Come un Tuono

Sin dai primi 10 minuti, dal primissimo risvolto narrativo (il figlio), Come un tuono si presenta come una Tragedia (greca) in cui la parola forzatura non esiste e non può esistere, e tra l'altro non c'è nessun espediente narrativo per nascondere l'inesorabile concatenazione di eventi, nessun tentativo di celarne l'inverosimiglianza, proprio come nelle tragedie greche, escluso il finale, non si può scappare alla sorte e l'improbabilità degli eventi (ma non l'impossibilità) non è riscattata da nulla, ma accettata,pensa all'Edipo re o a qualsiasi altra tragedia, come in questo film sono successioni di eventi terribili che spesso portano a bivi in cui è impossibile scappare al dolore, non sono probabili né verosimili, ma lì come qui non c'è nessuna forzatura per renderli più credibili, non ci sono appendici messe lì nel solo tentativo di far accettare gli eventi, li si accetta perché è così, perché allo spettatore si richiede di identificarsi non (solo) con un personaggio ma con l'intreccio delle vicende che intrappolano tutti i personaggi.

Anche perché mi verrebbe voglia di chiederti, di citarne, tra la costellazione di forzature incredibile, almeno una, se per forzatura intendiamo entrambi un passaggio che forza gli avvenimenti per fargli prendere la piega desiderata, perché io non ne vedo sul serio. Per esempio, i figli si rincontrano da adolescenti, è così, si rincontrano e basta, non c'è il classico episodio casuale che vorrebbe dare verosimiglianza , è così e basta, non è probabile? forse. Di certo non è impossibile. E tra l'altro questa scelta, che personalmente mi ha fatto precipitare nel racconto, ha reso possibile il respiro densissimo di questa storia.

No, non trovo forzature, trovo una rete di vicende funeste improbabili ma possibili, le forzature sarebbero state le atroci appendici a cui siamo abituati, quelle che vorrebbero dare una spiegazione ma che di fatto forzano le vicende, qui i figli si incontrano e basta, è impossibile? no. fine.

E ti dico tragedia greca perché è così che sono costruite.

Ma diresti mai:

Edipo è scappato perché gli avevano predetto che avrebbe ucciso il padre e sposato la madre e in un punto dove si uniscono tre strade aveva incontrato un uomo, l'aveva ucciso dopo una discussione e quell'uomo era Laio, suo padre biologico... certo... certo XD

Lo diresti mai? Non credo, Edipo era lì come era lì Laio e come nel film erano lì i figli.

Il mio non vuole essere un paragone per esaltare il film tra l'altro, ma a me pare evidente che l'intreccio narrativo, coscientemente o meno, somigli molto a quello delle tragedie greche, e proprio come in queste, nel film tutte le vicende convergono, oltre che nel raccontare un macr-oevento tragico, nell'esaltare alcuni aspetti più o meno tragici della vita e della natura umana.

Poi alla fine a me il film è piaciuto quanto te, ma ho trovato veramente azzeccata ( vorrei dire originale, ma l'averla paragonata a schemi vecchi migliaia di anni mi costringerebbe a un lavoro critico che non posso proprio fare ) questo tipo di costruzione, perché ha permesso al film di essere densissimo ma mai saturo, almeno per come l'ho vissuto io (nessuna pretesa di universalità in quanto ho detto eh )