Le avventure galanti del giovane Moliere

la commedia della vita

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  1. marsellus wallace
     
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    Le Avventure Galanti Del Giovane MolièRe (Molière)

    TITOLO ORIGINALE: Molière
    NAZIONE: Francia
    GENERE: Commedia
    DURATA: 120 min. colore
    DATA DI USCITA: 06 Aprile 2007

    CAST TECNICO E PRODUZIONE
    REGIA: Laurent Tirard
    SCENEGGIATURA:
    Laurent Tirard
    Grégoire Vigneron
    SOGGETTO:
    Laurent Tirard
    Grégoire Vigneron
    PRODUZIONE:
    Olivier Delbosc produttore
    Marc Missonnier produttore
    Christine De Jekel produttore esecutivo
    MONTAGGIO: Valérie Deseine
    FOTOGRAFIA: Gilles Henry
    SCENOGRAFIA: Françoise Dupertuis
    COSTUMI:
    Gilles BoduLemoine
    Pui Laï Huam
    PierreJean Larroque
    MUSICA: Frédéric Talgorn

    PERSONAGGI E INTERPRETI
    Romain Duris JeanBaptiste Poquelin dit Molière
    Fabrice Luchini M. Jourdain
    Laura Morante Elmire Jourdain
    Edouard Baer Dorante
    Ludivine Sagnier Célimène
    Fanny Valette Henriette Jourdain
    Mélanie Dos Santos Louison
    Gonzague Montuel Valère
    Gilian Petrovsky Thomas
    SophieCharlotte Husson Madeleine

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    Trama Francia, 1644. Il commediografo Molière è ridotto senza soldi e deve cercare di pagare i suoi creditori. L'occasione di pagare i debiti potrebbe venire da un ingaggio artistico sotto mentite spoglie presso il ricco Sig. Jourdain, che ha bisogno di interpretare un atto unico per sedurre una ricca vedova. Ma il destino vuole che la trascurata moglie del ricco e bizzoso Jourdain ....

    Commento: Innanzitutto il titolo italiano, che come al solito storpia signifcati e intenti nel tentativo di far sembrare il film qualcosa che non è. Con un titolo simile si potrebbe pensare a una sequela di corteggiamenti senza fine per ripetere una sorta di Casanova style con tutte le donne che cadono ai suoi piedi, quando invece in tutto il film il vero amore è solo uno. E oltretutto il fine e gli intenti di Laurent Tirand non sono quelli di raccontare una storia in costume in cui si susseguono fughe per l'arrivo dei mariti e flirt boccacceschi, ma di riuscire a tracciare un percorso narrativo in cui il grande commediografo si trova a dover scegliere tra onore e sentimento, tra arte e convenienza, frenando la sua voglia di tragedia per rimanere a fare commedie. Durante il film il lunghissimo flash back ci dimostra come il giovane Moliere apprenda dall'avventura presso il fastoso castello la futilità dell'etichetta e di alcuni comportamenti, e dell'importanza di rallegrare umili contadini lungo il paese piuttosto che annoiati ricconi, della forza di alcune donne contrapposte ad altre che, anche se trascurate, riescono ad avere una coscienza personale che gli permette di poter avere avventure molto più pregne delle futili conoscenze di palazzo.
    le due figure femminili che predominano nel film, cioè Elmire Jourdain ( interpretata in maniera splendida da una Laura Morante solare e decisa ) e Célimène ( Ludivine Sagnier, rossa dalla bellezza catturante ), sono contrapposte in un gioco di valori ben preciso : la moglie dell'ingenuo Jourdain ( un Fabrice Luchini stralunato e farfallone ) costruisce nella assoluta trascuratezza da parte degli altri e del marito fondamenta convinte di come va gestita la famiglia anteponendo le proprie gioie a quelle della figlia, assorbendo e catalizzando gli stimoli del mondo esterno, rinunciando a ciò che tiene di più per un plusvalore meno stimolante ma più nobile, cosa che invece non fa la egocentrica vedova che raduna folle di cortigiani solo per glorificare se stessa e il proprio sogno di centralità, considerando i regali unico pregio nella corte che riceve da un uomo, incurante dei sentimenti che questo ha per lei.
    Tutto il film è una colorata ricerca in costume di una verità del come e perchè fingere, del non essere se stessi per nascondersi oppure per prevalere, quando invece in fondo i nobili reali sentimenti di Moliere sarebbero adeguati e paganti anche all'interno della grande commedia della vita, come dimostra la rappresentazione nel finale . Non a caso viene infatti ripresa l'intera vicenda, l'unica cosa che può fare grande una commedia che sa far anche piangere: le storie autentiche della vita. Lo step che permette a un grande spettacolo di uscire dai versi per entrare nei cuori parla di noi stessi, che sembriamo tanto banali eppure così profondi nelle nostre diuturne quotidiane monotonie.
    In questo senso il film è grande, ma non è solo venato di filosofia, in quanto i costumi sono stupendi, le locations strepitose, la recitazione davvero convincente con la Morante e Romain Duris in cattedra, e si sorride spesso anche se qualche volta amaro, come si conviene nelel intenzioni dell'autore, visto il terribile senso di spreco sia artistico ( i maestri costretti a fare anticamera ) che monetario che governa i luoghi dove un grande autore si rifugia per colpa del mancante vil denaro.
    Una menzione particolare oltre che alla Morante va a Duris ( che ricorderete per "L'appartamento spagnolo" ), un autentico gigione con dei numeri artistici non da poco, che folleggia geniale lungo il film, senza mai fermarsi dal parlare o recitare per la troppa tempesta emozionale, verso l'arte e verso la nobildonna, che lo pervade. Mossette, imitazioni ed espressioni sono da gran mattatore.
    Un gran bel film in definitiva, leggero da interpretare per la sua perfetta codificabilità ed espletamento dei concetti, che non si accontenta di divertirci con il colore sfavillante ma vuole anche mostrarci che nella vita esiste un grigio imperdibile completante, generato paradossalmente insieme alla gioia della risata per riflettere con il dovuto ottimismo sulle difficoltà, costruendo un trampolino per superarle. Imparata la lezione, possiamo andare sicuri per il mondo come Moliere a parlare di noi, sicuri di non essere mai banali anche parlando di cose semplici nella tragica commedia della vita.

    Edited by hellboy1 - 15/9/2011, 17:03
     
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