambino con problemi relazionali, per poi sfociare in una deriva forse più fantastica che horrorifica, ma di sicuro la pellicola è chiaramente un film dell'orrore, con tanto di casa "infestata" dal mostro che qui prende il nome di Babadoock. La regista australiana in verità riesce in una impresa che dovrebbe essere la normalità per il genere, ossia giocare con quello che lo spettatore vede, miscelando la realtà con la fantasia generando quindi una piccola tensione di fondo sempre pronta ad esplodere, ed è qui la nota dolente della pellicola, perchè la tensione non esplode mai nell'orrore, non genera mai vera e propria paura al massimo una leggera inquietudine. Il punto forte della storia sta però nella deriva che la mancanza di un genitore provoca su di una famiglia e miss Kent dirige la percezione del figlio e la inesorabile follia della madre, che abbandonandosi alle proprie ansie si trasforma sua volta in un mostro. Delicato nel tema, molto meno nella messa in scena, tutto funziona però a dovere e chiudendo un po' gli occhi su alcuni particolari tirati forse un po' troppo verso il limite della sopportazione, "Babadook" riesce a mantenere in buona parte molte delle promesse fatte nel primo tempo, regalando un finale più funzionale che originale.

    Film: 7
     
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8 replies since 17/5/2015, 14:33   265 views
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