La masseria delle allodole

Paolo e Vittorio Tavani

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  1. Trinità&Bambino
     
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    lamasseriadelleallodole

    La masseria delle allodole

    Titolo originale: La masseria delle allodole
    Nazione: Italia Bulgaria, Francia, Spagna, Gran Bretagna
    Anno: 2007
    Genere: Drammatico
    Durata: 122'
    Regia: Paolo Taviani, Vittorio Taviani
    Sito ufficiale:

    Cast: Paz Vega, Ángela Molina, Alessandro Preziosi, Mohammed Bakri, Tchéky Karyo, Mariano Rigillo, Hristo Shopov, Christo Jivkov, Yvonne Sciò, Linda Batista
    Produzione: Eagle Pictures S.p.a., Ager 3
    Distribuzione: 01 Distribution
    Data di uscita: 23 Marzo 2007 (cinema)

    Trama:
    Una famiglia armena, ristruttura una vecchia masseria abbandonata per ospitare i loro parenti trasferitisi in Italia. Ma l'attesa sarà vana, perchè i loro parenti, in realtà, sono stati uccisi durante il terribile genocidio di armeni da parte dei turchi, nel corso della prima guerra mondiale...

    Fonte: Filmup.it

    Commentino:

    Ho visto l'altra sera questo film attratto dal trailer che non sembrava male e in ricordo de 'La notte di san Lorenzo' che era un gran bel film. In più c'era la firma dei Taviani che, salvo alcuni casi, hanno sempre prodotto degli ottimi lavori, anche di valdo impatto sociale.
    Proprio un tema sociale affrontano in questo ultimo progetto quale è la persecuzione della popolazione armena da parte dei turchi durante la prima guerra mondiale.
    I Taviani partono il loro racconto da una famiglia armena e da una rappresentante di essa che ha una storia con un soldato turco. La loro disamina sulle barbarie seguenti comincia proprio da un semplice rapporto d'amore fra due persone che possono al contempo amarsi ma, per ragioni belliche, non possono amarsi. Ovvio come incipit non è proprio un tema orginale, si è visto mille volte, ma tutto sommato non rende troppo mielosa la vicenda che si tingerà invece di tinte cupe e fredde, come fredda è la mano dei turchi che si abbatterà con violenza e senza un minimo di pietà.

    La masserie delle allodole è il covo della speranza della famiglia armena, punto di partenza e punto di arrivo. E' in queso casolare sperduto dove gli armeni si rinchiudono sperando di non essere trovati dalle guardie turche. E' il covo della speranza che diventerà il ricordo della disperazione. E' da qui che i turchi cominceranno la loro mattanza a danno di un popolo intero (gli armeni) che proseguirà con una marcia probabilmente 'mortale', in cui gli armeni verranno piegati definitivamente al volere dei turchi.

    E' un film che non lascia molto spazio all'intuizione; i Taviani negano decisamente il non detto e mostrano tutto quello che c'è da mostrare (senza andare ovviamente nello splatter, che non avrebbe conferito niente alla storia). Non hanno paura o timore di realizzare un prodotto che parli allo spettatore senza tanti giri di parole, i turchi hanno usato la violenza nei loro gesti e loro usano la violenza nelle loro immagini, immagini semplici ma che hanno spesso il potere di mostrare la loro crudeltà. I turchi e la loro efferratezza da una parte, gli armeni, la loro pacatezza e la loro apertura mentale dall'altra. Nel mezzo i fratelli Taviani che si sono posti come osservatori di uno scorcio di storia dell'umanità meno noto alla massa, ma non meno atroce di molti altri più conosciuti.

    Personalmente è un film che vale la pena di essere visto. E' un film italiano, ma lo potrebbe benissimo non essere.

    Ve lo consiglio.

    Per coloro che mi dicono: e' un drammone??? No, sì, no, beh forse!!! Ma che vi frega se è bello???

    Canelol

    Edited by hellboy1 - 15/9/2011, 16:48
     
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  2. Budd The_Sidewinder
     
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    Interessante per la vicenda storica, quasi sempre passata inosservata.
     
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  3. marsellus wallace
     
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    cavolo, un film che ha visto lorenzo e che non ho visto io !!! canesob !
    :o: :cry: veramente interessante , poi i taviani non vanno mai traditi.
     
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  4. MrBlù
     
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    belle-rece-bravo-Lorenz-che-si-impegna-ogni-tanto ^_^
    passo-al-cinema-ma-rimando-a-visione-sicura-sul-supporto
     
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  5. signorG
     
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    Bravo trinity... ho visto pur'io questo film.. e devo dire che alla fine sn stato contento di averlo fatto. il suo pregio è quello di portare alla luce una "vicenda" troppo a lungo insabbiata... in prima battuta proprio dagli stessi turchi che ancora oggi non permettono che si parli in pubblico di questa strage.. chi infrange questa legge è perseguibile penalmente... oggi nel 2007. nel film non viene fuori, ma nella scheda di presentazione si può leggere che i morti armeni furono 1milioni e 500mila.

    Certe interpretazioni sn quasi imbarazzanti.... vedere Alessandro Preziosi fra gli attori mi aveva fatto molta paura.. per fortuna si decide di farlo partire poco dopo l'inizio del film.. resta cmq inspiegabile questa scelta; piuttosto opto per un giovane mai visto..
    Altra pecca del film è che a volte sembra quasi girato per la tv.. e alcune scene sn troppo teatrali..

    voto: 6+

    Se nn volete vedere il film non importa io ero della vostra stessa opinione, ma almeno che questa discussione vi stimoli la documentazione sulla strage Armena. (ovviamente per coloro che ancora nn la conoscono.)
     
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  6. anais
     
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    Caro G, questa volta mi hai tolto davvero le parole di bocca!

    Sono andata a vedere questo film su consiglio ma non avevo avuto modo di leggere niente quindi nn sapevo minimamente di cosa trattasse!
    Io son dell'idea che questi film vadano comunque visti, cinema o non cinema, perché modo migliore per apprendere questioni storiche magari spesso trascurate e, in questo caso, credo trattate anche in modo opportuno.
    Sarà stata complice la stanchezza o il tempo da lupi ma a tratti la fruizione mi risultava piuttosto difficile, come diceva anche G la scelta degli attori, a parte i due capo famiglia a me sconosciuti e molto bravi, mi è sembrata un pò inopportuna, su tutti la macchietta di Linda Batista che ancora mi domando che c'entrasse a fare! :lol:
    la recitazione è spesso troppo pomposa e che poco si presta ad un uso cinematografico.
    Sarà che forse per questi film viene spontaneo il paragone con Schindler's List ad esempio e non dico che questo sia giusto perché la realtà messa in scena è un'altra, però, ribadendo comunque la soddisfazione di averlo visto, credo anch'io di non poter andare al di là di un 6!

    e cmq, il presso del biglietto l'ha valso un siparietto cui ho assistito al bagno fra due signore anziane che si son messe a litigare fra chi ne avesse uccisi di più tra Hitler, Stalin, i turchi, le Crociate e i musulmani, fra chi elle due avesse studiato maggiormente la storia e chi invece si fosse documentata solo leggendo il libro nero di Berlusconi!!
    assurdo, che scena! :lol:
     
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  7. marsellus wallace
     
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    cattivoni...qualche difetto c'è ma c'è molto altro...

    La masseria delle allodole

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    TITOLO ORIGINALE
    La masseria delle allodole
    TITOLO INTERNAZIONALE
    The Lark Farm
    NAZIONE
    Italia/ Bulgaria/ Francia / Spagna/ Gran Bretagna
    GENERE
    Drammatico
    DURATA
    122 min. (colore)
    DATA DI USCITA
    23 Marzo 2007

    REGIA
    Paolo Taviani, ...
    SCENEGGIATURA
    Paolo Taviani, ...
    DISTRIBUZIONE
    01 Distribution

    PROTAGONISTI
    Paz Vega
    Moritz Bleibtreu
    Alessandro Preziosi
    Ángela Molina
    Mohammed Bakri
    Tchéky Karyo
    Mariano Rigillo
    Hristo Shopov

    Trama : nel 1915 una famglia armena sente lontana la guerra in atto tra Russia e Turchia, e convivendo pacificamente in territorio Turco vive giornate tranquille in condizioni agiate. Ma questa felicità è destinata a non durare, e dopo la morte dell'anziano patriarca un sinistro presagio sembra purtroppo realizzarsi...

    Commento: Dal libro di Antonia Arslan. Gli Armeni che anticipano la tragedia Ebrea, persone piene di cultura e intelligenti che costruiscono ricchezze in seno a uno Stato che li accoglie con un occhio di cupidigia verso questo florido benessere, pronto a carpire ogni loro bene invidioso e timoroso di tanta prospera capacità. La Masseria del titolo è la casa di campagna, una sorta di Last Hope privata in cui loro non devono vivere a contatto con una popolazione che nemica non è, per il momento, ma che di fatto non ha di buon occhio la loro presenza. Nella Masseria ci si sente liberi, tranquilli, e difatti diviene una sorta di inutile eremo per cercare di uscire dagli orrori della persecuzione.
    Ma anche quando ci si autocostringe nella riserva la cosa sembra non bastare, in quanto la furia cieca dell'odio e della violenza non ha confini, e non si deve fare come il bambino perchè inutile nascondersi ma bisogna combattere. Questo sembrano dire i Taviani in questa opera che racconta la storia di una famiglia e piena di simbologie, iniziando il film con una citazione strepitosa da Quarto potere con il chicco d'uva che cade (citazione poi ripresa con una mela in una forma diversa per simboleggiare che si lascia la tentazione di trovare un paradiso per conservazione la dignità). Rendendo in immagini il loro stesso scibile filmico, i due fratelli registi iconizzano la sofferenza nella croce che viene utilizzata per le sofferenze delle donne e nella presa delle cose più care. Non a caso infatti all'aspirante pugile che cerca l'America (immagine del sogno) viene tagliato il braccio, al dottore che salva le vite impedito di metterne al mondo altre, alle donne i loro uomini costretti ad abbandonarle mentre i Turchi approfittano di esse.
    Un lavoro sentito e composito, che prosegue man mano introducendo nuove situazioni e scenari rispetto alla fase di inizio, coinvolgendo i parenti italiani. La cosidetta fase dell'uva (prosperità iniziale degli acini maturi nella prima inquadratura, poi speranza garzie al gioiello che ritrae i frutti della vendemmia) vive fasi alterne di acidità e speranza, metro e bilancia della disperazione e della voglia di ribellarsi a un destino segnato.
    La scena clou del pathos tiene a morte e battesimo un bimbo, stritolato disperatamente, atto a mostrarci quanto un popolo sta soffrendo nella morsa di due belligeranti. Belle scene sicuramente, adeguata musica ad accompagnarle, e a maggior pregio non ci si cura di non mostrare il sangue (che vediamo dalla prima scena e per tutto il film con continui rimandi ai colori dei vestiti). Il film però, nonostante tutti questi pregi, un difetto di base l'ha, la mancanza di un cast all'altezza dell'impegno della storia e di alcune colpevoli cadute nel romanzo tv in alcune situazioni che estraniano. La presenza di Preziosi non è certo una punta di diamante e rimane ancorata al Conte Ristori di Elisa di Rivombrosa, senza nessun sussulto di maggiore autentica drammaticità, mentre Paz Vega, nota per aver lavorato con Almodovar in Parla con lei ma sopratutto per aver mostrato le sue grazie con Lucia y el sexo e alcune commediole, una con Adam Sandler (Spanglish), non è certo attrice per rendere bene una parte principale e composita come quella che interpreta sentitamente ma con risultati scarsi (mostrando senza problemi anche se in scene molto pudiche le sue grazie notevoli). La presenza poi di un attore fondamentalemnte brillante come Dussollier (Cuori di Alain Resnais) nei panni di un gerarca dell'esercito, sembra più una partecipazione da guest a uno sceneggaito tv tanto la parte gli è estranea.
    Anche alcune scelte di trama sono forzate e un po' troppo debitorie della fiction tv, come il finale forzato per arrivare a una certa situazione di pathos anticipatrice del coro di conferma della volontà dei giovani turchi di non volere le minoranze indesiderate, oppure coem il soldato buono in una tenda ordinatissima, non degna della soldataglia che vive intorno.
    Ma nonostante questi difetti di partecipazione recitativa e di cadute situazionali (comunque brevi), abbiamo un film validissimo con una voglia precisa di richiesta di denuncia di un massacro da parte di chi l'ha compiuto anni indietro, una serie di scene emozionanti e alcune citazioni-iconografie di tutto rispetto. Non sfigura affatto l'immagine del film che i libri in fondo sono tesori, dato che quello che i Taviani ci hanno raccontato è un piccolo gioiello da conservare per cercare anche noi di capire quanto il passato sia importante, anche se una storia sembra tanto lontana da non poter più avere influenza su nulla.
     
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  8. signorG
     
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    io mars la penso esattamente come te :). la differenza fra me e te sta nel fatto che a me certe "cadute situazionali" e certe prove recitative imbarazzanti mi fanno scadere il validissimo progetto di questo film. e il motivo è che erano evitabilissime.. nel senso che la scelta degli attori io davvero mi chiedo come sia stata fatta.. e per quanto riguarda le "cadute situazionali" idem.. errore grossolono dei registi che le hanno volutamente cercate con lo scopo di aumentare il phatos... senza rendersi conto che nn ce n'era assolutamente bisogno... e che quindi hanno ottenuto il risultato opposto..

    complimenti come sempre ;)
     
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  9. anais
     
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    bella la tua analisi semiotica dei segni nelle menomazioni dei vari personaggi, complimenti ;) :)
    x il resto più o meno siam d'accordo tutti e tre credo, solo che, al di là della scelta dei personaggi (pecca cmq di non poca indifferenza) il film non mi ha comunque esaltato troppo, ottima l'intenzione e il messaggio portato alla ribalta, discreta anche la messa in scena, non forzata né troppo delicata, del massacro, xò.. io sento che manca qualcosa.. :rolleyes: che farà si che questo film non mi rimarrà particolarmente nel cuore, se non per altri motivi.
     
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  10. Trinità&Bambino
     
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    CITAZIONE (signorG @ 29/3/2007, 11:58)
    Certe interpretazioni sn quasi imbarazzanti.... vedere Alessandro Preziosi fra gli attori mi aveva fatto molta paura.. per fortuna si decide di farlo partire poco dopo l'inizio del film.. resta cmq inspiegabile questa scelta;
    Se nn volete vedere il film non importa io ero della vostra stessa opinione, ma almeno che questa discussione vi stimoli la documentazione sulla strage Armena. (ovviamente per coloro che ancora nn la conoscono.)

    Effettivamente... QUOTO!

    Recitazione veramente 'finta' teatrale! Stona terribilmente con il linguaggio filmico!

    ;)
     
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  11. marsellus wallace
     
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    grazie delle vostre dissertazioni ragazzi, mi saranno utilissime in fase di cineforum quando presenterò l'argomento. Decisamente questa dei Taviani è stata una occasione persa, si poteva fare un grande film se si perdeva il senso televisivo che invece è troppo marcato. Ma i segni di racconto sono precisi, decisi, peccato veramente per come sono stati fatti e interpretati.
    Per il loro ritorno al cinema dopo 10 anni si poteva fare in questo senso molto di più, ma probabilmente anche i lavori televisivi fatti nel frattempo hanno fatto perdere un po' l'integrità filmica ai due fratelli registi più famosi del cinema italiano.
     
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10 replies since 27/3/2007, 00:17   253 views
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