C'era una volta a... Hollywood

di Quentin Tarantino

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    C'era una volta a... Hollywood
    di Quentin Tarantino



    Data di uscita: 19 settembre 2019
    Genere: Commedia, Drammatico
    Regia: Quentin Tarantino
    Attori: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Al Pacino, Timothy Olyphant, Emile Hirsch, Zoe Bell, Dakota Fanning, Kurt Russell, James Marsden, Damian Lewis, Michael Madsen, Luke Perry, Tim Roth, Julia Butters, Clifton Collins Jr., Scoot McNairy, Nicholas Hammond, Maurice Compte, Lew Temple, Spencer Garrett
    Paese: Gran Bretagna, USA
    Distribuzione: Sony Pictures Italia/Warner Bros. Pictures Italia
    Sceneggiatura: Quentin Tarantino
    Fotografia: Robert Richardson
    Produzione: Heyday Films, Sony Pictures Entertainment (SPE)

    Los Angeles, 1969. Sharon Tate, promettente attrice americana e sposa di Roman Polanski, è la nuova vicina di Rick Dalton, star della televisione in declino. Dalton condivide la scena con Cliff Booth, stuntman che si è fatto (e rotto) le ossa nei western girati a Spahn Ranch. Controfigura e chauffeur di Dalton, Cliff vive in una roulotte con una cane disciplinato e fedele proprio come lui che da anni ammortizza le cadute e i rovesci dell'amico. E l'ultimo scacco costringe Rick e il suo doppio a traslocare dall'altra parte dell'oceano per girare un pugno di spaghetti-western. Sei mesi e una moglie (italiana) dopo, Rick e Cliff tornano a Los Angeles dove li attende la notte più calda del 1969 (mymovies.it)

     
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    Io sono in attesa, come per ogni film di Tarantino
     
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    Appena uscito dalla sala: dimenticate (quasi) tutto quello che avete visto di Tarantino fino ad ora e lasciatevi trasportare dalla vostra passione per il Cinema, nella sua passione per il Cinema. Una delle prime cose a cui ho pensato è che questa è un'opera che rischia di incontrare meno il gusto della "massa" e un po' più quello del "cinefilo", non tanto per le citazioni e il contesto "vintage" ma più che altro per l'occhio col quale Quentin osserva la "sua materia" e che una sensibilità più abituata a guardare e ad amare il cinema può apprezzare. Non ci sono "intrecci" sorprendenti o spiazzanti ma credo che il bello sia proprio gustarsi queste 2 ore e 40 min. come potremmo guardare le foto di una vecchia vacanza fatta anni fa. Il finale si ricollega se vogliamo a tematiche e stilemi già visti in altri film precedenti ma mi fermo qua per non spoilerare troppo. Non mi addentro in classifiche o giudizi sommari ma posso dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso da un Tarantino "diverso" da quello a cui ero abituato.
    P. S.:non so i suoi progetti futuri ma questa sarebbe a mio avviso la naturale e degna conclusione di una magistrale carriera, proprio per come è stato concepito "C'era una volta ad Hollywood".
     
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    Io non ho visto un tarantino diverso, anzi è sempre lo stesso cadenzato in modo diverso. Al contrario credo sia il suo film più elegante, non ho memoria di tanti movimenti di macchina e inquadrature così splendide anche negli esterni. Comunque uno se non addirittura il migliore film uscito in questo 2019.
    La mia recensione completa nel link: www.cinefilopigro.it/cera-una-volta-a-hollywood/
     
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    Bella recensione Ray. Io forse sono stato troppo "drastico" ma mi ritrovo quando hai scritto di un film di certo meno frenetico rispetto a quello a cui siamo abituati con Tarantino. Hai centrato meglio la questione :) Una domanda, se ti va di approfondire l'argomento: in che senso ritieni questo il film più "politico" della sua filmografia?
     
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    CITAZIONE (Marco Panda @ 23/9/2019, 22:18) 
    Bella recensione Ray. Io forse sono stato troppo "drastico" ma mi ritrovo quando hai scritto di un film di certo meno frenetico rispetto a quello a cui siamo abituati con Tarantino. Hai centrato meglio la questione :) Una domanda, se ti va di approfondire l'argomento: in che senso ritieni questo il film più "politico" della sua filmografia?

    La faccio breve perchè il discorso potrebbe farsi lungo e articolato. Diciamo che Rick è chiaramente la destra repubblicana di Trump, mentre Cliff incarna la sinistra democratica che a furia di stare con l'altra controparte ed essendo molto meno inpenetrabile alla fine qualche tratto lo prende. Gli hippy invece sono la popolazione, ormai troppo stanca dalle continue promesse al punto di aver smesso di cercare di risolvere qualsiasi problema, tanto comunque per il momento l'inutile c'è, mentre l'indispensabile è garantito dai più anziani (la parte del ranch). Sembra insomma che al regista l'attuale situazione americana non piaccia minimamente e la sbandieri in modo molto più plateale in questo film piuttosto che in altri come ad esempio il precedente "The hateful eight"
     
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    CITAZIONE (raystorm @ 24/9/2019, 10:53) 
    Sembra insomma che al regista l'attuale situazione americana non piaccia minimamente e la sbandieri in modo molto più plateale in questo film piuttosto che in altri come ad esempio il precedente "The hateful eight"

    premetto di non aver ancora avuto modo di vedere l'ultimo Tarantino, ma è innegabile che The Hateful Eight sia - per costruzione, linguaggio e messa in scena - un film sfacciatamente politico, tanto nella rappresentazione critica dell'America di oggi (di cui ogni personaggio incarna un'anima o una corrente) quanto nell'analisi di una Guerra Civile che, proprio perché mai pienamente elaborata, continua ad essere agente infettante di una ferita ancora viva e sanguinante. Tarantino sferza e taglia la Storia e l'Attualità dell'America in modo ficcante, violento e sarcastico, come nemmeno un autore fortemente politicizzato come Spike Lee (ed il suo banale e sopravvalutato BlacKKKlansman) è riuscito a fare in tempi recenti.

    mi fa piacere apprendere che la maturità artistica del buon Quentin si stia sempre più orientando a prendere posizione nel certamen politico, ed a questo punto correrò al cinema per C'era una volta ad Hollywood ^_^

    mikz
     
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    Questo film l'ho visto al Day One.
    Uscito dalla sala lo avevo valutato così-così, forse ero rimasto spiazzato... ma più lo ripenso e lo rielaboro, più sento di amarlo.
     
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    CITAZIONE (mikz @ 24/9/2019, 16:37) 
    premetto di non aver ancora avuto modo di vedere l'ultimo Tarantino, ma è innegabile che The Hateful Eight sia - per costruzione, linguaggio e messa in scena - un film sfacciatamente politico, tanto nella rappresentazione critica dell'America di oggi (di cui ogni personaggio incarna un'anima o una corrente) quanto nell'analisi di una Guerra Civile che, proprio perché mai pienamente elaborata, continua ad essere agente infettante di una ferita ancora viva e sanguinante. Tarantino sferza e taglia la Storia e l'Attualità dell'America in modo ficcante, violento e sarcastico, come nemmeno un autore fortemente politicizzato come Spike Lee (ed il suo banale e sopravvalutato BlacKKKlansman) è riuscito a fare in tempi recenti.

    mi fa piacere apprendere che la maturità artistica del buon Quentin si stia sempre più orientando a prendere posizione nel certamen politico, ed a questo punto correrò al cinema per C'era una volta ad Hollywood ^_^

    mikz

    Banale e spravvalutato "BlacKKKlansman" non si può leggere, il sangue dalle retine mi scende :lol:
     
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    Personalmente ho trovato questo film fortemente sopravvalutato, è la prima volta che mi trovo a bocciare uno dei suoi film, tra quelli visti.. non mi ha lasciato niente, forse avevo aspettative diverse, non ne capisco di politica e non mi si è palesato il riferimento come a Voi.

    Sono molto contento di essere una minoranza in questa faccenda, ma Tarantino mi ha abituato a belle storie, con azione e dinamicità, non dico mi aspettassi una spy story o un action-movie, ma qui non ho proprio trovato né interesse ed empatia nei confronti dei personaggi principali, né nei confronti della storia in se.. oltretutto sono rimasto sconcertato nel vedere scene in cui si ridicolizzano due persone/personaggi del cinema e storia recente.

    Ed una seconda "prima volta" ho desiderato andare via dal cinema ancor prima del finale.
    Voto personale 5/10
     
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    ma è possibile per questo film non è prevista un'edizione liscia in 4k? ma solo la steelbook da 36 e spacca euro?
     
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  12. Mr. Hyde 93
     
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    Visto ieri, è un film che spiazza un po', perché mancano molti degli elementi tradizionali di Tarantino, primo fra tutti l'intreccio della storia ed il legame che lega tutte le vicende che si susseguono nei suoi film.
    L'ho trovato malinconico in senso positivo come film, sembra quasi una sorta di testamento spirituale del regista. Nella pellicola si vede tutto l'amore nei confronti del cinema che Tarantino ci aveva abituato ad assistere in modo diverso, con citazioni e omaggi più o meno velati; in quest'ultimo lavoro ho trovato qualcosa di più profondo delle semplici citazioni, è un qualcosa di più cupo e introspettivo, sempre comunque contraddistinto dal tocco del regista, che sopratutto nel finale si fa molto sentire. Sembra quasi una sorta di capitolo conclusivo della trilogia di rivisitazioni storiche del regista partite con Bastardi senza gloria.

    Voto altissimo per quanto mi riguarda, quando un regista al nono film riesce ancora a farti appassionare in questo modo, il voto non può essere che positivo!
    Ciao a tutti comunque, son sparito per un sacco, mi spiace, il tempo è poco poco... :(
     
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    Ciao a te Mr. Hyde 93 . Ricordavo di aver visto quell avatar qui sul forum.
    Mi trovo piuttosto d'accordo con te. Io lo ho apprezzato tantissimo. Mi ha colpito in faccia e trascinato dall'inizio alla fine. Non ho avuto bisogno di alcuna riflessione postuma alla visione per costringermi a comprendere la natura del film o il volere del regista. Me lo sono puppato così com'era senza alcuno spoiler, commento altrui, recensione o aspettativa sul film che avesse potuto influenzarmi.

    Non vedo l'ora dell'home video per ri-spararmelo.
     
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    SPERO DI ANDARLO A VEDERE PRESTO

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    copio e incollo da un mio intervento nello spazio Collezioni. confermo a quell'anarchico di Ray che l'ultimo film di Tarantino con la politica non c'entra nulla :P

    CITAZIONE (mikz @ 14/1/2021, 21:36) 
    due parole sul Once Upon a Time Tarantiniano, l'opera certamente più epistemologica nella filmografia di Quentin. la verbosità che da sempre contraddistingue il suo Cinema e l'eclettismo dei registri utilizzati si piegano ad un finale folgorante e malinconico, nel quale il dramma della vicenda della Tate diviene dolcissima allucinazione lisergica. la magia del Cinema - chiosa amaramente un crepuscolare Tarantino - non cancella la Storia né ha la facoltà di eliminarne le tragedie, ma piuttosto contribuisce a preservare quella nostra capacità di rendere meno ostile il mondo grazie ad un happy end caricaturale eppure fortemente investito di un rassicurante onirismo. in meno di cinque minuti, infatti, si passa dai lanciafiamme (con annessa donna carbonizzata) all'apertura dei cancelli del Cielo (Drive), in un crescendo che porta lo spettatore a prendere coscienza della sua illusione, talmente è perfetta, salvo poi rigettarla perché è semplicemente "più bello credere" che certe cose (cioè le tragedie, quelle vere, quelle per le quali una donna incinta viene assassinata da una setta di squilibrati) non possano che essere destinate a venire sabotate. con un puntuale cambio di tono, Tarantino dona alla sua opera - fino a quel momento bella, sì, ma non certo straordinaria, soprattutto se messa a confronto con almeno altre quattro pellicole da lui dirette - una profondità ed una consapevolezza uniche nella sua produzione. se per i Bastardi Senza Gloria era facile e divertente pensare che quella fosse la "versione alternativa (e adolescenziale) della Storia", tutto ciò non può accadere invece per C'era una Volta a Hollywood, nel quale l'eccidio - anche se mai mostrato - è costantemente immanente e grava sull'intera vicenda fino alla fine, nonostante i seguaci di Manson non riescano ad ammazzare nessuno e siano pure male armati, a differenza di quanto avviene invece per i protagonisti del film, che sono attori (SEMPRE!!!), dispongono di un intero arsenale nel capanno di una piscina e possiedono una tale destrezze da mettere al tappeto perfino Bruce Lee. la complessità di C'era una Volta a Hollywood è, a mio avviso, seconda solo a quella straordinaria fotografia dell'America di Oggi che è The Hateful Eight, ma è opera più intima e riflessiva, elegia di un Cineasta che - senza fare sconti - si interroga su quel che ha ancora da dire la sua Arte.
     
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19 replies since 4/7/2019, 14:54   682 views
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