La città proibita

Zhang yimou

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  1. marsellus wallace
     
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    La città proibita

    Cast Gong Li, Jay Chou, Chen Jin
    Regia Zhang Yimou
    Sceneggiatura Zhang Yimou
    Durata 01:51:00
    Data di uscita Venerdì 25 Maggio 2007
    Generi Romantico, Drammatico, Azione
    Distribuito da 01 DISTRIBUTION (2007

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    Trama: Si avvicina la festa dei crisantemi, ma a palazzo l'aria che si respira è densa di odio e di rancore, e losche trame si stanno dipanando per raggiungere la supremazia del potere all'interno della casata reale. Sarà l'imperatrice a prevalere sul sovrano ? E che ruolo rivestono i loro tre figli all'interno della vicenda?

    Osservazioni: Zhang Yimou dopo aver esplorato le tecniche di ripresa di Matrix con i superadrenalinici Hero e La Foresta dei pugnali volanti, abbassa almeno in parte l'importanza e la presenza in minutaggio delle lotte estreme con voli e con salti, (che comunque ci sono, nessun amante di queste si preoccupi) per concentrarsi su una oscura storia di potere contrastato che nasconde le sue radici d'odio in avvenimenti del passato.
    Nulla di nuovo in fondo nel racconto scelto dal regista asiatico, trame che si rifanno a Shakespeare con intrighi reali di questo tipo ne abbiamo viste parecchie, con un tocco che sarebbe stato caro a Kurosawa (soprattutto ricordando una delle sue opere meno famose, Ran, con la presenza dei tre figli e la locazione della reggia in cui si svolge gran parte del film), quello che stupisce nel lavoro sono le splendide scenografie, i favolosi costumi di scena e i movimenti di massa, non tanto nella parte delle battaglie (aiutata parecchio dal lavoro di cg) quanto nella ripresa delle abitudini di cortigiane dai seni costrettissimi in abiti tradizionali storici, come nel ritmico inizio scandito dagli strumenti sonori.
    Un lavoro di fino e di cesello davvero pregevolissimo, all'interno di palazzi sfavillanti dai colori compositi e variegati. Predomina il giallo in questa lotta per il potere ad alto tasso di odio, come d'altronde non potrebbe essere visto il meraviglioso tappeto di crisantemi che ha questa cromia, simbolo di tutto il film. Il film si dipana interessante e mai fiacco, giocando parecchio sulle necessità di ripulire i fantasmi del passato e la ricerca di nuove alleanze.
    ZyMou (come viene affettuosamente chiamato dalla stampa occidentale) giostra benissimo nel bilanciare la scoperta di nuovi elementi per proseguire la storia, non troppo fantasiosi come si diceva prima, ma sempre facenti parte di una epica davvero affascinante che non stanca mai.
    Soprattutto perchè i due protagonisti (l'affascinante Gong Li, che avete visto già in Miami Vice e Chow Yun Fat, al cinema adesso anche con il terzo capitolo dei Pirati dei Caraibi, due simboli del cinema asiatico che partecipano spesso anche a produzioni anglofone) sono a dir poco strepitosi in carisma e in recitazione, rendendo i loro personaggi quasi celesti e superiori come si conviene a dei regnanti. Dal punto di vista tecnico i duelli con spade e lance (tra l'altro qui viene usata una curiosa arma ad uncino che fa delle corde la sua prerogativa) sono pirotecnici come i voli dei Ninja serventi (vedere per credere), arricchendo senza imporre fastidiosamente la loro presenza, se non nel cataclismico finale dove assisterete alla voglia del regista di totalità di spargimento di sangue e della gloria della pugna in un contesto quasi surreale tanto esagerato (ricordando le colossali lotte del recente 300). La successiva scena del ritorno e della pulizia, semplicemente sublime, vuole in un certo senso riportare a un ricordo epico e non a una nuova realtà questa battaglia imprescindibile per il bisogno di liberare le emozioni e non per vera conquista tanto l'esito è scontato nelle menti di chi la conduce (e non vi dico da parte di chi per non rovinare la sorpresa).
    Ma il lavoro è davvero molto bello visivamente, la presenza del senso epico pregnante, e anche se in un contesto che qualche volte sa di deja vu non potremo non entusiasmarci di fronte a questo film che ha anche il pregio di non voler dilatare il minutaggio inutilmente per consegnare una idea di grandeur futile se non supportata da elementi di valida continuazione.
    Da consigliare a chiunque cerchi anche un intrattenimento valido e sfavillante, in quanto il film non pesa per nulla e il suo arco narrativo fruibilissimo.
    Manca un po' la profondità delle emozioni in tanta cancrenosa acredine reale, ma in fondo possiamo catalogare questo film in maniera diversa dai capolavori che lo hanno ispirato come un
    omaggio riverente.
    Da censurare il doppiaggio italiano nella parte dell'arrivo degli annunci delle persone fuori campo quando i reali sono ritirati (e purtroppo questi annunci hanno una cadenza abbastanza fitta) del tutto ignobile e privo del necessario tono di voce altisonante.

    Edited by hellboy1 - 15/9/2011, 16:31
     
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    ti quoto in pieno Mars , mi è piaciuto
     
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    Bello bello bello, visto pure io ieri sera
     
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  4. marsellus wallace
     
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    mannaggia ray devo concentrarmi su zodiac per disquisire come si deve da posizioni diverse con un tuo (ottimo) parere per approfondire, siamo d'accordo anche su Zymou. Di questo passo saremo d'accordo anche sul prossimo di Lynch! :D
     
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    CITAZIONE (marsellus wallace @ 27/5/2007, 13:35)
    Di questo passo saremo d'accordo anche sul prossimo di Lynch! :D

    Su questo siamo già d'accordo mi sa! :lol:
     
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  6. Trinità&Bambino
     
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    Lo vado a vedere questa sera!

    :)
     
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  7. Trinità&Bambino
     
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    Non mi è dispiaciuto, ma non mi ha neanche esaltato oltremodo!

    ;)
     
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    La città proibita – La decadenza dell’animo

    920 D.C., dinastina Tang. Una famiglia imperiale al culmine della sua potenza. Un imperatore rigoroso e rispettoso delle tradizioni, una imperatrice divisa tra l’amore verso i figli e l’odio nascosto a discapito del marito. Un figlio nato ed educato per essere l’erede al trono, uno senza possibilità di riscatto ed un’ultimo allevato per vivere all’ombra dell’intera famiglia.All’interno del palazzo reale si consumano intrighi, incesti, mezze verità e amori clandestini in attesa dell’annuale festa del crisantemo. Espandere ulteriormente la trama che compone l’ultimo film di Zhang Yimou rischia di comprometterne la visione irreparabilmente, non tanto per i colpi di scena piazzati con certosino tempo scenico, ma perché andrebbe a togliere fascino al modo crescente con cui questa viene svelata. Una messa in scena barocca che straripa dallo schermo, in netto contrasto con una storia torbida che si dipana lenta, afferra al collo lo spettatore lasciandolo sempre più senza fiato col proseguo degli eventi. Il regista cinese forte di due attori dall’indubbia bravura come Gong Li (al suo fianco in diverse pellicole) e Chow Yun Fat, inscena la decadenza della famiglia reale che riporta per forza di cose alla mente “Ran” di Kurosawa. “La città proibita” contagia l’occhio con i suoi colori e sequenze epiche, ma allo stesso tempo coinvolge la mente fornendo ad essa sempre più tasselli per ricomporre il piano di riscatto messo a punto dall’imperatrice. Yimou questa volta si guarda dal creare empatia verso uno dei personaggi, perché immedesimare lo spettatore nei panni di uno degli esponenti della famiglia imperiale, di tramuterebbe nella perdita della visione globale dei fatti narrati durante il racconto cinematografico. Tutte le figure che si muovono dentro e fuori del palazzo sono delle anime impure, corpi fatti di sangue e peccati, esseri esteticamente perfetti dall’animo deforme per il quale non c’è più possibilità di riscatto. Ogni abitante della città in contatto con la famiglia reale, diviene inevitabilmente corrotto, che siano 10.000 soldati, o la serva dell’imperatrice, nessuno viene risparmiato dalla distruzione dell’essere, questo indipendentemente che avvenga nel piano materiale/fisico (i morti in questo film non si contano), oppure spirituale/mentale (l’oppressione della mente raggiunge l’apice verso la parte conclusiva). Se è vero che le più grandi dinastie hanno visto la loro fine nascere da dentro loro stesse, “La città proibita” è la spettacolare messa in scena della caduta che avviene un’attimo dopo aver raggiunto l’apice della grandezza. “La città proibita” è il cinema che contamina l’immaginario al reale, andando a costruire una struttura dalle tonalità ridondanti, le quali seducono lo spettatore per poi mostrare ad esso degli angoli oscuri che mettono paura, piccole zone d’ombra in cui l’apparenza crolla a favore degli istinti animaleschi che popolano l’animo dell’uomo, e non è un caso che sia sempre il nero la tonalità portatrice di morte (indipendentemente che sia vestita addosso ad un guerriero o racchiusa in un bicchiere di veleno), perché nelle viscere di quello che ignoriamo si nasconde la nostra fine.

    Film: 7
     
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  9. Revu
     
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    CITAZIONE (raystorm @ 29/5/2007, 16:16)
    La città proibita – La decadenza dell’animo
    “La città proibita” è il cinema che contamina l’immaginario al reale, andando a costruire una struttura dalle tonalità ridondanti, le quali seducono lo spettatore per poi mostrare ad esso degli angoli oscuri che mettono paura, piccole zone d’ombra in cui l’apparenza crolla a favore degli istinti animaleschi che popolano l’animo dell’uomo, e non è un caso che sia sempre il nero la tonalità portatrice di morte, perché nelle viscere di quello che ignoriamo si nasconde la nostra fine.

    Questa frase riassume il significato del film e lo descrive in modo perfetto! ;) ^_^
     
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    CITAZIONE (Revu @ 29/5/2007, 17:47)
    CITAZIONE (raystorm @ 29/5/2007, 16:16)
    La città proibita – La decadenza dell’animo
    “La città proibita” è il cinema che contamina l’immaginario al reale, andando a costruire una struttura dalle tonalità ridondanti, le quali seducono lo spettatore per poi mostrare ad esso degli angoli oscuri che mettono paura, piccole zone d’ombra in cui l’apparenza crolla a favore degli istinti animaleschi che popolano l’animo dell’uomo, e non è un caso che sia sempre il nero la tonalità portatrice di morte, perché nelle viscere di quello che ignoriamo si nasconde la nostra fine.

    Questa frase riassume il significato del film e lo descrive in modo perfetto! ;) ^_^

    Pensa che nemmeno io riesco a credere di averla scritta! :woot:
     
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  11. Revu
     
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    :lol: :lol: :D
     
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  12. marsellus wallace
     
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    quoto e condivido in pieno la frase spettacolo ray !!! inchino e applauso!!!
     
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  13. redmeteor
     
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    a me è piaciuto molto meno di hero ma piu della foresta....bello in tutto,e poi c'è il mitico Chow Yun Fat che è davvero molto bravo
     
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  14. Kurtz
     
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    riposto qua, avvisato da G che già c'era la disccussione

    Questo è un film che mi impedisce di essere troppo crudele nei suoi confronti: essendo un riconosciuto estimatore dell'apparato mammario femminile il mio giudizio è assai indulgente. Stuoli di tette strizzate in corpetti d'antica Cina passano e ripassano sullo schermo, spesso in sfacciatissimi primi piani; inoltre un paio di questo stuolo appartiene a Gong Li che li offre generosamente alla macchina da presa neanche dovesse venderli a tanto al chilo. E poi diciamocelo, ed è una cosa che ho già scritto spesso per altre signore del cine (Naomi, la Zia, Emmanuelle...): a certi esemplari del genere umano cinematografico andrebbero interdetti i primi piani, perché il povero spettatore non può rischiare uno shock sensoriale ogni volta che il viso di Gong Li gli viene sparato in faccia su un telone di metri e metri (e in uno dei primi Gong guarda pure in macchina e dunque a noi poveri mortali che la ammiriamo dal basso delle nostre seggioline vellutate). Chow Yun Fat appare poco ed è un po' appannato, senza contare che lui, poi, non ha neanche le tette sporgenti.
    Sì, lo so cosa state pensando: state dicendo sì vabbè stai a parlà da due ore solo di tette e gnugne perché il film fa schifo. No, non è così, credetemi, anche se è vero che i suoi difetti ce li ha. Tanto per gradire, quelle inquadrature sontuose, con dentro ogni ben di Dio, con suppellettili dorati sparsi ovunque e arazzi vari di vario colore e vestiti decoratissimi ti fanno rischiare di uscire dal cinema con un improvviso attacco di diabete oculare e certo vabbè che siamo secoli prima di Cristo ma possibile che questi devono parlare in siffatta maniera? dialoghi ridondanti del tipo - Figlio, voglio dirvi una cosa poiché voi meritate il mio rispetto, - Padre, vostro figlio è onorato di essere degno del vostro rispetto, - Figlio, il mio rispetto per voi travalica il sole e la luna quando di notte crescono, - Padre, io travalicherò il sole per voi, ordinate pure - Figlio, non posso - Padre, perché non potete? - Figlio, stiamo girandoci intorno da tanto di quel tempo che mi so scordato che volevo dirvi. Non vorrei fare colazione con questi qua, io, ve l'immaginate la fatica verbale solo per chiedere che vi passino lo zucchero?
    E la battaglia finale, le scenografie, i colori per quanto belli giungono fuori tempo massimo, soprattutto perchè poi dei personaggi ce ne freghiamo altamente così come dei loro destini (che si compiono alfine con un andamento nel più puro e scontato finale traggggico), semmai ci importava più dei sottoposti (e non è per simpatie comuniste), che a volte quando erano delle belle fanciulle morivano sotto i colpi delle frecce con le bocce bene in mostra. Che Zhang si fosse votato al fetish?

    5.5
     
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13 replies since 26/5/2007, 21:32   240 views
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