The Transporter Legacy

di Camille Delamarre

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  1. marsellus wallace
     
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    Transporter legacy

    Frank Martin è un trasportatore davvero serio quanto anomalo, senza fare troppe domande e con grandi compensi mette a disposizione le sue eccezionali doti di guida per trasportare persone e carichi di qualunque tipo. Un giorno una affascinante donna sembra proporgli un affare senza troppi problemi, ma le cose non stanno proprio così, inizia una pericolosa avventura per salvare suo padre, il giovane alla guida e nei combattimenti d'arti marziali dovrà estrarre e mostrare tutte le sue doti.




    L'Europa, la casa di produzione di Luc Besson, è diventata famosa per i suoi film action eccessivi e pieni di belle donne, affascinanti quanto letali, e la saga del Transporter non sfugge alla regola anzi è stata ed è il portabandiera di questa filosofia di tendenza. Ora dopo i primi 3 film con Jason Statham il testimone è passato a Ed Skrein, giovane virgulto fisicato per il reboot, che raccoglie l'eredità con stile, proseguendo il solco senza perdersi di paura per il confronto con l'illustre predecessore di poche parole. Anche questa eredità quasi silente viene qui mantenuta, come il mix di azione oltre i limiti del possibile (toccando a dir poco l'assurdo fisico) tra acrobazie di coraggiosi stunt, inseguimenti forsennati e donne sinuose, che sparano tanto potente quanto attizzano a mille l'ormone maschile, vestendo lingerie ad alto tasso erotico e portando parrucche, il tutto in ambienti sfarzosi ed esclusivi.
    Il ragazzo a tutto gas e pugni ha anche un padre (Ray Stevenson), ex-trasportatore e uomo di azione anche lui, ha inoltre un passato come combattente e sembra totalmente misogino per non mettere in pericolo di vendette collaterali qualcuno che ama. Dopo aver steso una gang di balordi che aveva adocchiato la sua auto potente e accessoriata meglio della Jaguar di Diabolik, Frank riceve una chiamata da una donna stupenda, prostituta in cerca di vendetta con il suo tutore che tratta le sue donne escort di lusso come schiave. Quando arriva per il trasporto della donna e di due sue amiche (definite pacchi da 104 kg, 55 kg più 49), per evitare un controllo della polizia inizia un inseguimento pieno di velocità, che ribalta auto e “stappa” in maniera atipica degli idranti stradali. Per convincerlo a continuare a partecipare al piano di vendetta contro il capo della mafia russa che gestisce sulla costa azzurra il giro di prostituzione, la femme fatale rapisce il padre, e Frank è costretto a partecipare.
    Chi ha amato gli altri Transporter non si faccia scrupoli a entrare in sala a vedere questo giocattolone con bambole dorate, il divertimento è assicurato da una produzione che non ha lesinato a spese, i voli delle auto sono davvero ottimi ma abbiamo anche yacht e aerei protagonisti sulla scena, e che con Besson dietro il progetto non ha avuto problemi a esagerare in concetti senza troppo preoccuparsi del reale, come curare delle ferite con delle ragnatele, saltare da un portello di un aereo in corsa dentro il tettuccio apribile di un auto, entrare in auto dentro un terminal di aeroporto, picchiare sgherri grugnanti mentre l'auto lasciata in marcia minima senza guidatore ti segue passo passo.
    Besson l'ha sempre detto e fatto per le sue pellicole di puro divertimento, se il film deve essere fracassone è necessario che faccia fracasso bello potente, si prenda per il sedere senza problemi, la logica la lasci a altri e viva la sua esistenza a uso e consumo dello spettatore che accetta il gioco e la sospensione dell'incredulità oltre il contesto, qui trovate tutto questo, e in più i protagonisti maschili sono simpatici e convincenti, il figlio (chiamato Junior) nella sua poco credibile serietà e il padre nella sua guasconeria, e le co-partecipanti sono davvero notevoli di bellezza.
     
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